26/09/2005 22:03 |
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Il Signore degli Anelli
Il Signore degli Anelli è un romanzo d'eccezione, al di fuori del tempo: chiarissimo ed enigmatico, semplice e sublime. Esso dona alla felicità del lettore ciò che la narrativa del nostro secolo sembrava incapace di offrire: avventure in luoghi remoti e terribili, episodi d’inesauribile allegria, segreti paurosi che si svelano poco a poco, draghi crudeli e alberi che camminano, città d’argento e di diamante poco lontane da necropoli tenebrose in cui dimorano esseri che spaventano solo al nominarli, urti giganteschi di eserciti luminosi ed oscuri; e tutto questo in un mondo immaginario ma ricostruito con cura meticolosa, e in effetti assolutamente verosimile, perché dietro ai suoi simboli si nasconde una realtà che dura oltre e malgrado la storia: la lotta, senza tregua, tra il bene e il male. Leggenda e fiaba, tragedia e poema cavalleresco, il romanzo di Tolkien è in realtà un’allegoria della condizione umana che ripropone in chiave moderna i miti antichi. Tolkien scrisse la trilogia nell’arco di quattordici anni, nel periodo in cui era professore ad Oxford. Il romanzo è venuto crescendo tra le dita allo studioso innamorato dei suoi studi severi, delle sue rune, delle sue leggende, di cui si sentono qui le molte suggestioni e risonanze: lo splendore azzurro e dorato dei paesaggi, l’orrore «celtico» di certe creature, il suono bronzeo o argenteo dei nomi di persone e di luoghi. Come scrive Elemire Zolla nell’introduzione, «Tolkien riparla, in una lingua che ha la semplicità dell’anglosassone o del medioinglese, di paesaggi che pare di avere già amato leggendo BeoWulf o Sir Gawain o La Mort d’Artur, di creature campate tra il mondo sublunare o il terzo cielo, di archetipi divenuti figure». C.S. Lewis ha scritto a sua volta: «Non è immaginario il mondo che Tolkien ha proiettato, così molteplice, vero e completo nella sua intima coerenza. Nessun altro mondo è così palesemente oggettivo, purificato da ogni psicologismo individuale legato all’autore»; e Richard Hughes: «Per l’ampiezza dell’immaginazione [il romanzo] umilia ogni termine di confronto; la sua vivacità, la sua felicità narrativa trascinano il lettore da una pagina all’altra». E Auden infine: «E’ un libro di incredibile felicità».
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09/05/2006 18:58 |
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| | | OFFLINE | Post: 403 Post: 19 | Registrato il: 20/04/2006
| Città: ROMA | Età: 33 | Sesso: Femminile | Utente Senior | |
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brava!
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09/05/2006 20:51 |
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grazieeeeeeeeeee |
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10/05/2006 11:56 |
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| | | OFFLINE | Post: 403 Post: 19 | Registrato il: 20/04/2006
| Città: ROMA | Età: 33 | Sesso: Femminile | Utente Senior | |
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11/05/2006 16:24 |
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