AUTORE: RAFFAELLA
TITOLO DEL POST: CRONACA DI UN SOGNO
INSERITO IL 4 NOVEMBRE 2004
Il sogno continua … questo il titolo del tour che Renato Zero sta portando in giro per tutta l’Italia… E ieri sera finalmente il sogno ha toccato Roma..
Vi tralascio tutta l’attesa, i cancelli che si aprono la corsa per i posti migliori e tutto il resto… ma vi racconto di come è strano trovarsi ai concerti di Renato e rendersi conto di tutte le diversità… Mamme, .Papà , Nonne, Bambini, Famiglie, Omosessuali, Disabili Giovani… quelle diversità che sembrano mostrare i vari volti della vita, ma che si annullano quando ti ritrovi nello stesso posto, alla stessa ora in attesa della stessa voglia di magia… Renato chiama e i sorci rispondono. Non esiste più differenza, siamo tutti li per lo stesso motivo e con la stessa voglia di essere catturati ancora una volta da lui.
Le due ore che ci dividono dal concerto passano tra una telefonata, un panino, una chiacchiera e tanta agitazione… Alle 20.30 finalmente le luci si spengono e sul grande telo bianco che copre tutto il palco e la scenografia appare il volto di Renato… Una sequenza di immagini, canzoni, interviste a raccontare una sorta di biografia di quella che è stata la musica di Renato in tutti questi anni… E mi resta impresso il momento in cui un Renato giovanissimo pronuncia queste parole:” Credo che anche a 50 anni sarò come sono oggi" e la prova che in queste parole non si è smentito è che oggi a 54 anni e sempre lui… Passano 10 minuti tra la fine del filmato e l’inizio del concerto… Le luci si spengono di nuovo e appare il volto del sogno… il sogno che parla… Subito dopo la musica che parte… sono le note di Prendimi….”provaci a riemergere dai quei sogni che il tuo silenzio ha ucciso..” Sento il cuore che mi scoppia… Penso che sia il rumore delle casse così vicine a me (praticamente ero esageratamente vicino) a darmi quelle vibrazioni così forti… e invece no! Sento il cuore, il mio cuore che batte all’impazzata… Lui continua e decide di mettermi alla prova facendomi rischiare l’infarto…Non basta iniziare con “Prendimi”… E allora via con “l’impossibile vivere” (vivere vivere una promessa che hai fatto a me..)… e ancora “Il maestro” (Io ti guardo e sento che puoi farcela...Maledetta sorte puoi sconfiggerla Non ti lascerò..).. e così via in un medley che non ti dà nemmeno il tempo di realizzare quello che sta accandendo… Finalmente il telo bianco cade a terra… ed eccolo! Lui, Renato… Vestito di bianco… (nel frattempo mi perdo Matuelle al telefono… ) Da questo momento in poi non può esserci più logica nelle parole che sto scrivendo, perché la dimensione è cambiata… Sono in un vortice di ricordi che fanno piangere, che fanno ridere.. In quel momento dimentico che siamo nel 2004.. la mia vita si confonde, non c’è più presente, passato e futuro esiste solo un alone intorno a me fatto di pensieri vivi..
Lui va avanti non si ferma… fino a quando non decide di dedicarci due parole… non tralascia il fatto che è il 2 di novembre e parla di tutti quelli che questa sera non ci sono… ma non perché sono rimasti a casa… parla di quelle persone che magari lo stanno guardando dal cielo.. dei suoi amici.. e parla anche dei nostri amici, genitori, figli… che oggi non sono presenti fisicamente…. Un silenzio assurdo mentre pronuncia queste parole.. sembra quasi che non ci sia più nessuno…
Ma lui non si ferma, ha voglia di dire, di cantare di esserci! E’ un Renato esagerato, un Renato carico, un Renato che non smette mai di insegnare…
Ancora musica, ancora parole… Il concerto prosegue, scivola via tra momenti in cui tutti si alzano a ballare e attimi in cui si sente il canto disperato di tutte le canzoni che ormai sono “inni” alla vita.
Renato non smette mai di stupire…
Uno dei momenti più belli arriva con le note di “nei giardini che nessuno sa”.. La canzone non è cantata… è interpretata, è sofferta, è vissuta… Poi ancora parole, ancora abiti diversi… C’è anche spazio per il divertimento quando dal cassetto dei ricordi viene rispolverata “Galeotto fu il canotto” e poi ancora “mi vendo” e il “triangolo” mi chiedo tutta quella carica da dove proviene, cosa lo rende così instancabile…
Le luci del palazzetto non si vedono più… si sentono delle note… “il cielo”.. Irreale l’atmosfera che si crea.. sembra quasi che Renato sia così emozionato da non riuscire a cantare.. Ora a illuminare il palasport sono le luci che provengono da pubblico… Stelline.. accendini… sembra davvero un cielo immenso… fatto di persone che hanno accettato di vivere un sogno… Renato è li tra applausi e abbracci… L’ultima canzone… “i migliori anni della nostra vita”… e come dice lui ci scatta una foto con il suo ventricolo per tenerci li nel suo cuore…
Il concerto è finito, ma il sogno continua… Non è facile amare Renato.. Ma quando entri in quel mondo non ne esci più.. Renato non è un artista, troppo facile e scontato usare un termine così generico per una persona del suo calibro.. Renato è un pezzetto di tutti noi, Renato è una maschera che sa prendere il ruolo che in quel momento gli viene dato e lo rende reale.. Renato è la voce di chi se ne sta in silenzio.. Renato è il sorriso di chi riesce a sentirlo vicino… Renato è la forza di mettersi in gioco… Renato è la vita con tutti i suoi risvolti belli e soprattutto quelli più brutti…
… “Avete risvegliato il sogno, ora dovrete affrontarlo… Inutile nascondersi.. un Sogno è un Sogno… a qualunque età..”
(dedicato a mia madre )
_________________________________
..io non credo ai sogni...
...li voglio vivere..
...e non voglio crederci..
mai!!!