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LIBRO "" I SOGNI D I H'ERMES "

Ultimo Aggiornamento: 26/07/2007 02:36
26/07/2007 02:24
 
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H'ERMES
CONTINUAZIONE
Svelata la vera causa della tragedia del sommergibile russo KURSK.
Viaggio astrale pochi secondi prima della sua tragedia.
Attraverso l’assoluta fede di un componente l’equipaggio della marina militare U.S.A. in servizio presso un anonimo sommergibile Americano, una notte di mezz’ agosto del 2000 sognai di risvegliarmi sopra il suo mezzo navale. Era un sommergibile in emersione stabile, con i motori di velocità fermi. Prima ancora di domandarmi perché mi ero risvegliato li sopra, notai la grossa chiglia e parte della fiancata sinistra di una grande nave con su scritto VIKING,(?) che appariva maestosamente alta davanti alla mia visuale. Spostandomi con lo sguardo verso la sinistra estrema, per guardare oltre la chiglia della nave, notai un altro sommergibile stazionato leggermente più distante, sulla destra della stessa nave. Tutte e tre le unità militari appartengono alla marina militare degli USA. Le tre unità navali contravvenendo agli ordini sulla sicurezza operativa in navigazione, approfittando della loro fortuita? vicinanza, si erano dati appuntamento li per un incontro non protocollato.

” Tanto la guerra fredda non esiste più, i russi sono diventati amici, quasi- quasi alleati.” Questa decisione d’incontro sicuramente era stata presa sul posto, forse perché nostalgici per la prolungata assenza dalle famiglie e dalla patria, o per la solitudine di intere settimane passate in mare, oppure per interrompere la lunga monotonia della navigazione. Nonostante il fitto e profondo buio tutto intorno, attraverso l’illuminazione artificiale dei loro mezzi navali, erano riusciti a far risplendere a giorno il luogo del loro incontro. Anche le condizioni meteorologiche erano favorevoli. Sulla loro latitudine non soffiava alcun alito di vento, con un mare incredibilmente piatto, oleoso. Mi sembrò di essere entrato improvvisamente dentro la scena di un grande film, talmente era bellissima e surreale tutta la scena e l’atmosfera tutta intorno, con il buio profondo che si stagliava ai confini limitrofi delle tre unità della marina.

Il grande silenzio intorno veniva cancellato, da centinaia di saluti dei marinai imbarcati sulle tre unità, che sporgendosi all’inverosimile dalle loro imbarcazioni, con le mani, il corpo, e grida che si sovrapponevano e si disperdevano nell’eco immenso del mare aperto e sconfinato, domandavano, salutavano, chiamavano per nome e gridavano la loro allegria, se trovavano chi riconoscevano. L’atmosfera era carica di un incredibile euforia ed enfasi. Amici che non si vedevano da anni, si erano incontrati nel posto più isolato del mondo. Solo sentire parlare da altri la propria lingua, vedere la stessa divisa, bandiera, naviglio amico, ed amici, dava nei loro cuori e nei ricordi della mente una immensa felicità. C’era pure chi in silenzio ascoltava e non conoscendo nessuno personalmente, si commuoveva trattenendo le lacrime per pudore, pensando ai suoi amici assenti, mentre altri si ripromettevano d’incontrarsi una volta sbarcati a terra, ed altri ancora domandavano come andava la relazione coniugale o sentimentale.

Improvvisamente l’urlo di una sirena d’allarme ghiacciò il sangue e la mente, fermando per un attimo i battiti dei loro cuori. Come per un ordine mai dato calò improvvisamente il silenzio più totale. L’allarme automatico era scattato perché erano stati centrati, dal radar di un sommergibile nemico in navigazione sommersa, che si era servito di un sistema d’arma a puntamento elettronico. In passato durante gli anni bui e lunghi della guerra fredda, nelle riprovate e collaudate esercitazioni con infiniti inseguimenti, era successo tante volte quando riuscivano a stanare i nemici sovietici: “ il gioco al gatto e al topo”. Una volta che veniva localizzato un sommergibile nemico, lo si inquadrava col sistema d’arma a puntamento elettronico e satellitare. Lo stesso sistema comunicava automaticamente al mezzo navale inquadrato, di essere stati centrati come obiettivo nemico, quindi scattava anche per loro l’ allarme interno, però era troppo tardi perché in caso di vera guerra, si accendevano automaticamente anche i missili già puntati contro di loro.

Però oggi non esiste più la guerra fredda, con i russi c’è collaborazione e grande amicizia. Nemmeno il tempo di pensare a queste nuove realtà, che i loro sistemi di rilevamento satellitare lanciarono un diverso allarme automatico, che nessuno di loro vorrebbe mai sentire, e gran parte di loro non ha mai udito in tutta la sua lunga carriera. E’ un suono maledettamente specifico che indica l’accensione di un missile, chiaramente quello già puntato precedentemente contro di loro. “ Troppo tardi per rispondere e difendersi adeguatamente, pochi secondi ancora, poi è la fine di tutto. “ Attimi di terrore, sgomento, vera paura. Ricordi che scorrono veloci, immagini famigliari che si susseguono, figli, madri, mogli, padri, nonni, amici, la dolce casa lontana: per tutti voi addio per sempre. E’ triste morire lontano da casa senza sapere perché, senza un abbraccio, una parola di conforto, un bacio, un addio, una ragione valida per morire cosi lontano da casa. Un marinaio soltanto pregava e supplicava in fede, di salvare lui e tutti i suoi commilitoni. Era imbarcato sul primo sommergibile, proprio quello che si trovava di fronte alla fiancata sinistra della nave VIKING.

Al momento del primo allarme si trovava al centro del suo mezzo navale, esattamente sulla sinistra del bordo estremo, dove la visuale del mare sconfinatamene aperto gli incuteva maggiore paura. In tutta la sua vita ha sempre creduto, pregato, magari di nascosto per non essere deriso. Ora supplicava con forza il miracolo della vita: la sua e dei suoi compagni. Io ero li invisibile testimone che assisteva in diretta all’imminente tragedia. Per conoscere le cause di tale disastro annunciato, con gli occhi della mia mente viaggiai velocemente, penetrando le profondità oscure del mare, fino a vedere in chiaro il sommergibile russo, mentre il loro missile esplodeva all’interno del loro mezzo. D’istinto rientrai velocemente nel mio corpo fisico, comprendendo il perché di questa assurda tragedia.

La presenza all’interno del sommergibile russo, dei maggiori responsabili del progetto terroristico, (76 alti ufficiali, normalmente non superavano i 25) “”determinò una diversa soluzione contraria alle loro insane decisioni.”” Il loro destino si prese gioco della loro sicurezza malvagità e corruzione, propiziando il miracolo salvifico della vita, soltanto agli equipaggi delle tre unità navali della marina militare americana, regalando agli stessi la continuità della vita, facendo riscoprire ad alcuni anche la vera fede, testimoniando direttamente a chi, in essa ne ripose totale fiducia preghiera e supplica. Tutto questo è successo veramente in quella notte tragica, iniziata con la volontà comune di consentire ad un grande incontro, di compagni in servizio permanente imbarcati da mesi in navigli diversi, senza sapere che il loro incontro era stato diversamente programmato ed atteso, con intenzioni e volontà malvagie e terroristiche.

Continuerò questo racconto cercando di descrivere le strategie nascoste, proprio quelle che ero riuscito a comprendere durante il mio rientro dall’astrale, sperando di essere capace di esporle in chiaro. Il missile acceso non partì ma scoppiò all’interno del tubo di lancio, una volta avviato l'Ok per il lancio contro l’unità americane. Se il destino non si fosse voltato contro i cospiratori, l’attentato contro la marina americana sarebbe dovuto ricadere, sul movimento islamico ed estremista di OSAMA BIN LADEN. E’ anche vero che IL PIANO TERRORISTICO ERA SUO. Già nei mesi precedenti attraverso i vari servizi segreti di diverse nazioni, più volte era stata fatta girare la voce e l’allarme, di un eventuale attentato con un sommergibile di proprietà di OSAMA. A loro dire se ne sarebbe servito per concretizzare un clamoroso attentato, contro le navi americane dislocate nei diversi mari del mondo.

Ogni residuo sospetto contro i russi sarebbe naufragato nella perizia dei rottami, perché il nuovo missile non era nelle specifiche conoscenze degli esperti americani, essendo di nuova ed ultima generazione, (costruito con i finanziamenti americani) in più con un nuovo propellente altamente potenziato mai usato prima. È bene sapere che il nome del sommergibile KURSK, deriva da una località regionale dell’ex Unione Sovietica, dove ebbe inizio durante l’ultima guerra mondiale la loro controffensiva militare, che li porterà strategicamente alla vittoria finale contro i nazisti: strana analogia. Dopo la sua missione di morte si sarebbe dovuto allontanare immediatamente, con la complicità del silenzio degli abissi marini. durante la sua precedente navigazione sottomarina, erano state attuate misure accorte affinché non fosse localizzato dai satelliti USA.

Secondo le strategie dei conservatori russi, appartenenti alla stretta cerchia dei cospiratori quasi tutti militari, questa azione aggressiva doveva dimostrare la loro grande capacità operativa, ed essere di grande monito verso tutti gli ambienti militari dei diversi comandi generali, che continuavano a condividere il nuovo percorso democratico della RUSSIA, anche con il fine ultimo di ridimensionare e condizionare radicalmente, il potere del Presidente PUTIN: quest’ultimo completamente all’oscuro del complotto. L’attentato in più avrebbe maturato e favorito, accordi strategici e militari con gli americani con la volontà reciproca, di combattere e sconfiggere il terrorismo islamico, grande piaga radicata profondamente in tutto il territorio russo, specialmente nelle repubbliche asiatiche.

Il malcontento politico popolare e militare dei russi avevano causa comune, per l’inefficienza e la sofferenza dei servizi investigativi e repressivi, contro il dilagante terrorismo di matrice filo islamica, che continuamente sfidava le autorità reggenti, mettendo le bombe anche nella città di Mosca. La straordinaria presenza di 76 alti ufficiali all’interno del sommergibile, su 118 componenti l’equipaggio, doveva dare garanzie assolute di un “ non ripensamento decisionale.” Naturalmente naufragando il complotto bisognava correre ai ripari, cercando di recuperare gli ordini chiusi nella cassaforte del sommergibile. A questo posero rimedio immediatamente andando a prenderli subito, rimandando di un anno il pietoso recupero delle salme dell’intero equipaggio.

Bisogna però dare atto del riscatto ad una parte dell’equipaggio, perché si è saputo prodigare e sacrificare nel mettere in stato di sicurezza, spegnendo definitivamente il propulsore nucleare, accettando così l’estremo sacrificio in rispetto della vita altrui. Questo nobile sacrificio ci ha risparmiato conseguenze ancor più disastrose e drammatiche, sia di vite umane che ambientali. Chiaramente il sospetto di un golpe invisibile dei militari, balenò nella mente del premier Putin ex capo dei servizi segreti, molto addentrato ed esperto di strategie e predisposizioni al tradimento, da parte di alcune gerarchie militari: però era ancora senza prove.

Dopo un anno dal disastro del KURSK con difficoltà improprie, avvenne il suo totale recupero dalle profondità del mare, dopodiché il premier Putin nominò personalmente, un’inchiesta della magistratura militare affidando le direttive, ad un alto magistrato di comprovata fedeltà, che in tre veloci mesi confermò interamente i suoi sospetti. Lo stesso Putin durante l’estate del recupero del sommergibile ed apertura dell’inchiesta, mandò le sue due figlie in vacanze estive in Italia, presso il suo amico e collega Berlusconi perché l’estate a Mosca, ” favorisce sempre troppi colpi di mano e di testa “ Per maggior sicurezza ed in autorizzazione del Governo Italiano, dette ordini specifici ad una speciale unità della Marina Militare Russa, perché restasse in controllo ravvicinato presso le coste della Sardegna, esattamente dove erano ospiti le sue figlie. Così ebbe le mani e la mente libere contro tutti i cospiratori.

Si ricorda che immediatamente dopo il disastro del KURSK, il direttore della C.I.A. G. Tenet si recò velocemente a Mosca, quando ancora il caso doveva giornalisticamente scoppiare in tutta la sua gravità, per chiedere urgenti e chiare spiegazioni. Putin giurò solennemente la sua estraneità e promise all’amico americano, che avrebbe dato una forte risposta alla conclusione delle indagini già fatte avviare. Quando l’inchiesta si concluse in rapide e coraggiose decisioni, Putin “ mandò a casa “ tutti i componenti che rimasero, del Comando Generale della Marina Militare Russa in servizio presso il NORD-BALTICO, dimezzando profondamente anche, l’intero Ministero della Marina Militare in servizio a Mosca. Nella lunga storia della marina russa detto provvedimento, non era mai stato adottato precedentemente, nemmeno ai tempi degli zar e del tanto sconvolgente Stalin.

Questa tragedia dimostra l’indispensabilità del dialogo e della fiducia reciproca, attuata dai due governi sia americano che quello russo, in un momento veramente difficile per tutti dove il precipitare della situazione, avrebbe potuto creare nell’immediato futuro, conseguenze veramente drammatiche e gravi per il mondo intero. Assieme hanno avuto la forza il coraggio l’intelligenza la pazienza e la fiducia, di non giudicare immediatamente anche dinanzi alla grande ed evidente realtà. Assieme si sono sforzati di comprendere le cause e le motivazioni, per evitare in futuro il ripetersi di spiacevoli e dolorosi inconvenienti destabilizzanti.

“ E’ conveniente ed opportuno aspettare gli sviluppi della loro inchiesta, prima di creare l’irreparabile rottura “ Questo pensiero fu il primo ed unico adottato dal vertice della CASA BIANCA, anche quando analizzando la memoria dei loro computer e satelliti, riscontrando l’esattezza dei verbali a loro consegnati, dai comandanti delle tre unità navali scampati alla tragedia, risultò senza ombra di dubbio la volontà e responsabilità russa del fallito attentato. E’ proprio nella nuova e fragile democrazia russa che le trame di Osama Bin Laden, tentarono di tessere e creare una crisi irreparabile, cercando di contrapporre le due super potenze nucleari l’una contro l’altra, in un continuo gioco al massacro generale.

Aveva corrotto pagato e commissionato questo attentato da tempo. Inizialmente se ne sarebbe assunto la paternità pubblicamente, poi con prove certe alla mano dinanzi all’opinione pubblica mondiale, le avrebbe mostrate comprovando la sua estraneità, dopo essersene servito precedentemente per ricatti che avrebbe goduto e gestito, nella volontà di ottenere pregiate risorse belliche con l’intenzione e la volontà, di cominciare la sua guerra contro tutto l’occidente democratico ed infedele, in modo particolare contro gli STATI UNITI D’AMERICA. Questa iniziale paternità avrebbe accresciuto la popolarità di Osama Bin Laden, mentre continuava a dichiararsi un eletto naturale perché discendente di Maometto, profeta e condottiero del popolo arabo che impugnando la sua sacra Spada dell’Islam, avrebbe portato alla vittoria il popolo arabo contro tutti noi occidentali; per lui infedeli. Di lui la storia profetica dei secoli ci ha tramandato : Verrà un uomo che dice di essere mandato da DIO e sterminerà le genti in suo nome. Il profeta aggiunse: “ Aspetteremo che il suo nefasto tempo si consumi ”

La pace come il passato ci insegna si nutre anche della disinformazione. Per l’opinione pubblica la non verità è sempre il prezzo più alto da pagare, per assicurare la continuità della pace, l’ordine sociale, il benessere e progresso delle nazioni. Il male spesso assume aspetti ed identità diverse, ma nella sua continua lotta e sfida contro il bene non prevarrà mai definitivamente, perché la forza dell’amore è destinata comunque a vincere sempre. Questa forza del male a discapito della stessa volontà di Osama, ha prodotto una nuova e positiva stabilità nei rapporti bilaterali e privilegiati, tra RUSSIA ed AMERICA con nuove intese e trattati di collaborazione, che all’epoca dei fatti erano inimmaginabili. Detti accordi saranno indispensabili per la pace futura in tutto il mondo.

Oggi noi europei siamo nell’improrogabile necessità di favorire ed agevolare, l’urgente ingresso della grande Russia nell’UNIONE EUROPEA, non soltanto perché millenaria realtà storica e culturale molto simile ed affine a noi, ma principalmente per un futuro stabile di pace in tutta l’Europa e confini limitrofi. La collaborazione unitaria delle nazioni europee, contribuirà efficacemente affinché l’egoismo, l’insensibilità, la sete di potere e di denaro dei singoli, non possa più determinare i nostri disagi malesseri ingiustizie e sofferenze. Uniti possiamo garantire la pace e il progresso sociale a tutti, compreso i russi, affrontando assieme le nuove emergenze, frutto anche dei nostri errati insegnamenti ed azioni del passato, eliminando i vecchi privilegi di decennale acquisizione di corporazioni e governi, decisi a conservare i loro ma non “ i nostri interessi, “ che continuano impunemente ad influenzare e determinare negativamente, i nostri e vostri equilibri economici politici e sociali.

Un capo di governo non ha il dono della chiaroveggenza, per poter conoscere in anticipo tutte le strategie, i trabocchetti, l’infedeltà e il tradimento dei loro diretti collaboratori. La vera forza di un capo di governo, non nasce solo dal mandato di fiducia del suo popolo, ma si consolida essenzialmente da un insieme di trattati internazionali, che lo legano profondamente e stabilmente agli interessi reciproci e vitali, delle diverse nazioni di cui è parte autonoma politicamente, ma saldamente integrata e garantita nella sua sicurezza interna. Conclusioni. Ogni volta che finisco di scrivere un viaggio astrale mi sorge sempre un dubbio. E’ possibile che questo racconto possa essere veritiero? Basterà rintracciare i filmati con le foto ed i tracciati satellitari di quel giorno, interrogando gli uomini degli equipaggi dei due sommergibili, compresi quelli della VIKING, dispensandoli però dal giuramento del silenzio, per avere una idea migliore che possa avvalorale la mia tesi: è stato un vero viaggio astrale nel mondo del reale. Nota positiva. Grazie alla saggezza pazienza e comprensione, ma soprattutto alla fiducia reciproca dei due capi di Stato: Americano e Russo, questo malvagio progetto è miseramente tramontato, grazie anche al “miracolo della fede” di un singolo altruista militare americano.


Notizie prese dalla stampa.
TG i e stampa internazionale molti giorni dopo riprodussero, la presenza navale delle tre unità americane descritte in questo racconto, proprio perché vicine alla zona del disastro del sommergibile russo. Agli stessi equipaggi gli fu dato ordine di recarsi immediatamente presso il porto … Allora basterà interrogare singolarmente soltanto i 400 e più componenti dei tre equipaggi. Purtroppo la stampa italiana (due NOTI quotidiani) alla mia notizia in esclusiva telefonica dette credito dopo, benché a ferragosto è difficile credere a certe notizie cosi dirompenti. Sarà stato un colpo di sole, pensarono! Poi il silenzio calò sulle oscure strategie, concentrandosi sul salvataggio dei componenti l’equipaggio del KURSK, che erano restati ancora in vita dopo l’esplosione interna del loro missile. Dopo l’accertamento dello spegnimento del motore a conduzione nucleare, “ allora già in pausa per non essere intercettati dai satelliti USA,”la priorità toccò subito dopo alla sua cassaforte, per prelevare gli ordini in esso custoditi consegnati prima della partenza, dal Comando Supremo Della Marina Militare Russa. Ma questo non è più un sogno astrale. In Russia il caldo d’estate ha sempre fermentato la mente ed i cuori.

Sempre in agosto però del 2005.

Un piccolo sommergibile russo di nome Priz si è trovato in grandissima difficoltà, perché bloccato da reti di pescatori a 190 metri di profondità. Il problema verrà brillantemente risolto grazie alle collaborazioni di due nazioni, le stesse che allora non diversamente si offrirono gratuitamente, per tentare l’estremo salvataggio dell’equipaggio ancora in vita, intrappolato nel KURSK a soltanto 100 metri di profondità. Allora la stessa solidarietà fu rifiutata dai russi: il passato ha insegnato qualcosa?

Ultimissima.
Oggi 22 febbraio 2007 alle ore 15 circa, mentre ero in attesa presso il porto ferroviario di Messina, per l’arrivo di una persona a me cara che doveva arrivare con il traghetto da Villa San Giovanni, ho visto ormeggiato ad un molo interno un grande gommone del genere chiaramente militare. Era visibilmente danneggiato e mezzo sommerso dai rifiuti. Fin qui nulla di strano, ma nelle due estremità aveva stampato il nome di: VIKING G 080998. Strana ma reale ed unica testimonianza o coincidenza, per comprovare l’esistenza di una nave militare straniera con tale nome?





Osama Bin Laden ricercato da chi?
Comunicazione astrale ricercata e stimolata da una vittima in servizio,
deceduta tragicamente sotto il crollo delle due Torri Gemelle.


La prima volta che ho avuto occasione di conoscere il nome di Osama Bin Laden, fu nella circostanza del disastro del sommergibile russo KURSK, di cui la sua malvagità pensavo avesse già superato l’estremo limite umano. La sua ascesa criminale e terroristica è avvenuta per la grande disponibilità economica, ma soprattutto grazie ad intese politiche di diversi governi più o meno appariscenti, che di lui invisibilmente si compiacevano e gratificavano. Grande stratega terroristico è diventato quando i vari servizi segreti di diverse nazioni, soggetti al diverso consenso politico e necessità di riduzione dei bilanci interni, cominciarono ad effettuare sostanziali tagli dei bilanci sulla sicurezza interna ed estera, paralizzando di fatto le loro capacità di controllo ed analisi permanente.

Sapientemente ed opportunamente sfruttò maggiormente, l’abbassamento della tensione mondiale venutasi a creare, con il nuovo percorso politico e democratico della grande madre Russia: senza considerare la precedente grande delega fiduciaria acquisita ad-personam, nella regione dell’Afghanistan durante la lunga guerra contro i sovietici. In realtà si è auto alimentato delle indecisioni e delle sotto valutazioni politiche di tutti, approfittando delle perfide ipocrisie individuali sia politiche che corporative, per costruire e realizzare il suo più grande impero del male. Tutti sapevano ma nessuno denunciava, per non entrare nel mirino della discordia personale e professionale.

Per Osama Bin Laden il grande battesimo del terrorismo internazionale, doveva cominciare a Genova durante la riunione del G8, ma sottovalutò le capacità d’intervento e modifiche graduali del governo italiano, atte alla prevenzione sistematica contro le strategie del terrorismo fondamentalista. In poche parole il governo italiano non trascurò nessuna forma di allarme terroristico, attuando per la prima volta il divieto assoluto del volo aereo su tutta la città di Genova, disponendo sull’intera area l’impiego di batterie anti missilistiche, con capacità decisionali immediate. Il disegno terroristico si frantumò completamente, con il controllo straordinario delle unità navali della marina militare italiana, sia sul porto di Genova che al mare antistante. Al largo del porto di Genova altri terroristi avevano programmato, di prendere in ostaggio una locale nave mercantile e con la loro guida al timone,una volta imbottita di esplosivo doveva entrare in porto in forte velocità, cercando di andare a sbattere violentemente contro la banchina, quella più prossima al Palazzo Ducale, dove era stata programmata la riunione dei grandi capi di Stato.

Con l’ulteriore ed intelligente creazione di una fascia territoriale rossa, (non programmata prima) interdetta a tutte le manifestazioni anche dei no-global, si eliminò la probabilità dell’impiego di un’altra cellula terroristica, che confusa tra la grande massa dei manifestanti aveva il compito specifico, di intervenire da terra con l’uso di armi pesanti a guida laser, nonostante le continue perquisizioni delle forze dell’ordine nella città vecchia, riportavano sempre esito negativo, diversamente dalle sicure informazioni ricevute dai vari servizi segreti. Questi straordinari, intelligenti e coraggiosi interventi governativi, preservarono il G8 la città di Genova e l’Italia intera, dalla grande tragedia ed offesa terroristica che mai mente criminale avesse partorito. Il fallimento totale del grande progetto terroristico determinò in Osama, l’accelerazione del disegno criminale contro le due torri gemelle la Casa Bianca ed il Pentagono.

Quell’undici settembre dopo l’iniziale l’attentato alle due torri gemelle, attraverso l’edizione straordinaria del TG. 4 incredulo assistevo alla tragedia della follia umana. Nel caos e nella mia incredulità totale arrivava il commento del telecronista: un aereo ha colpito il Pentagono, mancano all’appello altri aerei passeggeri. Sicuramente sono stati dirottati per colpire altri obiettivi vitali. Dopo il primo stordimento iniziale ora cominciavo a comprendere la vera strategia. Ringraziai il destino perché ero rimasto a casa e fortunatamente guardavo rete 4, l’unica emittente italiana in quei minuti preziosi in edizione straordinaria. Questo piano terroristico doveva interrompersi immediatamente. Anche se altre vittime innocenti si aggiunsero nel memoriale del sacrificio, “ diversi ma opportuni imprevisti di componente astrale subentrarono,” contro questa strategia folle del terrore, con la finalità ultima di interrompere immediatamente ogni continuità terroristica. Il sacrificio non stimato del volo 93 ci preservò da maggiori distruzioni, lutti e danni di immagine ideologica e religiosa.

Mentre le immagini televisive continuavano a scorrere veloci, evidenziando l’altruismo e solidarietà dei presenti, la tragedia in diretta TV del crollo delle due torri gemelle completava l’opera del diavolo. Provavo smarrimento incredulità ed un dolore immenso come mai provato prima. L’America era stata colpita nel suo cuore. Gente terrorizzata che fuggiva, urli di sirene, fumo e caos a contorno di un’immagine, che segnerà per sempre la memoria dei superstiti e di noi tutti, privilegiati telespettatori anche se increduli ma molto spaventati dall’infame olocausto, fortunati soltanto perché lontani dai luoghi interessati dai disastri. Sbigottimento terrore orrore e fumo intenso attanagliava e sovrastava, tutta la città di New York: sembrava di assistere all’apoteosi dell’apocalisse.

Stupito guardavo attraverso le immagini della TV il popolo americano, che sin da bambino avevo imparato ad amare ed ammirare,sentendomi orgoglioso di essere italiano ed americano per libera scelta e gratitudine. Per la prima volta lì vedevo impotenti attoniti piegati straziati feriti uccisi. Da sempre sentinella coraggiosa e vigile delle democrazie nel mondo, ora vedevo negli occhi e volti dei suoi superstiti la triste realtà dell’assurdo. Il loro terrore visivo era simile al volto di mia madre, quando nell’incoscienza della mia età infantile, le domandai ingenuamente cosa succedesse nel campo di concentramento di Dachau, dove era stata rinchiusa per anni durante l’ultima guerra, oppure quando chiedevo cosa fossero le foibe, mentre lei terrorizzata mi tappava velocemente la bocca, (ero in collegio) perché i presenti non dovevano sapere che mio padre era un disperso istriano. Eppure Dachau e foibe erano nomi già tristemente conosciuti nella mia piccola infanzia.

Oggi a distanza di decenni l’infamia del fanatismo ideologico e religioso, frantumava nuovamente il diritto alla vita, obbligandoci a rivivere nella memoria,tutte quelle pagine crudeli ed ingloriose della furia e follia umana. Nello stordimento più assoluto nella mia mente una domanda sempre ripetuta, “ perché, perché, quale Dio era nei loro cuori ” Non c’è più tempo per la sofferenza e ricordi, bisogna riflettere capire: sono sicuro che altre strategie sono in agguato, però ogni contrapposizione non deve essere simile alla stessa follia. Una certezza mi consolava: sapevo che in ogni tragedia, anche la più grande, si nasconde sempre il bene, anche se ora era difficile vederlo, trovarlo, capirlo.

Nei mesi che si successero come in ogni guerra vinta o persa, anche questa portò nuove alleanze che di fatto segneranno, un nuovo impegno concreto e reale contro il terrorismo mondiale. Per la prima volta in tutta la storia delle nazioni, USA Russia e Cina unite con il resto del mondo, in una grande alleanza che di fatto precederà nuove realtà di intese più vaste, perché nel futuro delle nazioni ancor oggi è inaccettabile l’isolamento o l’abbandono, delle singole identità nazionali nei loro gravi problemi interni. In futuro anche se diversamente però tragicamente, ogni nazione si troverà ad affrontare nuove emergenze. L’intervento dell’Alleanza Mondiale dovrà essere diversificato determinato e circoscritto, solo cosi sarà premiato nelle soluzioni positive e definitive. Nei mesi susseguenti mentre continuavo a seguire in TV il corso dell’intervento militare americano in Afghanistan, quest’ultimi nel tentativo di estromettere ed annientare i talebani, perché riconosciuti non solo collusi ed affini ma sponsor privilegiati del terrorista Osama Bin Laden, una notte sognai…..

Comunicazione astrale.
Era la notte del 16 dicembre del 2001.
Continuando a dormire profondamente nel mio letto, improvvisamente nella luce della mia mente non più assopita, sentii una strana voce che pensai provenire dall’esterno della mia casa. Proveniva esattamente dall’esterno della parete che delimita la mia stanza da letto, dove al suo interno io mi ero coricato su di un lettino aggiunto, che era attaccato alla medesima parete. Io abito al piano terra e la parete interessata, all’esterno confina dopo appena un metro e mezzo di distanza, con un altissimo muro di contenimento che si alza fino all’altezza del primo piano, e circonda per lunghezza tutto il perimetro del fabbricato abitativo, lungo circa 50 metri: chiaramente fatto in cemento armato.

Importante premessa:
in tutti gli anni precedenti ho sempre vigilato attentamente, (dopo il 1983) onde evitare a tutte le entità invisibili, positive o negative che fossero, qualsiasi loro presenza all’interno della mia casa, sia di giorno che di notte perché la loro presenza all’interno, avevo notato che disturbavano la normale crescita di mio figlio, diversamente creavano motivi d’inspiegabile insicurezza alla loro madre. La stessa le percepiva senza conoscerne l’esistenza o conoscenza, e non credendo assolutamente a questi fenomeni, diventava ugualmente ed inspiegabilmente troppo nervosa, irascibile, intrattabile.

Ritornando all’ascolto di quella strana voce continuando a dormire fisicamente, (sapevo che non dovevo assolutamente muovermi nel fisico diversamente il fenomeno cessava) con la vista della mente riuscivo a vedere fuori oltre la parete che divide la mia casa. Cosi ho potuto vedere chiaramente la presenza di un uomo in divisa posto al centro: tra il muro di contenimento e la parete di casa mia. Era tutto impolverato stracciato insanguinato, con il volto tremendamente tumefatto. Prima ancora di chiedermi cosa volesse nonostante fosse senza berretto, compresi che era un poliziotto o un pompiere di NEW YORK, morto sotto il crollo dei due grattacieli durante i recenti attentati di Al - Qaeda. Con voce chiara ma agitata, in italiano straniero ripeteva assiduamente: “ E’ arrivato a Milano, è arrivato a Milano, è arrivato a Milano.” Sapevo a chi faceva riferimento! Nonostante ero curioso nel conoscere come lui mi avesse trovato, anche se aveva rispettato la mia volontà di non entrare spiritualmente in casa mia, cercai immediatamente la conferma del suo messaggio. Sempre con gli occhi della mente viaggiai velocemente ed arrivai a lui.

OSAMA BIN LADEN quella notte era arrivato da solo all’aeroporto di Milano.
Aveva con sé due valigie. Si era tagliato tutta la barba ed aveva i capelli cortissimi. Vestiva di un abito completo stile occidentale. Era fermo con le due valigie poste in terra. Sicuramente attendeva qualcuno. Mi appariva alto e magro. Il colore strano della sua pelle mi dava la sensazione che fosse malato, o forse era il suo colore naturale? Senza che lui mi vedesse leggevo dentro i suoi pensieri. “ Ha deciso di fermarsi qui in Italia , aspettando finché la tensione non sarà calata definitivamente: poi andrà in America.” Strano mi dico, (sempre in astrale) In televisione proprio oggi dicevano che si trovava a Tora Bora in Afghanistan. Le forze militari americane stavano effettuando una vasta operazione di guerra, con bombardamenti aerei mirati per stanarlo o catturarlo, oppure per ucciderlo.

Mi alzai dal letto di scatto tutto sudato incredulo stupito ed adirato. Il ricordo della strage delle due TORRI GEMELLE e del PENTAGONO ancora mi violentava e non mi dava pace assolutamente. Vederlo e sapere che lui era ancora libero mi sconvolgeva di più. L’assurdo era che lui era arrivato proprio qui in Italia per nascondersi! Avevo ancora negli occhi e nella mente la lunga diretta televisiva del TG 4, perché quel primo pomeriggio ero rimasto a casa da solo, e per passare il tempo guardavo i diversi canali della tv. Cosi casualmente ho potuto assistere in diretta TV il secondo aereo, mentre andava a schiantarsi contro il secondo grattacielo, con il conseguente e tragico crollo video ripreso in diretta delle due torri gemelle, ed essere contemporaneamente aggiornato sul disastro del Pentagono,(terzo aereo) con l’allarme più volte ripetuto del quarto aereo passeggeri del volo 93, che non rispondeva a nessuna torre di controllo, “ costretto poi ad atterrare “ perché l’unica alternativa per fermarlo immediatamente, prima che andasse a schiantarsi direttamente contro CASA BIANCA.(vero obiettivo)

La scelta dell’atterraggio sopra un grande parco alberato (esistono in ogni città) avrebbe dato maggiori possibilità di salvataggio ai passeggeri, senza coinvolgere e sconvolgere il traffico cittadino, mettendo a rischio inutile altre vittime innocenti. Nonostante il verde ed il supporto degli numerosi alberi (servivano per ridurre di molto la velocità durante l’impatto ) purtroppo durante l’atterraggio l’aereo prese fuoco ugualmente, sicuramente anche in causa alla strenua resistenza che oppose fino all’ultimo, il terrorista che rimase saldamente attaccato alla guida dell’aereo. Prima dell’atterraggio la sua continua resistenza, fece beccheggiare visibilmente più volte in su e giù tutto l’aereo, perché nonostante un invisibile forza abbassava il timone di guida, lui tentò sempre di rialzarlo per recuperare l’altezza di volo, cosi facendo non permise di effettuare un atterraggio meno violento e veloce. Questa chiara anomalia di guida fu notata anche da diversi passanti del luogo.

Ritornando al presente quella notte alzandomi dal mio lettino, l’immagine di quel poliziotto ora scomparsa dalla mente, sembrava accompagnarmi invisibilmente d’ovunque. Era venuto da me perché sapeva che io potevo aiutarlo veramente, ed aspetterà da me un mio diretto intervento. Mentre ancora mi domandavo come aveva fatto questo poliziotto americano ad individuarmi, il ricordo fisso di quella immane tragedia mi provocava pensieri di vendetta, che prepotentemente si accavallavano nella mia mente assetata di odio come mai prima. ” Non posso, Non voglio, Non debbo essere peggiore del suo stesso male.” Cosi mi ripetevo continuamente quando l’odio, mi rendeva simile o peggiore in malvagità ad Osama Bin Laden. Consumai ciò che restava della notte,(erano le ore 3,25) nei miei tormenti dubbi rimorsi, e forti desideri di vera vendetta immediata. Uscii immediatamente fuori di casa per non dare la sveglia a tutti accendendo la luce, o con il mio muovermi nervosamente su e giù per le stanze: fumando una sigaretta dietro l’altra.

In paese nel pieno della notte mi ritrovai a passeggiare nervosamente da solo, sotto gli alberi del lungo viale che costeggia il marciapiedi del lungomare. Nell’assoluto silenzio e deserto umano mentre il mio cuore e la mente, erano in continuo tumulto per la richiamata sete di vendetta, che si ribellavano alle decisioni del perdono e comprensione della mia coscienza, rispondevo “ad alta voce” che non era il mio compito consumare la vendetta: “ tanto nessuno poteva ascoltarmi, con nessuno potevo confidarmi, nessuno poteva sentirmi,” soltanto quel uomo in divisa sembrava accompagnarmi ovunque. Forse erano suoi i pensieri di vendetta e di giustizia? Poi al lento sorgere del nuovo giorno nella quiete ancor più silenziosa ed irreale, davanti allo specchio della bellezza infinita della natura, rappresentata dalla visione di un vasto mare calmissimo, che andava assumendo gradualmente i colori del cielo e del sole in sorgere, misi a tacere il mio animo e calmando le mille inquietudini convinto pensai: ” il tempo maturerà il silenzio della sua follia.”

La notte del 17 dicembre 2001 sempre mentre dormivo, mi ricompari nel sonno lo stesso uomo in divisa apparso la notte del 16 dicembre. Questa volta mi ripeteva continuamente: abita a San Donato Milanese, abita a San Donato Milanese, abita a San Donato Milanese, ecc.. ecc … Mi risvegliai immediatamente. Era la sua risposta perché durante il giorno ragionando e riflettendo continuamente, mi ponevo il problema della difficoltà di poterlo (ad Osama) localizzare esattamente. Però sarà difficile localizzarlo anche a SAN DONATO MILANESE. Per quanto posso ricordare so che è un grande centro urbano della provincia di Milano, abitato da decine di migliaia di persone. Non posso prendere nessuna iniziativa perché l’informazione è sempre incompleta. Dopo tante ipotesi di ragionamento, ormai stanco mi lasciai sopraffare dal sonno improvviso. Tutta la giornata l’avevo vissuta in forte tensione spirituale ed emotiva.

La notte seguente: esattamente il giorno 18 Dicembre 2001 sempre mentre dormivo, improvvisamente nel sonno mi riapparve ancora quell’ un uomo in divisa, tutto impolverato, stracciato, insanguinato, con il volto tremendamente tumefatto. Mi ripeteva in continuazione: è in via ….. è in via …… è in via …… ecc .… ecc.. Anche svegliandomi completamente, aprendo gli occhi ed alzandomi dal letto, accendendo la luce e camminando per casa, dentro la mia mente continuavo a sentire chiaramente il nome e cognome della via. Questa volta ho dovuto segnarmi su di un foglio di carta in bianco, il nome e cognome di questa via: scrivendola in chiare lettere alfabetiche. Se ciò non avessi fatto, compresi ed ero sicuro, che lui non avrebbe smesso di ripeterla continuamente dentro di me. Effettivamente cessò di rimbombarmi ossessivamente dentro, nell’attimo che finii di scriverla completamente e lentamente su di un foglio di carta, preso sulla scrivania posta in un'altra stanza della mia casa. Questa facile operazione la feci con un ritardo esasperante, impiegando più di mezzora, perché ero curioso di capire come poteva essere che soltanto io, nel silenzio più totale che regnava in casa, sentivo il suo chiaro ma ripetuto messaggio dentro la mia mente, mentre in casa moglie e figli continuavano a dormire tranquillamente. Era la prima volta che mi capitava un fenomeno del genere in stato di piena veglia, per cui cercavo di comprenderlo meglio anche se inizialmente con un po’ di paura: la stessa che mi assale sempre all’inizio di nuove esperienze.


Ora però avevo l’esatto indirizzo dell’uomo più ricercato del mondo. Benché questa incredibile esperienza non era stata da me ricercata, dovevo dare immediatamente seguito per far si che questa informazione ricevuta, potesse ritornare utile agli organi preposti al controllo ricerca e cattura del terrorista. Il mio passato (1978) e presente (2001) mi avevano insegnato che nonostante tutto, non sarei stato mai creduto immediatamente da nessuno, anzi nel caso fossero vere le mie informazioni, avrei avuto soltanto dei gravi problemi esistenziali. Farsi credere e convincere che attraverso il sogno-viaggio astrale, avevo ricevuto questa informazione preziosa, non è facilmente accettabile per nessuno! Io stesso nutrivo dubbi perplessità incertezze paure, però mai totale incredulità, perché i precedenti sogni-viaggi astrali mi avevano spesso dimostrato, che era più vero quello che IO vedevo attraverso i miei viaggi astrali, e non quello che riportavano le cronache e TV: compreso certe sentenze dei tribunali.

Ora però dovevo dare voce e sostanza alla mia incredibile esperienza, senza dubbi ma con vero coraggio, perché tanto coraggio ci vuole per dire e raccontare, sapendo di non di essere creduto, ma pretendere che s’indaghi effettivamente, perché questi rimorsi del silenzio non voglio e non posso più averli, ne sopportarli da solo nella mia coscienza. Dopo un lungo riflettere e ragionare sulle possibilità di comunicazione, diverse dalle precedenti adottate perché tutte, comunque, sempre direttamente inevase, diversamente decisi di telefonare da una cabina pubblica al mio numero di casa, inserendo preventivamente la mia segreteria telefonica. Così ho registrato il sapere della mia inquietudine: Osama Bin Laden è arrivato con l’aereo il 16 notte a Milano, abita a San Donato Milanese, in via……… ecc.. ecc.. Lasciai il messaggio registrato per 15 giorni: tanti sono concessi dalla segreteria automatica. Non posso rimproverarmi per questa scelta iniziale. Era l’unica ed immediata alternativa per fare arrivare il messaggio a chi di dovere, e comunque senza essere io denunciato: purtroppo anche questo può succedere.

Sapevo che la mia registrazione sarebbe stata ascoltata e catturata, da tre fonti di ascolto diverse tra loro. Due fonti per i miei precedenti contatti avuti in passato, per informazioni di natura diversa ma sempre importanti e spesso vitali, attinenti ai diversi casi riprodotti in questo libro, mentre la terza fonte di ascolto era il famoso grande orecchio elettronico ECHELON, che automaticamente quando pronunci parole chiave come terrorismo bombe ecc.. cattura automaticamente la chiamata facendo scattare diverse misure di sicurezza. Fatto ciò pensai. Saranno sempre loro a stabilire l’utilizzazione delle informazioni e la sua attendibilità, accettando qualsiasi loro in-decisione perché: esistono molte realtà istituzionali politiche ed economiche, che personalmente non voglio conoscere, però sono sicuro che ogni loro provvedimento sarà determinato, in percorsi e strategie miranti gli interessi della collettività. Da parte mia continuerò il mio percorso di vita, fatto di luci e di ombre, ma con la forte volontà di continuare a vivere perché la mia vita appartiene a tutti, anche se invisibilmente e soltanto nei viaggi e soccorsi astrali. Fine.

Riflessioni.
Oggi a distanza di tempo dalla mia esperienza ho cercato di comprendere, quando Osama Bin Laden avesse scelto l’Italia come rifugio sicuro ricollegandomi cosi, ad una notizia televisiva precedente il 16-12- 2001 (prima data della mia visione) Riportava il fermo doganale di un fratello di Osama avvenuto nell’ aeroporto di Milano, munito di passaporto diplomatico. Disse che era di passaggio per andare in Svizzera dove risiedeva con la sua famiglia. Allora ci fu uno scalpore immediato, con svariate video riprese e commenti televisivi. Però stranamente a nessuno venne in mente, d’indagare se risultasse a verità quest’ultima sua dichiarazione. La sua scoperta all’aeroporto di Milano fu casuale, frutto di un suo terminale soggiorno che concludeva positivamente la sua permanenza, servita per aiutare suo fratello Osama in arrivo. Il fratello fu utile nel procacciargli l’alloggio in riferimento, con rifornimento di armi denaro e personale medico specializzato, compreso un valido passaporto diplomatico di un compiacente paese arabo. (A:S) E’ il solito gioco dell’immunità diplomatica in caso di arresto eccellente.

Altro chiarimento.
Immediatamente non presi in esame una mia pubblica denuncia attraverso la stampa, perché non volevo ritorsioni contro l’Italia e gli italiani, da parte di avventuristiche cellule terroristiche di Al Qaeda. Sapevo che l’eventuale arresto di Osama Bin Laden in Italia, ad opera dei nostri investigatori e forze dell’ordine, inevitabilmente avrebbe innescato ed attivato per ritorsione e vendetta immediata, una miriade di ricatti, distruzioni, terrore e morti innocenti. In più il suo eventuale arresto nel nostro territorio, avrebbe dato luogo a nuove contrapposizioni politiche, giuridiche ed internazionali. Ciò non escluse che il lavoro investigativo italiano continuasse con successo, concretizzando arresti importanti capaci di decapitare gradualmente, la più importante base logistica ed operativa europea, del terrorismo fondamentalista islamico.

Da noi si autofinanziavano ed arruolavano principalmente i kamikaze, da mandare a morire all’estero. Ecco perché negli anni in avvenire dopo il 2001, si scoprirà che la città di Milano e periferie varie, in realtà pullulavano di “ terroristi dormienti,” questo grazie anche al passato di Osama che per quieto vivere, aveva imparato bene la lezione di sopravvivenza: non è strategicamente utile colpire la nazione ospitante. Queste cellule del terrore si erano impiantate in silenzio e connivenze multiple, in tutti gli anni precedenti consapevoli della facilità alla trattativa ed alla subordinazione, dei vari governi italiani in beneficio di: Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, Hezbollah, Brigate di Al-Quds, Hamas, Brigate Ezzadine Al-Qassan, Brigate dei martiri di Al-Aqsa (braccio armato di Al-Fatah) Brigate di Abu Hafs-Al- Masri, (responsabili della strage di Nassiriya) Abu Mussab Al-Zarqaw, compreso terroristi di numerosi gruppi e sigle di liberazione internazionale. Del resto in logica di compromesso istituzionale la cosa più importante, è l’esclusione di ogni azione terroristica e mortale sul territorio Nazionale, anche se assistere alle stragi che vengono perpetrate in altre nazioni amiche e fraterne, lascia un incredibile amaro in bocca e forte senso di ribellione.

È anche vero che la lunga pausa dei servizi segreti italiani fu causata, dai precedenti movimenti d’organico interni al ministero, mascherati dalla necessita di riforma degli stessi, volutamente resi disorganizzati per finalità esclusivamente di politica interna. Ciò facilitò la pianificazione e l’organizzazione stabile, della più tremenda e sanguinaria cellula terroristica islamica. L’inizio per loro doveva essere il dirottamento aereo su Genova durante il G. 8, facendolo precipitare contro i capi di stato riuniti in consiglio al Palazzo Ducale. Per fortuna in Italia prima che precipitassimo nei giorni apocalittici del terrore, il nuovo governo rivisitò tutte le precedenti misure di sicurezza, molte già rese precedentemente ed ingenuamente pubbliche, modificandole immediatamente e radicalmente aggravandole enormemente, tanto da essere accusato da una parte della sinistra estremista, di aver militarizzato il territorio come mai avvenuto prima dall’ultima guerra mondiale. Una parte della stessa sinistra dette anche seguito a varie interrogazioni parlamentari, con grandi manifestazioni di piazza con inusuale risalto mediatico, per accuse politiche ingrate e strumentali.

Per fortuna l’inasprimento delle misure di sicurezza italiane, avevano reso vano ogni ulteriore tentativo terroristico contro il G8 di Genova. Oggi è difficile credere a questa tremenda ipotesi, come del resto lo fu non soltanto per gli americani, prima che accadesse quel tragico 11 Settembre 2001. Questa mia “ipotetica” responsabilità conoscitiva del domicilio di Osama, non mi escluse oltre alla mio già registrato messaggio in segreteria telefonica, di far pervenire poi attraverso la corrispondenza prioritaria, diversi dischetti con su riprodotto in chiaro le generalità domiciliari del terrorista. Oltre ai normali organi istituzionalmente preposti, un dischetto fu spedito presso il consolato americano di Palermo, di cui telefonicamente mi informai con il console dell’avvenuta ricezione postale, l’altro fu spedito presso l’ambasciata americana a Roma, invitandoli a verificare l’esistenza del domicilio e se confermata, con un’ operazione silenziosa dei loro servizi segreti, dovevano adoperarsi nella cattura del più famoso terrorista del mondo, rendendola pubblica (se necessario) affermando però che la stessa, era avvenuta in un paese terzo: magari in Afghanistan. Altresì aggiunsi di elargire la famosa taglia da 25 milioni di dollari, esclusivamente alle famiglie delle vittime di origini italiane, sia dei pompieri che della polizia di New York.

Quell’uomo morto in divisa venendo da me per ben tre volte, attraverso i miei sogni astrali reclamava l’arresto immediato di Osama, oppure tutte e tre le volte che l’ho sognato è stato solamente un mio desiderio inconscio, per conoscere il suo attuale nascondiglio? Forse solo così è spiegabile tutto questo silenzio avuto come unica risposta, da parte dei miei numerosi beneficiati dell’informazione specifica. E’ comprensibile ancora oggi affermare da parte degli investigatori americani, che il volo 93 fu dirottato e fatto precipitare dai suoi passeggeri. Questo serviva allora come esempio di coraggio ed estremo sacrificio patriottico, per risvegliare l’orgoglio ed accrescere l’unità nazionale, indispensabile in quei momenti tragici e bui, anche se il recupero e l’ascolto attuale delle due scatole nere dell’aereo precipitato, sicuramente chiariscono tutt’altro, (non ditemi che si sono cancellate) però è impensabile e non credibile che i 40 passeggeri deliberatamente, con una tecnica di volo di grande esperienza di guida, (affermazione di stampa) abbiano scelto di morire facendolo precipitare sul prato di Shanksville in Pennsylvania, invece di tentare di prenderne il controllo assoluto, per farlo atterrare in un aeroporto più vicino: dopo scoprii che era poco distante. Queste riflessioni non vogliono essere per una inutile e strumentale polemica, ma solo una precisa contestazione che serve per rivalutare una parte della realtà dei fatti.

Torno a ribadire che il volo 93 “irrazionalmente” fu fatto atterrare in quel prato, perché nella riflessione drammatica ed immediata degli eventi che andavano susseguendosi, fu l’unica scelta veloce e rapida per evitare che in pochissimi minuti, andasse a schiantarsi contro sul suo obiettivo programmato: LA CASA BIANCA simbolo ed orgoglio nazionale americano conosciuto in tutto il mondo, anche da chi abbandono, sfruttato, analfabeta e sofferente, morirà di fame nei prossimi minuti, ore, giorni, anni, senza che abbiano avuto il diritto alla vita, alla dignità e rispetto umano di noi tutti. Però la distruzione di questo simbolo indubbiamente avrebbe avuto, ripercussioni negative sia psicologicamente che strategicamente, con danni di immagine irreparabili nel tempo: nonostante certe politiche sbagliate molti sperano e credono nel sogno americano. Per queste ragioni l’atterraggio immediato del volo 93 fu l’unica scelta, capace di tentare di salvare anche i passeggeri. Perché è sempre difficile accertare ricercare e dichiarare la verità?

Questo succede spesso perché la stessa verità potrebbe fare emergere, collusioni, incapacità professionali, incredibili superficialità e strane convivenze. Però una vera democrazia ha l’obbligo morale sociale e storico, di ricercarla sempre, difenderla ad oltranza, rendendola magnificamente pubblica, a discapito di ogni interesse individuale politico e corporativo. Questo non vuol dire che per forza di cose dobbiamo aspettarci chissà quali sviluppi, vuol soltanto ridare la priorità alla caccia ed alla cattura di un criminale terrorista, che ha incarnato ed incarna perfettamente il dio del male assoluto, arrogandosi il diritto della nostra vita, compresa quella dei bambini e donne innocenti. E’in questo che la memoria dei morti e la coscienza dei giusti si appella. Esige: la sua improrogabile ed immediata cattura pubblica.

Anticamente ai sogni si dava la giusta considerazione, oggi nell’era del progresso scientifico e tecnologico, diventa sempre più difficile ed irrazionale crederci, addirittura vieni preso per un ingenuo credulone, millantatore, ecc.. ecc.. Allora questo racconto diventerà buono visto solo in prospettiva cinematografica, abituati nel credere che certe qualità o poteri esistano soltanto nei film paranormali. L’importante sarà che questo copione cinematografico possa leggerlo chi è più interessato, perché le ripetute ed insistenti minacce contro l’ITALIA, Non Possono, Non Debbono essere più tacitamente accettabili. “ Da buon intenditor poche parole.” Lo so che è sempre difficile credere a certi sogni, l’importante sarà che da oggi non saranno più soltanto “ i miei sogni,” perché sono diventati una parte dei tuoi increduli pensieri ed amare riflessioni future.



































Le reincarnazioni.

Esperienze Astrali e commento.

Breve premessa.

Le mie difficoltà familiari economiche e di vita, ma anche vivo disinteresse,
hanno fatto si che io non potessi continuare gli studi. Da un lato è stato ottimo perché non mi hanno potuto completamente ipnotizzare, secondo una logica sottile di servilismo mentale e soggettivo al potere, culturale economico politico e religioso,
da parte dei pochi ma per dinastia sempre gli stessi padroni della maggioranza, che vogliono sempre detenere e gestire i diversi destini degli umani sulla terra. In cambio di questa privazione-diritto, la mia curiosità,la sete di conoscenza l’inesperienza e forse un po’ di incoscienza, mi regalavano la massima libertà di pensiero e di azione, non ponendomi il limiti del pensiero altrui, che è quel genere del sapere che automaticamente spesso ti blocca, perché ti condiziona di riflesso o di coscienza morale, obbligandoti a rispettare ed osservare le loro leggi: mai valide per se stessi. Importanti si rivelano tutte le esperienze personali, con conoscenze in episodi casuali che tali non sono mai,perché creano sempre fattori di riflessione e di ricerca continua, in nuove esperienze multiple e diversificate, anche se spesso apparentemente inutili o fallimentari.
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