Dal tirreno di stamani (4 luglio), parola per parola.
EMPOLI. Anche l’Empoli ha trovato il modo di finire nelle oltre 400 pagine degli atti relativi all’inchiesta sulla presunta combine di Genoa-Venezia. Fra le tante telefonate intercettate dalla Procura di Genova e trasmesse poi all’Ufficio indagini della Figc, infatti, ce n’è una della mattina del 14 giugno indirizzata al ds rossoblù Capozucca che è partita da un telefono della sede di piazza Matteotti.
«Abbiamo saputo che volete mandare via Cosmi - c’è scritto, più o meno, negli atti - ma state attenti a quello che fate. Confermatelo, o noi diciamo tutto».
Un discorso che ha insospettito magistrati e investigatori federali. Anche perché non si capisce bene il nesso fra l’Empoli - peraltro già promosso in A da oltre una settimana - e la posizione del tecnico del Genoa.
«E’ stato uno scherzo - spiega il presidente Corsi - uno scherzo di pessimo gusto di cui peraltro sono stato informato da poco. I nostri dirigenti lo hanno fatto per farsi due risate, prima che venisse fuori tutto il polverone su quella gara. Niente di che, insomma, che se non nascondo di essere un po’ seccato da questa vicenda. Di sicuro io quella telefonata non l’avrei fatta».
Quella telefonata, comunque, sarebbe già stata chiarita. Giovedì scorso, infatti, un esponente dell’Empoli è stato ascoltato a Roma dall’Ufficio indagini. Nel corso dell’audizione, durata meno di 30 minuti, ha spiegato che si trattava di uno scherzo e sembra che gli uomini della Figc abbiano accettato la versione. Anche perché la tesi dell’Empoli sarebbe confermata da tre dati di fatto, oltre all’inverosimilità del movente (difendere il posto di lavoro di Cosmi): il primo è che le telefonata è partita, come detto, nella mattinata del 14, cioé prima che Pagliara, dirigente del Venezia, fosse fermato coi 250mila euro in macchina e, dunque, che la notizia del caso fosse di dominio pubblico; il secondo è il linguaggio, perché i dirigenti empolesi si rivolgono a Capozucca con uno strampalato dialetto napoletano; il terzo è che è partita dalla sede dell’Empoli (ovviamente non il posto ideale per fare qualcosa di losco).
La vicenda, insomma, non dovrebbe avere strascichi. Se non qualche provvedimento (o una squalifica o una multa) per chi ha materialmente fatto lo scherzo (infelice). «Quasi lo spererei - sottolinea ancora il presidente, evidentemente infastidito da questa novità - così un’altra volta ci penseranno due volte».
Scherzo??? MAh!