Quando penso al mio futuro immagino un quadro dai colori caldi e accattivanti, pieno di riflessi di luce gialli e arancio...tinte confortanti in primo piano e lontano, solo sullo sfondo, i toni grigi, violacei e blu scuro.
quando penso al mio futuro penso al tepore della legna secca accesa che brucia in un camino ed emana l’odore gradevole di muschio e resina, l’essenza odorosa delle mie lunghe domeniche pomeriggio trascorse libera e spensierata nella casa in campagna, a giocare nel mondo selvaggio e incantato del bosco o in quello preciso e rigoglioso dell’orto finché l’ultimo raggio di sole non andava a nascondersi dietro le colline all’orizzonte; poi dentro a scaldarci davanti al fuoco e a mangiare i biscotti, con l’odore del fumo del camino che mi rimaneva impregnato nei vestiti e tra i capelli anche quando tornavo a casa e mi portavo dietro qualcosa in più del solo ricordo di quei pomeriggi;
quando penso al mio futuro penso a mio padre che tornava a casa la sera e chiamandoci dal fondo del lungo corridoio ci aspettava accovacciato alla nostra altezza mentre noi gli correvamo incontro e facevamo a gara a chi gli saltava addosso per prima; il premio finale dell’abbraccio e di un bacio sulla fronte era sempre per entrambe una grande soddisfazione;
quando penso al mio futuro penso alla casa inondata dal profumo del soffritto di mia madre la domenica mattina, quando ci dimostrava tutto il suo amore passando ore in cucina davanti ai fornelli per fare del pranzo della domenica quel pranzo speciale, quasi un rito, con le sue regole rigide e precise, che ormai da generazione era a casa nostra anche prima di lei, con la tovaglia di lino candida e i piatti bianchi di graniglia pesante;
quando penso al mio futuro rivedo la nonna tutta affaccendata come era il lunedì mattina, con il suo fazzolettone di cotone grigio a fiorellini rossi legato intorno alla testa come un pirata buono e il suo zinale bianco appuntato sul petto con due spilloni da balia, le maniche della maglia nera sempre tirate su e la carnagione bianca delle sue braccia esili ma forti quasi a ricordare chi era che comandava in casa anche se poi l’immagine dura e burbera che aveva contrastava con il caldo abbraccio del grembiulino che ci stirava qualche minuto prima di andare a scuola;
quando penso al mio futuro mi chiedo se sarò mai capace di dare ai miei figli un mondo almeno lontanamente simile a quello vivo e colorato in cui ho avuto la fortuna di crescere io, se saprò mai far apprezzare a loro gli stessi odori, gli stessi sapori, le stesse travolgenti emozioni.