10 Maggio 1939, Marte è Facista!
Eccomi, dopo una interminabile coda sulle scale del cinema ho assistito alla proiezione di
Fascisti su Marte presentata da Guzzanti, ospite in sala, che in tono bonario ha parlato delle qualità della sua opera prima visibile al cinematografo.
La Trama
Direi che il soggetto è noto a tutti: cinque virgulti italici si gettano nell'impresa dell' "espansione verticale" verso il pianeta rosso, bolscevico e traditor. Barbagli (Guzzanti) è il gerarca che li guiderà nell'impresa, che vede una lotta con gli alieni, dei sassi antennuti detti "mimimmi" e un difficile ritorno al suolo patrio. Ma soprattutto è un film ricco di metafore, di ironia, di gag che si misurano con il difficile strumento del cinegiornale simulato, che rallenta il ritmo e spezzetta la narrazione. Diviso in circa una decina di sottocapitoli autonomi è un film poco di narrazione e molto di ambientazione, e forse questa una delle sue pecche maggiori, che lo rende più adatto all'ambiente televisivo che a quello cinematografico.
Marte
Marte è il luogo dove si reinstalla un regime fascista, facendo i conti con l'assurdità dell'ambiente, la mancanza di aria, di acqua, di nutrimento, di qualsivoglia oggetto eccetto la sabbia e le rocce. Tutte questioni affrontate in modo assolutamente paradossale dal gerarca e dagli altri figliocci della lupa, in parte a metafora della politica del ventennio (il discorso dei manipoli riproposto ai mimimmi) ed in parte a metafora della politica italiana attuale (un nuovo miracolo marziano).
L'operazione nasce come divertessiment di un gruppo di amici dopo l'esperienza maturata ne "il caso scafroglia" dove parte dei primi minuti del film erano già stati utilizzati (ma la grandissima parte del materiale cinematografico è inedito), che è poi strabordata in un girato di più di quattro ore qui ridotto a 100 minuti circa.
Il cinegiornale
Lo stile del Cinegiornale è una scelta progettuale, sia ben chiaro, è un'idea che conserva una componente comica propria visto il maccheronismo dell'operazione, ma ha anche due difetti, che sono poi pecche fondamentali della pellicola.
100 minuti di film privo (quasi completamente) di dialoghi, tutto commentato e "raccontato" da una voce fuori campo sono molti per non apparire "eccessivi"; inoltre questo meccanismo costringe Guzzanti, peraltro molto bravo e visionario ed in grado di spremere davvero tutto dalla idea di partenza, a mantenere da solo e costantemente l'intero fuoco della pellicola, che gioco forza mostra dei momenti di stanca e delle sfilacciature. Nella seconda parte si cerca di impostare una struttura narrativa consona, tuttavia a mio giudizio il tentativo è malriuscito.
Tecnicamente
La fotografia è disomogenea, si trasforma nel corso del film, essendo inizialmente virata verso il rosso e molto sporca e dopo invece modificandosi in maniera ben percettibile, senza che sia riuscito a capirne la ragione. Si conclude anche con sprazzi a colori.
Guzzanti
Come interprete ed autore dimostra ancora una volta una capacità di inventiva e di gestione del "modo" comico che ha pochi paragoni. La sua satira è divertente e sottile, acuminata, e sicuramente mediata anche da un talento visionario che in qualche modo lo pone in rilievo. Non è giusto che debba fare tutto lui però. Il Guzzanti comico esce rafforzato da questa proiezione, per il Guzzanti regista invece c'è ancora strada da percorrere (come del resto anche la sorella), anche se gli auguro di aver l'occasione di riprovare.
Giudizio Sintetico:
Film tecnicamente criticabile e decisamente non "cinematografico" ma divertente, specie per chi è già appassionato del lavoro di Corrado Guzzanti, avendolo visto in TV o nei teatri. Forse è più un lavoro da DVD e home theatre che da grande schermo.
Voto 6+
La Frase: "Uno statista non è colui che non fa errori, anzi, uno statista è grande perchè nonostante tutte le enormi coglionate che fa continua a restare in sella."
Conoscere le nostre paure è il miglior metodo per occuparsi della PAURA degli altri.
(Carl Gustav Jung)