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Il Mana e il Tabù

Ultimo Aggiornamento: 30/06/2008 21:55
10/09/2006 16:42
 
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Questi pezzi sono tratti dal libro "Le Vergini arcaiche", di Leda Bearnè, Edizioni della Terra di Mezzo.
Io lo trovo illuminante...

"Il concetto di tabù, di origine melanesiana, è però incomprensibile se non si intende anche quello complementare di mana. il mana era per i melanesiani un'energia propria a tutto ciò che esiste, un potere immateriale, più o meno armonico e intenso, emanato dalle persone, dai luoghi o dagli oggetti, al di là delle apparenze e delle conformazioni fisiche. Per questo, ovviamente, esso non poteva essere conosciuto su di un piano mentale, bensì soltanto istintualmente, attraverso una naturale sensibilità. Così come occorrono occhi per vedere e orecchie per udire, così si potrebbe pensare che occorra un particolare e raro grado di sensibilità per avvertire questa emanazione invisibile e distinguerne il carattere armonico oppure disarmonico.
[...] così una donna priva di sensibilità non potrebbe accrogersi del mana piacevole o spiacevole di ciò in cui si imbatte, mentre una Vergine arcaica riuscirebbe a descrivere perfettamente le vibrazioni di ciò che la circonda, al punto magari da non riuscire neppure ad avvicinarsi a qualcosa che emani negatività, evitandolo naturalmente.
Da qui si intende il vero significato di tabù. Non dunque un divieto imposto come obbligo per qualche ragione, magari di tipo pratico, bensì qualcosa che si decideva di evitare per la sua cattiva e disarmonica emanazione, foriera di conseguenze negative, oppure qualcosa che, proprio per la sua pura essenza, era proibito a quelli che non ne fossero stati degni e che dunque avrebbero sporcato od infastidito il carattere sacro e pieno di armonia della persona, o luogo od oggetto in questione. Un bosco considerato sacro, il cui accesso fosse riservato soltanto a Sacerdoti e Sacerdotesse, per esempio, poteva essere tabù per tutti gli altri."

Che ne pensate? Anzi.. cosa percepite..? [SM=g27817]





"Oltre ogni tempo e tuttavia nel cuore del tempo."
Haria

Il Tempio della Ninfa

[Modificato da stregaviolet )O( 10/09/2006 16.45]

[Modificato da stregaviolet )O( 30/06/2008 01:41]
10/09/2006 19:18
 
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davvero interessante....

è possibile che molti tabù, intesi in questo modo, siano destinati a cadere con l'evoluzione di chi potrebbe percepire l'energia emanata da luoghi, persone o oggetti?

mi spiego meglio: magari con il tempo e l'esperienza, acquisendo maggiore consapevolezza, alcune porte, prima chiuse, potrebbero aprirsi?

questo brano mi ha riportato alla mente l'esperienza con un bosco in germania: ci sono strani cerchi e cesti intrecciati con i rami, ceneri di fuochi da poco spenti e fili da un albero all'altro con 11 foglie ben legate...
le prime volte che ci sono stata era solo ansia e poi pioggia e vento....
l'ultima volta sono stata più cauta ed ho trattato il luogo come sacro: si sono aperte le porte e c'erano uccelli che cantavano e addentrandomi ho trovato un'altra radura con un cerchio fatto di rami intrecciati, un'alcova fatta di rami legati fra gli alberi e soprattutto era scomparsa l'ansia, sebbene rimanesse un senso di timoroso rispetto......

discussione che porta un ottimo spunto di riflessione quotidiana....



10/09/2006 20:12
 
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Io credo che il punto sia proprio questo.. ascoltare il profondo. Ogni cosa ci può comunicare molto, ma spesso prese da pensieri o altro non riusciamo a far zittire la testa e ascoltare dal profondo. Percepire il mana credo che sia un esercizio che può essere fatto quotidianamente, ascoltando e fermando il dialogo interiore. Come dice Haria (tra donne sagge non vi è mai profonda differenza.. la saggezza emana in modo simile, seppure magari diverso) fermare il dialogo interiore fa accedere ai mondi nascosti, fa scoprire la vera natura delle cose.. fa percepire il mana.
E' davvero molto interessante quella parte del testo.. anche a me ha comunicato molto, e non solo mentalmente.
Ed è bellissimo tracciare i collegamenti e gli intrecci tra le varie autrici e sagge donne che ci donano la loro conoscenza.. si scopre sempre che anche se magari le cose sono dette in modo diverso e magari danno luogo anche a particolari percezioni diverse tra loro, intrecciandole e seguendole si può tracciare il nostro stesso sentiero..
Come si diceva tempo fa nella mailing list di Argante, riguardo alle Guardiane delle Tradizioni antiche (come potrebbero essere Igraine, madre di Artù, o la bellissima Arianrhod) ciò che è prezioso è lo spirito delle cose, ma non importa in che modo viene spiegato o percepito. Probabilmente ognuno, in ogni epoca, ha modi diversi per comprendere.. "parla e capisce lingue diverse da altri". Il compito delle Guardiane delle Tradizioni quindi non è quello di offrire testi scritti con le medesime parole, perchè magari sarebbero scritti in modo incomprensibile, e con questo voglio dire che non è la staticità e la rigidità che insegna, ma il movimento e la mutazione: non dello spirito del Percorso, ma delle strade che possono essere percorse, delle parole che possono insegnare, dei diversi modi di porsi e di preservare la Conoscenza.
Con questo mi ricollegherei ad un'infinità di altre cose.. come, prima di tutto, al modo di intendere la trasmissione della conoscenza fra i druidi: mai scritta, perchè il segno tracciato rimane intrappolato nello spazio e nel tempo, ma sempre orale, perchè la parola rende vive e sempre rigenerate le cose. La parola muta, noi mutiamo/noi mutiamo, la parola muta.

Ok.. mi rendo conto di essere uscita di tema, ma mi rendo sempre più conto di quanto siamo tutte unite, seppur diverse, e di quanto lo siano gli insegnamenti che scopriamo e impariamo..




"Oltre ogni tempo e tuttavia nel cuore del tempo."
Haria

Il Tempio della Ninfa

[Modificato da stregaviolet )O( 10/09/2006 20.21]

10/09/2006 21:18
 
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spledida deviazione al tema.... [SM=g27824]

mi rendo conto che è eccitante scoprire un silenzioso minimo comun denominatore fra espressioni diverse di un'Unicità...
e mi incarto con le parole che in effetti sono costrittive, anche se l'italiano è una lingua ricca di vocaboli, risulta complesso esprimere le percezioni che a volte si sfiorano....
togliere le strutture, fare il silenzio interiore, non è cosa semplice ma ci sono i piccoli momenti di luce sparsi nel quotidiano....

sensazioni e percezioni che parlano ad alta voce se si ha l'orecchio teso ad ascoltarle, anche se immerse nella vita moderna....

e poichè ogni goccia del mare è espressione del mare stesso, tramite ogni piccolo momento di luce si apre la strada verso un'unica fonte...



10/09/2006 22:48
 
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hai perfettamente ragione.. non ci sono parole..
Non so se ti è mai capitato di vivere qualcosa di bellissimo, dei momenti stupendi che ti hanno mandata quasi in estasi, e di cercare poi di spiegarlo a parole, costringendolo in concetti e parole con un determinato senso e sentendo che ciò che avevi vissuto, che in realtà era indescrivibile, perdeva piano piano la sua magia mano a mano che lo intrappolavi nelle parole..
moriva un pochino..
Eppure è importante cercare di fissare nella memoria della mente ciò che di magico accade, perchè in questo modo ne si fissa la consapevolezza e la si mantiene..
Un po' come quando si dimentica di scrivere o segnare subito un sogno appena fatto e col tempo lo si dimentica del tutto..
Per questo è da tempo che sto cercando un modo di comunicare che racchiuda in poche e semplici parole, una realtà indescrivibile.. poche e semplici parole, brevissime "frasi rivelatrici", che fungono semplicemente da "porte" verso il magico.. frasi evocative e piene di magia.. non data dalle parole dette o scritte, ma dalle percezioni profonde che suscitano in chi legge o ascolta.
Credo che la magia della parola e della scrittura sia proprio questa.
Ho la netta sensazione che, proprio facendo un esempio, Haria la sappia usare davvero bene.. sto imparando molto da lei..

"Oltre ogni tempo, e tuttavia nel cuore del tempo"

"C'è più mistero in un pallido raggio di luna sulla corteccia di un albero che in tutta l'esistenza degli uomini"

"l'Incanto è il sorriso della Bellezza"

Sì.. credo che lei sia davvero magica in questo..
Violet




"Oltre ogni tempo e tuttavia nel cuore del tempo."
Haria

Il Tempio della Ninfa

[Modificato da stregaviolet )O( 10/09/2006 22.50]

10/09/2006 23:04
 
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sono frasi meravigliose...
incanta quando scrive perchè riesce ad usare le parole in modo non comune...
frasi semplici, tipo soggetto, verbo, complemento, facili da ricordare e accosta parole che negli usuali contesti hanno significati diversi, ma che insieme assumono una dimensione nuova...
è un modo di scrivere coraggioso, perchè gioca con le parole, esprimendo una profonda conoscenza delle stesse...
le sue frasi sono preziose chiavi...

a volte penso che forse scrivendo con gli ideogrammi sarebbe più semplice, perchè ognuno di loro è un piccolo disegno di un'idea..
ma se non se ne ha la padronanza è meglio lasciar perdere...
l'italiano è una lingua con grossa potenza espressiva, non come il latino, ma ne è figlia....


10/09/2006 23:40
 
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Già.. il latino.. ultimamente mi sta avvolgendo e per una come me che non l'ha mai studiato (e che ha sempre visto male coloro che lo usavano ai tempi andati) è una cosa nuova.. sta nascendo in me un amore per quella lingua.. ascoltarla mi incanta.. la sua potenza espressiva e enorme..

Comunque tornando al mana.. io credo che lo spirito magico delle cose (più o meno armonico, come scritto nel libro) risieda non solo nelle persone, nei luoghi e nelle cose, ma anche nella comunicazione. E' chiaro che è la persona a conferire tale potere in quel senso.. ma vi sono frasi che vivono da sole, e donano percezioni profonde..
Pensate che sia possibile o è una mia elucubrazione insensata [SM=g27824] ?
11/09/2006 00:22
 
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Ho letto "La danza delle anime luminose" (si, lo so, sono sempre in ritardo con le letture! [SM=g27819] ), dove si dice che, ad un certo punto, la ragazza riesce a vedere l'aura delle persone e che spesso si presenta come una maschera mostruosa, cosicchè eviterà, per quanto possibile, la loro compagnia.

E' un altro aspetto, non credete? la possibilità di riconoscere il vero aspetto della gente.

A questo punto mi chiedo: sono le frasi a possedere un mana, oppure sono le persone che imprimono in esse il loro stesso spirito? credo che la stessa frase, detta da persone diverse, non abbia lo stesso calore nè gli stessi effetti.

11/09/2006 00:39
 
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Certamente, è la stessa cosa..
Quanto alle parole e frasi sicuramente la persona che le crea imprime in loro la propria magia, oppure semplicemente dà loro la vita e le lascia vivere da sole.. in realtà è poi chi le legge e le fa rivivere in sè che, appunto, le fa vivere e le comprende a proprio modo.
Come si diceva sopra i modi di imparare/insegnare le Antiche Verità sono sempre diversi e ognuno ha il proprio modo di scoprire l'incanto della magia vera.. quanto al mana e allo spirito delle cose può essere sempre lo stesso, ma percepibile da persone diverse in modo diverso.. percepibile quindi in sue particolari sfaccettature piuttosto che in altre, a seconda di chi ne entra in contatto..
Non so se mi sono spiegata bene..

11/09/2006 07:13
 
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qualche tempo fa frequentavo un tipo che studiava sanscrito: la magia risiede anche nelle parole, solo che la maggior parte non è consapevole e le lascia scorrere via...
il mio maestro di yoga parlava, per esempio, del potere delle vocali: ognuna ha un'energia particolare e serve per smuovere delle fonti di enrgia nel nostro corpo spirituale.

dipende molto da come uno le pronuncia, se si parla per parlare o se ci si gusta ogni parola pronunciata...
assaporandone il suono e palapandone il significato nella frase si può percepire il mana che contengono....
per esercizio così:
provate a farlo nel quotidiano, vedrete che saranno tutti più gentili e accondiscendenti, come se il suono delle vostre parole si porti dietro parte della vostra energia, aggiunga la loro ed insieme lascino incantati chi ascolta...


13/09/2006 15:36
 
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A proposito dei Mana
Riporto qui il messaggio di StellaDiana [SM=g27824]

Mi capita frequentemente di avvertire l'energia emanata da una persona o da un luogo.
Non parlo certo di mana o di aura, ma di una particolare vibrazione, che può o meno accordarsi con la mia e che, se è dissonante, può spingermi inspiegabilmente ad allontanarmi dalla fonte del disagio senza che abbia parole o giustificazioni per il mio gesto.
A volte semplicemente accade che una persona è troppo lontana dal tuo modo di essere: non si tratta di energia positiva o negativa, quanto piuttosto di frequenze che risuonano differentemente o, se volete, di colori( ma anche i colori sono una vibrazione) troppo lontani tra loro all'interno dello spettro solare.
Ecco, quest'imagine mi piace: per formare un raggio di luce ci vogliono sette note di colore, dagli infrarossi agli ultravioletti, e tuttavia ci sono colori anche molto distanti fra di loro.
Così per me è il mondo: tutti concorrono alla sua formazione, ma ci sono foglie che sono compagne sullo stesso ramo e altre che vivono distanti fra loro.
Allora credo sia normale percepire la dissonanza.
Capita poi di avvertire una vibrazione negativa.
Dico subito che il negativo è negativo, una cosa che ho dovuto imparare per poter riemergere dalle illusioni della mia natura a volte credulona.
Ovviamente il negativo può cambiare, ma raramnete siamo noi ad influenzare questo processo.
Esiste poi la nostra personale relazione con queste forme di energia che deriva direttamente dall'evoluzione della nostra anima.
Mi spiego: ciò che di negativo ieri mi spaventava o mi turbava, oggi potrei viverlo come qualcosa che, sebbene permanga nella sua natura oscura, non ha più ascendente su di me o il potere di turbarmi.
Se qualcosa o qualcuno ha un'energia negativa, ce l'ha finchè non riesce a modificarla e questo è un punto.
La paura o qualsiasi altro tipo di sensazione negativa che esercita su di me dipende molto dal punto di elaborazione personale a cui sono arrivata.
Gli illuminati sono coloro che, avendo raggiunto il loro centro di gravità permanente, non sono più sbattuti alla deriva da emozioni negative come paura, rabbia e odio (beati loro!).
Ma Hitler rimane sempre Hitler...

"Oh Dea, tu che sei l'amante di Cernunno, signore della morte...fosti tu a sceglierlo sopra ogni altro come tuo amante, poichè credi nel ciclo della Vita...e hai scelto un cerchio invece di un chiodo...se posso chiamare a me il tuo spirito dormiente, poichè sappiamo che nulla muore senza la possibilità di rinascere, sveglia la sognatrice in me e dà senso alla mia morte."



Animus et Anima, lo Spirito delle cose e l'Anima del Mondo







[Modificato da stregaviolet )O( 13/09/2006 15.37]

14/09/2006 08:25
 
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ognuno emana un'energia, perchè siamo un sistema in evoluzione, pieno di cose che vibbrano...
la vibbrazione, il cambiare di stato frequentamente, genera energia....
questo vale per noi, come per tutto ciò che ci circonda che appartenga ad un sistema evolutivo...
noi cambiamo e intorno a noi tutto cambia...

entriamo in risonanza costruttiva con alcune cose e in risonanza distruttiva con altre...
le onde costruttive generano nuove onde e quindi nuova energia, quelle distruttive assorbono onde e quindi impoveriscono di energia... non è male e non è bene nessuono dei due aspetti...

tutto sta nel rendere così armonico il nostro vibrare da entrare in risonanza costruttiva con tutto ciò che è intorno a noi: da un bosco ad una persona, da un avvenimento ad un luogo...
vivendo le percezioni negative e cercando di capire da cosa è generata la paura o l'ansia.....
e non è facile, perchè, a volte, guardarsi dentro fa male...



I come from the darkness and in the darkness rest.
My appearance is black, my spirit is white and red is my flow. 

With a hand I wound and with the other cure, my lips enchant and my eyes bind.
I am not good and am not bad, am not hatred and am not love. I live from always,
I was born yesterday and I will die tomorrow,

showing my light to who has the courage to catch up me ...
Do not follow me, you would not find I ...

Guess me in of you, in that dark place of the soul where the conscience shines without beliefs ...
I will so show myself at your side patiently smiling to your tender fears ...

[Modificato da Ithilla 14/09/2006 8.26]

14/09/2006 08:50
 
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Le parole sono estremamente importanti nelle relazioni.
I latini, riferendosi soprattutto ai nomi, affermavano "nomina sunt omina", cioè "i nomi sono presagi". Nel nome di ognuno di noi è insito un seppur vago, presagio del destino. Ma non solo: il detto è anche un monito ad usare i nomi, e le parole con attenzione e cautela, perchè contengono molto potere. Comunicare il proprio nome, soprattutto ad un estraneo, equivaleva a dargli in mano una potente arma (non riesco a ricordare la fonte ma la troverò e ne darò debita comunicazione). Per tornare al "nome=omen" vi dirò che solo qui ho realizzato che nel mio nome (Selendir) vi è la radice di Selene=luna=ierofania della Dea e ho scoperto che nel cognome (Ellendhar) vi è la parte ellen=sambuco=albero di grande potenza magica presso i celti.
Ma io avevo scelto questo nick del tutto inconsapevolemente. Se non è magia della parola questa! [SM=x728026]

14/09/2006 09:04
 
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...molto interessante: nome è l'anagramma di omen...



14/09/2006 15:55
 
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[SM=g27822]
Che bellissima riflessione Selendir..
In effetti è verissimo ciò che csrivi, ma diciamo che al giorno d'oggi dire il proprio nome equivale a dare un numero a caso che uno usa quando vuole attirare la tua attenzione. come al solito l'importanza è pari a zero e sono rarissime le persone che si chiedono cosa significhi il tuo nome. Poi è chiaro che magari in antichità i nomi venivano dati con molta più saggezza... infinita saggezza. Probabilmente (ho un vago ricordo di questa cosa ma non so se è reale o meno [SM=g27824] ) consultavano le stelle e le posizioni varie, la stagione e i presagi prima di nominare il neonato e allora questo avrebbe potuto avere un intimo senso ben più importante.



"Oltre ogni tempo e tuttavia nel cuore del tempo."
Haria

Il Tempio della Ninfa

[Modificato da stregaviolet )O( 14/09/2006 15.56]

14/09/2006 18:10
 
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Si Vilet, è così e non solo.
A volte veniva dato un nome provvisorio al neonato, e si aspettava a dare quello definitivo quando fosse più grande, quando avesse incominciato ad intravedersi meglio il suo carattere, le sue possibilità.
Maledetta memoria, sto citando a braccio da libri che ho letto ma di cui non ricordo assolutamente nè titolo nè autore. Così non è molto corretto, scusatemi, cercherò di spremermi per benino le meningi e di venire a capo della mia fonte.
Si Violet, oggi dare il proprio nome non ha più alcuna importanza per nessuno e pernsare che nel farlo offri una parte importante di te, ciò che ti identifica.
Sele [SM=x728026]
P.S. Un grande abbraccio a tutte e buona notte. tra pochissimo lascio l'ufficio e a casa.....niente Palantir!!!!
17/09/2006 01:31
 
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Nel libro di Frazer comunque c'è anche una parte riguardante i tabù (quel libro è molto più di un mattone...è una csa intera già arredata,non sono arrivata ancora manco a metà).
Sulla copertina del libro All'origine delle parole c'è un uomo che scolpisce la frase "nomina sunt numina" (si sempre latino v.v) ovvero "le parole sono potenti" e sono d'accordissimo con questa affermazione,spesso le persone dicono le stesse cose ma son quelle che usano parole "potenti" che vengono ascoltate.
Haria davvero ha un modo di scrivere magnifico,mi incanta ogni volta,sa davvero usare la lingua con innegabile maestria.
Il nostro prof di italiano ci ha fatto giusto l'altro giorno discorsi vari sul linguaggio e le parole,citanto anche i druidi egli etruschi che non imprigionavano i loro incanti in lettere (o ideogrammi o comunque un qualche tipo di scrittura) ma solo conti e elenchi.
Tutte le volte che in varie tradizioni di posti diversi trovo qualcosa di rassomigliante mi viene da sorridere,vedendo come la gente si è sempre ammazzata in nome di idee che alla fine hanno la stessa radice comune.
Il mana,l'aura penso siano tutte la stessa cosa chiamate con parole diverse...alla fine penso che la veirtà abbia sfaccettature diverse per ogniuno ma che si possa sempre ricondurre ad una matrice comune.
30/06/2008 02:28
 
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Sono stata stasera a questa splendida conferenza sul Mana, fatta da una ragazza bellissima...
Ha detto tante cose meravigliose e più che prendere appunti rimanevo incantata a guardarla mentre raccontava...
Riporto alcuni appunti che ho preso, ampliandoli leggermente nel rispetto di ciò che lei ha detto ma senza dire troppo, dato che non so nemmeno se potrei riportare tutto ciò.... [SM=g27816]

Dunque... l'etimologia di "mana" fa risalire la parola a Manitu, ovvero al Grande Spirito che risiede in tutto ciò che è Vergine e Naturale. Manitu è per i popoli polinesiani (ricordiamo che "mana" è una parola polinesiana) il Grande Spirito, ovvero la Grande Madre ed il Grande Padre uniti.
Il Mana è pertanto una "emanazione" divina, è la vita sottile pregna di Spirito... ciò che purtroppo oggi solo in rarissimi posti ed in ancora più rare persone esiste ancora.
Tutto il resto, ovvero il mondo che tutti conosciamo, è il mondo del Non-Mana... ovvero il mondo dell'assenza di Spirito, il mondo del vuoto, il mondo del Nulla.
Anticamente era pertanto considerato Sacro ciò che era abitato dal Mana, e profano ciò che il Mana aveva abbandonato.
Per ciò che era profano era assolutamente vietato avvicinarsi a ciò che era sacro, poichè ciò che è portatore di profanazione rischierebbe di annullare il Mana da luoghi e persone e inquinerebbe come l'uomo moderno è solito fare.
La ragazza ha paragonato ciò che è sacro ed antico ad una fonte naturale limpida e luminosa... bellissima (mentre parlava ha iniziato a piovere e l'acqua, che scendeva dalle tubature della scuola di danza, faceva lo stesso rumore delle sorgenti... sembrava di essere circondate da sorgenti gorgoglianti.... un sogno..). Ciò che è profano (ma lei stava parlando proprio degli uomini e del loro stesso modo d'essere nei confronti di Natura e della donna) l'ha paragonato ad una scarica di rifiuti e gas inquinanti che viene riversato senza pietà alcuna nella Fonte naturale.... rendendola priva di sacro, di mana, di Bellezza...
La Fonte vergine contiene il Mana, i rifiuti e la modernità sono il Non-Mana.
Essendo Spirito naturale e divino, il Mana è pertanto tutto ciò che è Bello e Naturale... è la Bellezza stessa, è l'Armonia, è la Gioia... ovvero quegli stati d'essere che sono già dentro alle cose e persone pure, ma che possono anche essere trasmesse, in modo più intenso, da Coloro che sono per eccellenza Portatrici e Portatori di Mana (le Datrici di Sacro, ovvero le Sacerdotesse, e i Datori di Sacro, ovvero i Sacerdoti).
Per entrare in contatto col Mana, comunque, era essenziale essere Iniziati... e solo coloro che erano predisposti sin dalla nascita (magari per modi d'essere provenienti anche dalle vite precedenti) potevano vivere l'Iniziazione, percepire il Mana e diventarne manifestazioni viventi al pari della vegetazione rigogliosa e degli animali.
Queste Iniziazioni erano sempre più o meno dolorose, ma pur sempre dolorose.
In Polinesia esisteva per esempio il tatuaggio fatto in modo abbastanza "cruento"... i disegni venivano poco a poco tatuati sulla pelle e questa operazione poteva durare anche tutta la vita, disegno dopo disegno (i più saggi erano completamente tatuati).
Questo tatuaggio veniva praticato anche sulle fanciulle polinesiane, le quali sin da piccine venivano condotte nelle scuole di Hula. Qui imparavano la Danza (ovviamente assolutamente sacra), insieme a ciò che la Danza stessa raccontava, ovvero i racconti e i miti polinesiani. Ma non solo, qui le bimbe erano anche sottoposte a pratiche misteriche che avrebbero appunto fatto di loro delle Portatrici di Mana, una delle quali, come accennato, era proprio il tatuaggio.

Un'altro passo fondamentale per avvicinarsi al Mana era ritrovare il proprio Totem, ovvero una delle tante manifestazioni animali della Grande Madre che, secondo gli antichi, ogni uomo avrebbe avuto sin dalla nascita. Anche le Iniziazioni totemiche erano molto dure e difficili e prevedevano prove molto difficoltose che andavano superate. Ma una volta ritrovato il proprio animale interiore si doveva cercare sempre di più di sentirlo in sè, identificandosi con Esso sempre più e avvicinandosi, pertanto, al divino Mana.

Si pensava che ciò che, più di ogni altra cosa, fosse una Fonte inesauribile e luminosa di Mana, fosse la dolce intimità femminile, la vulva.
Per questo per certe antiche tradizioni, l'accovacciarsi di una Donna sopra ad un altra persona, investendo la stessa di splendida e luminosissima Armonia luminosa, era considerato un gesto tabù, ovvero estremamente sacro, nonchè molto Fortunato e portatore, forse, di percezioni fortissime da parte di coloro che si sottoponevano a tale "sacramento".

Ok... ho scritto abbastanza, anzi... ho scritto tantissimo! [SM=g27824]
A momenti ripeto tutta l'intera conferenza a memoria! [SM=g27824]

Spero che tutto ciò che è stato qui scritto sia ben protetto come una cosa preziosa (non so nemmeno se avrei il permesso di scrivere tutto ciò che ho scritto... probabilmente no... [SM=g27816] ) e che vi sia piaciuto [SM=g27817]

A questo proposito comunque ho poto sotto password questa sezione, dato che così è più sicuro che ciò che è qui scritto non vada sotto occhi che non meritano nulla di tutto ciò... e anche perchè così ho meno possibilità di essere "beccata" per aver raccontato tutto qui! [SM=g27824] [SM=g27824]


[Modificato da stregaviolet )O( 30/06/2008 02:33]


"Oltre ogni tempo e tuttavia nel cuore del tempo."
Haria

"Incappucciate e velate, con le trecce color notte, le Fate porteranno ciò che nessun profeta intuì."
Lord Dunsany

Il Tempio della Ninfa

30/06/2008 04:17
 
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Questo bellissimo resoconto di Violet mi ha ricordato un testo in cui si tratta del mana secondo gli Etruschi. Anche se non ha la bellezza e la poesia della sapienza polinesiana, mi sembra utile per un confronto, così ne riporto qualche notizia, sperando che vi piaccia e che possa contribuire in qualche modo alla discussione.

L’autore sostiene che «nella concezione cosmogonica etrusca» sia «possibile rintracciare ampie reminiscenze di pensiero protostorico o arcaico», ovvero di quelle epoche in cui gli umani erano «profondamente immersi nella natura» e si sentivano partecipi «di essa in tutti i suoi aspetti, anche quelli piu' nascosti», dunque «percepivano l’esistenza di forze che trascendevano il comune sentire, ma non sapevano classificarle; le chiamavano con vari nomi, che gli antropologi hanno definito col termine di mana (energia vitale del cosmo)».

Proseguendo l’autore cita la definizione di mana proposta da Marcel Mauss in «Teoria generale della magia» (1903):

«Il mana è una cosa, una sostanza, una essenza docile, ma anche indipendente; perciò può essere trattato solo da individui dotati di mana, in un atto mana, cioè da individui qualificati e in un rito! È per natura trasmissibile, contagioso; si comunica il mana che si trova in una pietra raccolta ad altre pietre, mettendola in contato con esse. È rappresentato come materiale: lo si sente, lo si vede sprigionarsi dalle cose in cui risiede; il mana fa rumore tra le foglie; fugge sotto l’aspetto di nuvole, sotto forma di fiamme. È suscettibile di specializzazioni: c’è il mana che rende ricchi e il mana che uccide».

Continua l’autore: «Il mana, essendo ad un tempo sovrannaturale e naturale, diffuso nel mondo sensibile e in quello sovrasensibile, è l’energia che permette di inserirsi nel flusso dell’universo. Nella mentalità arcaica, e non solo in quella, l’universo ha un significato e un senso preciso, che l’uomo intuisce, ma che non riesce a cogliere completamente, essendo legato a limiti spaziali e temporali.
«Utilizzando invece il mana, di cui è permeata ogni persona o cosa appartenente al mondo sensibile e a quello sovrasensibile, è possibile accedere, almeno in parte, ad una visione generale dell’universo, e quindi alla conoscenza e alla lettura del futuro, visto che il mana non è soggetto a leggi spazio-temporali. […] Noi siamo composti (almeno in parte) di terra: solo mettendoci in contatto con la Madre Terra avremo la vita».

Dallo studio del mana, gli Etruschi, i quali «credevano in una realtà altra animata dal flusso del mana, realtà invisibile sì, ma non per questo meno concreta di quella visibile», avevano ricavato i principi che seguono::

«—nulla avviene per caso; tutto è già predeterminato fin dall’inizio dei tempi; chi è fatalista conosce il fato, e lo può eludere mediante riti opportuni;
«—esistono nel cosmo energie che uniscono il mondo celeste sovrannaturale (al di fuori del tempo e dello spazio) a quello naturale (sottoposto alle leggi spazio-temporali);
«—la conoscenza e l’utilizzo di queste energie permette di trascendere il tempo ed avere conoscenza del pensiero divino, quindi anche di fatti futuri. Saper leggere i luoghi delimitati nello spazio in cui il mana si manifesta, permette di leggere anche nel tempo, e quindi nel futuro come nel passato».

Inoltre, l’autore ipotizza che con il mana siano identificabili lo «spirito eterno», la «intelligenza divina», la «forza divina», la «forza della terra» che ispirava la Pizia, di cui scrive Cicerone (Della divinazione, I.79,118,119).

Le informazioni e le citazioni sono tratte da: Massimiliano Kornmuller, «Etrusca Disciplina: Manuale teorico-pratico di divinazione etrusca», Roma, Irradiazioni, 2006, pp. 31-37.





E sempre il vento e l’ombra misuravano il tempo,
il sole portava riflessi come grate di gioia
alloggiata là fuori, incurante degli agguati—
quella che si sarebbe dovuta cercare.


Crevice Weeds






30/06/2008 14:58
 
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Ci sono alcune cose che questo autore scrive che credo siano in contrasto con ciò che la ragazza ha detto ieri e che probabilmente non sarebbero condivise dalla fanciulla polinesiana che il Mana conosce e sperimenta...

"Il mana è una cosa, una sostanza"
Potremmo forse metterla così ma con una premessa che spieghi che con "cosa" e "sostanza" si intende comunque qualcosa di totalmente spirituale, ovvero non visibile, non "toccabile", non misurabile, catalogabile, studiabile, ecc.
Il mana non può essere inteso in questo modo e va ben oltre ogni capacità puramente umana dell'uomo.

"È rappresentato come materiale: lo si sente, lo si vede sprigionarsi dalle cose in cui risiede"
Altra cosa che credo sia impossibile... come detto sopra... Essendo spirituale e sottile il mana non può essere materiale. Non è materia, ma può vivere, a volte, nella materia, ovvero solo in ciò che è naturale e vergine. La ragazza ieri sosteneva che esso abbia abbandonato anche i boschi e i posti naturali in cui sia avvenuto l'intervento dell'uomo moderno o in cui l'uomo viva. L'uomo moderno è il distruttore del Mana, dunque questa divina Sostanza si allontana da lui e dai "suoi" luoghi.

"È suscettibile di specializzazioni: c’è il mana che rende ricchi e il mana che uccide"

Non credo proprio che l'autore intenda una "ricchezza" superiore o una "morte" iniziatica con questa frase, quindi trovo assurda ed inconcepibile questa affermazione. Affermare in modo "materiale" (ovvero soprattutto parlare di soldi) una cosa del genere equivale a profanare irrimediabilmente la concezione stessa di Mana.... mi viene la pelle d'oca solo a leggere una cosa simile...
Certamente l'autore non ha la più pallida idea di cosa stia parlando.

"il mana, di cui è permeata ogni persona o cosa appartenente al mondo sensibile e a quello sovrasensibile, è possibile accedere, almeno in parte, ad una visione generale dell’universo, e quindi alla conoscenza e alla lettura del futuro, visto che il mana non è soggetto a leggi spazio-temporali."

Si vede che questo autore dà molta importanza alla divinazione e crede di poter percepire il mana per "leggere il futuro", ovvero per uno scopo puramente umano. Ma anche qui non ha capito di cosa stia parlando...
Intanto, come detto sopra, il Mana NON permea ogni persona o cosa appartenente al mondo sensibile... se mai è il Non-Mana che permea gli stessi. Per sperare di avvicinarsi seppur da lontano al Mana bisogna vivere un'Iniziazione vera e propria, dunque è impossibile che le persone possano possederlo... usando le parole della ragazza di ieri sera "se così fosse il mondo non sarebbe ciò che è".
Pertanto non è così semplice e scontato "accedere, almeno in parte, ad una visione generale dell'universo"...
Io direi che è impossibile... ma ognuno la pensi come preferisce.
Nella continuazione di questa frase poi si legge lo scopo privato di qualsiasi connotazione divina che l'autore si propone. Egli vuole credere di poter leggere il futuro... ma chi conosce il Mana è totalmente discollegato dalla concezione di Tempo e non gliene importa nulla di leggere il futuro... poichè diventa, come il Mana stesso, "non soggetto a leggi spazio-temporali".

Ma come si dice sempre, e come è già stato detto, ognuno fa ciò che è consono alla propria natura... c'è chi crede di fare determinate cose mentre in realtà non fa nulla...
come chi, mentre una sera dicevo che "per essere Strega forse occorra morire nell'Ego e nell'Io per percepire il Sè e Conoscere e comunque chi avesse fatto ciò non lo direbbe mai in giro", mi ha risposto "IO l'ho fatto!!!".......
Ha capito tutto.

Mi spiace di aver un pochino ribaltato quel testo Alessandro, ma ciò che era scritto era in contrapposizione con ciò che ho sentito ieri... Ma ovviamente ho parlato anche io seguendo forse una concezione arcaica del Mana... è naturale che non si può comunque sapere nulla di certo su di esso, quindi potrei aver sbagliato tutto e l'autore del testo potrebbe invece avere ragione.

Comunque le altre parti che non ho "smontato" sono molto più belline [SM=g27817]

[Modificato da stregaviolet )O( 30/06/2008 15:01]


"Oltre ogni tempo e tuttavia nel cuore del tempo."
Haria

"Incappucciate e velate, con le trecce color notte, le Fate porteranno ciò che nessun profeta intuì."
Lord Dunsany

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