Che lo ricompensino gli dèi, il re,
lo caccino le potenze del paese,
i numi e Odino si infurino,
col ladro delle mie ricchezze!
Lo facciano scappare, l'oppressore del popolo,
Freyr e Njördr, dalle sue terre!
Che gli porti odio, a quel nemico degli uomini,
l'Ase del paese Thor, al violatore dei santuari!
Saga di Egill Skallagrímssonr
Þórr
È un Dio della stirpe degli Asi assai amato e venerato, tanto che la sua figura, in epoca pagana, rivaleggiava con Odino e fu, in seguito, opposta al bianco Cristo, il nuovo Dio proveniente dal Sud. Il cristianesimo si accanirà in maniera particolare contro questa divinità, degradandola, nella propria iconografia, al rango di demone: il posto che aveva nel cuore della gente ne rendeva difficile la conversione.
Thor è detto figlio di Odino e fratello di Meili, sposo di Sif e padre della fanciulla Thrudr( Forza), Modi (Coraggio) e Magni (Potenza).
La sua dimora è detta "Paese (o campo/sentiero) della forza". Essa ha cinquecentoquaranta stanze con arcate ed è la più grande fra le dimore degli dei.
Il suo volto è incorniciato da una fluente barba rosso cupo e da una lunga chioma rossiccia. I suoi occhi hanno il colore della brace ardente.
Thor è il Dio del tuono (il suo nome stesso significa tuono in molte delle lingue nordiche) ed, in quanto tale, molto antico. Nella interpretatio romana è inteso come Juppiter.
Il tuono ed il lampo sono segni della sua potenza e rappresentano, rispettivamente, la forma udibile e visibile del Dio. Il lampo, in particolare, ne concentra il potere sovrano creatore: è il fuoco dal quale scaturisce l'acqua feconda della pioggia.
È un Dio sensuale, che ama i piaceri e l'umorismo. È franco e schietto e gode dell'appellativo di Sonnungr (veritiero), perché ispira fiducia e confidenza.
Ha una funzione protettrice contro i giganti, verso Dei e uomini.
Come protettore dell'ordine e della fertilità era il Dio più venerato in Islanda, Paese dove si erano rifugiati coloro che volevano salvaguardare l'antica tradizione, contro le nuove istanze di rinnovamento che provenivano dal sud.
Si muove nel cielo su di un carro, trainato da due capri.
È un uccisore di giganti. Tra i tanti episodi che lo vedono protagonista, uno dei più importanti è quello in cui uccide il gigante che voleva portare via Freyja, il Sole e la Luna, per aver costruito un nuovo recinto per gli Dei.
È scritto che sacriferà la sua vita per la difesa del cosmo. Nella battaglia finale degli Dei, infatti, combatterà con il demone serpe Midgardr, in un duello fatale ad entrambi.
Mjöllnir
Thor possiede un'arma eccellente (=indispensabile), il martello Mjollnir donatogli dai nani; per impugnarlo ha bisogno di speciali guanti di ferro e di una cintura magica, in grado di raddoppiare, quando indossata, la sua forza divina.
Il martello quando viene roteato sprigiona un'energia dinamica e manifesta la potenza benefica o distruttrice del Dio.
Ha molte funzioni, tra cui: consacratice (trasmissione dell'ernegia divina), fruttificante (veniva posta in grembo alla sposa per consacrare l'unione), di resurrezione (il Dio lo userà per la rinascita delle capre del suo carro) e letale (springiona il tuono). È altresì arma creatice ed ordinatrice, perché mantiene l'ordine del cosmo costantemente minacciato.
Era usanza che coloro che si sposassero o pronunciassero un giuramento dinanzi ad un giudice, lo facessero sul sacro martello, consci che, se spergiuri, avrebbero attirato su di se l'ira del "Thor Consacratore". Il Martello veniva usato come strumento magico per smascherare i ladri.
L'arma ha la proprietà di ritornare indietro, quando colpisce. Il suo schianto sul nemico è il rombo del tuono.
Una volta gli fu rubato... ma raccontarlo richiede un post a parte. :)
Thor è in grando di difendere, però, anche senza il suo martello, come narra un mito in cui uccide un gigante a mani nude.
Alla morte del Dio il martello verrà ereditato dai suoi figli che lo custodiranno nel secondo ciclo.
Questo Dio mi è particolarmente caro, da sempre. In particolare la sua natura polimorfa , istintuale e protettrice, di padre e sposo, amante dei piaceri e portatore d'ordine, difensore e distruttore, ne fanno ai miei occhi una figura complessa e sfaccettata, capace di ritrarre, quindi, quelle che, a mio parere, sono le doti complete del principio maschile.
È schietto e veritiero. Amorevole e letale. Mi fa riflettere e sento particolarmente vicina questa continua contrapposizione delle sue nature, non forzatamente incoerenti tra loro. Mi sembra, anzi, che una debba necessariamente discendere dall'altra.
Bibiografia:
- I miti nordici. A cura di Gianna Chiesa Isnardi, Longanesi.
È la mia fonte principale, le altre non ho modo di citarle, perché perse nella mia memoria.
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E Morgana comprese che in verità quella era la chiave del suo carattere: avrebbe voluto vedere felici tutti, fino al più umile dei sudditi.
Non era abbastanza spietato per essere il Grande Re.[Modificato da stregaviolet )O( 08/08/2007 01:43]