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La Locomotiva Umana...Emile Zatopek

Ultimo Aggiornamento: 19/09/2012 15:59
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Correva con la testa piegata all'indietro, i gomiti vicini al corpo, una smorfia di sofferenza stampata sul viso: il suo stile era quanto di più lontano dall'armonia di un bel gesto atletico, ma la sua resistenza e la sua corsa erano quelle di un gigante. Emil Zatopek è stato l'uomo simbolo dei Giochi Olimpici di Helsinki 1952, dove in un grande spettacolo sportivo compì un impresa leggendaria vincendo nell'arco di una settimana 3 medaglie d'oro: nei 5.000 metri, nei 10.000 metri e nella maratona.

Era il 27 luglio quando lungo i viali alberati di Helsinki, nella patria di Paavo Nurmi, maratoneta nove volte campione olimpico finlandese, si correva la maratona che vedeva favorito l'inglese Jim Peters, detentore del record mondiale. Zatopek era al suo esordio assoluto sulla distanza dei 42 chilometri e la sua strategia di gara era semplice: seguire il più possibile la tattica di Peters, esperto in materia. Il britannico impose un ritmo altissimo alla corsa, Zatopek gli rimase ostinatamente incollato, parlottando ogni tanto con lui per chiedere se il ritmo fosse adeguato. Peters non terminò la corsa, forse stremato dal ritmo forsennato da lui stesso imposto. Zatopek concluse la gara con una delle sue straordinarie accelerazioni, entrando nello stadio olimpico in perfetta solitudine, accolto dall'ovazione della folla.

L'impresa fece il giro del mondo e conferì a Emil Zatopek la popolarità universale che gli valse il soprannome di Locomotiva umana.
Nello stesso giorno in cui Emil vinse la maratona, sulla pedana del lancio del giavellotto la moglie Dana Ingrova si imponeva sulle avversarie.

Emil Zatopek nasce il 19 settembre 1922 a Koprivinice, Cecoslovacchia, nella regione della Moravia. Cresce in una famiglia numerosa e umile, sostenuta dal padre di mestiere calzolaio. Emil lavora come operaio in una fabbrica di scarpe quando in una gara sociale organizzata dal suo datore di lavoro, appassionato di sport, arriva secondo, senza alcuna esperienza ne allenamento. Capisce di avere una predisposizione e un talento particolare per la corsa e anche se può sembrare tardi, all'età di vent'anni, inizia a coltivarlo nei ritagli di tempo: corre di sera dopo il lavoro, oppure di mattina e anche di notte, come permettono i turni in fabbrica. Arruolato durante la seconda guerra mondiale, è in questa circostanza che Zatopek si dedica totalmente alla disciplina sportiva, mettendo a punto programmi di allenamento duri e intensi, correndo almeno quattro ore al giorno su qualsiasi tipo di terreno. Il suo segreto forse è stato proprio quello di unire alla sua straordinaria capacità fisica, e alla sua ferrea volontà, carichi di lavoro sovrumani e massacranti. Il suo motto era "la corsa come abitudine".

Zatopek fu anche precursore del cosiddetto interval-training che consiste nella ripetuta serie di 400 metri, interrotti da 200 metri di recupero. Talvolta in gara applicava la stessa tattica piazzando continui cambi di ritmo per stroncare gli avversari nel corso della prova. Ancora oggi questo metodo è alla base della preparazione atletica dei mezzofondisti.

Il nome di Emil Zatopek si segnala per la prima volta agli Europei di Oslo del 1946: ottiene il quinto posto nella finale dei 5000. Vince poi nello stesso anno la gara dei 10.000, ai giochi interalleati di Berlino. Due anni dopo, alle Olimpiadi di Londra del 1948, conquista l'oro nei 10.000 (staccando il secondo arrivato di quasi un minuto) e l'argento nei 5.000. Da qui in avanti Zatopek sarà sempre uno degli avversari più temuti, macinerà risultati su risultati fino al 1954, restando imbattuto per sette anni e 38 gare. E' proprio nel 1954 che Zatopek ottiene i suoi ultimi due primati del mondo, con un'impresa non meno leggendaria di quella confezionata ai Giochi di Helsinki: nel giro di 48 ore porta il limite dei 5.000 a 13'57"2 e quello dei 10.000 a 28'54"2 (primo corridore di sempre a vincere i 10.000 in meno di mezz'ora).
Ai Giochi Olimpici di Melbourne 1956, ormai 34enne e provato da una carriera estenuante, concluderà la maratona solo al sesto posto.

Il suo carisma e la sua volontà sono stati forti quanto i suoi polmoni e le sue gambe: quando la squadra ceca atterrò a Helsinki nel 1952 lui non c'era. Zatopek aveva ingaggiato da tempo un duro braccio di ferro con la sua federazione. La spartizione del mondo in due grandi blocchi sancita da Roosevelt, Churchill e Stalin nei vertici di Teheran e Yalta, aveva portato la Cecoslovacchia entro l'orbita d'influenza dell'Unione Sovietica. Sebbene fosse iscritto al partito, Zatopek non approvava la politica di escludere dalle selezioni olimpiche gli atleti sospettati di simpatie anti-comuniste. Così quando seppe che il suo amico e compagno di squadra Sebastian Jungwirth non avrebbe potuto unirsi alla squadra e coronare il proprio sogno di sportivo, perché figlio di un dissidente, anche Emil, il miglior atleta ceco, rinunciò alla convocazione. I dirigenti federali fecero allora retromarcia e sia Zatopek che Jungwirth raggiunsero il ritiro ceco con tre giorni di ritardo. Dopo l'apice della sua carriera sportiva, sia Emil che la moglie divennero figure di spicco della dissidenza cecoslovacca e furono tra i firmatari del manifesto di Alexander Dubcek, eroe della Primavera di Praga (196[SM=g27989]. Dopo l'intervento militare sovietico che pose fine al movimento, anche Zatopek pagò cara la propria indipendenza di pensiero: espulso dalle fila dell'esercito fu costretto a lasciare la capitale e venne confinato tra le montagne della sua terra d'origine. Sopravvisse lavorando come addetto ad una stazione di servizio e poi come minatore. Nella metà degli anni '70 Zatopek divenne consulente e traduttore del ministero dello sport, ma è solo dopo il 1989, con il crollo del regime comunista, che Zatopek riacquistò la grande dignità nazionale che meritava.

Personaggio nella vita allegro e gioviale, sempre disponibile, Emil Zatopek si è definitivamente ritirato dal mondo sportivo nel 1982, per vivere a Praga insieme alla moglie Dana, che l'ha assistito fino al giorno della sua morte avvenuta il 21 novembre 2000.

Il 22 ottobre 2002 nei Giardini del Museo Olimpico di Losanna, in Svizzera, a lui è stata dedicata una statua celebrativa in bronzo

[Modificato da Giggirriva 01/02/2006 18.17]


 
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01/02/2006 18:25
 
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zatopek oltre che un grande sportivo è stato anche un grande esempio umano. a ricordarlo non solo l'episodio narrato nella sua biografia ma le tante perle di saggezza che ci ha lasciato; alcuni suoi aforismi sono molto toccanti:
Un corridore deve correre con i sogni nel cuore, non con i soldi nel portafogli, oppure
La vittoria è grande, ma ancora di più lo è l'amicizia
Ma quella che mi commuove di + è la risposta che dette ad un giornalista che gli rimproverava la sua corsa non certo stilisticamente perfetta:
Mi scusi, Non ho abbastanza talento per correre e sorridere allo stesso tempo.

Beh che ne dite uno spazio su c'era una volta se lo meritava anche lui no?

 
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eccome se se lo meritava[SM=x875413] [SM=x875398]

 
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01/02/2006 20:40
 
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grazie giggirriva ,il nome di zatopek l'avevo sentito ma non sapevo che fosse stato un così grande campione...anche umanamente [SM=x875398]

 
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02/02/2006 05:52
 
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Bravo giggirriva splendido topic.
personalmente ho un bel ricordo legato a Zatopek; nel 1978-79 andavo spesso il fine settimana a correre nella tante corse campestri che si tenevano un po' ovunque in quegli anni.
con alcuni amici con cui dividevo questa passione, decidemmo di mettere su una squadra. Molti di questi miei amici avevano diversi anni piu' di me, fra loro c'era Giovanni, che noi chiamavamo il Maestro sia perche' tale era la sua professione, sia perche' il suo grado di conoscenza e l'eta' (di quasi 20 anni + grande) ce lo rendevano tale.
Fu lui a parlarci di Zatopek e raccontarci le sue gesta; inutile dire che il nome scelto fu: Gruppo Sportivo Emile Zatopek.
facemmo diverse corse con alterni piazzamenti poi, piano piano, chi smise, chi prese altre strade, il G.S. Zatopek spari' senza aver lasciato traccia nella storia sportiva nazionale.
Ma in chi c'era e' rimasto il ricordo di aver vestito quella canottierina rossa con il nome di uomo che correva come una locomotiva.
Un [SM=x875398] a Zatopek e permettemi di regalarne uno [SM=x875398] anche a Giovanni che un tumore al fegato ci ha strappato lo scorso anno

[Modificato da ugo.p 02/02/2006 5.54]


 
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02/02/2006 10:29
 
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Re:

Scritto da: Giggirriva 01/02/2006 18.25
.....
Un corridore deve correre con i sogni nel cuore, non con i soldi nel portafogli, ...


Verissimo con i soldi nel portafogli non si corre....si scappa [SM=x875408]
va beh io per contratto devo sparare caz..te, ora che l'ho fatto, un caro ricordo ad un bel personaggio [SM=x875398]

 
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21/11/2010 07:14
 
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esattamente 10 anni fa ci lasciava
un ri-ricordo

 
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Oggi avrebbe compiuto
90 anni.
[SM=x875388]

 
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