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Vecchie discussioni e........... nuove riflessioni

Ultimo Aggiornamento: 11/02/2006 10:38
11/02/2006 10:38
Post: 29
Registrato il: 03/12/2004
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Riporto qui l'argomento "VECCHIE DISCUSSIONI" dove credo sia piu' indicato...........

Scritto da: tatocomo 04/02/2006 21.19
ma quel forum dove si dicuteva animatamente, si battagliava e si rideva........ che fine ha fatto??

così va un po' meglio
DECIMA COMANDANTE!!




Scritto da: lucrezia1 04/02/2006 22.00
Me lo sono chiesta anche io, me lo sto chiedendo e sono arrivata alla conclusione che forse siamo stanchi, non certo stanchi di scrivere o di dire la nostra, ma quello che sta capitando intorno a noi è veramente allucinante.. da far venire voglia di andare a pascolare le capre o coltivare pomodori che almeno ci si fa una insalata.

Il nostro paese in questo momento è alla mercè di personaggi in preda al delirio. Una volta li si portava in manicomio vestiti da napoleone, adesso li si mette in tv e se qualcuno ha lo stomaco di sentire fino in fondo quello che dicono .. poi me lo puo' riferire perchè io sinceramente non ce la faccio .. mi bastano gli assaggini.

L'occidente è ostaggio dell'islam .. ma non lo si puo ' dire. Chissà perchè?
Le barzellette su Dio me le raccontavano i preti all'oratorio, da sempre la satira è stata un'arma non letale che almeno faceva fare due risate.Ora questi cercano solo pretesti per ribellarsi. A cosa? Odiano l'occidente ma appena possono vengono qui .. boh?
Come tenere a bada una moltitudine simile di gente manovrata?
Non hanno mai niente da fare? quando lavorano se stanno sempre in piazza a starnazzare per qualcosa, a bruciare simboli?.. mi sento mio nonno a parlare cosi .. ma mi viene da dire "andate a lavorare che vi passa il tempo!"
Riduttivo forse il mio commento, ma la situazione di fatto è che siamo occupati e non facciamo niente per far rispettare i nostri di usi e costumi. Buonismo? eccesso di cultura e di tolleranza?.. o forse inermi .. inebetiti davanti alla televisione che ci propina duelli marci e triti.
Viva il multirazziale .. viva le città colorate con gente di tutte le razze con scambi di cultura e ricette ... beati i no global che ci credono .. invidio la loro fiducia .. il loro essere così ben disposti nei confronti del futuro.

Forse il mondo ha passato momenti peggiori ... forse .. ma questo non è veramente un gran bel momento.
Abbiamo un Ministro della difesa che finge di non vedere le pezze e sprona i militari a non lamentarsi. Il problema è che se ci crede è meglio che cambi mestiere, se non ci crede provi lui a campare con gli stipendi dei militari. E questo sarebbe il meno .. a far funzionare l'esercito con i mezzi che ci sono a disposizione .. pure i turchi stanno meglio di noi! (per carità non ho niente contro i Turchi ... non vorrei mai ....)
E cosi, per rispondere a Tatomio ... ci resta poco per ridere ...





Mi trovo in completa sintonia con questo articolo di M.Cervi. Lo ripropongo a, parziale, risposta all’argomento trattato da Lucrezia. Non nascondo pero' che nel piu' profondo del mio animo provo uno certo malessere e rabbia. Ho paura che la societa' occidentale, trincerandosi dietro un “politicamente corretto”, ci condurra' alla distruzione dei nostri valori…………………

Quel ricatto ai valori dell’Occidente
di Mario Cervi

Molte reazioni occidentali all’ondata di fanatismo divampata tra le folle islamiche per le vignette «blasfeme» d’un quotidiano danese sono ispirate alla contrizione. La libertà di stampa e di pensiero va salvaguardata - questo è il ritornello - ma un giornalismo responsabile dovrebbe astenersi dall’offendere il sentimento religioso. Più o meno in questi termini - e all’insegna del politicamente e del religiosamente corretto - si è espresso anche il portavoce della Santa Sede Navarro Valls. Che ha invocato un clima «di mutuo rispetto» per la convivenza umana.
Nulla da eccepire sulle saggezza di questi appelli alla ragione e alla tolleranza: ma alla condizione che essi non si risolvano - e il rischio esiste - in una sorta di «pensiero unico» cui tutti, qui in Occidente, dovremmo attenerci «per non favorire chi cerca lo scontro» (parola di Franco Frattini). Il punto centrale della questione è a mio avviso molto semplice. Se l’area della libertà abdica, nel nome dei buoni rapporti con l’Islam (ma il discorso può valere per altre circostanze) alla difesa dei suoi valori, diventa essa sì politicamente scorretta, e in misura pericolosa. È bene cercar di capire le motivazioni e le pulsioni di Paesi e di popoli dove l’intreccio tra religione e politica è indissolubile. Ma è necessario tener ben fermi alcuni punti fondamentali: a cominciare dalla liceità, per chiunque, d'esprimere ogni idea e opinione quando non contravvenga le leggi (le nostre leggi democratiche).
Il che non significa, beninteso, che le idee e opinioni espresse abbiano sempre la nostra approvazione. Per niente. Convengo con Pierluigi Battista che la raffigurazione dei musulmani - nelle vignette poste sotto accusa - era sprezzante se non demonizzante, e ricordava certa odiosa propaganda antisemita. Le ritengo, quelle vignette, di pessimo gusto. Ma non era per niente delicata molta satira italiana di ieri (con i «forchettoni» democristiani e con i «trinariciuti» comunisti) e fu aggressiva fino all’iperbole, l’altro ieri, la satira anticlericale e antimonarchica de L’Asino. A volte il buon senso e il buon gusto facevano a pugni con la polemica «disegnata». Nulla era più lontano dal politicamente e religiosamente corretto. Ma aveva diritto di pubblicazione.
Lo so che è dura dover sopportare, proprio per coerenza democratica, le esternazioni dei no global e dei vari «disobbedienti», del resto prontamente invitati, dopo una qualsiasi sparata demenziale, al talk show di turno. E allora? Queste sono insieme le luci e le ombre del contesto politico, morale, sociale, culturale in cui ci piace di vivere. La violenta rivolta islamica deriva dalla totale incapacità di comprendere la nostra logica. La nota del Vaticano lo ha per fortuna sottolineato: «Le offese arrecate da una singola persona o da un organo di stampa non possono essere imputate alle istituzioni pubbliche del relativo Paese».
Qui sta il grande equivoco. Nelle teste delle dirigenze islamiche e delle masse islamiche è ben ferma la convinzione che lo Stato sia per sua natura autoritario, e che quanto vi viene pubblicato non sia addebitabile a un determinato organo di informazione, ma debba risalire al governo: senza il cui placet non esce una riga, e perciò le autorità di Copenaghen sono chiamate a rispondere di ciò che è venuto in testa a un oscuro e magari non troppo felice vignettista. Dobbiamo ripetere senza mai stancarci che il nostro orgoglio consiste nel lasciar diffondere anche idee che non condividiamo, e nel tollerare attacchi che disapproviamo. Guai se cediamo su questo. Guai se ammettiamo che in fin dei conti gli ingenui credenti in Maometto hanno una qualche ragione incendiando - anche i bambini, addestrati all’odio - la bandiera danese. Questa, lo scrivo a costo d’essere molto scorretto politicamente, è barbarie dettata dal fanatismo e dall’ignoranza.
Patria e Onore
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