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Il club della Lotta... (1999)

Ultimo Aggiornamento: 20/05/2007 13:03
12/09/2005 02:27
 
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Va bene ragazzi, finalmente lo ho visto... Serata passata davanti ad un televisore, con buona compagnia, birra scura e popcorn quanti bastano, ed il film straconsigliato da mezzo politburo del PAURA...


Il film probabilmente migliore di Fincher (Seven, Alien3) famoso o famigerato per le ambientazioni gocciolanti, illuminate al neon, e ansiose (sincopate) nello scorrere, non esce troppo da questo seminato ma produce contenuti validi o quantomeno meritevoli di riflessione.

Film Psicologico sicuramente, Politico probabilmente, occhieggiante ad una misoginia non sempre tra le righe, ma spesso esplicitata chiaramente (e non basta una dark, pure bella a levare la sensazione di aver presentato una società monosessuata). D'altronde di questi tempi il cinema allucinatorio ed i protagonisti schizoidi mietono successi incredibili, ed altrettanto vale per la visionarietà di questo Fight Club.

Sceneggiatura: Tratto dal secondo libro di Chuck Palahniuk (Fight club, Mondadori, 2004) il film mantiene il più possibile l'aspetto diretto e spietato che l'autore imprime alle pagine, grazie al lavoro di Jim Uhls, impegnatosi molto per svolgere un lavoro fedele al libro dell'autore dell'Oregon. La sceneggiatura comunque si snoda bene, dimostrandosi il punto di forza dell'opera. eccetto per alcuni passaggi (il filo che lega il fight club al progetto Mayhem è poco sviluppato e sostanzialmente irrisolto, quantomeno nel film) e qualche colpo di scena un po' "telefonato" (sia quello della doppia personalità che quello della esplosione della sua casa sono apparsi evidenti ben prima del momento dello svelamento).

Attori: Eccellente E.Norton (la 25°Ora) che rimane superiore a Pitt quasi per tutta la durata del film, perfettamente in grado di destreggiarsi nel grottesco della porzione centrale della pellicola, e di sostenere il dramma finale; buona la prova di Brad Pitt, in un crescendo finale che lo fa uscire (almeno in buona parte) da un certo manierismo della prima metà del film, che appare quasi trasformare a tratti il dramma in commedia. Nemmeno l'unica fanciulla (Helena Bonham Carter) non è da disdegnare, in un ruolo che fino in fondo si mantiene come sostegno alla realtà ed alla irrealtà del protagonista. Macchiettistico il contorno di sgherri, probabilmente per scelta.



Regia Fincher non è tra i migliori sulla piazza... Con un occhio all'estetica ed a qualche ricercatezza stilistica ha il pregio di non avvilire la pellicola nella ricerca di inquadrature speciali o nel consumo di effetti speciali da pellicola d'azione. Volutamente macchinoso nella modalità narrativa, cura poco gli stacchi tra alcune sequenze, alimentando un ritmo sincopato e spesso frammentario... Comunque il bilancio dell'opera non ne risulta profondamente alterato.
La fotografia non impressiona, anche se appare curata, verosimilmente grazie ad un budget non certo risicato.



L'antagonismo al potere è il fulcro (forse) politico della pellicola. Ricercare se si tratti di un mediocre elogio dell'animalità come fonte di uguaglianza o di una ricerca di neo-estetica sociale (un gruppo di tutti eguali) è complicato, anche perchè la compresenza dei due protagonisti rende irrisolvibile la scelta tra il duopolio in cui si dibatte il protagonista (quasi vaticinato da un tavolino comperato all'IKEA, legata peraltro ad una sequenza iniziale gradevole). Difatti, se la morte di Tyler appare come un trionfo della stabilità sulla rivolta, dall'altro la sequenza finale ne annuncia l'ineluttabilità (della rivolta) in termini chiari e quasi apocalittici. La critica sociale, pur forte ed aggressiva, si inceppa in un certo macchiettismo (sgherri quasi robotici, risibili vandalismi, sciocco leaderismo) che forse riducono la portata visionaria della pellicola, ma in altro senso evitano di proporla in termini eccessivamente seriosi sotto l'aspetto della critica sociale.
Infine, nel complesso la progettualità anarco-egalitaria risulta sfuggente, necessaria solo a tratti, forzosa e poco disvelata nei suoi aspetti più formali (organizzazione e sue modalità di nascita e funzionamento) sì da apparire un costrutto giustapposto, seppure necessario alla storia.

Tutto sommato il film cresce nel corso dei minuti finali, districando in qualche modo buona parte dei legacci psicologici (ma non altrettanto fa con quelli politici) e la sequenza finale, pur non risolutiva, appare chiudere in modo bivalente la breve storia del fight club e del suo creatore.

Voto complessivo: 7
La cosa migliore: La sceneggiatura.

La Citazione: "Le cose che possiedi alla fine ti possiedono"




Hasta Siempre... [SM=x584431] [SM=x584458]
Conoscere le nostre paure è il miglior metodo per occuparsi della PAURA degli altri.
(Carl Gustav Jung)

13/11/2005 05:39
 
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Questo thread m'era sfuggito, ISKRA
Recensione sobria. Ma proprio stasera ho rivisto la pellicola per la 12ma volta (non scherzo), e devo compendiare quest'analisi.

La regia. Fincher dimostra ancora una volta, dopo Seven, grande talento nel creare un mondo a sé stante in cui i personaggi si muovono in contrapposizione reciproca su uno sfondo noir. La scelta delle musiche, fornite per lo più dai grandissimi Dust Brothers, è azzeccatissima e alimenta in maniera incalzante il ritmo del film, fino al fantastico finale dei Pixies "where is my mind?" con i palazzi che crollano sullo sfondo e Jack e Marla che si tengono per mano.

Sul colpo di scena: a riguardare il film era in effetti annunciato (e il regista non si nasconde certo dietro un dito: i segnali sono tanti anche se fugaci), ma alla prima visione ero così rapito dalla storia che non avevo capito l'arcano fino al momento fatidico. Il che va accreditato soprattutto alla scelta degli attori: Pitt e Norton riescono ad incarnare personaggi totalmente antinomici, e di ciò il merito va ad entrambi. L'interpretazione di Pitt è perfetta per il ruolo di proiezione dei desideri di Jack, ed è eccellente tanto quanto quella di Norton.

Poi vanno sottolineate alcune sottigliezze, come i fotogrammi di Tyler inseriti furtivamente nella pellicola prima della sua comparsa sulla scena, durante il periodo dell'insonnia di Jack e delle sue visite ai gruppi di supporto - fino all'apparizione cataclismatica di Marla. Eccone due:


«You wanna see PAIN? Swing by the First Methodist Church, Friday night, to see testicular cancer. THAT's pain»

«Everything's a copy... of a copy... of a copy»

Ma ce ne sarebbero altri. E non sono solo un improbabile messaggio subliminale per lo spettatore: considerando l'attività notturna di Tyler che monta le pellicole inserendovi fotogrammi di cazzoni, queste immagini frapposte si configurano come un accenno di metacinema, di contorno, certo, ma supportato da altri passaggi nel film: come quando, dopo un inizio di storia in cui Jack con la pistola in bocca viene invitato da Tyler a pronunciare qualche parola per l'occasione e dice "non mi viene in mente niente", nel finale la scena si ripete e Jack fa: "non mi viene in mente ancora niente". "Umorismo da flashback", commenta infatti Tyler.

Qualche parola sul ruolo della donna. Il tutto - sono le parole di Jack - comincia per via di una donna di nome Marla Singer (un'ottima scelta, quella della Bonham Carter di Casa Howard). Senza di lei, Jack starebbe probabilmente ancora piangendo tra le tettone di Bob (grandioso MeatLoaf!). Marla funge da specchio per la menzogna di Jack ai gruppi di supporto. Riflettendone la sceneggiata, senza peraltro risentire della presenza di un "falso morente" come lei, Marla accentua in Jack la scissione schizofrenica attore-spettatore, inducendolo a compiere un ulteriore passo verso il fondo: Jack esce dai gruppi di supporto e si inventa finalmente Tyler, che fino a quel momento lateva inespresso nella sua mente.

Marla è insomma il power animal di Jack: prende il posto del fanciullesco pinguino iniziale e lo invita a scivolare. A lasciarsi andare. A non voler controllare tutto.

Il che costituisce anche la filosofia di Tyler. In un certo senso, Tyler è creato da Marla.

Tutto comincia e tutto si risolve con Marla: è l'elemento che conferisce unità a tutta la storia. Viene cacciata su un autobus da un preoccupatissimo Jack, e viene guidata nel palazzo dai membri del progetto Mayhem (evidentemente già presenti sullo sullo stesso bus, poiché già istruiti da Tyler), proprio nel momento in cui Jack ricupera l'unità mentale.

Occorre riguardare il film con in mente la scissione mentale di Jack nei due personaggi per cogliere appieno questo punto.

Infine le implicazioni sociologico-politiche. Il progetto Mayhem (una bella parola inglese: "cagnara", "casino", "confusione") è sia un'utopia di unità e fratellanza che una possibile (forse l'unica) via d'uscita alla schizofrenia del capitalismo. Le implicazioni grottesche sono rese esplicite nel momento in cui i membri dell'"esercito" di Tyler si fissano monotonamente sul fatto che Bob ha riascquistato un nome dopo la sua morte, ripetendo "il suo nome è Robert Paulson" come una litania religiosa, anche in altri Fight Club fuori dal quartier generale.

Il tema dominante è quello del dolore fisico come risveglio alla vita, come rimedio all'anestesia dei beni materiali inutili che, posseduti, possiedono. Nel Fight Club ci si picchia, ma si smette immediatamente quando uno dice "basta" e non si lotta per odio, ma per amore inteso nel senso di filòs ellenico. Il film denota un vago sottotono omofiliaco, appena accennato nella scena in cui Tyler bacia la mano a Jack prima di versarvi dell'acido sopra, o in quella in cui Tyler dice a Jack: "devi dimenticarti di quello che sai sulla vita, sull'amicizia, e soprattutto sul rapporto tra me e te", lanciandogli un'occhiata allusiva, prima di schiantarsi con la macchina fuori dall'autostrada. In entrambe le scene, notiamo che la filìa prelude all'inflizione di dolore.

Accanto a ciò, si sviluppa il tema dell'erotismo etero, altrettanto estremo: memorabili le scene in cui i calcinacci vengono giù in testa a Jack per le acrobazie sessuali di Tyler e Marla, che urla come neppure le partner di Rocco Siffredi... fenomenale il momento in cui Tyler apre improvvisamente la porta, seminudo, trova Jack fuori e sullo sfondo si vede Marla a gambe all'aria, devastata.

Eros e filòs corrono insomma paralleli per tutta la storia e solo alla fine abbiamo un momento sfuggente di agapé, quando i due si tengono per mano e Jack dice a Marla: "mi hai incontrato in un momento molto particolare della mia vita" (!!!).

Per concludere, vorrei sottolineare che Ground Zero (sono le prime parole di Tyler: "This is it. Three minutes. Ground Zero") è stato coniato come termine poco prima del crollo dei palazzi delle compagnie di carte di credito (base dell'economia, come il WTC) in un film del 1999... due anni prima di un ground zero che - purtroppo - non ha ancora prodotto effetti benefici. Bin Laden ha sbagliato qualcosa, questo è certo.




Modificato da Peppino Gavoni 13/11/2005 5.53
13/11/2005 11:27
 
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mi voglio fidare!
allora oggi mi vedo questo,sperando che almeno in videoteca ci sia...
14/11/2005 01:52
 
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Re: Questo thread m'era sfuggito, ISKRA

Scritto da: Peppino Gavoni 13/11/2005 5.39
"mi hai incontrato in un momento molto particolare della mia vita" (!!!).


Eccezionale (come lo dice Carlo).


Su tutto il resto vorrei aggiungere che non sono riuscita a trovare un punto di contatto con Iskra sul progetto Mayhem e sul fightclub.
Non c'è stato verso.
Iskra sostiene che il progetto Mayhem è del tutto fallimentare e fine a sé stesso, non sviluppato, non contestualizzato; non si spiega il filo conduttore che va dalla violenza corporale alla rivolta contro il capitalismo americano.

Dal mio punto di vista, invece, è la cronaca di una morte annunciata.
Provo a spiegarmi:
dapprima riusciamo a comunicare solo attraverso uno scontro animale, istintivo, gratuito che ci dà la sensazione di essere vivi. Appiattisce gli strati sociali.
Su questo il film insiste parecchio: il garzone di un bar, al sabato sera, era un leone nel fightclub contro l'imprenditore.
Vendicava una categoria, anzi tutte le realtà sfruttate dal sistema, in uno scontro "nudo", senza trucchi o mamme, leggi (la prima regola del fightclub è non parlare mai del fightclub), insomma azzerava ogni background.
Questo sembra una soluzione a tutto.
Ma, chiaramente (almeno per me) la situazione ben presto sfugge di mano.
La "vendetta" degli oppressi esige sempre di più.

Giustamente.

E, giustamente, la soluzione non viene trovata.
Anzi, sfocia nell'apocalittico finale, senza vincitori né vinti, scappa di mano allo stesso ideologo, si palesa in un'esplosione catarica(?) a cui assiste un pubblico inerme.

Non può che finire così.

Il progetto viene vissuto "di pancia", il risultato non può che essere "di pancia".

Perdono tutti.

Nel libro è tutto più chiaro: Jack parla in prima persona da paziente di un ospedale psichiatrico.

(Se la discussione va avanti parlo anche di Marla)
...chissà potrei anche piacere a qualche dio malato.
Anonimo Argentino
14/11/2005 09:50
 
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Ah, Sabi...
dimenticavo di annunciarti l'ultima fatica del tuo divo preferito, implicato in una spy-story che presenta un trailer dove Pitt e la Jolie, marito e moglie, se le danno di santa ragione in quanto assassini al servizio di due diversi gruppi.
Effetti speciali, bazooka, esplosioni e molto altro...
Comunque NULLA che faccia presagire un film d'autore, nè qualcosa che ci assomigli, seppure vagamente...



[SM=x584427] [SM=x584430] [SM=x584427]



Modificato da ISKRA! 14/11/2005 10.07
Conoscere le nostre paure è il miglior metodo per occuparsi della PAURA degli altri.
(Carl Gustav Jung)

14/11/2005 11:18
 
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Re: Re: Questo thread m'era sfuggito, ISKRA

Scritto da: Sabin@ 14/11/2005 1.52

Eccezionale (come lo dice Carlo).


Su tutto il resto vorrei aggiungere che non sono riuscita a trovare un punto di contatto con Iskra sul progetto Mayhem e sul fightclub.
Non c'è stato verso.
Iskra sostiene che il progetto Mayhem è del tutto fallimentare e fine a sé stesso, non sviluppato, non contestualizzato; non si spiega il filo conduttore che va dalla violenza corporale alla rivolta contro il capitalismo americano.

Dal mio punto di vista, invece, è la cronaca di una morte annunciata.
Provo a spiegarmi:
dapprima riusciamo a comunicare solo attraverso uno scontro animale, istintivo, gratuito che ci dà la sensazione di essere vivi. Appiattisce gli strati sociali.
Su questo il film insiste parecchio: il garzone di un bar, al sabato sera, era un leone nel fightclub contro l'imprenditore.
Vendicava una categoria, anzi tutte le realtà sfruttate dal sistema, in uno scontro "nudo", senza trucchi o mamme, leggi (la prima regola del fightclub è non parlare mai del fightclub), insomma azzerava ogni background.
Questo sembra una soluzione a tutto.
Ma, chiaramente (almeno per me) la situazione ben presto sfugge di mano.
La "vendetta" degli oppressi esige sempre di più.

Giustamente.

E, giustamente, la soluzione non viene trovata.
Anzi, sfocia nell'apocalittico finale, senza vincitori né vinti, scappa di mano allo stesso ideologo, si palesa in un'esplosione catarica(?) a cui assiste un pubblico inerme.

Non può che finire così.

Il progetto viene vissuto "di pancia", il risultato non può che essere "di pancia".

Perdono tutti.

Nel libro è tutto più chiaro: Jack parla in prima persona da paziente di un ospedale psichiatrico.

(Se la discussione va avanti parlo anche di Marla)


Solo un appunto. Perdono tutti, quindi alla fine lo scopo del progetto è stato raggiunto. Ground Zero: si torna all'inizio, nell'indifferenziazione.

Ma dimmi di più su Marla. So che nel libro c'è di più, tipo la storia del grasso della liposuzione, anche se l'ho letto di sfuggita (come te, non riuscivo a scrollarmi di dosso la sensazione di stare leggendo il copione...).
15/11/2005 18:52
 
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Re: Ah, Sabi...

Scritto da: ISKRA! 14/11/2005 9.50
dimenticavo di annunciarti l'ultima fatica del tuo divo preferito, implicato in una spy-story che presenta un trailer dove Pitt e la Jolie, marito e moglie, se le danno di santa ragione in quanto assassini al servizio di due diversi gruppi.
Effetti speciali, bazooka, esplosioni e molto altro...
Comunque NULLA che faccia presagire un film d'autore, nè qualcosa che ci assomigli, seppure vagamente...



[SM=x584427] [SM=x584430] [SM=x584427]





Modificato da ISKRA! 14/11/2005 10.07




questo film deve essere una schifezza totale [SM=x584474]
C'è un vecchio detto che recita: quando i pastori sono impazziti è meglio seguire le pecore




16/11/2005 00:24
 
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Re: Re: Ah, Sabi...

Scritto da: .kiwi. 15/11/2005 18.52



questo film deve essere una schifezza totale [SM=x584474]



Credo che il tuo commento sia una buona sintesi del mio pensiero avuto durante la visione del trailer...

[SM=x584425] [SM=x584454]
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19/05/2007 15:59
 
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Re:
Iskra!, ho una domanda da farti: secondo te, Tyler Durden è morto?

PS: grazie per la segnalazione di questo thread.. [SM=x584433]
"Ciò che non ha forma non si può distruggere" (Sun Tzu)
19/05/2007 18:46
 
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Re: Re:

Scritto da: cokori 19/05/2007 15.59
Iskra!, ho una domanda da farti: secondo te, Tyler Durden è morto?

PS: grazie per la segnalazione di questo thread.. [SM=x584433]



Non ho letto il libro, quindi è possibile che manchi qualche elemento non filmico alla interpretazione, ma intuisco che nella impronta retorica della tua domanda la risposta dovrebbe essere "No".

So che nel libro effettivamente le cose funzionano in maniera diversa che nel film, per quanto concerne il finale, forse ti riferisci a quello?

[SM=x584442]
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19/05/2007 18:58
 
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Re: Re: Re:

Scritto da: ISKRA! 19/05/2007 18.46


Non ho letto il libro, quindi è possibile che manchi qualche elemento non filmico alla interpretazione, ma intuisco che nella impronta retorica della tua domanda la risposta dovrebbe essere "No".

So che nel libro effettivamente le cose funzionano in maniera diversa che nel film, per quanto concerne il finale, forse ti riferisci a quello?

[SM=x584442]



No. Intendo proprio il finale del FILM.
"Ciò che non ha forma non si può distruggere" (Sun Tzu)
19/05/2007 19:48
 
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La fine

Scritto da: cokori 19/05/2007 18.58


No. Intendo proprio il finale del FILM.



Lo ho appena rivisto per dare un senso alla mia risposta.

Tyler come ente indipendente ha fine nel momento in cui Jack dice "ho gli occhi aperti" e attraverso il colpo di pistola riunisce ciò che l'insonnia rendeva diviso e incontrollabile.

Ricordi poco prima la citazione di Jack, che allarmato ed uscendo dall'hotel riconosce di aver dormito sempre più ore nelle giornate precendenti, e dunque di essere stato Tyler molto più a lungo?

La Morte è metaforica, ma nel film è presente.
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19/05/2007 20:03
 
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Re: La fine

Scritto da: ISKRA! 19/05/2007 19.48


Lo ho appena rivisto per dare un senso alla mia risposta.

Tyler come ente indipendente ha fine nel momento in cui Jack dice "ho gli occhi aperti" e attraverso il colpo di pistola riunisce ciò che l'insonnia rendeva diviso e incontrollabile.

Ricordi poco prima la citazione di Jack, che allarmato ed uscendo dall'hotel riconosce di aver dormito sempre più ore nelle giornate precendenti, e dunque di essere stato Tyler molto più a lungo?

La Morte è metaforica, ma nel film è presente.



Non era mia intenzione farti scervellare!:P
Semplicemente... Tyler Durden SEMBRA morire, perchè attraverso il gesto estremo Norton afferma di poter essere ciò che vuole. Non ha più bisogno di Tyler. Quindi, non vedendolo più, si pensa sia morto.
Tuttavia, qual è l'ultimo fotogramma del film? Un fotogramma pornografico.
E chi è che inseriva fotogrammi pornografici nel film?

....

Fight Clib è molto più complesso di quello che appare.. [SM=x584433]
"Ciò che non ha forma non si può distruggere" (Sun Tzu)
20/05/2007 04:44
 
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Re: Re: La fine

Scritto da: cokori 19/05/2007 20.03


Non era mia intenzione farti scervellare!:P
Semplicemente... Tyler Durden SEMBRA morire, perchè attraverso il gesto estremo Norton afferma di poter essere ciò che vuole. Non ha più bisogno di Tyler. Quindi, non vedendolo più, si pensa sia morto.
Tuttavia, qual è l'ultimo fotogramma del film? Un fotogramma pornografico.
E chi è che inseriva fotogrammi pornografici nel film?

....

Fight Clib è molto più complesso di quello che appare.. [SM=x584433]

Interpretazione interessante la tua, non nego che potrebbe essere, anche se privilegio la possibilità che Tyler venga re-interiorizzato, e quindi, rientrato entro i "normali" binari psichici di Jack, non sia semplicemente svanito in toto, ma riconnesso al suo creatore ("non sono io ad essermi creato un alter-ego perdente" dice lo stesso Tyler). Anche in questo, in effetti, la finzioe filmica diffferisce da quella letteraria. Quindi è Tyler a non esistere più, ma la chiusura porta a Jack il peso di decisioni e responsabilità.
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(Carl Gustav Jung)

20/05/2007 13:03
 
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Re: Re: Re: La fine

Scritto da: ISKRA! 20/05/2007 4.44
Interpretazione interessante la tua, non nego che potrebbe essere, anche se privilegio la possibilità che Tyler venga re-interiorizzato, e quindi, rientrato entro i "normali" binari psichici di Jack, non sia semplicemente svanito in toto, ma riconnesso al suo creatore ("non sono io ad essermi creato un alter-ego perdente" dice lo stesso Tyler). Anche in questo, in effetti, la finzioe filmica diffferisce da quella letteraria. Quindi è Tyler a non esistere più, ma la chiusura porta a Jack il peso di decisioni e responsabilità.


Tutto corretto.
Tuttavia, mi piace estremizzare e quindi ti dico la mia opinione a riguardo: con l'ultimo fotogramma sembra quasi che l'intero film sia stato girato da Tyler..o per lo meno che lui fosse in sala montaggio. E' la negazione dell'autore in favore dei suoi personaggi.. (un po' come è stato fatto nel romanzo di J. Fowles "La donna del tenente francese"..non so se l'hai letto..)
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