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LIBRO "" I SOGNI D I H'ERMES "

Ultimo Aggiornamento: 26/07/2007 02:36
26/07/2007 02:01
 
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H'ERMES
CONTINUAZIONE
La verità onirica sul disastro aereo D.C. 9 Itavia vicino l’isola di Ustica.
USTICA + MIG LIBICO = Strage nella Stazione ferroviaria di BOLOGNA.

In quel periodo non uscire più di casa la sera, era diventata una consuetudine dopo una dura giornata di lavoro come manuale edile. Quando arrivavo a casa dopo essermi lavato e cenato mi coricavo velocemente. La stanchezza era così tanta da non darmi la forza di rimanere sveglio, facendomi addormentare subito guardando la tv. Le ore del sonno passavano così velocemente che la mattina alle 6 svegliandomi, sembrava che fossero passati solo pochi minuti: eppure era un nuovo giorno. Però una notte di giugno del 1980 sognai di risvegliarmi all’interno di un aereo passeggeri in volo. Mentre volava normalmente all’interno tutti i suoi passeggeri erano visibilmente terrorizzati.

C’era chi urlava chi si disperava, chi scompostamente si alterava; altri si stringevano in un abbraccio che preannunciava la fine, altri ancora aspettavano inesorabilmente l’inizio di una tragedia. In una confusione totale di grida urla, gesti senza senso ed abbracci d’addii, soltanto una bambina era rimasta seduta ed immobile, con le sue manine giunte in posizione di preghiera. Con gli occhi chiusi si isolava dal trambusto dei passeggeri, pregando con tutta la forza della sua fede. Poteva avere 10 anni circa, capelli lunghi neri e lisci, di corporatura esile: non era accompagnata da nessuno. Era seduta dopo l’ala di sinistra nella fila delle poltroncine accanto al corridoio. Eppure dall’interno dell’aereo non vedevo nessuna causa dell’imminente disastro. Notai alcuni passeggeri che attraverso l’oblò dell’aereo scrutavano l’esterno, ed istintivamente anch’io mi affacciai dal finestrino di sinistra, e dopo la stessa ala maggiore vicino alla coda dell’aereo, ho visto il sopraggiungere di un grande missile di color bianco, con la sua scritta di appartenenza in verticale “ U.S.A.”

Compresi che l’atto di fede di quella bambina, doveva servire perché io mettessi in pratica la mia forza psico-energetica, capace di far mancare il bersaglio: che era proprio quell’aereo passeggeri. Anche se nel mio cuore provavo una profonda delusione e rabbia, perché quel missile era americano, come io orgogliosamente di questa grande nazione ho sempre nutrito gratitudine ed ammirazione, perché nonostante sia popolata da uomini e donne provenienti da tutto il mondo, i loro avi prima ancora di loro hanno saputo combattere e sconfiggere, la schiavitù la fame e le ingiustizie trasmettendosi di padre in figlio, il loro D.N.A. di libertà e solidarietà per tutti i popoli del mondo. Ora però dovevo concentrarmi e tentare di spostare astralmente questo missile. Rimanendo affacciato all’oblò l’ ho visto passare davanti a me con la sua scia di fuoco, senza aver toccato minimamente l’aereo; e nello stesso tempo avevo avuto risposta, ai miei tanti “perché”. Purtroppo il veloce passaggio ravvicinato del missile, ha irreparabilmente compromesso la stabilità di rotta risucchiando all’indietro l’aereo dalla coda, con il suo inevitabile avvitamento causato, dalla scia dello scarico del propellente bruciato dal missile. Nello stesso attimo mi risvegliavo nel mio letto.

Tutt’oggi ancora non sono mai salito su di un aereo passeggeri, e non conoscevo minimamente cosa sia la stabilità di rotta, e non potevo mai pensare che il passaggio ravvicinato del missile, avrebbe potuto causare questa tragedia. Allora immediatamente mi rincuorai illudendomi che era stato soltanto un brutto incubo. Quando il pomeriggio rientrai a casa dal lavoro, ascoltando il telegiornale dissero che c’era un aereo disperso della sera precedente, e non si avevano notizie certe. Ingenuamente pensai che fosse atterrato chissà dove, e loro non lo sapevano. Un altro giorno ancora ed arrivò la triste conferma. L’aereo è precipitato vicino a Ustica, 81 sono le vittime compreso l’equipaggio: nessun superstite. Anche questa volta non ero riuscito a salvare la vita, di chi in fede sperava. Quel missile era troppo grande e spropositato per un piccolo aereo.

Fu lanciato da un sommergibile nucleare in pattugliamento prolungato in navigazione silenziosa. Il lancio è avvenuto ricevendo l’ordine in bassa frequenza, con codice segreto e con bersaglio prestabilito e specificato. Il missile diverso dagli altri in dotazione era di singola testata con alta carica esplosiva. L’intero equipaggio del sommergibile ha creduto di partecipare, ad una normale esercitazione; gran parte degli stessi componenti non erano a conoscenza specifica, della loro posizione geografica operativa. Mesi dopo al loro rientro in patria, furono obbligati ad un ulteriore periodo di addestramento in terra ferma, in una base segreta che escludeva la conoscenza degli avvenimenti, nazionali ed internazionali. Questo espediente servì per spazzare via ogni possibile collegamento della tragedia, allo stesso equipaggio inconsapevolmente resosi operativo. Nonostante tutti questi provvedimenti mesi dopo a qualcuno dell’equipaggio, si cominciò a ridisegnare la cruda realtà e prendendo coscienza di quella missione anomala, non condividendola si congedò dalla Marina Militare Americana.

L’ordine fu dato perché credevano che fosse l’aereo del colonnello Gheddafi. Il loro servizio informativo restò vittima di un abile inganno da parte di altri servizi segreti ostili. Colpa maggiore della tragedia furono i pochissimi minuti a loro disposizione, perché dopo il lancio del missile pochissimi secondi dopo arrivò la conferma del tragico errore. Tutta questa storia come tutte le storie che andrò a raccontare sembrano, impossibili incredibili fantasiose: purtroppo possono essere anche tremendamente vere. Non chiedo di credermi facilmente ma attraverso un percorso investigativo, che si basi sulla dinamica degli avvenimenti narrati, periziando in modo mirato e tecnologicamente moderno il relitto, verificando il perché di determinati comportamenti consequenziali alla tragedia. Questo atteggiamento di grande saggezza contribuirà indubbiamente alla ricerca della verità. Oggi esistono nuove tecnologie capaci di riprodurre al computer, la simulazione del disastro aereo con tutti i soggetti in movimento specifico.
Il relitto ancora oggi in custodia giudiziaria, all’esterno della carlinga presenterà sicuramente moltissimi microbici buchi, che sono stati causati dall’effetto dirompente dei gas di scarico del missile. Nonostante siano stati abilmente bonificati dopo il recupero, ancora oggi con una superperizia balistica sarà possibile, rintracciare in profondità il propellente bruciato dal missile, che la forte compressione esplosiva del combustibile ha impresso all’interno dei microbici buchi. Nessun aereo anche con vent’anni di servizio di navigazione e sosta aereo portuale, ha le stesse caratteristiche, escluso i rottami recuperati ed accidentati per cause analoghe. Dopo il disastro del D.C. 9 venne immediatamente impiegata la NATO, con diverse unità supplementari e complementari, in una vasta operazione di recupero aeronavale che mai la storia ha precedentemente eguagliato. La vastità territoriale delle operazioni si estese da Ustica fino alla Sardegna-Corsica, in una esercitazione che non era stata assolutamente programmata.

Due furono le direttive specifiche dell’operazione: una) recuperare i superstiti se ve ne fossero, due) la più importante per loro, recuperare subito il missile inesploso. Essendo caduto in acque internazionali il diritto marittimo internazionale affida la proprietà, a chi per primo ne viene in possesso. Infatti la presenza delle navi sovietiche prima presenti nell’unità non superiore a due, nei giorni che seguirono andarono a moltiplicarsi senza però ottenere un buon esito della ricerca. In quei giorni il Mare Mediterraneo si trasformò come un set cinematografico internazionale, con veri morti ed attori naturali ,con grande dispiegamento di mezzi navali ed aerei, purtroppo con una regia improvvisata insufficiente ed incapace di comprendere, sviluppi e strategie politiche internazionali compromettenti la stessa stabilità, dei rapporti già consolidati con gli alleati più fedeli.

L’individuazione esatta di quella bambina seduta non può essere una mia invenzione, ed in questo mi rimetto ai registri della società aerea Itavia proprietaria dell’aereo precipitato, sperando che ancora esistono in archivio. Non si deve escludere la possibilità che l’ hostess, indipendentemente dall’assegnazione reale del posto prenotato, abbia liberamente assegnato quel posto libero perché a fianco c’era una signora con bambini, cercando così di attenuare la solitudine del viaggio, perché quella bambina non aveva altri accompagnatori se non l ‘hostess stessa. Attimi prima e durante il disastro aereo nel cielo di Ustica, non c’era nessuna altra presenza aerea.

Per ritornare sul discorso del disastro aereo di Ustica, nonostante i ripetuti appelli dei familiari delle vittime, e con la pubblica raccolta dei fondi per finanziare la ricerca della verità, (il famoso muro di gomma, o muro del silenzio) compresi la preziosità ed indispensabilità del mio obbligato e prolungato silenzio. La verità se fosse emersa allora nella sua evidente responsabilità degli americani, i comunisti italiani imboccati dai sovietici non con strategie e mire destabilizzanti, sfruttando soprattutto il dolore e l’impressione della tragedia, con manifestazioni oceaniche di piazza e manipolando la sensibilità delle masse, avrebbero ottenuto istituzionalmente la fuoriuscita dell’Italia dalla NATO, con conseguenze disastrose ed irreparabili per l’equilibrio strategico mondiale.

Saremmo diventati la Cuba del Mediterraneo, obbligati a dimenticare facilmente le 81 vittime della tragedia, perché molte migliaia sarebbero state le vittime di realtà interne ed estere sempre in agguato, con la volontà di ridisegnare nuovi equilibri strategici in Italia e nel vicinato. L’attuale democrazia nell’ex impero sovietico con l’abbattimento del muro di Berlino, la normalizzazione democratica di tutti i paesi e repubbliche dell’est, con le varie intese firmate ed applicate sul disarmo unilaterale, e l’attuale compartecipazione dei paesi ex comunisti dittatoriali all’Unione Europea, è il premio di un lungo silenzio costruito con tenacia passione e sacrifici, dalle vere forze democratiche che hanno governato l’Italia in tutti questi anni, ponendo anche il silenzio ad oltranza sulle FOIBE italiane, contribuendo con grande sacrificio di coscienza alla normalizzazione dei rapporti, con l’ago più instabile della bilancia europea che era rappresentato dal Generale Tito, Presidente delle Repubbliche della Jugoslavia.

Esiste il tempo dei sofferti silenzi ciò non significa che può continuare ad esistere l’eterno silenzio. Oggi la situazione strategica è completamente cambiata e migliorata, ed è un diritto umano e storico pretendere e ristabilire le verità. Questa sarà anche liberatrice di rimorsi di coscienza, di chi si è reso autore partecipe e testimone silenzioso di questa tragedia, che solo portandola in conoscenza di tutti allevierà il rimorso e la tristezza del proprio animo, stimolando e ricercando il perdono di chi questa tragedia, improvvisamente ha visto sconvolgere tutta la propria esistenza.

Si dice che il sistema ha funzionato bene: oggi a funzionare deve essere la verità. E’ anche vero che l’attuale pace si è servita di tragedie e uomini silenziosi, troppo spesso ingenerosamente accusati di tradimento, al punto da essere ignobilmente classificati DEVIATI. Tu che stai leggendo mettendoti al loro posto, conoscendo solo una piccola parte di evoluzioni strategiche terrificanti che incombevano, istituzionalmente e moralmente come ti saresti comportato? Io da libero e responsabile cittadino ho sentito il dovere di tacere, e credimi soffrendo moltissimo mentre ho trovato spesso chi di questa tragedia, si è riempito la bocca di parole vuote strumentalizzate ad arte, per veloci carriere ed innumerevoli fraudolenti consensi elettorali.

Mentre la mia sofferenza in silenzio continuava, negli anni leggevo i diversi appelli su di un quotidiano locale del papà di quella bambina, che disperato supplicava a chi era in conoscenza della verità di dichiararla pubblicamente, mentre sentivo su di me anche la sofferenza di tutti i parenti delle vittime, ognuno con la sua storia diversa, ormai tristemente ed irreparabilmente per sempre cambiata. Purtroppo c’era chi con barbaro coraggio o per politiche personali, continuava a sfruttare e si autoalimentava del loro straziante dolore. In parte siamo un po’ tutti colpevoli escluso loro le 81 vittime ed i loro familiari, perché anche con il loro sacrificio hanno contribuito all’attuale pace, pagando nella misura che forse noi per dignità ed altruismo, non saremo mai stati capaci di dare: la vita e il dolore della continuità per la pace: in un silenzio dignitoso.

Ricordo l’allora ministro dei trasporti onorevole Formica, che disse al proprietario di quell’aereo caduto:”gli taglieremo le ali” Gradualmente e silenziosamente in tutti questi anni gli è stato tagliato molto di più. Il proprietario ingegnere Aldo Davanzali fu accusato ingiustamente di far volare delle bare volanti, addebitandogli tutte le responsabilità del disastro accusandolo pubblicamente, che il suo aereo era precipitato perché ha avuto un cedimento strutturale: questo prima ancora di un regolare processo. Le conseguenze sulle sue attività commerciali ed imprenditoriali furono disastrose, peggio ancora la sua salute fisica e mentale perché il destino volle che continuasse a vivere, mentre negli interminabili processi d’accusa contro di lui, era destinato ad incontrarsi con tutti i familiari delle vittime, tanto da rivedere quella tragedia centinaia di volte attraverso i loro occhi velati dal dolore, tanto da sentirsi quasi colpevole mentre sapeva di essere a posto con se stesso e la sua coscienza. Nonostante la veneranda età e malattie varie, ha accettato di essere presente fino all’ultimo dei suoi giorni, andandosene recentemente con il cuore gonfio ed amaro di ingiustizie. Desiderava ed aspirava al trionfo della giustizia e della verità. Sicuramente sarà un atto di giustizia in beneficio e ricordo delle vittime, l’annullamento delle prossime manovre NATO, trasformandole in manovre che mirano al salvataggio della vita in mare.

Questo compromesso è vero non potrà ridare loro la vita, ma servirà in futuro per salvare altre vite innocenti come loro, vittime dell’incoscienza o delle disgrazie fatali. Ancora oggi spesso ho davanti a me l’immagine di assoluta serenità di quella bambina, mentre tutti i passeggeri del volo erano presi dal panico totale: lei continuava composta ed assorta nella preghiera affidando la sua anima alla Madonna, senza alcuna paura ma con una dolcezza e grazia del volto, che soltanto i bambini sanno avere. (per questo quando muoiono li chiamiamo angeli?)

Tutti i bambini del mondo dovrebbero essere amati incondizionatamente, perché rappresentano e ci ricordano l’amore sincero e la fede assoluta; valori che noi adulti spesso dimentichiamo perché facilmente attratti, dalle lotte per i continui traguardi ed egoismi della vita, che senza accorgerci ci trasformano in macchine umane insensibili ed egoiste, senza più la primordiale umanità spirituale e caritatevole. Allora basterà guardare dentro i loro occhi (bambini) sempre sinceri sempre puliti, scrutando la bellezza e purezza della loro infante anima, ricordandoci che anche noi da piccoli eravamo simili a loro. (migliori di oggi) Concludendo questa prima parte del capitolo ancora mi domando se è stato soltanto un sogno, o un tentativo fantasioso di raccontare una presupposta verità reale: difficile sarà trovare un’altra dettagliata spiegazione capace di rispondere ai tanti perché, di questa tragedia ancora oggi silenziosa ed avvolta dai misteri. Però sono sicuro che tutti coloro che hanno nel cuore e nell’animo, il desiderio e la sete di verità allora questo racconto in parte li disseterà.

“ MIG LIBICO “

Purtroppo ricollegabile a questa tragedia se né aggiunse un’altra ancora più terribile. Dopo quasi due settimane dal disastro aereo di Ustica, fu ritrovato sulle montagne della Sila il famoso Mig Libico distrutto, e dopo circa due settimane dallo stesso ritrovamento è avvenuta: “ La strage alla Stazione Ferroviaria di BOLOGNA. Vado prima al racconto visivo e reale del MIG Libico intitolando il capitolo: “ Passaggio in Sicilia del MIG Libico precipitato poi in Sila.” Io abito in un paese costiero che fa parte del GOLFO di PATTI. Una mattina verso la metà del mese di Luglio anno 1980 ore 11.15 – 11.45, sentendo un grandissimo frastuono arrivare dal mare e non vedendo nulla, per curiosità ci siamo direzionati con la visuale verso l'orizzonte azzurro del mare aperto, in direzione Nord-Est delle Isole Eolie. Perché sono sicuro che fu prima di mezzogiorno? Tutti i giorni andavo a casa a mezzogiorno per pranzare, (abitudine consolidata) anche quando lavoravo ed ero nel lavoro compatibile perché molto vicino a casa. Stranamente quel giorno non sono andato a lavorare non perché non dovevo, anche se oggi con il senso del dopo tutto mi diventa più chiaro. In attesa dell’orario di pranzo passeggiavo con amici sul locale lungomare.

Dalla direzione del mare avendo lasciato alle sue spalle le Isole Eolie, arrivò improvvisamente il MIG (nemico) di colore scuro, che radente sorvolò le nostre teste a bassissima quota. Nella mia vita non avevo mai avuto una esperienza cosi terrificante, capace di fare vibrare tutto il corpo e la mente assieme. Un incredibile paura stupore e sgomento assalì anche tutti i molti presenti, immobilizzati fisicamente dall’inusuale ed incredibile spettacolo. Personalmente già conoscevo la verità sulla tragedia di USTICA, come avrai letto dal mio racconto su allegato, ecco perché ero particolarmente Preoccupato del suo passaggio, sapendo anche che erano in atto le manovre NATO non precedentemente protocollate, anche se rientrava nel loro regolamento la possibilità di esercitazioni improvvise, senza il regolare preavviso mensile.

Con certezza assoluta posso sostenere, che in direzione “ EST “ del MIG in volo radente sopra le nostre teste, pochissimi minuti dopo del suo roboante passaggio e scomparsa dalla nostra visuale, (del MIG) abbiamo visto sorvolare ad altissima quota due nostri caccia intercettori. (sopra il Tindari) Gli stessi andavano in direzione opposta tra loro ed il MIG volando ad altissima quota. La cosa che mi incuriosì e sospettò maggiormente convalidando la mia idea del NEMICO, fu che le manovre aeree AMICHE erano normalmente già avvenute molte volte in passato, nel nostro Specifico Spazio Aereo, (Golfo di Patti - Isole Eolie) però questa volta i caccia intercettori erano DUE e non i TRE abituali. “ UNO fa sempre la parte del nemico, mentre il SECONDO lo segue direttamente in rotta dalla coda, mentre il TERZO con larga manovra aggirante, va ad anticipare la traiettoria del primo aereo che fa le funzioni del nemico, intercettandolo e centrandolo poi con il sistema di puntamento elettronico.” Il tutto avveniva in chiara visione graduale dei tre intercettori, per chi da terra seguiva affascinato queste rumorose manovre aeree. Dopo circa una settimana (o giù di li) del passaggio del MIG che poi si seppe che era libico, ho letto e sentito di un MIG con pilota morto ritrovato accidentato in SILA, rimanendo convinto che fosse “caduto” QUEL GIORNO STESSO del nostro avvistamento, perché allora vedendolo passare pericolosamente sopra un’alta montagna del luogo, credevamo di assistere in diretta al suo disastro, talmente fu acrobatica nervosa e scattante la sua manovra di risalita e scomparsa, e non vedendolo o sentendo il suo schianto abbiamo pensato, che l’avrebbe soltanto rimandato oltre le montagne, oppure i due caccia l’avrebbero prima o poi intercettato, qualora avesse per sua sicurezza tentato di volare a quota più alta.

” Penultimo o Ultimo Atto “ sulla Strage nella Stazione di Bologna.

C’è chi nasconde gelosamente un “Sogno” nel cassetto che vorrebbe realizzare da molto tempo, chi dei “Sogni” sa estrapolare dei buoni numeri, oppure li vede e ricorda perfettamente per giocarseli poi al lotto, chi invece attraverso l’analisi dei “Sogni” cerca di scoprire evidenziare e fare emergere, tendenze comportamentali più o meno nascoste o represse, oppure chi dei “Sogni” riesce ad estrapolare chiari messaggi premonitori o chiaroveggenti. Io per GRAZIA RICERCATA da decenni attraverso i “Sogni” “vedo chiaramente” il succedersi degli avvenimenti immediatamente futuri o presenti, e se con forte volontà ricercata anche avvenimenti del passato. La cosa che mi riesce meglio specialmente di notte, è la visione dell’immediato presente essenzialmente se c’è un forte richiamo della FEDE ALTRUI, dettata dall’esigenze per le condizioni estreme di pericolo della LORO vita, dove solo un miracolo può determinare il soccorso immediato e risolutivo.

Non dico questo per vantarmi di qualità che se ricercate veramente per il bisogno e soccorso altrui, sono in dotazione a tutti gli esseri umani della terra, ma per rispondere in futuro che “ le informazioni che sono in mio possesso,” sono esclusivamente estratte dai “ ricordi dei miei SOGNI già vissuti,” oppure da innate intuizioni consequenziali agli eventi in immediato succedersi. Dopo questa essenziale premessa affrontiamo assieme la Verità Onirica, sulla strage nella Stazione Ferroviaria di Bologna avendo precedentemente affrontato, la Verità Astrale sul disastro aereo del DC 9 nel mare adiacente l’isola di USTICA, vera causa principale che ha segnato l’inizio di queste assurde tragedie italiane.

USTICA + MIG LIBICO = STRAGE di BOLOGNA.

1) Partiamo da un dato di fatto oggi condiviso anche da più giudici avvocati e gente comune: Francesca Mambro e Giusva Fioravanti sono INNOCENTI, in merito all’accusa della strage nella Stazione Centrale di BOLOGNA. Sono innocenti che inizialmente si sono trovati imprigionati, nei teoremi investigativi ed inquisitori per certe loro scelte precedenti di politiche estremiste. Quando agli inizi investigativi più indizi cominciarono a configurare la vera pista giudiziaria, si è voluto andare avanti ugualmente per non accettare pubblicamente che, il lavoro d’indagini investigative era stato un disastro professionale, perché principalmente emergevano chiare che le responsabilità dell‘attentato, erano da addebitare alla presenza di più personaggi stranieri, appartenenti ad una specifica nazione del Nord Africa, e non a Mambro e Giusva. Questa responsabile mia analisi è consequenziale alla “VISIONE” che allora ho avuto, la notte che ha preceduto la tragica esplosione nella Stazione Ferroviaria di Bologna.

2) VERITA’ ONIRICA.

Ho sognato che a depositare QUELLA VALIGIA carica di esplosivo, furono DUE uomini di nazionalità afro-araba, commissionati da un paese straniero allora molto turbolento. (terrorismo di stato straniero) Uno di essi (attentatori) era coperto dall’Immunità Diplomatica dello stesso paese committente! Questo lo so perché nella sua mente durante il mio sogno ero riuscito a leggere la sua nazionalità, attraverso la proiezione del suo passaporto nella mia immagine mentale. “ era chiaramente diplomatico ” La mia attenzione nel sogno era stata evidenziata ed allarmata dalla presenza di quella valigia, depositata in terra all’interno di una stazione ferroviaria, con vicino i due pericolosi uomini stranieri.(arabi) Il loro volto non mi ispirava alcuna fiducia, ragione per cui volevo conoscere e sapere chi erano. (sempre nel sogno) Anzi, allora per me sapere che uno era diplomatico fu anche rassicurante, perché non era quella la stazione ferroviaria di Roma che ben conoscevo. Roma in quegli anni era la città preferita per le scorribande, degli estremisti fondamentalisti islamici.” (bombe, omicidi, attentati, sparatorie ecc. ecc.)

Quando al telegiornale subito dopo l’attentato di Bologna, fecero vedere le immagini TELEVISIVE di quell’orologio guasto, fermo nell’ora esatta della tragica esplosione nella stazione, ricollegai immediatamente il mio sogno della notte precedente, quando nel momento che volevo conoscere il luogo esatto dove mi trovavo, (il nome della città di quella stazione ferroviaria) mentalmente mi sono ritrovato proiettato fuori dalla stazione, proprio davanti a quell’orologio già fermo alle ore 10,25. Quella notte non riconoscendolo ed in ricerca del nome della città, invece riconoscevo l’orologio ad acqua posto davanti ai giardini della stazione di BOLOGNA. In passato durante le lunghe pause-coincidenze del mio treno, una volta mi era capitato di uscire dalla stazione di Bologna, e girando nei dintorni presso la stazione mi ero fermato ad ammirarlo. Al mio risveglio invece non sospettando minimamente della profetica visione, cercando di dare un senso a quel sogno, addirittura cercai di abbinare dei numeri per il gioco del lotto, estrapolati dall’ora riprodotta dal quell’orologio guasto: 10-25.

Purtroppo il fatto di aver riconosciuto che quella era la Stazione di Bologna, mi aveva fatto scartare l’ipotesi di un ambo secco, proprio perché Bologna non rientrava nelle normali ruote del gioco del lotto. Ora invece dopo la tremenda strage alla stazione di Bologna, ricollegai con assoluta certezza quella precedente ed incredibile visione, addebitando la responsabilità ai due personaggi visti nel sogno, motivo per cui io senza volerlo mi ero trovato nella possibilità di vederla anticipatamente, senza però ricordarmi esattamente i loro volti e nomi. Per me ancora oggi tutti gli arabi mi sembrano uguali, ed i loro nomi sono impronunciabili e di difficile memorizzazione. Perché non parlavo? Chissà se ancora oggi io ero vivo per potervela raccontare…. con l’aria che tirava allora! Eppoi ancora oggi mi riesce difficile farmi credere; immaginatevi allora. Per LORO (i politici) erano più importanti i rapporti commerciali (petrolio, armi, affari ed altro!) compreso la Sicurezza Nazionale Interna che eventualmente una specifica e giusta accusa, avrebbe compromesso ed aggravato con nuovi rischi di ulteriori attentati in Territorio Italiano, in aggiunta alla già difficile situazione diplomatica tra i due paesi. In più c’era la necessità Internazionale di tenere a tutti i costi un profilo basso, che determinava l’equilibrio nell’area mediorientale tra le due superpotenze U.S.A. e U.R.S.S. Questa ultima protettrice prediletta della nazione NON descritta ma ben riconosciuta da tutti.

“ Ultimo Atto.”
Riflessioni personali di allora: credo valide ancora oggi.

Se mi domandate il perché dell’attentato troverete qui poche risposte ma valide. Da non dimenticare che quelli erano gli anni dove il Terrorismo di Stato Straniero, era pratica ricorrente sul nostro territorio, come dimostrano recenti ammissioni postume di colpevolezza da parte di Nazioni Afro-Arabe. Con la strage alla stazione di Bologna si è voluto far pagare immediatamente all’Italia, l’abbattimento di un MIG avvenuto settimane precedenti sul territorio italiano. (in Sila) Questa fu la frettolosa conclusione del padre-padrone di quel paese Arabo. Ancora oggi non comprendo perché i resti del suo aereo assieme al corpo del pilota, gli furono consegnati immediatamente: se tale operazione fosse stata diplomaticamente molto ritardata, sicuramente la ragione avrebbe preso il sopravvento sull’ira: caratteristica che distingueva il personaggio in chiara identità narrativa. La verità fu che la caduta precipitosa del MIG, fu determinata dalle spericolate manovre di guida dello stesso pilota, per sfuggire all’eventuale controllo ed intercettazione di due nostri aerei da caccia, in normale volo di pattugliamento e controllo. (c’erano in atto le manovre della NATO) In realtà i DUE CACCIA viaggiavano in direzione ed altezze opposte, mentre il pilota del MIG per non essere intercettato fu costretto a volare “ livello mare,” impennando violentemente in alto prima, ed in basso poi, in prossimità di montagne o colline. Queste acrobazie furono notate da molti civili dove l’aereo sorvolò MOLTO MOROSAMENTE, prima di precipitare da solo nella tarda mattinata.

In verità nel passato, altre volte fu violato lo stesso spazio aereo italiano proprio in quelle zone, (Isole Eolie, Golfo di Patti ed Aspromonte Calabro) perché esisteva (?) la nostra non copertura dei radar militari, dettata dalle condizioni particolarmente aspre del territorio che di fatto creano i cosi detti; “ imbuti o coni d’ombra ” Per quanto riguarda l’analisi dell’esplosivo usato nella strage, sicuramente si evidenziò da subito la non precedente appartenenza o possesso, a nessuna componente politica estremista italiana sia di destra che di sinistra, però buon gioco determinò la strumentalizzazione politica di sinistra, ormai con la pista investigativa pubblicamente già ben tracciata, e la forte pressione dell’opinione pubblica che invocava l’immediato arresto dei colpevoli. L’intreccio tra politica magistratura e Ragion di Stato seppellì definitivamente la verità. Non voglio entrare nel dettaglio del processo o nelle valutazioni tecniche e giuridiche, non mi interessa nemmeno sfiorarle non avendo seguito il caso giudiziario nelle sue specificità, però provate voi a dare una spiegazione sufficientemente valida, partendo da certezze non processuali, ma evidenti realtà che interessarono tragicamente l’Italia in quei tristi anni di ricatti internazionali.

DUE uomini di nazionalità afro-araba di cui uno con passaporto diplomatico (visione onirica) mentre depositano una valigia con all’interno dell’esplosivo, mai usato in ITALIA da nessuna frange politica estremista: i vari rottami di un MIG libico ritrovati in territorio italiano, due settimane prima della strage alla stazione di BOLOGNA, assieme al suo pilota di diversa nazionalità morto da giorni. (prima non se ne accorsero veramente!) Fate voi le vostre dovute conclusioni, io personalmente ci metto la mia mano sul fuoco oggi come allora! Però almeno oggi a distanza di decenni le Istituzioni Italiane e Straniere, rivalutino la Ragion di Stato con la Ragione della Coscienza Collettiva, e del diritto di tutti alla Verità….. non solo quella Onirica, perché oggi accettare le proprie colpe non sempre significa, compromettere definitivamente le Relazioni Internazionali, quando nel dichiarare le proprie responsabilità pentimento e richiesta del perdono con adeguato indennizzo, c’è la Vera Volontà di chiudere un passato d’incomprensioni di feriti e Morti Innocenti, rispettando cosi la coscienza ed i diritti dei famigliari fortunatamente ancora VIVI, però sempre oltraggiati per le verità da sempre negate.

Raccontando queste verità oggi (dal 17 luglio 1999) mi sono liberato di un peso dalla coscienza, che non mi poteva appartenere se non obbligato da una grande responsabilità e vero amor patrio, perché sapevo realmente che queste verità raccontate allora, avrebbe riprodotto molti ma molti più morti in una radicale e negativa trasformazione, della civiltà politica sociale ed economica sia nazionale che internazionale. Questo grande rischio non potevo permettermelo, amando e rispettando non solo l’Italia e tutti gli Italiani, perché ogni vendetta porta con se sempre altro sangue innocente da versare, dove le colpe dei singoli sono pagate dalle masse popolari indifese.
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