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Pazzesco - Il Messaggero

Ultimo Aggiornamento: 11/06/2007 18:01
08/06/2007 17:55
 
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Più pazzesco del fatto è il commento di questo pseudo giornale.

www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=2866&sez=HOME_...


08/06/2007 18:00
 
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Re:

Scritto da: Guit. 08/06/2007 17.55

Più pazzesco del fatto è il commento di questo pseudo giornale.

www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=2866&sez=HOME_...





Lauri dove sei quando servi?
Che potere avrebbe l'Inferno se i dannati non potessero sognare il Paradiso?

08/06/2007 18:38
 
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Re:

Scritto da: Guit. 08/06/2007 17.55

Più pazzesco del fatto è il commento di questo pseudo giornale.

www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=2866&sez=HOME_...




basta con il buonismo: quando un bulletto sgarra bisogna presentare denuncia ai carabinieri.
08/06/2007 18:57
 
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no, più pazzesco del fatto e del commento...
è che l'aborto mancato è riuscito a scrivere cento volte "SONO UN DEFICENTE".
è decisamente il momento di sostituire il metodo montessori con quello adolfo: per questa generazione di larve subumane si deve trovare una soluzione finale [SM=x584473]

come cazzo si fa ad imparare il francese e a non diventare froci..................oddio [SM=x584441][SM=g1569733]
08/06/2007 19:31
 
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per me la sintesi del padre del ragazzo, mentre si rivolge all'insegnante, è la più azzeccata:


«Mio figlio sarà deficiente ma lei è una cogliona»



08/06/2007 19:31
 
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il livello di frustrazione dell'insegnante italiano medio, è altissimo
servono controlli psichiatrici nelle aule altro che nas!
08/06/2007 19:46
 
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Re:

Scritto da: anvedi che gente! 08/06/2007 19.31
il livello di frustrazione dell'insegnante italiano medio, è altissimo
servono controlli psichiatrici nelle aule altro che nas!



ne hanno ben donde ad essere frustrati. che soddisfazione può dare insegnare a dei malriuscitini sottosviluppati per poco più di mille euro al mese? meglio battere i marciapiedi o spacciare crac (così, ben che vada, si impedisce a qualche tin eger di raggiungere la maggiore età, apportando un incremento all'utilità sociale marginale)

come cazzo si fa ad imparare il francese e a non diventare froci..................oddio [SM=x584441][SM=g1569733]
08/06/2007 19:48
 
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Re:

Scritto da: anvedi che gente! 08/06/2007 19.31
per me la sintesi del padre del ragazzo, mentre si rivolge all'insegnante, è la più azzeccata:


«Mio figlio sarà deficiente ma lei è una cogliona»






invece il figlio che fa il figo con i più deboli e poi va a piangere da papà è un ubermensch!!!

bah

come cazzo si fa ad imparare il francese e a non diventare froci..................oddio [SM=x584441][SM=g1569733]
08/06/2007 20:17
 
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Re: Re:

Scritto da: stella rossa 08/06/2007 19.48


invece il figlio che fa il figo con i più deboli e poi va a piangere da papà è un ubermensch!!!

bah



sono entrambi 2 coglioni che hanno abusato della loro posizione di potere
sia lo studente nei confronti degli altri alunni
sia l'insegnante nei confronti dell'alunno
ci mancava la preside che si metteva a sculacciare l'insegnate durante il consiglio di'istituto e poi eravamo a posto
08/06/2007 20:20
 
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Re: Re:

Scritto da: stella rossa 08/06/2007 19.46


ne hanno ben donde ad essere frustrati. che soddisfazione può dare insegnare a dei malriuscitini sottosviluppati per poco più di mille euro al mese? meglio battere i marciapiedi o spacciare crac (così, ben che vada, si impedisce a qualche tin eger di raggiungere la maggiore età, apportando un incremento all'utilità sociale marginale)



sono d'accordo
bisognerebbe pagare di più gli insegnanti selezionandoli e formandoli meglio
oggi a insegnare ci va qualunque persona laureata e che fa una scuola di specializzazione in cui basta frequentare
mi fa tristezza solo pensare a questi poveretti pagati una miseria che fanno un lavoro privo di soddisfazioni: che grado di impegno possono metterci? ( a parte ovviamente i pochi con una forte vocazione)

va anche prevista la possibilità di una valutazione dell'insegnante e di un suo spostamento se non è adatto al compito

oggi come oggi un insegnate che diventa di ruolo ha il posto in eterno salvo smembramenti della classe o della scuola
questo non ha senso

08/06/2007 20:47
 
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La questione non è esattamente semplicissima. Se da un lato è vero che l'atto di bullismo richiede una reprimenda e soprattutto deve essere in grado, l'azione del docente, di fungere da discredito per il "bullo" all'interno dell'ambiente della classe, e non da ulteriore accredito; è però vero anche l'opposto, ovvero che non è possibile che un docente abusi del proprio potere imponendo la coercizione dell'autoinsulto ad un individuo comunque nella posizione di discente e minore, del quale quindi l'insegnante è anche tutore e non solo docente.

Personalmente ritengo che sarebbe stato preferibile una frase con un tenore non diretto proprio all'autoinsulto o in alternativa una punizione di diverso tenore, seguita anche da un approfondimento in classe delle problematiche di interazione ambientale, effettuato avvalendosi della collaborazione di soggetti magari "più sensibili" all'interno del gruppo di studenti, per poter monitorare l'evolversi della situazione. Ho sempre la sensazione che punizioni estemporanee, anche "clamorose" non siano risolutive dei problemi ambientali, i quali vengono anzi frammentati in singoli episodi, a tutto svantaggio della possibilità di interventi complessivi.

Alla prossima... [SM=x584499]
Conoscere le nostre paure è il miglior metodo per occuparsi della PAURA degli altri.
(Carl Gustav Jung)

08/06/2007 20:53
 
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Quando ha saputo che il pischello aveva impedito a quell'altro di entrare nel bagno degli uomini "perchè ghei", avrebbe dovuto contattare i genitori del ghei e suggerigli di sporgere denuncia per violenza privata e sequestro di persona.
Invece ha voluto strafare e ha fatto quel che non doveva.
Una delle tante che vogliono salvare il mondo. Ben le sta.
08/06/2007 22:05
 
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Re: Re: Re:

Scritto da: anvedi che gente! 08/06/2007 20.17


sono entrambi 2 coglioni che hanno abusato della loro posizione di potere
sia lo studente nei confronti degli altri alunni
sia l'insegnante nei confronti dell'alunno
ci mancava la preside che si metteva a sculacciare l'insegnate durante il consiglio di'istituto e poi eravamo a posto




per non essere una cogliona, l'insegnante cosa avrebbe dovuto fare? battergli le mani?
se i ragazzi oggi sono dei psicovandali è colpa di genitori ignoranti che li viziano e di metodi pedagogici troppo protettivi.
e poi quello dell'insegnante non era un tentativo di autoumiliare l'alunno ( che ci riesce benissimo da solo ) ma di fargli acquisire una consapevolezza del suo status mentale. della cui carenza si ha la prova scientifica!

come cazzo si fa ad imparare il francese e a non diventare froci..................oddio [SM=x584441][SM=g1569733]
09/06/2007 00:16
 
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Re: Re: Re: Re:

Scritto da: stella rossa 08/06/2007 22.05



per non essere una cogliona, l'insegnante cosa avrebbe dovuto fare? battergli le mani?
se i ragazzi oggi sono dei psicovandali è colpa di genitori ignoranti che li viziano e di metodi pedagogici troppo protettivi.
e poi quello dell'insegnante non era un tentativo di autoumiliare l'alunno ( che ci riesce benissimo da solo ) ma di fargli acquisire una consapevolezza del suo status mentale. della cui carenza si ha la prova scientifica!




un bel sette in condotta e vaffanculo, ripeteva l'anno. Ma pare che bocciare ormai sia passato di moda. Invece resistono i metodi presi dalla sigla dei simpson.
09/06/2007 02:02
 
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Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: biopresto-1977 09/06/2007 0.16



un bel sette in condotta e vaffanculo, ripeteva l'anno. Ma pare che bocciare ormai sia passato di moda. Invece resistono i metodi presi dalla sigla dei simpson.



siamo in piena inversione demografica
se gli insegnanti bocciano si smembrano le classi e l'anno dopo devono insegnare in un'altra scuola (magari un po' più lontano da casa loro)
09/06/2007 09:42
 
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Re: Re: Re: Re:

Scritto da: stella rossa 08/06/2007 22.05



per non essere una cogliona, l'insegnante cosa avrebbe dovuto fare? battergli le mani?
se i ragazzi oggi sono dei psicovandali è colpa di genitori ignoranti che li viziano e di metodi pedagogici troppo protettivi.
e poi quello dell'insegnante non era un tentativo di autoumiliare l'alunno ( che ci riesce benissimo da solo ) ma di fargli acquisire una consapevolezza del suo status mentale. della cui carenza si ha la prova scientifica!


Quoto totalmente e applaudo all'insegnante.
Io avrei anche bocciato il ragazzo e denunciato il genitore.
E' ora di finirla.
http://animaletti.dilucide.com

Il leone, ritenuto il più feroce tra gli animali, è più saggio dell'uomo:
mai uccide con la pancia piena!
09/06/2007 10:08
 
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voi parlate così perchè, fortuna vostra, non siete entrati a contatto con i bambini nati nell'ultimo decennio.
seppur sporadicamente sono stata costretta a relazionarmi con questi baby-incivili.
l'ultima volta è stato giusto settimana scorsa, ho girato a catania un mini-documentario in una cooperativa che si occupa di doposcuola e intrattenimento pomeridiano per bambini disagiati a fini educativi.
mamme e maestre presenti i soggettini, nonostante i nostri richiami, non smettevano di fare casino mentre giravamo le interviste, anzi, più dicevamo di stare zitti e più urlavano, e non appena hanno avuto modo, si sono avventati sulle attrezzature (sotto i miei occhi increduli e sprezzanti) come fossero giocattoli screusi di una bancarella della fiera 'o lune.
se sono così davanti a mamme, maestre ed educatori a sei anni, figuriamoci come si comportano a scuola e come saranno a 12 anni o, peggio ancora, a 24.
il metodo montessori è fallito, generando barbari subumani oltre i confini del regno animale; è tempo di tornare alla bacchetta e ai ceci, prima che sti stronzetti raggiungano la maggiore età.


come cazzo si fa ad imparare il francese e a non diventare froci..................oddio [SM=x584441][SM=g1569733]
09/06/2007 12:47
 
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Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: La Medusa 09/06/2007 9.42

Quoto totalmente e applaudo all'insegnante.
Io avrei anche bocciato il ragazzo e denunciato il genitore.
E' ora di finirla.




Ah però, un moderato. Ti sei dimenticato dello sputo in faccia e della pubblica gogna.
09/06/2007 13:25
 
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Re: biopresto e anvedi

Scritto da: stella rossa 09/06/2007 10.08
l'ultima volta è stato giusto settimana scorsa, ho girato a catania un mini-documentario in una cooperativa che si occupa di doposcuola e intrattenimento pomeridiano per bambini disagiati a fini educativi.



Dai... Per il festival del cortometraggio di Riposto? [SM=x584436]



Scritto da: stella rossa 09/06/2007 10.08
mamme e maestre presenti i soggettini, nonostante i nostri richiami, non smettevano di fare casino mentre giravamo le interviste, anzi, più dicevamo di stare zitti e più urlavano, e non appena hanno avuto modo, si sono avventati sulle attrezzature (sotto i miei occhi increduli e sprezzanti) come fossero giocattoli screusi di una bancarella della fiera 'o lune.




D'accordo, ma se non hanno distrutto niente, non hanno picchiato nessun coetaneo, non si sono provocati ferite da suturare con i punti, dopotutto hanno fatto quello che qualsiasi branco di seienni farebbe dinanzi ad una telecamera, cioè casino.

Non è mica bullismo quello.



Scritto da: stella rossa 09/06/2007 10.08
se sono così davanti a mamme, maestre ed educatori a sei anni, figuriamoci come si comportano a scuola e come saranno a 12 anni o, peggio ancora, a 24.



Dal comportamento descritto da te ad una età compresa tra ultimo anno di materna e scuola elementare è piuttosto difficile desumere alcunchè rispetto allo sviluppo futuro.

Inoltre tu stessa hai dichiarato che questa cooperativa interviene su bambini con un disagio. Se intervenissimo su quello invece di invocare ceci e bacchette?


Scritto da: stella rossa 09/06/2007 10.08
il metodo montessori è fallito, generando barbari subumani oltre i confini del regno animale; è tempo di tornare alla bacchetta e ai ceci, prima che sti stronzetti raggiungano la maggiore età.



Eh? E cosa c'entra il metodo Montessori?

Senti Stellina, io ti metto in guardia dalla pericolosa china intellettuale che sfoga la frustrazione di una società incapace di proporre modelli positivi agli educandi, di dare risposte complesse al disagio, nel progetto di una nuova grande disciplina che raddrizzi le schiene a colpi di frusta. Come atteggiamento, oltre ad essere l'attestazione di un fallimento dimostra anche una notevole indifferenza umana e morale verso i minori disagiati, sicuramente problematici, ma degni di un approccio migliore di quello del nodoso bastone.
Conoscere le nostre paure è il miglior metodo per occuparsi della PAURA degli altri.
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09/06/2007 13:26
 
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Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: La Medusa 09/06/2007 9.42

Quoto totalmente e applaudo all'insegnante.
Io avrei anche bocciato il ragazzo e denunciato il genitore.
E' ora di finirla.



E Denunciato per cosa? Al massimo il minore si poteva denunciare, il genitore risponde per "culpa in educando"
Modificato da ISKRA! 09/06/2007 13.27
Conoscere le nostre paure è il miglior metodo per occuparsi della PAURA degli altri.
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09/06/2007 13:38
 
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Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: biopresto-1977 09/06/2007 0.16



un bel sette in condotta e vaffanculo, ripeteva l'anno. Ma pare che bocciare ormai sia passato di moda. Invece resistono i metodi presi dalla sigla dei simpson.


In cosa differisce la mia 'soluzione' dalla tua, minchione?
Nel fatto che tu pensi di avere i capelli più lunghi?? [SM=x584436]
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mai uccide con la pancia piena!
09/06/2007 13:40
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: ISKRA! 09/06/2007 13.26


E Denunciato per cosa? Al massimo il minore si poteva denunciare, il genitore risponde per "culpa in educando"
Modificato da ISKRA! 09/06/2007 13.27


Allora sarebbe ora di cambiare le leggi.
E' davvero ora di finirla con tutti sti genitori che vanno sempre e comunque a lamentarsi dagli educatori, invece di dare un paio di sani scappellotti ai propri figli, se occorre.
http://animaletti.dilucide.com

Il leone, ritenuto il più feroce tra gli animali, è più saggio dell'uomo:
mai uccide con la pancia piena!
09/06/2007 13:47
 
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Re: Re: biopresto e anvedi

Scritto da: ISKRA! 09/06/2007 13.25
Dai... Per il festival del cortometraggio di Riposto?




no, aiutavo un mio amico che lavora lì.







D'accordo, ma se non hanno distrutto niente, non hanno picchiato nessun coetaneo, non si sono provocati ferite da suturare con i punti, dopotutto hanno fatto quello che qualsiasi branco di seienni farebbe dinanzi ad una telecamera, cioè casino.

Non è mica bullismo quello.




fare casino è normale. lanciarsi sulle luci, cercare di spezzare il microfono e simili è da vandali maleducati. del resto io ero presente e gli urlavo di stare fermi, ignorata.
non è bullismo, è ineducazione, inciviltà, barbarie e vandalismo.
i cosini avevano tutti dai 7 ai 12 anni, non erano così piccoli come pensi tu.





Dal comportamento descritto da te ad una età compresa tra ultimo anno di materna e scuola elementare è piuttosto difficile desumere alcunchè rispetto allo sviluppo futuro.



beh, insomma. l'imprinting è quello del giovane criminale-mafioso, del resto i modelli sociali di riferimento ( e le istituzioni che operano per intervenire sul degrado) sono quelli.


Inoltre tu stessa hai dichiarato che questa cooperativa interviene su bambini con un disagio.



con pessimi risultati.





Eh? E cosa c'entra il metodo Montessori?

Senti Stellina, io ti metto in guardia dalla pericolosa china intellettuale che sfoga la frustrazione di una società incapace di proporre modelli positivi agli educandi, di dare risposte complesse al disagio, nel progetto di una nuova grande disciplina che raddrizzi le schiene a colpi di frusta. Come atteggiamento, oltre ad essere l'attestazione di un fallimento dimostra anche una notevole indifferenza umana e morale verso i minori disagiati, sicuramente problematici, ma degni di un approccio migliore di quello del nodoso bastone.



mah...
questi erano bambini disagiati ma neanche troppo.
come vuoi approcciarti con ragazzetti di 12 anni che ti escono il coltello se non fai ciò che dicono loro, a meno di non chiamarti mahatma gandi?
e come se non bastasse non solo rischi con il ragazzetto, ma corri il pericolo che di fronte ad un provvedimento disciplinare anche blando il genitore ti mandi qualche picchiatore del clan cui è affiliato. tanto ha il culo parato, le istituzioni e le forze dell'ordine sono compromesse, nessuno verrà ad arrestarlo nè gli torcerà un capello.
in sicilia ci sono questi numeri, i tuoi discorsi sono belli e astratti e come tali possono valere per il mondo delle idee ( [SM=x584478] ), ma non qui. prima di criticare il comportamento di un insegnante ( che non ha fatto altro che applicare un metodo antico, nulla di eclatante) bisognerebbe conoscere la nostra realtà, che è una realtà in cui il cittadino onesto, lavoratore e disciplinato è assolutamente impotente e indifeso dinnanzi ad un marasma di gente incivile, violenta, presuntuosa e criminale, sempre più endemico e dilagante, cui questi stronzetti tra qualche anno apparterranno.

come cazzo si fa ad imparare il francese e a non diventare froci..................oddio [SM=x584441][SM=g1569733]
09/06/2007 16:20
 
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possibilità

Scritto da: stella rossa 09/06/2007 13.47
mah...
questi erano bambini disagiati ma neanche troppo.
come vuoi approcciarti con ragazzetti di 12 anni che ti escono il coltello se non fai ciò che dicono loro, a meno di non chiamarti mahatma gandi?



Bè, se un ragazzino di dieci anni tira fuori il coltello e minaccia, mi pare che si possa proprio definirlo problematico e probabilmente proveniente da un clima di disagio sociale.

Se la società non è in grado di imbastire un progetto attorno a lui, ma soltanto di proporre strategie per "toglierselo dai piedi" al più presto o far scendere le norme educative sul suo stesso piano violento (indirettamente avvallando la sua convinzione che il successo si misuri nella capacità di effettuare minacce e coercizioni violente), probabilmente ci troveremo davanti a giovani adulti che avranno imparato che la violenza è un buon modo di regolarsi con il prossimo. E probabilmente saranno genitori che picchieranno i propri figli, che non per la maggior quantità di botte subite verranno su meglio, anzi.



Scritto da: stella rossa 09/06/2007 13.47
e come se non bastasse non solo rischi con il ragazzetto, ma corri il pericolo che di fronte ad un provvedimento disciplinare anche blando il genitore ti mandi qualche picchiatore del clan cui è affiliato.



Ah... Lo vedi che non parliamo di bambini educati avvalendosi del metodo montessori.
Cerchiamo di capire il quadro di disagio nel quale ci si muove, prima di correre il rischio di generalizzare riguardo a modelli educativi e di rimpiangere ceci e bacchetta che di certo non producevano una società meno violenta o meno civile.

In situazioni del genere è necessario coinvolgere i servizi sociali, l'assessorato alle politiche socioassistenziali, contattare psicologi, eventualmente anche il tribunale dei minori. E non intendo quando il genitore manda i picchiatori, ma prima, quando il ragazzo dà segnali di profondo disagio e problematicità. Mi rendo conto che non è facile, e mi rendo conto che nella maggioranza dei casi i servizi sociali non riescono ad incidere in maniera decisiva, tuttavia il manganello sottrarrebbe anche questa minima possibilità di azione positiva.
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09/06/2007 17:03
 
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Bè, se un ragazzino di dieci anni tira fuori il coltello e minaccia, mi pare che si possa proprio definirlo problematico e probabilmente proveniente da un clima di disagio sociale.



se sei in un vicolo di catania o di napoli e un bambino di dieci anni ti tira fuori un coltello qual è la prima cosa che fai, compatirlo o tirargli un calcio?
poichè io non faccio parte della società che gli ha creato un disagio, anzi ne sono vittima ( e fra dieci anni sarò anche una sua vittima), io sono per il calcio in culo.
magari se lo stronzetto si rende conto di non poter avere sempre il culo coperto quando si trova dinnanzi a qualcuno, la prossima volta prima di commettere un atto di violenza ci pensa due volte. come fanno tutti gli esseri umani non deviati.


Se la società non è in grado di imbastire un progetto attorno a lui, ma soltanto di proporre strategie per "toglierselo dai piedi" al più presto o far scendere le norme educative sul suo stesso piano violento (indirettamente avvallando la sua convinzione che il successo si misuri nella capacità di effettuare minacce e coercizioni violente), probabilmente ci troveremo davanti a giovani adulti che avranno imparato che la violenza è un buon modo di regolarsi con il prossimo. E probabilmente saranno genitori che picchieranno i propri figli, che non per la maggior quantità di botte subite verranno su meglio, anzi.



la società è un termine troppo astratto, che usato in questo contesto non porta ad alcuna soluzione.
se io sono un'insegnante non rappresento necessariamente la società che non offre gli strumenti adeguati al ragazzo. quindi non sono soggetto ad alcuna accusa.
se in classe l'alunno ha degli atteggiamenti violenti io ho l'obbligo, nei confronti degli altri studenti, di metterlo in riga, renderlo inoffensivo. sennò cambio mestiere, vado a fare la crocerossina per scelli.
la verità è che spesso non è la "società" a non fornire strumenti, ma la famiglia. e non perchè picchia il bambino, ma perchè lo vizia e lo iperprotegge. e questo caso, in tal senso è emblematico. i genitori avrebbero dovuto censurare il ragazzo, invece lo hanno avallato nel suo comportamento idiota e antisociale, magari coperti da chissà quale amicizia mafiosa.
le cose stanno così in sicilia, ho visto con i miei occhi, a scuola di mia madre, una mamma furiosa urlare per i corridoi e minacciare un professore per un voto basso.
un genitore che è un educatore se il figlio torna a casa con un voto basso gli dà una tirata d'orecchie, non lo copre.
questa mentalità è tanto fuori dal mondo che chi non ne è a contatto non ne può nemmeno comprendere la portata.




Ah... Lo vedi che non parliamo di bambini educati avvalendosi del metodo montessori.
Cerchiamo di capire il quadro di disagio nel quale ci si muove, prima di correre il rischio di generalizzare riguardo a modelli educativi e di rimpiangere ceci e bacchetta che di certo non producevano una società meno violenta o meno civile.



magari non saranno educati col metodo montessori, ma a livello sociale si è arrivati alla criminalizzazione della sculacciata o della tirata d'orecchie, e questo, a mio avviso, è semplicemente ridicolo.




In situazioni del genere è necessario coinvolgere i servizi sociali, l'assessorato alle politiche socioassistenziali, contattare psicologi, eventualmente anche il tribunale dei minori. E non intendo quando il genitore manda i picchiatori, ma prima, quando il ragazzo dà segnali di profondo disagio e problematicità. Mi rendo conto che non è facile, e mi rendo conto che nella maggioranza dei casi i servizi sociali non riescono ad incidere in maniera decisiva, tuttavia il manganello sottrarrebbe anche questa minima possibilità di azione positiva.




i servizi socio assistenziali ci sono, ti ho appena detto che il luogo in cui sto girando sto documentario è una cooperativa sociale di assistenza. solo che se le maestre e le educatrici non sanno essere autorevoli e le madri non rimproverano i figli che si avventano con impeto distruttivo sulla roba altrui, che queste strutture esistano o meno è assolutamente irrilevante.
se i bambini mancano di educazione e disciplina bisogna che qualcuno gliele impartisca, anche utilizzando il pugno duro.
del resto, come ci insegna anche la giurisprudenza, le regole non hanno forza senza la punizione dei trasgressori.
e punire non vuol dire necessariamente utilizzare la spranga, ma delle punizioni disciplinari, anche dure, che non comportino lividi ed ecchimosi, come la sanzione scelta dall'insegnate protagonista della vicenda.

come cazzo si fa ad imparare il francese e a non diventare froci..................oddio [SM=x584441][SM=g1569733]
09/06/2007 17:09
 
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Re: biopresto e anvedi

Scritto da: stella rossa 09/06/2007 10.08
è tempo di tornare alla bacchetta e ai ceci, prima che sti stronzetti raggiungano la maggiore età.




questi metodi invece mi pare abbiano prodotto Balilla e gioventù hitleriana, o sbaglio?
Il sette in condotta e ripetere l'anno mi pare la soluzione migliore.
09/06/2007 19:01
 
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Re:

Scritto da: stella rossa 09/06/2007 17.03
se lo stronzetto si rende conto di non poter avere sempre il culo coperto quando si trova dinnanzi a qualcuno, la prossima volta prima di commettere un atto di violenza ci pensa due volte. come fanno tutti gli esseri umani non deviati.



Così generi una educazione che si basa non su un contratto sociale reciprocamente pattuito, ma sulla PAURA della coercizione che si potrebbe subire. Una società in cui l'autorità non è autorevole ma violenta. Ripeto è periglioso. Infatti fai l'esempio del vicolo di periferia, il classico luogo rappresentativo della jungla urbana, e dunque della "forza" come strumento di sopravvivenza, mancando una codifica sociale basata su altro. Però avvallare l'idea che si possa trasferire il concetto del calcio all'interno di una istituzione con finalità educative è sbagliato.





la società è un termine troppo astratto, che usato in questo contesto non porta ad alcuna soluzione.
se io sono un'insegnante non rappresento necessariamente la società che non offre gli strumenti adeguati al ragazzo. quindi non sono soggetto ad alcuna accusa.
se in classe l'alunno ha degli atteggiamenti violenti io ho l'obbligo, nei confronti degli altri studenti, di metterlo in riga, renderlo inoffensivo. sennò cambio mestiere, vado a fare la crocerossina per scelli.



La scuola è un' istituzione, qui non mi interessa nemmeno discutere del singolo insegnante, che magari fa quanto è nelle sue possibilità giorno dopo giorno, ne conosco diversi di insegnanti, giovani e meno giovani, e posso garantire che esiste la volontà di "prendersi carico", seppure il supporto sia spesso carente.

Poi non mi piace il discorso che riduce il ruolo della scuola a "rendere inoffensivo" il bullo. Si tratta di un errore, che invece di fornire un supporto educativo che permetta di uscire dalla situazione di disagio invece mette una etichetta sulla fronte del minore in questione, il quale è già un criminale in erba e la scuola non farà nulla per dargli una prospettiva diversa, ma si limiterà a sbarazzarsi di lui al più presto. Questo significa abdicare al ruolo pedagogico ed educativo proprio laddove la "missione" è maggiormente complicata, ma tremendamente rilevante, perchè la scuola rappresenta comunque, per un ragazzo che viva in un ambiente "disagiato" l'unica forma di contatto possibile con un progetto di realizzazione differente; condannare ad una presunta irrecuperabilità tutti questi casi significa davvero "mollare" laddove invece si dovrebbe potenziare l'intervento.




la verità è che spesso non è la "società" a non fornire strumenti, ma la famiglia. e non perchè picchia il bambino, ma perchè lo vizia e lo iperprotegge.



Scusa, tu mi stai parlando di una apprensiva madre il cui bambino, ormai un po' cresciuto si dà alle cattive compagnie, oppure di una famiglia, con torbide relazioni con la criminalità locale, il cui pargoletto già si dà da fare con le prime "imprese"?

Perchè di solito le iterazioni familiari non sono propriamente sovrapponibili.

P.S: Il fatto che un genitore contesti l'istituzione scolastica non significa assolutamente che non tiri ceffoni al figlio o che non ci siano relazioni problematiche in famiglia.


magari non saranno educati col metodo montessori, ma a livello sociale si è arrivati alla criminalizzazione della sculacciata o della tirata d'orecchie, e questo, a mio avviso, è semplicemente ridicolo.



Non ho ancora capito per quale ragione tu sia impostata sull'idea di una educazione che si impartisce con la violenza.
Non mi convincerai mai che prendere un bambino a ceffoni sia una brillante idea educativa. Allora permettiamo alla polizia di picchiare i delinquenti presi in flagrante... Se l'idea è quella.




se i bambini mancano di educazione e disciplina bisogna che qualcuno gliele impartisca, anche utilizzando il pugno duro.



bisogna costruire relazioni con i minori e individuare i soggetti maggiormente problematici e quelli più sensibili. Non si può ridurre l'educazione alla disciplina.





e punire non vuol dire necessariamente utilizzare la spranga, ma delle punizioni disciplinari, anche dure, che non comportino lividi ed ecchimosi, come la sanzione scelta dall'insegnate protagonista della vicenda



Ripeto il concetto, non faccio una tragedia del comportamento della prof. Però spingere un ragazzo all'autoumiliazione scritta è assolutamente inutile, oltre che psicologicamente dannoso. Poteva dargli una ricerca sulla legislazione riguardo i diritti degli omosessuali in Italia ed in europa da esporre in classe. Poteva fargli leggere pubblicamente pezzi del simposio di Platone, o farlo sospendere per 10 giorni con obbligo di frequenza, facendogli fare migliaia di cose, da solo in una classe, lontano dai compagni, o se preferiva anche fargli mettere a posto il giardino della scuola (talvolta si faceva nelle scuole della mia zona). Tutte queste cose avrebbero sufficientemente dato l'idea di una norma che viene rispettata senza violarne altre per l'ansia di punizioni esemplari.
Conoscere le nostre paure è il miglior metodo per occuparsi della PAURA degli altri.
(Carl Gustav Jung)

09/06/2007 19:26
 
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Re: Re: biopresto e anvedi

Scritto da: Dott.Zivago 09/06/2007 17.09


questi metodi invece mi pare abbiano prodotto Balilla e gioventù hitleriana, o sbaglio?
Il sette in condotta e ripetere l'anno mi pare la soluzione migliore.




beh, e allora diamogli una pistola in mano e attendiamo che capiscano da soli che in linea di massima è sbagliato sopraffare i più deboli ed essere violenti [SM=x584433]

come cazzo si fa ad imparare il francese e a non diventare froci..................oddio [SM=x584441][SM=g1569733]
09/06/2007 20:30
 
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Così generi una educazione che si basa non su un contratto sociale reciprocamente pattuito, ma sulla PAURA della coercizione che si potrebbe subire. Una società in cui l'autorità non è autorevole ma violenta. Ripeto è periglioso. Infatti fai l'esempio del vicolo di periferia, il classico luogo rappresentativo della jungla urbana, e dunque della "forza" come strumento di sopravvivenza, mancando una codifica sociale basata su altro. Però avvallare l'idea che si possa trasferire il concetto del calcio all'interno di una istituzione con finalità educative è sbagliato.



intanto io non ho parlato di periferia ma del cuore della città, ovvero i luoghi in cui risiede la cultura originaria (o folkloristica) che contraddistingue un determinato posto.
ciò significa semplicemente che certi atteggiamenti non sono occasionali ma sono La norma, definiscono, in linea di massima, il comportamento di una determinata popolazione perchè ne costituiscono le radici culturali.
per il resto mi pare che tu stia mistificando un po' troppo l'aspetto coercitivo. in qualsiasi ordinamento giuridico tutti gli atti aventi forza di legge prevedono punizioni ( o sanzioni) per i trasgressori. non è un problema di violenza, ma di giustizia, proprio in virtù del "contratto sociale": chi lo viola è sanzionato dalla comunità [SM=x584433]




La scuola è un' istituzione, qui non mi interessa nemmeno discutere del singolo insegnante, che magari fa quanto è nelle sue possibilità giorno dopo giorno, ne conosco diversi di insegnanti, giovani e meno giovani, e posso garantire che esiste la volontà di "prendersi carico", seppure il supporto sia spesso carente.



la scuola è un'istituzione, ma chi entra a contatto con i ragazzi è l'insegnante. l'insegnante, come ben sai, ha libertà di metodo, quindi libertà di scegliere come rapportarsi con i propri alunni.
quindi finchè non infrange la legge o non viene meno alla sua mansione professionale, non va toccato.
così come non viene toccato nessun altro lavoratore che svolge professionalmente le proprie mansioni, per uno stipendio da fame a fronte di grossissime responsabilità.
invece negli ultimi anni ho assistito o mi è stato riferito dell'invadenza dei genitori nel metodo se non addirittura nell'attività di valutazione del corpo docente, invadenza esercitata con violenza verbale e a volte fisica.
la scuola a queste condizioni non può farsi carico di alcun problema sociale perchè lasciata sola al suo destino, fruita da barbari psicopatici e senza finanziamenti. cosa pretendiamo, che gli insegnanti escano la bacchetta magica e risolvino i problemi del mondo?
se io fossi una docente, oggi come oggi, entrerei in classe e leggerei il giornale o chatterei su msn, tanto a che serve insegnare a certa gente? una volta erano solo i ragazzi che non volevano imparare, ora sono i genitori, quei ragazzi di ventanni fa, che non vogliono che i loro figli imparino.
solo chi ha patito le conseguenze dell'analfabetismo, cioè i nostri nonni, davano importanza all'istruzione, oggi, i modelli sociali non fanno che dirci che la cultura non serve a nulla, da costantino all'ex governatore del lazio, camionista e picchiatore fascista. perchè il figlio del macellaio di via plebiscito dovrebbe voler imparare a scrivere correttamente in italiano, se tanto fra dieci anni scapagnino lo candiderà a consigliere comunale, grazie alle conoscenze mafiose che la sua famiglia coltiva?


Poi non mi piace il discorso che riduce il ruolo della scuola a "rendere inoffensivo" il bullo. Si tratta di un errore, che invece di fornire un supporto educativo che permetta di uscire dalla situazione di disagio invece mette una etichetta sulla fronte del minore in questione, il quale è già un criminale in erba e la scuola non farà nulla per dargli una prospettiva diversa, ma si limiterà a sbarazzarsi di lui al più presto. Questo significa abdicare al ruolo pedagogico ed educativo proprio laddove la "missione" è maggiormente complicata, ma tremendamente rilevante, perchè la scuola rappresenta comunque, per un ragazzo che viva in un ambiente "disagiato" l'unica forma di contatto possibile con un progetto di realizzazione differente; condannare ad una presunta irrecuperabilità tutti questi casi significa davvero "mollare" laddove invece si dovrebbe potenziare l'intervento.



vedi sopra alla voce bacchetta magica. l'insegnante non ha alcun potere in classe. ieri era messo alla gogna perchè si era permesso di prendere un provvedimento oggi è messo alla gogna perchè ha permesso che dei coglioni girassero per scuola in sella ai propri scooter?
a me pare che l'unica riflessione che si può fare su queste vicende è : perchè la stampa e la tv stanno attuando un piano meticoloso e sistematico di diffamazione dell'istituzione scolastica e della classe insegnante?






Scusa, tu mi stai parlando di una apprensiva madre il cui bambino, ormai un po' cresciuto si dà alle cattive compagnie, oppure di una famiglia, con torbide relazioni con la criminalità locale, il cui pargoletto già si dà da fare con le prime "imprese"?

Perchè di solito le iterazioni familiari non sono propriamente sovrapponibili.

P.S: Il fatto che un genitore contesti l'istituzione scolastica non significa assolutamente che non tiri ceffoni al figlio o che non ci siano relazioni problematiche in famiglia.




ciò che avviene all'interno delle famiglie non lo posso sapere, ma soltanto desumere. a me pare che le famiglie in generale, a prescindere dalla classe sociale e dai legami con la criminalità organizzata, stiano diventando troppo permissive e protettive nei confronti della prole, mettendosi dalla parte del figlio anche quando il figlio è un vandalo e concedendogli qualsiasi vizio (consumistico).
è normale che questa educazione produca bambini con un ego ipertrofico e megalomane che pisciano in faccia ai professori e prevaricano i compagni più deboli. da questo comportamento desumo che non ci siano violenze in famiglia, ma chiaramente non posso affermarlo con certezza.




Non ho ancora capito per quale ragione tu sia impostata sull'idea di una educazione che si impartisce con la violenza.
Non mi convincerai mai che prendere un bambino a ceffoni sia una brillante idea educativa. Allora permettiamo alla polizia di picchiare i delinquenti presi in flagrante... Se l'idea è quella.




mah...
questo paragone tra infante e detenuto è alquanto azzardato, non si tratta esattamente della stessa cosa. il bambino non è un prigioniero, non è nelle stesse condizioni, quindi è ovvio che non possono, nè subiscono un pari trattamento.
nè la spranga o il linciaggio possono essere paragonati alla sculacciata o alla tirata d'orecchie, o no?
insomma, una madre che dà una sculacciata al bambino che fa i capricci per te è una persona violenta?
il nodo è questo.





bisogna costruire relazioni con i minori e individuare i soggetti maggiormente problematici e quelli più sensibili. Non si può ridurre l'educazione alla disciplina.



certo, ma la disciplina è una componente, non esaustiva, dell'educazione.






Ripeto il concetto, non faccio una tragedia del comportamento della prof. Però spingere un ragazzo all'autoumiliazione scritta è assolutamente inutile, oltre che psicologicamente dannoso. Poteva dargli una ricerca sulla legislazione riguardo i diritti degli omosessuali in Italia ed in europa da esporre in classe. Poteva fargli leggere pubblicamente pezzi del simposio di Platone, o farlo sospendere per 10 giorni con obbligo di frequenza, facendogli fare migliaia di cose, da solo in una classe, lontano dai compagni, o se preferiva anche fargli mettere a posto il giardino della scuola (talvolta si faceva nelle scuole della mia zona). Tutte queste cose avrebbero sufficientemente dato l'idea di una norma che viene rispettata senza violarne altre per l'ansia di punizioni esemplari.



ha fatto la cosa che credeva opportuna, anche nel rispetto della vittima del ragazzo ( che in questo topic si ignora bellamente).
mesi fa tutta l'italia si indignò con i professori che non erano stati accanto ad un ragazzo, spinto al suicidio da offese simili dei compagni.
oggi la stampa, e molti forumisti, inveiscono contro un docente che ha fatto qualcosa in una situazione analoga.
è del tutto schizofrenico questo atteggiamento (e oltremodo stupido, poichè non si riesce ad avere un minimo livello critico dinnanzi a notizie che hanno una carica emotiva).

personalmente ritengo che l'insegnante abbia fatto la cosa giusta discreditando il bullo dinnanzi alla classe. ne ha leso l'autorità che aveva sui compagni e quindi la credibilità.
poi, se si vuole a tutti i costi i buonisti del piffero, possiamo continuare benissimo a vivere in una società in cui per non punire un delinquente non si proteggono le vittime.
tanto io abito in sicilia, sono abituata a questo andazzo [SM=x584438]

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11/06/2007 16:52
 
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Stella, Storace non era (e non poteva essere per ragioni anagrafiche) un picchiatore fascista [SM=x584433]

Poi, che ne pensate invece del caso del video di scuse dei due liceali di Milano?
Che potere avrebbe l'Inferno se i dannati non potessero sognare il Paradiso?

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