Tommaso

È stato ucciso. A vangate. I rapitori lo hanno ucciso a vangate perchè piangeva...
Volevano che il padre rubasse soldi alle Poste.
E hanno ucciso un bambino a vangate.
Non ho parole. Solo una: MOSTRI!

che schifo
che persone di merda
come si puo?? un bambino che sembrava un angioletto...
che schifo mi fanno... e ora finiranno in galera per qualche anno, poi fuori. E i genitori di Tommy, che sono stati accusati di essere di tutto, adesso hanno scoperto questa terribile verità. Mi fanno una pena incredibile, io non riuscirei a sopravvivere a un dolore cosi grande

Era abbastanza ovvio che fosse morto, l'unica altra alternativa essendo che la famiglia se lo fosse venduto...
Indubbiamente si tratta di uno degli atti peggiori che un essere umano possa compiere.
A questo, ci abbiamo dovuto aggiungere un'ulteriore mostruosità tutta italiana; per tutto un mese è stato fatto sfilare a tutte le ore del giorno un circo di mezzibusti televisivi, criminologi, medium, nani e ballerine a commentare su scenari improbabili, che hanno fatto di tutto per trascinare la vicenda nel morboso e nel patetico, trasformando una tragedia nell'ennesimo reality show...
Ci sono posti nel mondo in cui queste tragedie accadono di continuo e nessuno ne parla...Vedendo la vicenda di Tommaso viene quasi da chiedersi se non sia un bene...

(PS:la rsposta è no, ma questa storia, specialmente il programma di Cocuzza, mi ha veramente nauseato)

non ho parole

Io non ho seguito la vicenda, ho letto adesso un paio d'articoli:

«L’ho ucciso perché piangeva». È finita nel modo peggiore, l’ipotesi più terribile, quella che da un mese nessuno voleva pronunciare, si è rivelata alla fine quella giusta: il piccolo Tommaso, diciotto mesi di vita, è morto. Dopo giorni di pressioni, interrogatori, sospetti, Mario Alessi, il muratore di 44 anni indagato settimana scorsa per il sequestro, e arrestato ieri durante un maxi blitz fatto scattare all’alba, ha confessato: «Il bambino è morto». Insieme a lui sono finiti in manette la sua compagna, Antonella Conserva e Salvatore Raimondi, l’uomo che durante il sequestro, la sera del 2 marzo, lasciò la sua impronta sullo scotch usato per legare la famiglia Onofri e che ieri, come Alessi, ha ceduto alla pressione e ha confessato tutto.
E davanti agli occhi scorrono ancora le immagini televisive di Alessi che, solo cinque giorni fa, davanti alle telecamere giurava sulla propria innocenza: «Ho un figlio anch’io. - andava dicendo - non farei mai del male a un bambino». Ancora risuonano nelle orecchie le parole del suo legale che definiva il suo assistito «estraneo» ai fatti, ma anche l’indignazione dei suoi familiari e della moglie che bollò il coinvolgimento di suo marito come: «Una cosa molto strana».
Invece dopo trenta giorni, il muratore d’origine siciliana, già condannato per stupro e sequestro di persona, che partecipò alla ristrutturazione della casa degli Onofri e a cui la famiglia pagò il lavoro in corso d’opera perché aveva detto di trovarsi in difficoltà economiche, si è rivelato un mostro. Capace di sacrificare la vita di un bimbo di pochi mesi, gravemente malato, per qualche centinaia di migliaia di euro. Perché, dopo giorni di mistero sul movente, Alessi ha confessato anche questo: aveva organizzato, insieme a Salvatore Raimondi, il sequestro del bambino nella convinzione di risolvere tutto in poche ore e riuscire ad estorcere una grossa somma a Paolo Onofri.

LA CADUTA IN SCOOTER

Agghiacciante secondo quanto ricostruito dai magistrati in base alla confessione di Alessi la dinamica di quanto successo. Il muratore aveva progettato insieme ai complici di mettere a segno un sequestro-lampo per poi chiedere un ingente riscatto alla famiglia Onofri. Ma qualcosa la notte del 2 marzo andò storto subito dopo la fuga dei banditi dalla cascina di Casalbaroncolo. I rapitori, secondo il racconto del muratore, fuggirono in scooter portando con loro il piccolo Tommaso. Tuttavia, erano ancora nelle vicinanze della cascina quando sulla via di fuga furono messi in allarme da un lampeggiante. Spaventati, persero il controllo dello scooter e caddero e Tommaso cominciò a piangere. Presi dal panico, in quel momento, i rapitori decisero di sopprimere il piccolo. Successivamente lo seppellirono nei pressi del torrente a Sant’Ilario d’Enza, piccolo centro tra Parma e Reggio Emilia.
IL MAXI BLITZ ALL’ALBA

La terribile svolta nelle indagini è arrivata nella notte di venerdì quando la procura di Parma ha deciso di rompere gli indugi e ha fatto scattare un maxi blitz che ha impegnato oltre 300 uomini, unità cinofile e un elicottero. Durante la retata sono state effettuate una trentina di perquisizioni e successivamente portate in questura per essere interrogate circa cinquanta persone. L’attenzione degli inquirenti si è concentrata in particolare sul gruppo di manovali, e il loro circolo di conoscenze, che fecero i lavori di ristrutturazione nella casa di Casalbaroncolo. I magistrati hanno interrogato, insieme agli uomini, anche alcune delle loro mogli o compagne, una decina in tutto.


E poi ho letto questo:

Se l’ambiente è degradato pena ridotta allo stupratore

LE DEGRADATE condizioni ambientali in cui avvenga il reato di violenza sessuale possono rappresentare motivo per la concessione delle attenuanti generiche agli imputati. Ispirandosi a questo principio previsto dall'articolo 133 del codice penale, la Corte di appello di Roma ha ridotto le pene inflitte in primo grado a due uomini accusati di aver violentato, tra il 1998 ed il 1999, una ragazzina nel suo periodo di pubertà. La sentenza ha riguardato Gianfranco N., di 36 anni, e Gino C., di 59 anni, che si sono visti diminuire rispettivamente di sei mesi e di un anno le precedenti condanne a due anni e a tre anni di reclusione. Il primo degli imputati è l'ex convivente della madre della ragazzina, mentre il secondo è un conoscente della coppia. Nel motivare la sentenza, il collegio presieduto da Afro Maisto ha scritto: «Le degradatissime condizioni di vita nell'ambiente i cui fatti sono maturati non coinvolgono, evidentemente, soltanto la minore e la madre, ma anche i due imputati, ai quali non possono essere negate le attenuanti generiche». «Colpisce - ha commentato l'avvocato Domenico Battista, legale di parte civile - che l'unico parametro usato dai giudici per la concessione delle attenuanti generiche sia stato quello del contesto degradato. Ciò - ha aggiunto - può essere anche un elemento di valutazione della gravità del reato, ma non può essere certo quello assoluto specie in un caso di violenza sessuale».

Voi avete ancora speranza?
Io no.

ho dovuto spegnere la tv e uscire,avevo le 00 che mi giravano all'impazzata,penso che per certa gente la gogna sulla pubblica piazza sia l'unica soluzione,come si fa dico io a compiere una simile nefandezza verso una creaturina cosi piccola e indifesa? tante volte, penso veramente che la mostruosità dell'animo umano non conosca limiti,e mi sale dentro una rabbia tale da dire che per certe merde il processo non serve , sono soldi buttati.meglio chiudere qui altrimenti andrei contro i limiti della decenza .

è una cosa skifosa,troppi giornalisti,troppo parlare in giro...c'è solo da sperare ke questo non si ripeta

non ho parole... è un qualcosa che va al di là della mia comprensione...

ma tipo prendere sta gente di merda e dargli fuoco?
la folla li voleva linciare, ho sentito... peccato che non gliel'hanno fatto fare!

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Scritto da: Lasair 02/04/2006 14.04
ma tipo prendere sta gente di merda e dargli fuoco?
la folla li voleva linciare, ho sentito... peccato che non gliel'hanno fatto fare!

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poco ma sicuro glielo faranno in carcere.C'è una "giustizia" interna, i miei dicono che li faranno fuori là.
Mi dispiace solo per il figlio dell'assassino,che ha finito di campare pure lui a 6 anni