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Ingresso vietato al Master: raccogliamo le idee (e gli indizi)

Ultimo Aggiornamento: 13/12/2007 18:52
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29/06/2006 16:07
 
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Ho intenzione di raccogliere in questo topic tutte le info, gli indizi e il materiale utile ai fini dello svolgimento della nostra avventura.
Questo sarà uno spazio in cui NON verranno discusse questioni “tecniche” (esiste già un apposito topic per quel genere di cose) ma in cui si darà spazio alle idee, ai suggerimenti e (soprattutto) all’analisi degli indizi in nostro possesso, in modo che da ora in poi non ci sfugga più nulla che possa risultare importante al proseguimento della nostra avventura.
A breve posterò una serie di “info” che ho “ritrovato” andandomi a rileggere alcuni nostri vecchi post.
A presto.

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29/06/2006 16:09
 
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Come sarebbe a dire "Ingresso vietato al Master"???? [SM=g27820]:
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Era un modo simpatico per dire che sarà un topic in cui i giocatori dovranno spremere le proprie meningi senza che ci siano “imbeccate” ne “interferenze” da parte del Master.
A presto.

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03/07/2006 20:32
 
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Re:

Scritto da: Admin-Geko 29/06/2006 16.07
A breve posterò una serie di “info” che ho “ritrovato” andandomi a rileggere alcuni nostri vecchi post.

Beh?

Yawurza.

K.
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SUPPORTI CARTACEI - PARTE I
LETTERA MEJAN

Caro Jarek
Sono passati ormai molti anni da quella notte piovosa, nella quale ti scovai, bagnato, infreddolito e vestito di stracci, sotto un cespuglio sulla via per Widu.
Ho studiato, viaggiato e combattuto. E so molte cose che normalmente sono precluse ai mortali. Tuttavia avevo un dubbio. Dovevo trovare un bambino, avevo trovato un bambino. Ma era davvero “quel” bambino? Un figlio di nessuno, abbandonato nella notte, poteva essere “quel” bambino?
Quante notti passate insonni, con il terrore di aver sbagliato e con la consapevolezza che non avrei mai potuto tornare indietro!
Sappi comunque che non mi sono mai pentita di averti accolto in casa mia. Non rimpiango un solo giorno nel quale ti ho visto crescere sano e forte e diventare l’uomo che avevo sperato e sognato.
Ma il momento della verità è ormai giunto.
Il destino sta scoprendo le sue carte, ed ha fatto in modo che i passi di tre persone convergessero verso un'unica direzione: te.
Halya ti conosce e ti sorveglia. Non deluderla ed ella non ti deluderà.
Naetro combatterà per te e per sé stesso.
Vilahir sarà la voce ed il canto. Sarà l’incantesimo che illuminerà il cammino. Egli sarà il Guardiano.
E tu? Brillerai come la Stella del Mattino? Saprai essere colui che verrà ricordato come un novello Re Rabain?
Prego che sia così. Altrimenti il mio passato, il mio futuro, scompariranno nel nulla.
Come ogni grande impresa, la tua ha bisogno di iniziare con la speranza.
Stai tranquillo. Io non sono morta qui, oggi. Conservo ancora un po’ di potere che mi consente di fuggire nell’ora dell’estremo pericolo. Rimpiango solo di non poter far nulla per salvare la brava gente di Garik, che in una fredda mattina di molti anni fa decise di accogliere una vecchia sconosciuta e di darle una casa.
So che mi inseguiranno. Spero di riuscire a seminarli.
Ho lasciato per te questo cofanetto. Non meravigliarti per la sua presenza. Esso si è rivelato solo nel momento in cui tu ti sei avvicinato: prima di allora era celato alla vista.
Il contenuto solleverà molte domande. Il tuo compito è quello di trovare le risposte.
Molti sono coloro ai quali è imposto un nome. Alcuni hanno la forza, o l’arroganza, di scegliersi un nome. Ma ben pochi sono coloro che “vengono scelti” da un nome.
Prego di rivederti presto.
Mejan.

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DIARIO DI MEJAN
…Ho scoperto che ora quel posto è chiamato il Cerchio delle Brume, Hithcòr, in lingua Sindarin. Sarà quello il luogo? Non posso dare risposte. Solo domande.
Cerchio delle Brume… sembra che coloro che in questi tempi siano riusciti a trovarlo ne parlino come un luogo infausto, pervaso di stregoneria malefica.
Oh, un tempo non era certo infausto, né malefico: tutt’altro. Ma ormai nessuno ricorda gli antichi splendori e solo gli Elfi ora rammentano il suo antico nome: Cor Angàlaladh, il Cerchio di Luce Ridente, dove venivano acclamati i Principi degli Eothraim.
Oh, amore mio! Ricordo ancora quando scendesti dal Cerchio, avvolto da un’aura di maestà e potenza…
Ma ho visitato quel luogo, ed è vero che ora la bruma aduggia su di esso e l’antico splendore è scomparso. La vecchia Via sono solo cinque pietre e l’accesso alla Nan-in-Ernil è chiuso da rovi ed erbacce. Della verde Valle dei Principi si è perso del tutto il ricordo.
Ho trovato l’accesso ed ho percorso il sentiero. Ora la valle è buia, pervasa di malefici miasmi, e la vegetazione marcisce, ma la Fortezza esiste ancora, sebbene ridotta in rovine.
Eppure, tra la roccia, la bruma ed il marciume, una stella farà brillare una stella.
Mio amore e mio Re! Temo che non potrò più rivederti con gli stessi occhi. Forte è la tentazione di metterti in guardia… di avvertirti del pericolo…
Ma non posso. Ahimè, non posso!


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La leggenda di Re Rabain

Orrore e disperazione gravavano sul nostro popolo,
sotto il giogo dei Terribili Re.
E tutti i tentativi di rivolta,
furono soffocati nel sangue.

Ma la bellezza di Orga,
Maga e Regina,
risplendette di luce dorata,
squarciando le ombre.
Partì in cerca di aiuto,
in luoghi lontani ed innominabili,
tornò con l’Eroe.

Egli era Rabain,
il Re Guerriero,
di mazzafrusto armato.
Tre i suoi seguaci:
il forte Ciclope,
il rapido Arciere,
il saggio Cantore.

Fredda e oscura era la pietra della Fortezza,
immersa nella nebbia stagnante.
Ma Rabain portò la luce che dissipò le tenebre.
La nebbia si disperse,
le mura crollarono,
il cancello fu divelto.

Il Terzo Re fu ucciso:
una freccia dell’Arciere
nell’occhio lo colse.

Il Secondo Re fu ucciso:
l’ascia del Ciclope
lo decapitò.

Il Primo Re fu ucciso:
il mazzafrusto di Rabain
si abbatté sul suo capo.

[Modificato da Admin-Geko 06/07/2006 16.42]


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IL DEMONE - PARTE I

Scritto da: bvzk 30/04/2005 5.50
Vilahir non era del tutto certo di aver capito le intenzioni di Naetro, in ogni caso era deciso ad assecondare il guerriero.
In quel momento si rese conto di essere ancora steso a terra, per cui si alzò in piedi, senza perdere di vista l'esterling.
Era in attesa della prossima mossa di Naetro, quando si accorse che l'orientale aveva sussultato di nuovo, per poi giacere immobile, gli occhi aperti e fissi verso il nulla.
*Ecco, è andato*, pensò Vilahir. Si rivolse a Naetro per avvertirlo che non c'era più niente da fare.
"Ehm... Naetro...", aveva cominciato a dire il bardo. Ma la frase si spezzò bruscamente quando vide le pupille dell'orientale che si fissavano su di lui. Solo le pupille. Tutto il resto era rimasto immobile. Si sentì trafitto da quello sguardo innaturale.
Poi udì la voce.
"Chi siete voi?"
Il sangue gli si gelò nelle vene. Il "cadavere" aveva appena parlato, ma senza muovere minimamente le labbra. La bocca era rimasta semiaperta, con un rivolo di sangue che gli colava da un lato. Una sensazione di terrore lo attraversò, paralizzandolo lì sul posto ed impedendogli di spiccicare parola. La voce giungeva senza dubbio dal cadavere, ma Vilahir era certo che non fosse la sua.
"Non rispondi, insetto?", chiese la voce spettrale.
Anche Naetro si era bloccato, perplesso.
"Bene...", continuò la voce. "Avete ucciso questo mio strumento, ma quando avete di fronte una vera minaccia siete paralizzati dalla paura, vero?"
La voce si interruppe per qualche secondo. Il bardo riuscì a scoccare un'occhiata a Naetro. Anche lui aveva sentito. Anche lui era spaventato. Per un attimo aveva pensato che si trattasse di una visione, ma ora era certo che non era così. Quella cosa impossibile stava accadendo realmente, lì e ora.
"Non posso vederti chiaramente", riprese la voce, inchiodando di nuovo Vilahir. "La morte sta appannando la vista di questo orientale. Ma chissà perchè ho la sensazione che dovrei conoscerti... Ricordi che affiorano dal passato...".
Una breve pausa, poi: "Comunque è irrilevante. Forse credete che Re Rabain sia tornato e siete corsi ad unirvi a lui, o forse no. Come si fa chiamare adesso? Elarin? Le profezie non sono chiare su questo punto. In realtà non c'è nulla che un selvaggio Eothraim possa fare per cambiare la situazione. Che sia davvero Rabain redivivo, oppure che creda solo di esserlo, se tenterà di intralciarmi lo distruggerò. Ditegli questo."
La voce si dissolse. E Vilahir si trovò a fissare un cadavere, mentre fu di nuovo conscio del mondo intorno a lui.


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IL VECCHIO – PARTE I

Scritto da: bvzk 16/06/2005 6.32
Seduto su di una roccia che affiorava dal tappeto di foglie secche sottostante, c'era un uomo. Si trattava di una piccola zona libera da sottobosco e delimitata da un cerchio di alberi e cespugli, difficilmente visibile se non guardando da molto vicino. Persino la vista elfica di Halya le consentì di individuare l'uomo solo all'ultimo momento, poco prima di finirgli praticamente in braccio, con buona pace di tutti i suoi sforzi per non farsi scoprire.
L'uomo era molto anziano, il cappuccio del mantello non nascondeva il volto solcato di rughe incorniciato da una corta barba bianca, ed era intento a sorseggiare qualcosa da una piccola borraccia di pelle. Quando ebbe finito di bere, appoggiò la borraccia accanto a lui e si guardò intorno. Il suo sguardo sfiorò Halya, acquattata tra i cespugli, più di una volta ma l'uomo non dette segno di averla individuata.
Halya si trovò a fissare il suo volto: le ricordava qualcuno che conosceva ma non avrebbe saputo dire chi. A tratti aveva l'impressione di poter collegare il volto del vecchio ad un viso conosciuto ma poi, repentinamente, la sensazione si affievoliva per lasciare il posto ad un vago senso di frustrazione. In ogni caso l'intera faccenda era molto strana, ed Halya si ripromise di rifletterci meglio in seguito.
Intanto l'uomo aveva smesso di esaminare i dintorni. Emise un sospiro, come di persona paziente e benevola che sopportasse i capricci di un bambino, quindi, con voce pacata, disse:
"Benincontrata, Halya del Reame Boscoso di Thranduil. So che sei qui, da qualche parte, e che mi osservi. Non avere timore: non sono certo un pericolo per te. Cosa potrebbero fare le mie vecchie ossa per costituire una minaccia per una Figlia delle Stelle? Non sono neppure armato. Suvvia, mostrati, affinchè possiamo parlare come si conviene a persone civili: forse ho delle notizie utili per te."
Halya rimase folgorata. Era certa che l'uomo non l'avesse vista. Del resto anche le sue parole parevano confermarlo. Nonostante ciò, il vecchio sapeva che lei era lì. E per di più conosceva il suo nome. Di quali strani poteri era dotato? La sua mente esaminò in un istante le scelte che le si paravano dinanzi. Cosa Fare? Rimanere in attesa della prossima mossa dell'uomo senza fare nulla e confidando nel fatto che egli davvero non sapesse dove era nascosta? Oppure arretrare per poi tornare da Naetro e, insieme a lui, decidere il da farsi? Oppure, infine, fidarsi del vecchio ed acconsentire alla sua richiesta di uscire allo scoperto per parlare?



Scritto da: bvzk 17/06/2005 8.01
Non appena vide la snella figura dell’elfa, il vecchio balzò in piedi con gli occhi sgranati e rimase a fissarla a bocca aperta per qualche istante. Se non fosse stato per le parole di poco prima, Halya avrebbe giurato che si trattava di enorme sorpresa di vederla. Ma era chiaramente impossibile: un’altra stranezza che si aggiungeva all’elenco.
Poi l’espressione sul suo volto mutò gradualmente fino a mostrare profonda tristezza, mentre l’uomo tornava di nuovo a sedersi, come se di colpo il peso di un grande fardello fosse piombato sulle sue spalle. Halya notò chiaramente una lacrima scivolare sul volto rugoso.
“Credevo di essere preparato a tutto ciò”, disse il vecchio con voce rotta, parlando a sé stesso. “Ma forse è una cosa superiore alle mie forze. L’altra volta è stato più facile… Ho avuto del tempo mentre era svenuto, ma ora…” L’uomo nascose il viso tra le mani come affranto da un grande dolore.
Adesso fu il turno di Halya di rimanere sorpresa. Di tutte le reazioni che si aspettava, questa era certamente l’ultima che avrebbe potuto venirle in mente. Aveva molte domande da porre, ma si trattenne dall’aprire bocca perché di una cosa era certa: il vecchio non stava recitando. Qualunque fosse la ragione che le aveva scatenate, le sue emozioni erano genuine.



Scritto da: bvzk 18/06/2005 6.05
Il vecchio sollevò il capo e fissò di nuovo lo sguardo sull’elfa.
“Le tue sono dure parole, ma io non posso pretendere molto di più, allo stato attuale delle cose”, dichiarò. “Tuttavia non credo alle tue minacce: voi non siete certo tipi da trattare un povero vecchio a colpi d’ascia. E, tutto sommato, qualunque cosa tu possa dire o fare non potrà procurarmi maggior dolore di quanto me ne arrechi il semplice vederti qui, davanti a me. No!” esclamò poi per fermare Halya che già aveva aperto la bocca per parlare. “Non chiedermi spiegazioni, te ne prego. Non posso dartene, anche se solo gli Dei sanno quanto vorrei farlo. Ma ho prestato giuramento, e non posso infrangerlo.”
Restò per un attimo in silenzio, continuando a fissare Halya, come per accertarsi che l’elfa avesse capito, poi riprese:
“Quanto al tuo compagno, direi che sarebbe quantomeno indelicato costringerlo ancora per molto a parlare con un albero. Forse sarebbe meglio che ci raggiungesse ed ascoltasse anche lui ciò che ho da dire.”



Scritto da: bvzk 19/06/2005 5.25
“Ben rivisto, Naetro, prode guerriero”, salutò il vecchio con lieve sarcasmo. “Hai un bel modo di salutare qualcuno che ti ha raccolto ferito in mezzo ad un campo e ti ha curato. Allora? Hai finalmente trovato ciò che stavi cercando?”
Queste parole colsero nel segno e Naetro si ritrovò ad osservare meglio i lineamenti dell’uomo. Il sole era ormai tramontato e le prime ombre della sera già cominciavano ad avviluppare i dintorni: forse per questo, sulle prime, il guerriero non aveva riconosciuto il vecchio. Ma ora che lo vedeva bene, e più da vicino, si accorse che quello era lo stesso uomo anziano che lo aveva soccorso e che lo aveva indirizzato verso Elarin. Sacri Numi! Erano successe così tante cose, nell’arco di una sola giornata, che sembrava fossero passate settimane. Invece il suo incontro con il vecchio risaliva soltanto alla notte precedente!
“Voi due già vi conoscete?” intervenne Halya, sorpresa dalle parole del vecchio e dalla reazione di Naetro.



Scritto da: bvzk 21/06/2005 5.25
Il vecchio mosse qualche passo in direzione dell'albero sotto cui Naetro aveva fatto la sua recita, quindi si sedette tra le radici.
"Ero nel bosco perchè vi aspettavo", disse. "Il giuramento cui sono legato mi impedisce di essere più chiaro, vi basti sapere che dovevo attendere che i due vostri amici vi lasciassero: non posso rivelarmi a loro. Per cui ho fatto in modo che Halya mi notasse solo quando i due hanno fatto il loro ingresso in paese."
Si interruppe, come attendendo domande da Naetro ed Halya. Ma i due tacquero, quindi ricominciò a parlare.
"Il giuramento mi impedisce di rivelarvi il mio nome e di dare spiegazioni a molte delle vostre domande. Tuttavia posso fornirvi alcune informazioni. A voi decidere quale uso farne. Parli di vendetta, guerriero? E cosa pensi di fare a questo scopo? Azrek è rintanato a Widu, circondato dai suoi, e quand'anche tu riuscissi a pescarlo da solo, fuori delle mura, pensi che sarebbe così facile soddisfare la tua sete di sangue? Azrek non è diventato un condottiero abile e scaltro per caso. Egli è un guerriero esperto, come più o meno tutti gli Orientali, ed ha dimostrato il suo valore in battaglia in più occasioni. Il fatto che sia il vostro nemico non dovrebbe indurvi a sottovalutarlo, tutt'altro. Considerate il fatto che, allo stato attuale delle cose, in questa guerra lui sta vincendo. Non è impresa da poco. Ma il destino offre a voialtri l'occasione di rompergli le uova nel paniere, se agirete con il cervello, invece che con i muscoli."
Ridacchiò mentre continuava a parlare.
"E' strano il destino, sapete? Per alcuni è imperscrutabile, guida le loro azioni fino all'ultimo, tuttavia essi non scorgono il suo zampino nelle scelte che compiono. Per altri invece il cammino è chiaro, e loro hanno la fortuna di costruirsi da sè il proprio destino. A pochissimi, invece, è data l'occasione di forgiare il destino non solo per sè stessi, ma anche per i propri amici o, addirittura, per un popolo. Di determinare i grandi eventi del mondo, oppure di consentire che dei piccoli eventi abbiano risultati di enorme importanza. Voi avete questa opportunità. E' una grande occasione ma rappresenta anche un enorme rischio: ogni errore può essere fatale, ed in gioco non c'è solo la propria vita, ma anche quella di persone che magari neanche conoscete o, addirittura, che devono ancora nascere. Sappiate che ciò che accadrà nei prossimi giorni in questo angolo sperduto di mondo, sarà solo una piccola cosa, in confronto ai grandi mutamenti di cui quest'Era sarà testimone. Tuttavia essi daranno il via ad una serie di eventi che permetteranno ad un Popolo di grandi Cavalieri di percorrere una lunga strada e di essere in un campo di battaglia al momento giusto. Questo causerà un incontro tra due Sovrani e cementerà un'alleanza che sarà cantata da tutti i menestrelli. Voi potete essere protagonisti della Storia ma, per ottenere questo onore, dovrete fare una scelta dolorosa: smettere di cercare qualcuno che vi sta a cuore per recarvi, il più in fretta possibile, verso Còr-Angàlalàdh."
La voce del vecchio si spense, ed egli chiuse gli occhi.



Scritto da: bvzk 26/06/2005 18.46
Il vecchio fissò Naetro, poi scoppiò a ridere.
"Io vi starei chiedendo di decidere per altri?" disse. "No, no, ragazzi miei, forse non mi sono spiegato bene. Ognuno di voi decide per sè stesso e basta. Ognuno di voi rimane libero di fare ciò che vuole. Io volevo solo essere d'aiuto, ed avvertirvi che, dal momento che vi siete incontrati ed avete deciso di seguire Mejan, tutto ciò che farete avrà ripercussioni di grande importanza sugli eventi futuri ed anche..."
Si interruppe, imbarazzato. Halya ebbe l'impressione che, nella foga, stesse per lasciarsi sfuggire qualcosa che non avrebbe voluto rivelare e che si fosse trattenuto all'ultimo momento.
"Oh, insomma", riprese. "volevo dire che io non vi chiedo di fare nulla. Comportatevi come volete. Ora devo andare, ma ricordate ciò che vi ho detto."
Si alzò in piedi e diresse i suoi passi verso il bosco.
"Oh, un'altra cosa", ci ripensò, arrestandosi e voltandosi verso i due compagni. "Vista la vostra splendida "esibizione" nel bosco con gli Orientali, ora Azrek sa della vostra esistenza. State certi che egli prenderà adeguate contromisure al vostro riguardo. Voi potete anche decidere di lavarvene le mani di tutta la faccenda, ma Azrek non rischierà che voi possiate di nuovo ficcare il naso nei suoi affari. Ora vi saluto. Chissà che non ci rivedremo di nuovo."
Riprese a camminare, lentamente, verso il bosco.



Scritto da: bvzk 01/07/2005 3.40
Il vecchio si arrestò e fissò lo sguardo su Halya. Ancora una volta, l'elfa si trovò a cercare di capire dove aveva già visto quei lineamenti.
"Tutto è così maledettamente complicato", si lamentò il vecchio con un sospiro. "Voi non siete obbligati a dirigervi verso Còr-Angàlalàdh. Il mio era un semplice consiglio dato allo scopo di semplificarvi un po' le cose, ma voi potete anche ignorarlo se lo ritenete opportuno. Se può consolarvi, sono sufficientemente certo che Mejan stessa, se fosse qui, vi darebbe il medesimo suggerimento. Quanto all'abbandonarla, voi in effetti non la abbandonereste se seguiste il mio consiglio, anzi: le sareste di enorme aiuto nel fare ciò per cui quella donna ha sudato e sofferto per una vita."
Riprese a camminare, aggirando Halya, ma il suo braccio si tese per indicare un punto verso il villaggio.
"Devo proprio andare, adesso", disse. "Sta arrivando qualcuno a cercarvi ed io non dovrò essere qui quando giungerà. Buona fortuna."
Halya e Naetro si voltarono nella direzione indicata dal vecchio e, in effetti, videro la figura imponente di un uomo che si avvicinava a grandi passi dalla porta del villaggio. Sebbene la luce fosse sempre più scarsa, anche Naetro si accorse che non si trattava nè di Jarek nè di Vilahir.
Quando si voltarono di nuovo, si accorsero che il vecchio era scomparso.


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WESSEL & ASTIANA

Scritto da: bvzk 09/10/2005 8.28
Wessel si voltò infine verso di loro e sorrise.
Non scorsero follia nei suoi occhi, ma lucida determinazione, talmente consapevole da suscitare timore.
“Le mie sagge parole?” chiese, sarcastico. “Ma se ormai tutti sanno che sono caduto in preda della follia, e mi trattano con condiscendenza come si fa con i matti! Persino mia moglie comincia a nutrire dei dubbi, e soffre della mia condizione.”
Nessuno replicò.
“Volete le mie sagge parole? Ebbene eccole! Ho avuto visioni, alcune delle quali terribili, presagio di un grande male al confronto del quale tutto ciò che conoscete sbiadisce. Altre invece lasciavano intravedere speranza: esse annunciavano il ritorno del Re Guerriero, di mazzafrusto armato, che avrebbe liberato per sempre dal male queste contrade. Sei tu, Elarin, colui che raccoglierà l’eredità di Rabain? Sei tu che entrerai nella Nera Fortezza e riuscirai a trovare le Armi Mai Forgiate, brandendo le quali è possibile combattere i malvagi? E tu, nobile Elfa del Reame di Thranduil, sei pronta a seguirlo, sapendo che la via intrapresa ti porterà sempre più lontano da casa, fin quando non potrai più tornare? Oppure tu, prode guerriero giunto da terre lontane, riuscirai a tenere a bada coloro che tenteranno di avvolgerti in dolorosa oscurità, mentre con l’inganno si appropriano di un oscuro potere? Ed il vostro amico? Quello che non è qui? Avrà la forza di prendere il fardello dei Guardiani sulle sue spalle e di trovarsi faccia a faccia con sé stesso?”
Si interruppe. Nella foga si era alzato in piedi, gli occhi scintillanti, ed aveva levato in alto le mani, indicando di volta in volta qualcuno di loro. Nessuno osò pronunciare parola.
“Ecco. Queste sono le mie sagge parole”, riprese Wessel in tono più pacato, mentre l’espressione si addolciva ed i muscoli si rilassavano. “Cosa significano? Non lo so. Non posso aiutarvi. Ma forse alle vostre orecchie esse non risuonano così strane come invece appaiono a me. Ma posso, forse, infondervi coraggio parlandovi delle ricompense previste per chi riesce nell’impresa. Tu, Jarek, in fondo alla via troverai infine l’amore di una splendida dama. Tu, Halya, camminerai lontano ma i tuoi passi ti condurranno infine al Mare. Tu, Naetro, attraverserai l’oscurità ma sarai Maestro d’Arme, Capitano di Eserciti ed il tuo nome verrà pronunciato con rispetto. Ed il vostro amico Vilahir, ebbene egli soffrirà di grandi fatiche ma conoscerà la saggezza.”
Si interruppe ancora guardandoli negli occhi.
“Bene, è finita”, continuò, quasi parlando con sé stesso. “Ora posso tornare ad essere Wessel, il Signore della Caccia di Ocrey, ma soprattutto marito e padre. Troppe volte ho visto le lacrime sulle guance della donna che mi accompagna nel cammino. Ella non merita che io le infligga altre sofferenze. Addio e buona fortuna.”
Tornò a sedersi e si voltò di nuovo a guardare dalla finestra.



Scritto da: bvzk 11/10/2005 4.46
Jarek e Naetro fecero per seguirla, ma la voce di Astiana li fermò.
“Chiedo scusa, miei signori… Posso chiedervi ancora un momento?” la voce pareva esitante e la donna imbarazzata.
Jarek udì il richiamo di Halya proveniente da fuori: “Allora! Vi muovete?”
*Adesso cos'è che la rende tanto insopportabile?*, pensò Jarek. Ignorando l’elfa rispose ad Astiana: “Naturalmente, signora, parla pure.”
Naetro, nel frattempo, voltava il capo verso Halya e verso Jarek, indeciso sul da farsi.
“Ecco…” cominciò la donna, “non voglio intromettermi in faccende tanto importanti e che, per di più non mi riguardano…” Si interruppe, imbarazzata. Jarek attese in silenzio.
“Ho udito che tu stai cercando notizie dell’Anziana” riprese la donna. “Be’, lei ha effettivamente parlato con mio marito, anche se ignoro cosa si siano detti. Poi però, prima che lasciasse questa casa, ha rivolto delle parole anche a me. Mi ha parlato di te, Elarin.”
Jarek non replicò, preferendo che la donna desse spiegazioni di sua spontanea volontà, senza interruzioni, ma non riuscì ad impedire ai suoi occhi di fissarsi sul volto di lei, con espressione inquisitiva. Astiana distolse lo sguardo ed arrossì.
“Perdonami, signore” implorò la donna. “Ma in quel momento ero preoccupata per mio marito e nello stesso tempo irritata con l’Anziana e con questo Elarin di cui si faceva un gran parlare. Pensavo che fosse colpa vostra se Wessel era in quelle condizioni. Per cui avevo deciso di non dirti nulla, per complicarti un po’ le cose. ‘Con quale diritto questa gente viene qui e sconvolge la mia vita e quella del mio compagno?’ Mi sono detta. ‘Che si arrangino con le loro strane faccende senza il mio aiuto’. Ma ora ho capito che sbagliavo. Perdono!”
Di nuovo le lacrime fecero capolino nei suoi occhi.
“Non preoccuparti, donna” tentò di tranquillizzarla Jarek facendo ricorso al tono più gentile possibile. “Capisco. Inoltre non hai causato gran danno. Ti sei ravveduta in tempo. Ora puoi riferirmi ciò che Mejan ti ha detto.”
“Certo, mio signore” si affrettò ad acconsentire lei. “Le sue esatte parole sono state: ‘Verrà qui un uomo che chiederà di me. Digli che non si dia cruccio per la mia sorte e che si senta libero di seguire il suo destino. Se ho ancora un po’ di potere, in queste vecchie ossa, gli scagnozzi di Azrek non mi acciufferanno. Ma ogni suo ritardo nell’intraprendere il sentiero che intravede potrebbe essere fatale. Avrei potuto lasciare queste parole a qualcun altro, Maccus per esempio, ma preferisco che sia tu, Astiana, a riferirgliele: a te crederà. Digli che non deve disperare, ci rincontreremo prima di quanto lui stesso pensi.’ Ecco”, concluse la donna. “Sono parole a te gradite, mio signore?”
“Lo sono, davvero” rispose Jarek anche se non era sicuro che lo fossero realmente. Ma Astiana sembrò sollevata e questo, per il momento fu sufficiente. “Ti ringrazio, gentile signora. Sono in debito con te e tuo marito.”


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IL VECCHIO – PARTE II

Scritto da: bvzk 18/10/2005 15.12
Vilahir avrebbe voluto replicare alle parole di Raul, ma fu distratto da qualcosa che gli parve di notare. Con la coda dell'occhio gli era parso di vedere un uomo anziano, fermo accanto al muro di un'abitazione poco lontana, che lo fissava con sguardo triste ed uno strano sorriso. Per qualche ragione quella visione lo aveva colpito a tal punto che il cuore gli era balzato in petto ed aveva accelerato i battiti. Quando però aveva guardato meglio nella direzione in cui lo aveva visto, il vecchio era scomparso.


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COR-ANGÀLALAD – PARTE I

Scritto da: Tyrande 28/10/2005 18.24
L'elfa afferò la mano dell'eothraim e si alzò,poi si rivolse verso i suoi compagni e disse.
"Io una seppur vaga idea di come arrivare a Cor-Angalalad ce l'ho. Nel nostro popolo si racconta ancora del magico cerchio di pietre, dove i grandi re degli Eothraim venivano acclamati."
Rimase un atiimo in silenzio, poi continuò.
"Il fatto è che , secondo le antiche leggende, dovrebbe trovarsi non lontano da Lualis, sul lago, e francamente credo che sarebbe più saggio cominciare a recarsi li."



Scritto da: Tyrande 02/11/2005 21.33
"Cor-Angàlaladh si trova su un sentiero che parte dalla vecchia Rad-Angàlaladh, la via che collegava Lorien con il reame di Bosco Atro e terminava a Widu. Se riuscissimo ad intercettare la vecchia via a Lualis non dovremmo avere molti posti in cui cercare, calcolando che il lago occupa almeno la metà del territorio che circonda la cittadina."


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IL CAVALIERE … ROSSONERO – PARTE I (O, FORSE, IL DEMONE PARTE II)

Scritto da: bvzk 13/01/2006 15.43
Halya sbucò da dietro la svolta, arco in pugno e freccia incoccata.
A terra, sul sentiero, a pochi passi da lei, giaceva un cadavere. Era morto con i muscoli contratti, la schiena inarcata, le braccia protese davanti al volto e le mani immobilizzate ad artiglio. Il volto era deformato da un'espressione di assoluto, estremo terrore. Gli occhi spalancati e fissi nel vuoto.
Era certamente un Orientale, ma Halya non si soffermò ad osservarlo più attentamente.
Il sentiero, in quella zona, descriveva un'ampia curva a semicerchio verso sinistra, aggirando una depressione. Di fronte all'elfa, distante una cinquantina di metri, sul sentiero dall'altra parte della depressione, un cavaliere stava arrestando il suo destriero.
Il cavallo si fermò ed il suo cavaliere si voltò a guardare Halya.
Era molto alto ed indossava un mantello di color rosso scuro, bordato d'oro, il cui cappuccio impediva di distinguere i lineamenti dell'uomo. Le gambe erano avvolte in pantaloni scuri infilati entro lucidi stivali da cavaliere. La statura e l'abbigliamento indicarono ad Halya che non si trattava di un Orientale.
Pur non potendo vederli, Halya sentì gli occhi dell'uomo puntati su di lei e provò un intenso timore. Senza quasi pensare tese l'arco e puntò la freccia verso di lui.
Ma non riuscì a scoccare.
In quel momento il cavaliere alzò una mano, con il palmo in fuori e le dita tese.
Ombre si avventarono sull'elfa da ogni parte. Ombre malvagie con voci stridenti. La raggiunsero in un istante e la avvolsero. Vorticarono intorno a lei ed ella vide volti in esse: volti ghignanti, con occhi ardenti e lineamenti distorti.
Lanciò un grido, abbandonò l'arco e mosse freneticamente le braccia avanti a sè, nel tentativo di allontanare le ombre, mentre indietreggiava con passo incerto.
Il suo tallone urtò contro qualcosa, ed ella inciampò. Cadde a terra ormai accecata dal vorticare d'ombre, sempre tentando di scacciarle via agitando le braccia.
Poi, d'improvviso, tutto cessò.
Il bosco era di nuovo tutto intorno, e lei era distesa, sul sentiero, con gli occhi che miravano gli sprazzi di cielo azzurro oltre le chiome degli alberi.
A terra sulla sua sinistra, c'era il suo arco. La freccia era finita chissà dove.
Poco lontano davanti a lei, il cadavere contorto dell'orientale.
Guardò dall'altra parte della depressione. Il cavaliere era scomparso.


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KAYGAN, IL GUARDIANO DEL BOSCO SILENTE – PARTE I

Scritto da: Admin-Geko 18/01/2006 15.54
L’uomo emise un lievissimo gemito di dolore e girò il capo in direzione di Jarek: aveva un bel volto, deciso. Su una folta capigliatura castana i canuti segni dell’età iniziavano ad esser visibili; i suoi occhi erano chiusi!

L’uomo era alto, di corporatura robusta; probabilmente era dovuto proprio a quelle sue qualità se la vita pulsava, se pur flebilmente, all’interno del suo corpo.

L’uomo ebbe un sussulto, sollevò la testa e finalmente aprì gli occhi: lo sguardo perso nel vuoto.
"Sei tu, Kaygan, figlio mio?"
Un attimo di pausa ed un sospiro.
Jarek non fece in tempo a replicare che l’uomo aveva già ripreso a parlare:
"No. Non sei tu: la voce è diversa. Allora chi sei, amico? I miei occhi non vedono più, ormai. Nella nostra famiglia si tramanda da molti anni la credenza che l'Ultimo dei Guardiani avrebbe avuto l'onore di incontrare il suo Re nell'attimo della sua morte. Sei tu forse il mio Re?"

Istintivamente Jarek porta il suo sguardo verso l’armatura slacciata: sul petto della stessa, in rilievo, fa bella mostra lo stemma di uno scudo entro il quale è raffigurato …
*… un mazzafrusto!*
Poi i suoi occhi si posano sulle mani insanguinate del Guerriero: al dito anulare sinistro, Jarek nota il segno di un anello e di alcune escoriazioni
*Qualcuno glielo ha strappato via con forza*



Scritto da: bvzk 18/01/2006 16.16
Alle parole di Jarek, uno scintillio di vita percorse gli occhi del Guardiano morente.
Fissò lo sguardo sul volto di Jarek ed afferrò con forza insospettata il suo braccio.
"Mio Signore!" disse. "Grande è la mia gioia nel vederti, ma grande è anche la mia tristezza perchè devo comunicarti che ho fallito. Essi l'hanno preso. Ho fatto del mio meglio, ma erano troppi. L'hanno preso. E mi hanno anche sottratto l'anello."
"Il Guardiano di Lualis non esiste più. Ma forse il Guardiano della Fortezza resiste ancora, anche se da molto tempo non ho notizie di lui."

[Modificato da Admin-Geko 06/07/2006 17.57]


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PERGAMENA E MAPPA (TROVATI NELLA TORRE DEL BOSCO SILENTE)



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HALETH – PARTE I

Scritto da: bvzk 28/02/2006 6.39
“Mi picchiarono, naturalmente”, spiegò la donna. “Per ridurmi all’impotenza. Ma quando finalmente smisero di colpirmi, si limitarono a legarmi i polsi ed a trascinarmi con loro. Il loro capo, con il naso gonfio e la faccia sporca di sangue”, ridacchiò al ricordo, “impedì agli uomini di mettermi le mani addosso e mi ringhiò in faccia che aveva bisogno che lo conducessi fino alla Torre Silente.

“Hai idea del motivo per cui volevano raggiungere questo posto?”, chiese Jarek, temendo che la sua speranza di riuscire ad avere esaurienti spiegazioni, fosse ancora una volta frustrata.
“Non di preciso”, la risposta di Haleth confermò i timori di Jarek. “Però li ho osservati attentamente durante il tragitto, sebbene non capissi ciò che si dicevano fra loro. Con me cercavano di parlare il Linguaggio Comune. Credo che avessero intenzione di prendere qualcosa. Un anello, mi è parso di capire, ed anche qualcos’altro. Ma qualunque cosa fosse, ne avevano paura. Mi è parso che rifiutassero persino di nominarla. Comunque avevano una certa fretta: sembrava che avessero un appuntamento di qualche genere al quale non dovevano mancare. E poi avevano paura di un certo Elarin che temevano si fosse messo sulle loro tracce.”



Scritto da: bvzk 01/03/2006 15.05
“Ma voi siete riusciti a giungere qui”, osservò Vilahir con delicatezza. “Come avete fatto, tu e gli Orientali, ad evitare l’incantesimo?”
“E’ stata una cosa orribile”, rispose Haleth in un sussurro. “Forse anche peggio delle botte e del trattamento che gli Orientali mi avevano riservato fino a quel momento. All’improvviso la follia ci colse tutti. Un’ombra calò sui miei occhi, impedendomi di vedere bene, mentre un terrore mai provato prima si impadronì di me. Sentii gli Orientali urlare di terrore e disperazione, mentre i loro cavalli si imbizzarrivano e li disarcionavano, ma badai poco a loro: avevano lasciato andare la corda con la quale mi trascinavano ed io pensavo solo a fuggire il più lontano possibile.”
Haleth sospirò, poi continuò: “Fu il loro capo a sistemare le cose. Trasse da sotto la tunica una specie di medaglione che portava al collo, poi si mise ad urlare delle parole incomprensibili, come un richiamo. Non so come ci riuscì, ma immediatamente dopo la follia e le ombre mi abbandonarono. Un Orientale, evidentemente anche lui rinsavito, mi riacciuffò e mi ricondusse sul sentiero. Notai che due di loro mancavano all’appello: forse il capo non era stato abbastanza svelto, non lo so. Fatto sta che due Orientali erano scomparsi, come anche tutti i loro cavalli. Comunque ero preda di una strana sensazione: la follia non era del tutto scomparsa. La sentivo intorno a me, pronta a ghermirmi di nuovo, solo che una…”, esitò, “Presenza? Non saprei come altro descriverla. Insomma questa presenza impediva in qualche modo alla follia di tornare ad aggredirci. Solo che non era affatto una presenza benevola o rassicurante: la sua ostilità e malvagità erano quasi tangibili. Gli Orientali sembravano perfettamente a loro agio, in quella situazione, ma io ero ridotta uno straccio e sentivo che, se solo avesse voluto, la presenza avrebbe potuto farmi cose davvero orribili…”


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28/07/2006 08:16
 
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Alessio ha fatto un notevole lavoro.
Possibile che nessun altro ha niente da dire per dissipare un po' le nebbie?

Yawurza.

K.
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Varrebbe l apena di agiungere l'ultimo pezzo di canto, della leggenda di Rabain


"Ed il Re scelse tre Guerrieri
Un Anello il loro simbolo
Solitudine il loro destino
Un Teschio il loro fardello.

Ed essi giurarono
e furono i Guardiani
Ritirati nelle Torri
Dimenticati dal mondo

Il Guardiano di Loallees
Il Guardiano del Bosco Silente
Il Guardiano della Fortezza dei Re.
Chiusi nelle Torri a tramandar speranza."
--
Salkaner il Nero. Signore degli Enigli
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KAYGAN FIGLIO DI KAYGAN

Scritto da: bvzk 29/06/2006 16.39
"Ma tu accetta un consiglio: nel corso dei tuoi viaggi, cerca di incontrare Corlan."
Jarek guardò Kaygan stupefatto. "Corlan? Corlan il brigante? Sei uscito di senno?"
Lo spadaccino sospirò, guardando Jarek come si fa con un bambino con il quale occorra infinita pazienza.
"Jarek, questo non è un gioco. E neanche un poema epico. Questa è la vita vera, una guerra vera. Hai bisogno di uomini, abbiamo bisogno di uomini in grado di fare tutto quello che hai detto poco fa. E Corlan ne ha."
"Ma sono feccia! Briganti da strada, assassini senza scrupoli!"
"Vacci piano! Non mi pare che la tua reputazione sia tanto migliore. Non sono stinchi di santo, siamo d'accordo. Ma sono anche i migliori combattenti che potrai trovare tra il Bosco ed il Fiume. Quanto a Corlan, è uno spadaccino persino migliore di me. Ho saputo che molti superstiti di Widu si sono uniti alla banda di Corlan, ed ora sono una spina nel fianco di Azrek. Ora attaccano solo gli Orientali, un po' come hai fatto tu con il carro delle tasse di Ocrey. Dobbiamo fare in modo che quella spina penetri sempre più in profondità."
"Ci penserò." Jarek non sembrava convinto.
"Non stare troppo a pensarci. Hai bisogno di quegli uomini. Ma non sarà facile: Corlan non seguirà un furfante da quattro soldi come te, e non lo incanterai con leggende e profezie. Lui non ha certo giuramenti da onorare. Dovrai offrirgli qualcosa in cambio dei suoi servigi."


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KAYGAN, IL GUARDIANO DEL BOSCO SILENTE – PARTE II
Di questa mi ero scordato:

Scritto da: Tyrande 10/01/2006 18.41
Vide sette od otto Orientali, ed in mezzo a loro un uomo in lucente armatura; stranamente alcuni orientali sembravano combattere al suo fianco, contro quelli della loro stessa razza.


Come mai alcuni orientali si sono messi a combattere al fianco del Guardiano? Quest'ultimo era dotato di qualche potere particolarmente "persuasivo" o magari possedeva qualche "gingillo magico" (l'anello che gli orientali gli hanno strappato dal dito dopo averlo ucciso, per esempio)?
Che ne dite?
A presto.

[Modificato da Admin-Geko 11/12/2006 16.33]


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Ferro di cavallo
La versione integrale si trova nell’ultima pagina del Capitolo 2.

Scritto da: Admin-Geko 03/11/2005 12.13
L’elfa e il bardo lo stavano fissando con un’espressione di stupore dipinta sul volto.
Stupore che ben presto divenne preoccupazione!
Preoccupazione che si trasformò in paura quando Jarek, con un gesto improvviso e violento, scagliò il ferro di cavallo lontanissimo, nella foresta!
I due compagni istintivamente fecero un paso indietro, allontanandosi da lui.



Scritto da: bvzk 04/11/2005 3.55
Naetro si guardò intorno, ma non vide traccia del cane. Si accorse che Jarek, Vilahir ed Halya si erano già messi in cammino, e ben presto sarebbero spariti dietro una svolta della strada.
“Kuma!” chiamò con urgenza, non volendo rimanere troppo indietro. “Kuma! Dove ti sei cacciata? Vieni qui!”
Qualche istante più tardi il muso del cane fece capolino da una macchia di cespugli, al lato della strada. Portava qualcosa stretto tra i denti.
“Su, andiamo! Se non ti muovi ti lascio qui.” E Naetro accennò un passo.
Il cane schizzò via dai cespugli, con espressione preoccupata, e si affrettò a raggiungere il padrone, senza mollare la presa sull’oggetto che aveva in bocca.
“Cosa diavolo hai raccolto, in giro tra i boschi?” chiese Naetro notando l’oggetto. Poi guardò bene è capì. “Il ferro di cavallo di Jarek?” non riuscì a trattenere un sorriso. “Hai riportato il ferro di cavallo lanciato da Jarek, eh? Cane bislacco!”
Kuma lo guardò.
“Su, su. Non ti offendere: scherzavo. Da’ qua.” E si chinò per prendere il ferro. Kuma glielo lasciò cadere sul palmo della mano.
Naetro notò che c’era una profonda tacca sul ferro, come se avesse subito un forte colpo. Magari, dopo il lancio di Jarek, il ferro aveva urtato un roccia, cadendo.
Poi si accorse che i suoi amici non erano più visibili sulla strada, per cui immediatamente distolse la propria attenzione dal ferro di cavallo e si affrettò a raggiungerli. Distrattamente infilò l’oggetto in una delle sue tasche.
Kuma trotterellò al suo fianco.


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19/11/2007 17:36
 
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Un piccolo riassunto delle ultime vicende che hanno visto protagonisti i nostri PG, a beneficio di Micaela ma non solo.
Dopo aver lasciato l’accampamento di Kaygan “Spada Veloce” (con il giuramento effettuato da quest’ultimo e con tanto di promessa di sollevarei villaggi degli eothraim, nel nome di Elarin, contro gli invasori), Jarek, Vilahir, Halya e Naetro hanno intrapreso la strada per Lualis.
Durante il tragitto sono stati intercettati dagli uomini di Corlan, il famoso brigante il cui aiuto Kaygan aveva consigliato a Jarek di cercare. Sulle prime il gruppo di amici ha rischiato seriamente la vita, visto che il seguito di Corlan era assai numeroso, armato e ben equipaggiato. In seguito, grazie alla diplomazia di Vilahir e alla franchezza di Jarek si è giunti ad un accordo e Corlan decide che presterà il suo aiuto, e quello dei suoi numerosi uomini, alla causa di Jarek (ovvero a quella di Elarin). Purtroppo, però, c’è una cosa che Jarek ed i suoi amici non sanno: la cara vecchia Mejan è stata presa prigioniera dagli orientali a Lualis e presto verrà giustiziata.
In breve tempo viene organizzata una spedizione a Lualis composta da due gruppi: uno formato da Corlan, Vilahir, Naetro e Jarek; l’altro, che giungerà in città più tardi, è composto da Halya, Wulf (il formidabile, quanto bislacco, braccio destro di Corlan) ed un manipolo di uomini.
Una volta giunti a destinazione Jarek e Vilahir, pur entrando a Lualis separatamente e a distanza di tempo l’uno dall’altro, si rendono conto che il loro arrivo era in qualche modo atteso.
Dopo un giro di ricognizione per la città, tutti e tre gli amici si ritrovano nel retrobottega del “Nibbio Verde”, dove Corlan li sta aspettando con un gruppo di uomini fidati e ben informati.
Si viene così a sapere che Mejan è stata catturata dagli orientali per far si che Elarin (il cui nome e la cui fama inizia a diffondersi rapidamente in ogni dove) esca allo scoperto e cada così in trappola. Pare addirittura che Azrek in persona presenzierà all’esecuzione di Mejan. Nessuno ha mosso un passo un dito per evitare che l’anziana donna, stimata e amata da tutti, venisse fatta prigioniera. Il Governatore di Lualis è un fantoccio nelle mani degli scagnozzi di Azrek, Lualis dispone solo di poche guardie cittadine e non di un esercito e per di più gli orientali hanno un gruppo di soldati stanziati nei pressi del recinto del bestiame, vicino la porta nord della città. La popolazione è indignata per la sorte che è toccata a Mejan (che ha sempre portato il suo aiuto e il suo soccorso a tutti i bisognosi) e gli uomini (inclusi gli informatori di Corlan) si vergognano della loro viltà; il senso di colpa è aggravato dal fatto che tutto ciò è stato organizzato per catturare Elarin, ovvero l’unico che abbia osato mettere i bastoni tra le ruote ad Azrek.
I PG e i PnG si sono lasciati in questo modo: Corlan è rimasto solo nel retrobottega della locanda per incontrare uno dei suoi informatori (precisamente una guardia cittadina). Vilahir, Naetro e Jarek si sono recati nella sala comune per consumare un pasto e mettersi d’accordo su alcuni particolari. Jarek, infatti, subito dopo il tramonto dovrà incontrare un tale di nome Redelgen che una volta era una guardia della città di Widu ed ora è un povero cristo malandato, arrabbiato e privo di un braccio (perso a causa di uno scontro contro gli orientali). Questo tale ha incontrato Vilahir nella mattinata e, riconosciutolo, gli ha “imposto” un appuntamento con Jarek proprio al Nibbio Verde subito dopo il tramonto.
Dai discorsi fatti durante l’incontro tra Corlan, i suoi uomini, Jarek, Naetro e Vilahir è emersa una coincidenza preoccupante: Redelgen risulta essere uno degli informatori dello Scuro (uno degli Uomini di Corlan) e proprio quest’ultimo asserisce che presto Redelgen gli rivelerà la vera identità del fantomatico Elarin. E’ proprio per questo motivo che Jarek, preoccupato che la vera identità di Elarin venga rivelata, ha deciso (e comunicato a tutti) che incontrerà Redelgen da solo (o meglio, con Vilahir e Naetro), evitando che quest’ultimo provi a diffondere le sue ipotesi sulla vedrà identità di Elarin (gli unici a sapere che è Jarek a farsi chiamare Elarin sono Mejan, Halya, Vilahir, Naetro, Corlan, Kaygan e forse il signore della caccia di Ocrey).

Questo il link alla mappa di Lualis: freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=3421881&p=41

Usiamo questo post per chiarire qualsiasi dubbio e rispondere a qualsiasi domanda riguardi tutto ciò che è accaduto fino ad ora e per fare un eventuale ripasso più approfondito di ciò che è avvenuto fino a questo momento.

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Geko, Web Master del "GiRSA crew" (www.girsacrew.it)
"Sono il mio nemico, il più acerrimo" (Frankie Hi-NRG MC, "Autodafè")
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