L'inchiostro dell'anima §§§ Poesie da condividere §§§

Ci vuole cuore
per amare la terra
e coltivarla
senza pensare troppo
al tornaconto economico,
alla siccità,
alle cattive annate,
agli incendi che divampano
quando il grano è maturo.
Ci vuole cuore
per cogliere lantico vincolo
che ci lega
alla vita nel suo scorrere
nelle generazioni passate
e nel ritmo stagionale
che rende palpabile
la base delloggi
nella speranza del domani,
che nonostante tutto
la terra continua a donarci.
Ci vuole cuore
per coltivare la terra!
Eppure solo la terra
nella sua dura concretezza
può farci riflettere su tutto questo,
solo la terra può restituirci un cuore.
Per amare la vita!
Per continuare la vita!
Con la nostra gente.

Fede non è
quel sentimento vago
che ti fa prostrarre affranta
ai piedi di un altare
battendo contrita
la mano al petto
e chiedendo perdono
per chissà quale colpa
tua o d'altri,
quasi che
sia questa la causa
della disgrazia
piombata sulla tua casa.
Non è questa la fede
nella libertà
dei figli di Dio.
Fede è invece
la piena consapevolezza
che l'Essere Supremo
al quale tu
ti stai rivolgendo
è a tua immagine e somiglianza
e pertanto a Lui ti rivolgerai
così come fai con i tuoi simili
più potenti di te mille volte
ma che hanno un cuore
così come ce l'hai tu.
La risposta di Dio
non sarà data
secondo il numero dei colpi
che batterai al tuo petto,
ma dalla correttezza del dialogo
che con Lui imposterai nel tuo cuore,
e la sua azione salvifica
non si manifesterà
secondo la tua richiesta,
ma in un'accresciuta fede
nella sua potenza.

Nell’armadio grande
non c’è spazio per riporre gli abiti
della stagione ormai passata.
Bisognerebbe eliminare le vecchie cose
per far posto a quelle nuove.
Ma per il cuore, malato di ricordi,
non ci sono cose vecchie o nuove
e la vita è come un ventaglio
che si apre e che si chiude.
Ogni abito è una piega
e quand’è chiuso il ventaglio
le raccoglie tutte
e quand’è aperto, invece, le distende
nell’arco del tempo
a ricordare i giorni.
Fedele compagno,
l’abito proteggeva il tuo corpo
facendoti passare indifferente
agli occhi della gente
o al contrario
richiamava qualche sguardo
che volevi cadesse su di te.
Complice dei tuoi sogni,
testimone dei segreti,
l’abito è ancora lì,
appeso nel tuo armadio.
Stringerò più forte
le pieghe del ventaglio,
un po’ di spazio si può fare ancora.
Domani cosa farò? Ancora non so.
Datemi tempo per pensare.

Nel deserto della solitudine
il treno veloce va
verso la libertà.

Voci del passato
vogliono rallentarne la corsa,
ma il treno va
verso la libertà.

Lasciatemi raggiungere la meta.

Quando in terra libera
eleverò òa mia bandiera
tornerò sui miei passi,
percorrerò
sentieri già battuti
e riascolterò
le voci del passato.

Ma ora no.

Lasciatemi raggiungere la meta

Ingrato destino,
ti accanisci contro di me
sbarrandomi la strada.

Però io ti dico
che non prevarrai
su di me.

Fra noi
ormai
è lotta aperta.

So che la vita
è dalla mia parte.

Sa festa de Nostra Signora
è bella in bidda mia
E musica e allegria
de a merì a su notti
ddu adi in prazza de cotti
E in cresia devozioni.
In su coru miu ua canzoni
de candu picciocchedda
andà in fila in processioni.
Me is busciaccas pottà
pisu de maboi
e dinai chi allogà apposta
po spendi a setzi a giostra.
Su rientru de sa santa è u mari
de genti chi de tesu nd’est torrada.
De s’annu prima
sa vida est cambiada,
ma deu intendu sa stessa canzoni
de candu pottà is busciaccas
preas de pisu de maboi
e de dinai chi allogà apposta
po spendi a setzi a giostra.

Dammi un passaggio
nell'ansia dei tuoi giorni,
nel ritmo frenetico
della tua quotidianità
ed in te io cercherò
i segreti reconditi del cuore.
Dammi i tuoi ricordi
che il tempo vaglia
e che poi lascia
al tuo ieri,
al tuo oggi,
al tuo domani.
Dammi i tuoi sogni,
che non si affievoliscono mai
e recano la freschezza
del loro sorgere
nel travaglio della vita.
Dammi la luce dei tuoi occhi,
perché in essi
io mi possa ancora specchiare.
Dammi la tua attenzione su di me,
la tua presenza così penetrante
che scalda fino in fondo il mio cuore.
Dammi un passaggio
nell'ansia dei tuoi giorni,
nel ritmo frenetico
della tua quotidianità
e vedrai che io saprò trovare
momenti d'eternità,
essenza di vita,
pace nel cuore.
Per me,
per te,
per il mondo,
per l'amore.

C'è sempre una realtà più dura
nell'apparenza che traspare,
una nota di conforto
nella tragedia più grande.
Non sappiamo
cosa davvero accade
nell'intimità di una persona
quando amore e speranza
entrano in gioco
in difesa della vita.

E’ strano svegliarsi al mattino
e pensare ai fiori
di quell’angolo del giardino.
Fra le mille cose da fare
ritaglio uno spazio
per andare a trovarli,
per vedere
se la notte li ha protetti
da quel vento
che soffiava furioso,
se il giorno
li riparerà dal sole troppo forte,
se l’acqua del giorno prima
li ha dissetati,
oppure se ancora ne hanno bisogno.
Tutto questo io penso
al mio risveglio,
e fra tutti i problemi da risolvere
do la precedenza ai miei fiori
che da me nulla pretendono,
nulla esigono
e che però mi aspettano
puntuali al mio risveglio

Nello splendore del suo sorgere
questa mattina il sole
faceva intravedere
al di là dell’orizzonte
matasse di bianca spuma
che aprivano il passaggio
ad ampie distese
tinte di rosa
verso cieli nuovi
e terre nuove.

Al finir del giorno i passeri
si danno appuntamento
nell’albero delle nespole.
I primi aspettano
sul cornicione della terrazza,
i compagni li raggiungono
e tutti insieme entrano in gioco
cinguettando e agitando rami e foglie.
Giunge la sera
distendendosi fra i rami.
I passeri poggiano
il capino nelle ali
e dopo un poco vigila il silenzio,
regna la pace.

Il vento mugghiando furioso
accartocciava le foglie dell’ippocastano
e le trascinava con sé nel viale deserto.
Esse con pietoso lamento
gli chiedevano tregua,
ma lui inclemente riprendeva
con maggior foga.
Testimoni due passeri
sul più alto ramo
incappucciati vedevano
la bella stagione andarsene
nella lontana valle.

I pioppi sospinti dal vento
fiancheggiavano
l’asfalto serpeggiante,
e si dirigevano nel paese:
un isolotto in mare aperto
che boccheggiava
col suo campanile gotico.
Il caldo afoso
non dava tregua,
ma sole al tramonto
allungava le ombre,
e agli orecchi
giungeva
il suono
dell’Ave Maria.

Oggi le rondini all’alba
volavano a bassa quota
nelle strette vie
e di garriti
riempivano l’aria;
poi levandosi
ad ali spiegate
si avvicinavano alle gronde
e davano l’annuncio ai nidi
che l’ora di partire era arrivata.
Dopo un poco,
a centinaia allineate
nei fili della luce,
eran pronte
a sfrecciare nell’azzurro
per seguire un’unica rotta,
insieme al sole
che andava verso il Sud.

Il freddo
spazzò le strade
e scese
nel viale silenzioso.

I cipressi
si avvolsero
nei loro mantelli
di velluto scuro.

Carezzevole il vento
ondeggiava le fronde,
fumavano i comignoli
nel rosso del tramonto.

Sotto i raggi del sole
le foglie del pioppo
si vestono di gemme preziose
nella lieve brezza,
e scivolando in danza
volteggiano
fra luci e ombre
in attesa della sera.

E torna
nel sentiero della vita
ad affacciarsi
l'autunno.

Ancora giallo e verde
sugli alberi
nel tempo che passa.

Nelle vie
luci e ombre
accompagnano
parole...
pensieri...
...poesie.

Il sole sorge
e luce di speranza
è al mondo e al cuore.

Il cielo
si colora di rosso
al tramonto
e a sé richiama
ogni umano sospiro.

Consegno
alle stelle un compito
appena iniziato.

Presto arriverà
l'alba
di un nuovo giorno.

Traccia la vita
il solco
nella storia di ogni uomo
e la morte
lo distende
nella linea del tempo
dove nuove vite
verranno a seminare.