Freud e Che Guevara "sordi" alla musica.
Il 5-10% delle persone ascolta i suoni senza ricavarne piacere. La materia bianca del cervello è meno densa.
A Che Guevara piaceva ballare, ma aveva grande difficoltà a farlo con una certa coerenza, perchè era "amusico", sordo alla musica: non la "sentiva" e dunque non riusciva a trasformare un ritmo in gesto. Il disturbo non affligge esclusivamente i rivoluzionari: il premio Nobel per l' economia Milton Friedman lo dovette constatare su di sè , dopo aver inutilmente provato a ricavare un qualche piacere dall' ascolto di dischi e concerti. Piacere negato anche a Sigmund Freud, che viveva a Vienna in anni colmi di musica. Come spigare questa incapacità? Dove trovare la risposta ad altri diffusi disturbi: se ad alcuni -Mozart il caso più noto- basta asoltare una volta soltanto una melodia, un brano intero, per saperlo ricantatre, trascrivere, al contrario c'è chi non ci riuscirà mai, non solo perchè è stonato, ma perchè non può memorizzare e restituire col canto quella sucessione di note.
"Non vi so dire se è una questione biologica o culturale, se è forte o meno la componente ereditaria, se il deficit è innato, ma questa particolare forma di sordità riguarda tra il 5 e il 10%", dice Isabelle Peretz, autrice del saggio "La musica e il cervello", pubblicato nell' Enciclopedia della musica Einaudi, attiva a Montreal, dove è docente di psicologia all' Università e si è specializzata in neuropsicologia cognitiva. Accompagnata dalle riflessioni della neuropsichiatria infantile Luisa Lopez ("la musica aiuta a socializzare: cantare in coro è esperienza utilissima") e del compositore Nicola Piovani ("la musica, come la poesia, non si spiega"), la Peretz è stata protagonista della conferenza dedicata al cervello musicale all' Auditorium di Roma. Numerosi gli esempi: ecco Isabelle, che dopo un incidente ha perduto la possibilità di cantare, mentre intelligenza, linguaggio e memoria sono intatti; ecco Albert, del tutto incapace di rispondere con un giudizio a due musiche diverse. Numerose anche le affermazioni in negativo: l' orecchio musicale assoluto, cioè la capcità di riconoscere a colpo sicuro un suono, non è sinonimo di intelligenza, ma una qualità innata. La musica di Mozart non rende più abili e non aumenta la capacità di attenzione: studenti statunitensi chiamati ad assemblare figure geometriche, dopo dopo aver ascoltato il complesso rock Blur, l' hanno fatto più velocemente che dopo essere stati "sottoposti" a una sinfonia mozartiana.
"Non è chiaro se la sede della della ricezione musicale risieda nell' emisfero cerebrale destro o sinistro, ma nelle persone che soffrono di amusia si riscontra una minore intensità dellla materia bianca e questa constatazione porta a ipotizare che il deficit sia innato, senza però che pregiudichi altre funzioni e sensibilità": gli studi che la Peretez conduce al BRAMS (Braian, Music and Sound Research) hanno portato a considerare "l' abilità musicale" come una rete di connessioni: "Utilizando le tecniche di neuroimaging si è constatato che i rapporti tonali e quelli temporali, percepiti all' ascolto come una diversione unifica, sono elaborati dal cervello in modo indipendente; che esistono reti neutrali spacializzate nel riconoscimento delle scale, mentre i gangli della base e del cervelletto partecipano al controllo motorio e percettivo del ritmo" Sembra dunque che un insieme di luoghi e di funzioni diverse rechino ognuno il proprio contributo all' organizzazione formale delle nostre capacità musicali, mentre l' "amusia" si è dimostrata più tenace di ogni rimedio. Se anche la musica è un linguaggio, con il linguaggio condivide dei "meccanismi di elaborazione sintattica", ma la capacità di ascolto, di apprendimento, di elaborazione creativa sono "servite da reti neurali delicate", disseminate ovunque nel cervello, connesse tra loro. Misteriosamente assenti in alcuni di noi.
Sandro Cappelletto dal TST "La stampa" 31 maggio 2006
Per saperne di più:
Ecco una serie dei principali siti Internet dove poter scaricare il software e ascoltare i brani musicali ottenuti dalle conversazioni delle sequenze del DNA e delle proteine.
www.whozoo.org/mac/music/index/
www.algoart.com
www.aber.ac.uk
musicalgorithms.ewu.adu/algorithms/DNAseq.html
amas.cz3.nus.edu.sg/music/
www.oursounduniverse.com