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Ma l'audio digitale non potrebbe funzionare diversamente?

Ultimo Aggiornamento: 27/10/2005 09:24
25/10/2005 15:40
 
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So che potrebbe sembrare presuntuosa la mia supposizione, non ho ancora capito tutto delle tecnologie attuali e già mi preoccupo di vedere le loro falle! [SM=g27828]
La mia idea è questa, per quanto riguarda l'analisi, la resintesi nonchè la creazione vera e propria dei suoni ci si riferisce sempre a modelli come oscillatori,fast fourier (che poi sono sempre oscillatori), filtri etc.Ho l'impressione che siano concetti certamente intuitivi ma che si riferiscono sempre ad un modo "analogico" di intendere il fenomeno sonoro. Ma ha veramente senso continuare a riferirsi a questi modelli lavorando con il computer o sono una semplice convenzione? Proprio stamattina riflettevo sul rapporto che può avere il concetto di oscillatore sinusoidale con il processore di un moderno Pentium IV, e la risposta che mi sono dato è: nessuno!
Penso (fino a prova contraria) che per un microprocessore un suono sia semplicemente una successione binaria di 1 e di 0, come un'immagine, un'animazione, un modello di intelligenza artificiale o altro.....allora siamo sicuri che continuare a usare la metafora della sinusoide non sia in realtà un freno?
Non è che partendo proprio dalla rappresentazione digitale (cioè binaria o in linguaggio macchina)di un suono, si possano creare dei mezzi più potenti di analisi o resintesi rispetto alla simulazione di oscillatori sinusoidali dell'fft? A questo punto uno spettro non sarebbe altro che una successione di 1 e 0 e il morphing tra due spettri non sarebbe altro che una graduale interpolazione tra questi due valori binari.....naturalmente i programmatori dovrebbero elaborare delle interfacce che permettano in modo intuitivo all'artista (che non è un ingeniere elettronico) di accedere e di sfruttare tutte le possibilità che il sistema offre.....è utopia?
Già la sintesi di spettri complessi a partire da immagini grafiche proposta da alcuni programmi mi sembra un passo in questa direzione (forse perchè mi viene spontaneo abbinare i pixel ai bit!), il fatto che anche questi metodi abbinino un'oscillatore ad ogni pixel verticale dell'immagine mi sembra nondimeno un legame con il mondo "analogico".
25/10/2005 19:35
 
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in effetti...
.. riferirsi agli oscillatori, da soli o in gruppo come nel caso degli armonici di fourier è un comodo "metalinguaggio", un terreno base che dovrebbe essere chiaro per tutti.

però nessuno ti obbliga ad utilizzare queste terminologie e, peggio/ancora ancora, questi concetti: pensa alla sintesi granulare, ci sono tanti granuli appunto, pezzettini di suono che non sono oscillatori, non sono filtri, non sono altro che segmenti di file audio...

diciamo che oscillatore-filtro-amplificatore è comodo per capirci perchè più o meno ci sono passati tutti, quindi sai che il filtro schiarisce o scurisce il timbro, l'amplificatore controlla il volume e l'emissione finale e smanettando sull'oscillatore ottieni i suoni "basso o acuti"

però, nessuno ci obbliga [SM=g27823]

bacio le mani
enrico
25/10/2005 21:29
 
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Re: in effetti...

Scritto da: enrico cosimi 25/10/2005 19.35
.. riferirsi agli oscillatori, da soli o in gruppo come nel caso degli armonici di fourier è un comodo "metalinguaggio", un terreno base che dovrebbe essere chiaro per tutti.

però nessuno ti obbliga ad utilizzare queste terminologie e, peggio/ancora ancora, questi concetti: pensa alla sintesi granulare, ci sono tanti granuli appunto, pezzettini di suono che non sono oscillatori, non sono filtri, non sono altro che segmenti di file audio...

diciamo che oscillatore-filtro-amplificatore è comodo per capirci perchè più o meno ci sono passati tutti, quindi sai che il filtro schiarisce o scurisce il timbro, l'amplificatore controlla il volume e l'emissione finale e smanettando sull'oscillatore ottieni i suoni "basso o acuti"

però, nessuno ci obbliga [SM=g27823]

bacio le mani
enrico


sicuramente se io adesso dovessi smetterla di parlare di oscillatori e filtri mi troverei in crisi perchè questi per noi rappresentano le componenti "chimiche" del suono elettronico e ci troveremmo di colpo senza punti di riferimento. Quello che mi chiedevo è se per caso partendo da un punto di vista esclusivamente "informatico" (a livello di programmazione intendo) si potesse arrivare a modelli di sintesi e resintesi più potenti (si sa che il "progresso" in tecnologia è un po' un'ossessione.....). Ovviamente la mia tesi parte dal presupposto (purtroppo non so se fondato o infondato) che i programmatori abbiano fino ad ora soprattutto cercato di ottenere una EMULAZIONE digitale di processi analogici (digital to analog analog to digital etc.), più che fondare una struttura di sintesi del suono a partire da principi esclusivamente digitali e informatici. Tra il momento in cui un segnale analogico viene convertito in una struttura digitale e il momento in cui questa struttura viene riconvertita in analogico sottoforma di vibrazioni acustiche, c'è un momento in cui questo segnale è qualcosa di esclusivamente digitale, e in questo momento questi dati potrebbero essere trattati in un modo completamente nuovo e diverso, penso, di quello ottenibile con strumenti analogici....è pazzesco ma nel momento in cui un suono sottoforma di wav esce dalle casse del mio computer è un suono già perfettemante re-sintetizzato, perchè e già stato convertito in una serie di bit, eppure suona esattamente come l'originale! Se si potessero manipolare direttamente questi bit (così potenti da poter restituire perfettamente tramite le mie casse acustiche il suono REALE di un'orchestra sinfonica ad esempio, che si trova su un CD qualsiasi), si potrebbe avere forse un controllo più assoluto sul suono, a prescindere da categorie definite che derivano da un concezione più "modulare". Lo so che sto facendo solo teoria, ma è proprio perchè non ho termini "pratici" con cui definire musicalmente queste astrazioni. L'unico esempio pratico, un po' (tanto) folle, che mi viene in mente è il processo inverso a quello che si utilizzava per registrare i dischi a 33 giri: quello che intendo io potrebbe paragonarsi al fatto di SOLCARE direttamente la superfice di un disco per ottenere dei suoni....sostituiamo i solchi con i bit e quello che si otterrebbe non è ne un filtro low pas o band pass, ne un oscillatore, ne un banco di sinusoidi, ma qualcosa di nato esclusivamente dall'informatica, che diverrebbe automaticamente una nuova categoria di definizione del suono......un po' l'equivalente di effetti come il pixel shading o simili in computer-grafica, tecnologie nate direttamente con il computer....è ovvio che il problema più grosso sarebbe quello di definire delle categorie intelligibili musicalmente (se no ci si ritroverebbe a programmare direttamente un pezzo di musica in linguaggio binario [SM=g27828] ). Sarebbe però forse possibile mettere a disposizione dell'artista forme di definizione del suono più globali e organiche, proprio perchè trascendenti dai limiti della concezione "modulare" (di qua l'oscillatore, di qua il filtro divisi da compartimenti stagni, oppure banchi di migliaia di sinusoidi manovrabili in modo piuttosto empirico), e qundi arrivare ad una definizione del suono veramente "formantica".
Mah, si vedrà..... [SM=g27811]
26/10/2005 09:35
 
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discussione veramente interessante...
il fatto è che a parte lo Yamaha VL-1 ed altri pochi esempi che non mi vengono in mente, la sintesi a modelli fisici, dal primo Clavia Nord Lead in poi, è stata sfruttata-usata, per darci strumenti analogici che i più, quelli più giovani intendo, non hanno avuto la possibilità di avere e soprattutto, gli sviluppatori hanno seguito le richieste del mercato...
gli anni '90, sono passati con una marea di persone che rovistava nei fondi dei negozi, alla disperata ricerca di un TB-303 di un MonoPoly di un Jupiter-8, anche guasti, ed è logico che chi costruiva synth, si sia concentrato più sull'emulazione di questo tipo di synth...
a memoria, a parte Hartmann Neuron e MAX/Msp, non mi sembra che ultimamente ci sia stata una ricerca di sintesi diverse dalla sottrattiva, modulazione di frequenza, e campionamento...
e poi come dici tu nell'esempio, credo che il modo più pratico e veloce e meno dispendioso in termini di potenza CPU per ottenere un'orchestra sinfonica, sia solo il multicampionamento, e tanta tanta RAM!
ormai onestamente credo che, ma è una mia modestissima opinione, i synth analogici, e la DX7(FM7), fanno così tanto parte del nostro immaginario sonoro collettivo, che difficilmente una tecnica di sintesi sonora "nuova", li soppianterà...
a meno che non sia capace di riprodurre in maniera convincente e in maniera accessibile ai più senza avere necessariamente la laurea in ingegneria nucleare, anche le sonorità analog-fm, oltre che sonorità nuove... [SM=g27823] [SM=g27823] [SM=g27823]
26/10/2005 09:53
 
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si e no
tieni comunque presente che non tutte le tecniche di sintesi partono come emulazione di processi analogici, pensa alla vecchia FM ed allo shock culturale di dover lavorare con operatori ed algoritmi (lo stesso operatore che diventa "filtro" o "amplificatore" in base alla posizione occupata nella catena algoritmica) o -ancora una volta- ai procedimenti di sintesi granulare;

di solito siamo noi utenti ad avere bisogno di "modelli di riferimento" come filtri, oscillatori eccetera; molto spesso, chi scrive programmi, è meno vincolato: pensa alla sintesi VOice SIMulation (la VOSIM per intenderci) che ha solo una linea di ritardo e poche altre cose, o a tutto l'ambaradàm dei sistemi di waveguide/physical modeling, dove non trovi un "oscillatore" neanche se ti ammazzi

se inizi a lavorare con la vosim, hai a che fare esclusivamente con parametri numerici; tutto il lavoro di conversione in valori musicali/sintetici te lo devi fare in testa

insomma... secondo me in giro ci sono molte cose con cui impazzire già da ora [SM=g27828]

bacio le mani
enrico
26/10/2005 18:18
 
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tutto vero e tutto no
quando impari una nuova lingua se vuoi masticarla bene devi pensare direttamente nella lingua e non pensare e tradurre.

direi anche che comunque diventa difficile pensare in algoritmi ed espressioni e numeri nel momento che si crea un suono, diciamo che abbiamo in testa un modello, sempre il solito osc-filt-amp-mod, e su quello che da o fa il modello i programmatori adattano l'algoritmo o l'equazione che sia.
ed inoltre molti di noi, io x primo, vogliamo manette-pomelli-bottoni x interagire real time col suono che stiamo producendo o suonando (la vedo difficile scrivere lunghe editate di programmazione mentre stiamo con una mano facendo l'assolo che ci piace tanto)
la prima macchina che x me esula dal concetto schematico del nostro solito m odello è l'hartmann NEURON, dove i vari controlli cambiano identità a seconda di quello che si imposta di fare, insomma è un modo nuovo di gestire la sintesi, un modo più informatico ma con il feeling a cui siamo abituati.
in fondo girare la manetta del cut off in un virtual-analog o phisical-modelling non è altro che andare a variare uno o più parametri di una o più equazioni che controllano l'algoritmo di sintesi "filtro", ma se avessimo due manopole, una che cambia i valori e l'altra che cambia le equazioni o gli algoritmi, sarebbe oltremodo fico vedere che succede, non staremmo più lavorando coi parametri del filtro ma della sintesi stessa.

però se la maggior parte degli acquirenti vuole solo avere il suono del piano, o il B3, o i violini, o il mini, xchè le case dovrebbero spendere soldi in ricerca x qualcos'altro che alla fine pochi di noi vorremo e che quindi costerà carissimo?

e poi chi fa musica, la musica di oggi, non ha tempo di perdersi nei meandri di un nuovo modo di sintesi, vedi la FM, usata da tutti ma programmata da......??????


... quelli che l'analogico ... e credono di essere in un enorme orologio ... tic ... tac
26/10/2005 22:54
 
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Re: tutto vero e tutto no

Scritto da: synthy 26/10/2005 18.18
quando impari una nuova lingua se vuoi masticarla bene devi pensare direttamente nella lingua e non pensare e tradurre.

direi anche che comunque diventa difficile pensare in algoritmi ed espressioni e numeri nel momento che si crea un suono, diciamo che abbiamo in testa un modello, sempre il solito osc-filt-amp-mod, e su quello che da o fa il modello i programmatori adattano l'algoritmo o l'equazione che sia.
ed inoltre molti di noi, io x primo, vogliamo manette-pomelli-bottoni x interagire real time col suono che stiamo producendo o suonando (la vedo difficile scrivere lunghe editate di programmazione mentre stiamo con una mano facendo l'assolo che ci piace tanto)
la prima macchina che x me esula dal concetto schematico del nostro solito m odello è l'hartmann NEURON, dove i vari controlli cambiano identità a seconda di quello che si imposta di fare, insomma è un modo nuovo di gestire la sintesi, un modo più informatico ma con il feeling a cui siamo abituati.
in fondo girare la manetta del cut off in un virtual-analog o phisical-modelling non è altro che andare a variare uno o più parametri di una o più equazioni che controllano l'algoritmo di sintesi "filtro", ma se avessimo due manopole, una che cambia i valori e l'altra che cambia le equazioni o gli algoritmi, sarebbe oltremodo fico vedere che succede, non staremmo più lavorando coi parametri del filtro ma della sintesi stessa.

però se la maggior parte degli acquirenti vuole solo avere il suono del piano, o il B3, o i violini, o il mini, xchè le case dovrebbero spendere soldi in ricerca x qualcos'altro che alla fine pochi di noi vorremo e che quindi costerà carissimo?

e poi chi fa musica, la musica di oggi, non ha tempo di perdersi nei meandri di un nuovo modo di sintesi, vedi la FM, usata da tutti ma programmata da......??????


Secondo me hai centrato il nocciolo della questione. A mio avviso comunque la sintesi "puramente informatica" dovrebbe aprire delle porte nella direzione esattamente opposta al fatto di scrivere delle equazioni mentre con un dito schiacciamo una nota della nostra midi-keyboard. Dovrebbe a mio avviso invece segnare un passaggio equivalente a quello dalla macchina da scrivere a Microsoft Word,non so se rendo l'idea.....cioè, da un lato un modo di intendere il suono "concreto" con manopole, lancette, tutti strumenti macchinosi proprio per il fatto che restano "distanti" dalla concreta realtà sonora e soprattutto separati fra loro, incapaci di fondersi in un tutto organico: scegli una forma d'onda metti un filtro (che poi sono sempre i soliti 6 o 7 filtri) poi torni indietro a cambiare l'onda e devi cambiare anche il filtro, e intanto la realtà sonora complessiva ti è già sfuggita di mano e finisci col farti guidare dalla contingenza e dall'empirismo momentaneo.....parlo in questo modo perchè mentre non sono molto ferrato in materia tecnico-elettronica penso di esserlo abbastanza (modestamente) in senso artistico e compositivo, e quando c'è una forte e complessa esigenza formale in senso compositivo, che si tratti di strumenti o di timbri elettronici la differenza non c'è: io pretendo di far entrare le struttura dei miei pezzi anche all'interno del suono stesso.Quindi da un lato il suono concreto, meccanico, analogico, dall'altro invece un suono astratto e concettuale definito come stringa di numeri, in cui virtualmente tutto è possibile: proprio a partire da questo presupposto forse si potrebbero abbattere le barriere tra i vari "utensili" per creare il suono e lavorare direttamente Il Suono.....sarebbe forse allora possibile avere un programma che permetta di creare uno spettro partendo da un "vocabolario formantico" predefinito basato sulle caratteristiche percettive del suono, che può successivamente essere rielaborato dall'utente su base astratta o mediante l'analisi di campioni sonori, e che abbia un po' la funzione degli elementi che provocano un REAZIONE chimica: allore prendo h e 2 o e ho ottenuto l'acqua, nel nostro caso magari prendo il vocabolo "a" (che magari definisco "scurezza percussiva medio-riverberata" o in qualsiasi altro modo che mi è congeniale) e lo mischio con un transitorio di un violino che agisce sulle frequenze spettrali desunte dall'analisi di una campana tubolare....in questo modo a partire da un dato assolutamente concettuale e intuitivo (per nulla vicino alle equazioni) avrò definito il mio suono che a sua volta entrerà a far parte del mio vocabolario pronto per essere mischiato con qualcosa d'altro.....magari sarà forse possibile definire delle componenti di base cha andranno a formare tutti i timbri più complessi, un po' come il giallo magenta cyan che danno tutti i colori. Non so se alcuni istituti di ricerca già lavorano in questa direzione, prima o poi devo assolutamente provare i programmi dell'IRCAM....per adesso ho dato un'occhiata a Max-Msp e mi sembra che vada nella direzione esattamente opposta: è talmente legato ad una concezione "modulare" del suono che a forza di tirare cordicelle non si sa più se si vuole ottenere un timbro o costruire il progetto di un circuito elettrico. Consiglio invece vivamente a tutti di scaricarsi il demo di Atmogen sul sito di Sonorouscodes.com, secondo me i suoni ottenibili con questo programma non si possono ottenere in altri modi, basta pensare quanto ci vorrebbe per programmare un filtro che sia l'equivalente di una griglia incrociata multicolore, o di una spruzzata di pixel, da applicare ad un suono sugli assi tempo-frequenza.....un po'anche metasynth lavora in questo modo ma è solo per mac.....
Vedremo.....
PS: sicuramente la sintesi granulare è qualcosa di assolutamente nuovo rispetto all'analogico. L'unica cosa che mi lascia perplesso è che tutti i granulatori che ho sentito creavano degli effetti sì spettacolari ma sempre riconoscibili come "granulari", quindi sembra non adatti a produrre degli spettri "compatti", fra l'altro l'unico programma che ho sentito produrre grani a frequenza audio (quindi non distinguibili) è granulab, con la cpu del mio PIV 3,2 ghz a manetta che mi costringeva a sintetizzare non in real-time. Il risultato era comunque un suono molto vicino al rumore.....però è interessante....se si riuscisse a creare con i grani a frequenza audio delle texture compatte si aprirebbero notevoli possibilità perchè i granuli diventerebbero un po' come gli "atomi" del suono, non visibili a occhio nudo ma nuclei fondanti di strutture complesse.....chissà se si potesse ottenere il suono di un violino a partire da grani, vi sembra possibile?
27/10/2005 09:24
 
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granulare...
purtroppo, i limiti della sintesi granulare sono proprio quelli.. che alla fine ti accontenti di quello che esce e dici "ohhh, che bello!"

stessa reazione di fronte alle inevitabili campane della prima FM anni '80....

bacio le mani
enrico
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