Amato e Criticato,
The wind that shakes the barley è stato il vincitore del festival di Cannes di quest'anno, palma voluta da Wong Kar-wai, che ha premiato uno dei registi più intransigenti, politicamente impegnati, ostinatamente contrari alle mode, che il cinema europeo ed internazionale abbiano visto: Ken Loach.
La Trama
Il paese dell'erba verdeggiante e dei trifogli non può che essere l'Irlanda, l'Irlanda degli inizi del secolo scorso, in quegli anni che ne cambiarono il volto, sospesi tra la guerra di indipendenza e la guerra civile. Ed in questo contesto, così storico ed assieme carico di implicazioni politiche, Loach sviluppa la storia di un rinnovato fratricidio dalla dimensione tragica.
I passi dell'IRA verso l'indipendenza sono visti dall'angolo privilegiato di due fratelli, Damien e Teddy, l'uno medico l'altro più umile ma dirigente dell'esercito repubblicano, che combattono per l'indipendenza.
Come spesso accade, ad un certo punto le loro strade si divideranno, per ricongiungersi nel peggiore dei modi.
La Regia, l'attore
Pulito realismo e qualche omaggio alle tentazioni di lirismo, in un film che si nutre degli ottimi scenari e delle locations assolutamente evocative. Cillian Murphy è bravo nell'affrontare il difficile ruolo del medico idealista che diviene guerrigliero.
La recitazione è buona, nonostante una sceneggiatura didascalica che espone a qualche momento farragginoso, assorbito da un coinvolgimento emotivo che per la tecnica registica di Loach è importante da ottenere negli attori e negli spettatori.
La Politica
Questo film ricorda in parte
"Terra e Libertà" ma con un impianto teorico meno ingombrante, e
"La canzone di Carla" seppure con una tenuta di trama migliore di quest'ultimo; si colloca perciò nella categoria dei film politico-storici, nei quali naturalmente il regista anglosassone riversa anche l'odierna quotidianità (la descrizione dell'occupazione inglese ha tratti universalistici) rimanendo però fedele alla storia.
Già in
Terra e Libertà il faro era puntato più sui racconti del POUM che rivaleggiava con gli Stalinisti che sulla lotta antifascista, a quel tempo una riflessione inedita nel punto di vista, in questo caso il film è diviso in due tempi distinti. Nel primo si indagano le ragioni della guerra di indipendenza, la nascita dell'IRA e la repressione dei Britannici, nel secondo si delinea, con il trattato di Londra, la rivalità tra sostenitori del trattato ed indipendentisti duri, fatta di nuove sortite, di nuove repressioni, di nuovo sangue, adesso più fraterno.
Il conflitto tra Damien e Teddy è quello tra il Fianna Fáil e lo Sinn Féin, tra Harry Boland e Michael Collins, è la storia dell'Irlanda sublimata in una villa di campagna.
Il campo rimane aperto alle interpretazioni, il quadro si sfuma nei reciproci lati oscuri, e la morte chiude un rapporto ed una guerra, che sembra tranciare anche il futuro.
Voto Complessivo: 8
La cosa Migliore: La forza del soggetto, le location
la cosa peggiore: Qualche eccesso lirico.
La Frase: "...Volevo star fuori da questa guerra, e mi ci sono trovato, ed oggi che volevo uscirne, non ci riesco..."
Conoscere le nostre paure è il miglior metodo per occuparsi della PAURA degli altri.
(Carl Gustav Jung)