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I fantasmi in Italia

Ultimo Aggiornamento: 28/01/2007 12:03
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Il fantasma di Bianca (Val d'Aosta)


Nel Castello di Saint Marcel più persone dicono di aver visto lo spettro di un cavaliere che porta abiti ed armi di foggia seicentesca.

Il timore del visitatore si trasforma in grande paura quando si vedono candele, candelabri e luci vaganti, trasportati da creature invisibili e impalpabili presenze.

Montagne, boschi e strapiombi assecondano, nel cupo buiore d'inverno, paure e fantasie ancora più forti. In questo scenario è il Castello di Verrès, in cui si ambientano tetri racconti.

Convegni e danze di figure spettrali, rumori e persino apparenti cedimenti del pavimento. Il tutto viene ascritto al dolore della bellissima Bianca di Savoia.
La presenza dello spettro è la proiezione di un amore contrastato e mai arrivato all'esito del desiderio.

E' uno degli argomenti classici della letteratura sui fantasmi, come è classico il racconto della donna perversa, lussuriosa e insaziabile, in qualche modo punita dal destino.

Asseconda questa ipotesi la storia di Bianca di Challant, il nobile casato che possedette per secoli il Castello di Verrès. La gentildonna ebbe diversi amanti, che regolarmente fece assassinare dopo alcune notti d'amore. Scoperta dal marito, appartenente allla potente dinastia dei Visconti di Milano, fu decapitata nel capoluogo lombardo.
Ma Bianca non si rassegna. Affianca i visitatori al Castello e, con un bacio, tenta di sedurre gli uomini più belli.




Assomiglia a Bianca, ed ha quasi lo stesso nome Caterina di Challant. la leggenda non è chiara, ma sembra che un giudice la condannò reputandola strega. Con il suo incredibile fascino e con atteggiamenti insoliti (era, ad esempio, molto abile nel duello) effettivamente stregava gli uomini con cui veniva in contatto.
Oggi si mostra triste e avvolta dai ricordi del tempo che fu. Appare nel Castello di Chatillon e, soprattutto, nella cosiddetta Maison du Compte, a Brusson Fontaine.

Siede su una vecchia poltrona, guarda il paesaggio al di la delle finestre e porta un fazzoletto agli occhi piangenti.




I motivi della passione e della lussuria femminile sono presenti nelle leggende sui fantasmi di tutta l'Italia.

C'è in queste storie la giustificazione del maschio, che sogna, teme e punisce con il racconto le possibili perversioni della donna non assoggettata al dominio dell'uomo.

Nei Castelli che furono del Regno di Napoli, il mito nefasto della Regina Giovanna la tiene all'opera in mostruosi convegni e addirittura amplessi con animali.

Giovanna I e Giovanna II sedettero in diversi momenti sul trono di Napoli, ma la tradizione popolare le unifica e le confonde per la paura della donna al potere.


Leonardo D'Erasmo
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Il Castello più infestato d'Italia

Nel Castello della Rotta, a Moncalieri, spiriti, spettri ed immagini lemuriche sono veramente tanti, forse addirittura troppi.

Visioni e apparizioni descritte da giornali e libri, foto di presunti disincarnati ed entità di un'altra dimensione richiamano leggende. Questi racconti giustificano le 'presenze dell'Aldilà'.

Un sacerdote fu murato vivo nel Quattrocento - secondo un racconto - e per questo si vedrebbe l'ombra di un uomo in abito talare, assiso su uno scanno episcopale.

Una giovinetta di nobile casato si suicidò lanciandosi nel vuoto dalle mura del vecchio Castello. Rimane di lei l'evanescente spettro bianco, vagante intorno al maniero, nelle giornate uggiose d'autunno.

Un'altra, piccola figura diafana ricorda la morte di un bambino, travolto da cavalli di passaggio.
Una volta l'anno, queste figure si riuniscono e formano un vero e proprio corteo di anime in pena.
Sono spettri di incappucciati in processione, vaganti nelle notti di giugno, con fiaccole intorno al Castello, come monaci in funzione sepolcrale.




L'antica presenza dei Templari

E' strano che questi fenomeni non siano stati collegati ai Cavalieri Templari, che possedettero il maniero alla fine del 1100.

Da tempo il famoso ordine crociato è associato a storie di intrighi e vendette, narrate sul filo del mistero.
I cavalieri del Tempio furono accusati di eresia e negromanzia dalla Chiesa e mandati al rogo, a centinaia, ai primi del Trecento.
Secondo varie leggende, le loro maledizioni in punto di morte colsero nel segno.

I loro Castelli sono spesso immaginati come scenari di incontri segreti e riunioni esoteriche.



Foto paranormali

All'esterno del Castello della Rotta sono state scattate, di recente, fotografie in cui, ad esempio, si sovrappongono figure spettrali o di animali alle immagini reali dei turisti.

Ovviamente, sono possibili trucchi e montaggi, ma alcune foto suscitano effettivamente forti dubbi.



Leonardo d'Erasmo

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I fantasmi e il diavolo
Il Castello di Savignone fu proprietà del casato dei Conti Fieschi, cui appartennero bellissime dame spesso protagoniste di forti storie d'amore. Sono sempre descritte consorti di un Visconti della grande famiglia milanese, e ciò rende probabile che la storia sia in realtà una sola, con qualche variante sui fatti e qualche confusione di nomi.

Nel primo caso si parla di una certa Fosca dei Fieschi, moglie infedele appunto di un Visconti e sentimentalmente legata ad un giovane, cui la donna consentiva l'accesso al Castello di Savignone porgendogli una corda da una finestra in alto.
Come in una favola, l'amante la raccoglieva e scalava la parete raggiungendo la sua bella.
Il marito tradito scatenò dei sicari però, alla ricerca dell'uomo.

Questo d'improvviso scomparve e, solo dopo un po', fu ritrovato morto sul fondo di un burrone, insieme ad un grosso serpente. La vendetta dei Visconti si era compiuta e, di questa, era stato lasciato il segno: appunto il biscione, che è al centro del blasone degli antichi signori di Milano.

Si rivede ancora oggi il serpente, stavolta in forma spettrale. Di notte, al Castello, mentre due fiammelle si agitano e si rincorrono, un serpente interviene e le separa.

La leggenda, quasi si ripete con una storia molto simile, in cui lei ha il nome di Isabella Fieschi e il marito Luchino Visconti.
Anche qui c'è il tradimento, con la vendetta del marito e il biscione.


L'immaginazione popolare non è, però, suscitata sempre e soltanto dalla vita delle corti signorili e dei castelli. Le zone di montagna e le terre franose vedono forze del male anche nel suolo e nel sottosuolo, intesi come fonti di sciagure.

Nella zona delle Caselline apparirebbe un intero paese fantasma: gli spettri delle case che una frana inghiottì tre secoli fa.

Ogni cinquant'anni il paese tornerebbe a vivere richiamando la curiosità di passanti che, visitandolo, entrerebbero in un perverso vortice del tempo, senza ritorno.

Con tutti questi eterogenei elementi folklorici, è naturale che qualcuno parli di processioni di fantasmi: frati, baroni, contadini, viandanti...

Dagli amori proibiti delle cortigiane e dai disastri naturali si passa ad un tema importante del folklore europeo, lo stesso che è alle origini della leggenda di Faust. L'uomo che vende l'anima al diavolo.

In Liguria, la storia è presente negli stessi termini. Qui protagonista è un monaco, costretto a dannazione eterna per il suo folle contratto e vagante nei pressi di un vecchio Mulino a Rossiglione, in forma di fantasma spaventevole.



Il motivo del diavolo è diversamente presente in altre regioni. In altre zone d'Italia (ad esempio in Sardegna e in Puglia), il diavolo viene descritto come implacabile guardiano di tesori, che impedisce l'accesso a chi tenta di forzare il nascondiglio.

La leggenda pugliese vede anche il Maligno intento a duellare con S. Michele, che lo sconfigge. Quest'ultima tradizione è tipica dei monti del Gargano, dove è molto presente il culto dell'Arcangelo.

Molto diverso è il diavolo che compra l'anima. Si trova in Liguria e si ritrova in leggende del Piemonte.








Leonardo d'Erasmo

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Il castello di Trezzo

Il tesoro nascosto e la donna suicida

L'idea del tesoro nascosto e quella del suo difficile ritrovamento si accoppia spesso a figure del male: diavoli e cattivi folletti, intenti ad impedire che il ritrovamento avvenga.
Queste storie raccolgono il sogno e il desiderio di arricchirsi, uniti al dubbio sulla possibilità che il colpo di fortuna possa realmente verificarsi.

Tanti racconti dicono, un po' dovunque in Italia, che il furbo del paese, in una notte di tempesta, approfittò del sonno e della paura degli altri per andare a scavare, da solo, nel luogo leggendario che nascondeva tante monete d'oro. Quasi alla fine del lavoro, mentre già brillava tra le sue mani la ricchezza, comparve il demonio, mettendolo in fuga per sempre.
Sono racconti di tradizione contadina che in questo caso si ambienta a Trezzo, in un Castello.

Per stare in ambiente, qui non i diavoli, ma gli spiriti di guerrieri medievali stanno a guardia dei forzieri.

Rumori notturni e spiriti vaganti sono il risultato di queste presenze.




La stessa rocca antica nasconde un'altra leggenda che spiegherebbe diversamente i fantasmi. E' la storia di tragico amore. Una castellana si lanciò nel vuoto, dall'alto del maniero, per il divieto del padre di sposare l'uomo dei suoi desideri.

Dopo tanti secoli, il gesto disperato viene ripetuto, di notte. Il passante è spaventato mentre un'ombra cade giù dal Castello, ma la figura della castellana si dissolve, prima di toccare terra.


Un signore d'altri tempi

Più delicato è il lamento di un gentiluomo del Cinquecento, ucciso nel Castello di Malpaga, in provincia di Bergamo. L'uomo fu ammazzato e gettato in un pozzo da un marito tradito.

Il dongiovanni assassinato, da allora, vaga solitario senza dar segni di pena, quasi cosciente della sua colpa. Lo si vede ogni tanto, elegante nel portamento e nell'abbigliamento di cinque secoli fa.


Perchè tornano dall'Oltretomba?


L'anima in pena ha una doglianza, un bisogno di ritrovare i momenti felici e funesti della sua storia. Continua a vagare per tutto il tempo che avrebbe avuto di vita se non fosse intervenuto l'evento violento della morte.

I fantasmi storici (quelli del Cinquecento, ad esempio) smentiscono questa ipotesi.




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