Cari amici,
come altre volte ho avuto modo di segnalare, il caso cremonese non è purtroppo unico, né in Italia né nel resto del mondo.
Mi limito ad osservare, per rimanere nel campo delle filovie, che già altre volte si sono avute chiusure, successive riaperture e definitivi abbandoni. Nel 1983 mi recai a Carrara, ove la rete filoviaria era temporaneamente fuori servizio; in deposito ebbi modo di parlare con un impiegato della locale azienda di trasporto, che mi rassicurò circa la riapertura della rete e mi fornì molte altre interessanti informazioni, prestandosi con sincera cortesia a farmi da guida nel piccolo e bene organizzato deposito. Confesso che le rassicurazioni ricevute non furono sufficienti a cancellare il mio scetticismo, ma qualche mese più tardi mi dovetti ricredere: i filobus, alcuni dei quali opportunamente ricarrozzati, avevano davvero ripreso a correre tra la città apuana e la sua Marina. Ne approfittai per un "safari" fotografico non del tutto indegno: non appena le ritrovo, vi invierò alcune immagini.
Ma questa fu l'ultima volta che vidi un filobus circolare in terra di Toscana: di lì a poco il servizio venne di nuovo sospeso e, nonostante i consueti discorsi su future riaperture, ampliamenti della rete (si parlava addirittura di un collegamento a quella spezzina) ed altre mendaci promesse, la rete non venne più riaperta. Nel 1991 se ne annunciò per l'ultima volta il ripristino, poi più nulla. Superfluo dire che oggi della lunga linea Carrara - Marina di Carrara - Marinella non rimane più niente. Rammento ancora una volta altri tre casi di pessima gestione del servizio (e conseguentemente del danaro) pubblico: Salerno (di cui conoscete sicuramente l'incredibile vicenda), Bari e per l'appunto Cremona, che nel 1983 si proclamava orgogliosamente all'avanguardia del trasporto ecologico nel nostro paese.
Ripensamenti sono ancora possibili, fintanto che la rete rimane
in situ, anche in base a considerazioni politiche prima ancora che tecnico-economiche, e dunque indulgere al più nero pessimismo non sarebbe corretto.
Mi auguro che l'amico Roberto veda giustificate dai fatti le sue speranze, ma, detto in poche parole, non scommetterei volentieri sulla riapertura della rete cremonese. Non grosse cifre, almeno...
Un cordiale saluto a tutti da
Paolo