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13/01/2007 16:35
 
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Ogni lacrima

Io non so perché esista il dolore, ma so che è necessario.


Un breve articolo in una nota rivista americana racconta la storia di una bambina di nome Ashlyn. Ha sei anni, è spensierata come solo i bambini possono essere, curiosa di tutto. Ma è una delle cinquanta persone al mondo con una rarissima malattia genetica che le impedisce di sentire il dolore. Può percepire di essere toccata, o il solletico, ma non può sentire il dolore o le temperature molto alte.

I rischi a cui va incontro questa bambina sono altissimi. I genitori di Ashlyn hanno detto: "Se il dolore esiste è perché c'è una ragione". Da piccola si era rotta da sola otto denti senza provare la minima sofferenza, si era ferita a un occhio senza versare una sola lacrima. Una volta entrò in casa dicendo che non riusciva a togliersi lo sporco dalla pelle, ma non era sporco; Ashlyn era coperta da centinaia di formiche.

Leggere queste notizie mette tristezza tanto per il futuro di Ashlyn quanto per l'amara conclusione che se ne trae: il dolore è necessario. Immaginatevi di ingoiare un cibo bollente che vi rovina lingua e corpo, e non sentire niente; ferirvi fino a sanguinare e il dolore non vi avverte del pericolo.

Noi siamo specialisti a farci domande frustranti, tipo "se Dio è buono perché permette queste cose?" Invece la risposta è contenuta nelle righe finali dell'articolo, da queste parole di uno dei genitori della bambina: "Darei ogni cosa, davvero ogni cosa, perché Ashlyn potesse sentire il dolore". Il problema: "perché esiste il dolore?" è falso - perché il dolore è necessario. Il dolore è un segnale del pericolo, senza dolore navighiamo alla cieca nel mare della vita, abbassando ogni cautela. Un grande scrittore, C. S. Lewis, ha affermato che il dolore è il megafono di Dio per farci uscire da un mondo di sordi.

Il Signore ci ha fatto una promessa straordinaria in Apocalisse 21, 2-5. Parlando del Paradiso, che chiama "la nuova Gerusalemme", dice che il dolore avrà fine, che ogni lacrima sarà asciugata:

«Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
Udii allora una voce potente che usciva dal trono:
"Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il "Dio-con-loro".

E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte,
né lutto, né lamento, né affanno,
perché le cose di prima sono passate.

E Colui che sedeva sul trono disse: "Ecco, io faccio nuove tutte le cose"; e soggiunse: "Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci."»

Durante questi anni, quando le cose andavano male - scusate, quando non andavano come io pensavo - mi ha dato grande conforto la promessa che Dio mi ha fatto contenuta nel Salmo 55, 9:

«le mie lacrime nell'otre tuo raccogli;
non sono forse scritte nel tuo libro?»

Nessuna tua lacrima è andata persa: Dio le ha raccolte tutte. Ogni tuo fallimento, ogni tua sofferenza Dio l'ha annotata - e sarà trasformata in gioia.

Il Padre tuo che è nei cieli sa', Lui che vede nel segreto. Ogni lacrima è contata come sofferenza per farti crescere nell'amore, per allargare il tuo cuore nel donarti a Lui, per far maturare il tuo abbandono. Come un genitore corre premuroso davanti alla ferita del proprio figlio, così Dio ti raggiunge nella tua sofferenza - e probabilmente attraverso quella sofferenza - parlandoti con dolcezza, perché il dolore ha finalmente aperto il tuo cuore alla Sua voce. E come Gesù ha pianto alla tomba di Lazzaro, così Lui ora raccoglie ogni tua lacrima nel suo otre fino al giorno in cui, Lui in persona, le asciugherà per sempre dai tuoi occhi.


[L'articolo a cui mi riferisco è apparso in "People" (Jan. 24, 2005) p. 100].


Tratto da: Incontri con la parola.com
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