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Taliban, italiani all'attacco

Ultimo Aggiornamento: 16/12/2006 12:57
16/12/2006 12:57
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Taliban, italiani all'attacco

di Gianandrea Gaiani
12/12/2006
Anche la parte occidentale del Paese, sotto il nostro comando, è teatro di violenti scontri tra milizie talibane e soldati della coalizione.
Le forze della coalizione internazionale hanno attaccato la notte del 10 dicembre un covo di combattenti talebani nella provincia occidentale afghana di Farah, nel distretto di Balabuluk. L'attacco, che ha visto l’impiego di aerei ed elicotteri, è stato pianificato dal comando regionale Ovest delle forze NATO in base alle indicazioni dei servizi di intelligence. Secondo fonti afgane negli scontri sono morti almeno nove ribelli, tra cui un comandante regionale dei talebani identificato come il mullah Abdul Samad. Lo ha riferito il capo della Polizia provinciale di Farah, Sayed Agha Saqeb precisando che i talebani erano penetrati nel distretto per sabotare la strada che collega Herat con la provincia meridionale di Helmand, presidiata dai britannici e una delle più calde dell’Afhhanistan.

SOTTO IL COMANDO ITALIANO
Un portavoce dei talebani, Yousuf Ahmadi, ha confermato l'attacco, ma ha assicurato che tra le loro file vi sono state soltanto due vittime, mentre sono stati uccisi “diversi soldati americani”.
Come di consueto non sono state fornite notizie in merito all’operazione dalle autorità italiane di certo ben informate sugli eventi dal momento che la Regione Ovest afgana è da sempre sotto il comando italiano.

Attualmente guidato dal generale di brigata Antonio Satta, un veterano di Somalia e Iraq e già comandante della brigata paracadutisti “Folgore”, il Regional Command West ha dovuto gestire begli ultimi mesi la crescente penetrazione di forze talebane che dalla provincia di Hellmand penetrano soprattutto in quella di Farah, presidiata da un piccolo reparto americano e da due battaglioni di regolari afgani affiancati da consiglieri militari statunitensi.
Per fa fronte alle minacce in tutte le quattro province poste sotto il comando italiano sono stati concentrati a Herat reparti di grande professionalità, estremamente mobili e in grado di intervenire in breve tempo in tutta la regione occidentale. L’Italia ha infatti schierato circa 120 incursori delle forze speciali e un centinaio di fanti aeromobili del 66° reggimento “Trieste” di Forlì che insieme a una compagnia di paracadutisti spagnoli costituiscono una forza di reazione rapida che secondo indiscrezioni sarebbe già stata impegnata con successo in diverse operazioni di combattimento.

I fanti del 66° reggimento dispongono inoltre dei nuovi veicoli “Lince” che proprio in Afghanistan hanno avuto il battesimo operativo e che consentono una buona protezione alle pattuglie impegnate nelle ricognizioni a lungo raggio. Da giugno i militari italiani schierati a Herat sono quasi raddoppiati e contano ora oltre 900 effettivi inclusi gli equipaggi e i tecnici di tre elicotteri da trasporto CH-47 che garantiscono la mobilità alle truppe in un’area priva di una decente rete viaria.

SUD AFGHANISTAN
Combattimenti si registrano del resto non solo all’ovest ma soprattutto lungo le regioni di frontiera con il Pakistan, a est e a sud, dove le forze anglo-americane e canadesi continuano a sostenere il peso maggiore dei combattimenti.

Secondo l’intelligence alleato l’accordo stipulato tra il governo pakistano e i capi tribù Pashtun ha messo fine ai raid dell’esercito di Islamabad nell’area di confine ma ha consentito a talebani e al-Qaeda di rafforzare le operazioni condotte in Afghanistan.
Nelle grandi regioni di frontiera si troverebbero circa 1.500/2.000 miliziani di al-Qaeda di nazionalità non afgana e non pachistana oltre a un centinaio di leader terroristi (tra i quali si ritiene anche bin Laden e al-Zawahiri) e un numero imprecisato di miliziani talebani stimato tra i 6.000 e i 15.000 combattenti ma in costante crescita dal momento che dopo gli attacchi condotti dalle forze pachistane e alleate contro i campi d’addestramento jihadisti situati a ridosso del confine i ribelli li hanno trasferito nell’interno.


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