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Capitolo 4 - "Miracle and Mistery Plays"

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2006 11:37
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Athorman
Athorman avvertì un mancamento e le sue ginocchia si piegarono per un istante. Serrò entrambe le mani sulla ringhiera che fungeva da parapetto per gli spalti, e tese le braccia a guisa di puntello per non cadere.

*Per gli Onnipotenti Valar! Che maleficio è mai questo?! E’ come se le Tenebre avessero avviluppato la mia anima, e chi può esserne l’artefice!?*

Ancora provato ma ritornato in sé, il guaritore volse lo sguardo tra il pubblico della platea, come a cercarne la fonte. Non trovando riscontro di ciò che cercava rivolse si voltò verso il Maestro Ormologun per incrociarne lo sguardo e verificare se avesse anch’egli avvertito tale sensazione.

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Ormologun
Il pittore sembrava non essersi accorto di nulla.
S'era girato da poco verso i suoi ospiti, che probabilmente erano curiosi di conoscere le ultime vicende del pomeriggio o stavano forse vezzeggiando la piccola.

A sir Athorman giunsero tuttavia alcune parole pronunciate a bassa voce e filtrate dal rumore ovattato della sala.
"Ma certo, cara,... naturalmente, dopo la rappresentazione.. quando andremo a salutarli..
sai.. ora, non solo tutti gli attori...
anche lui e i cavalieri sono molto impegnati..

...
Ecco, avete sentito? dev'essere arrivata la carrozza.."



E a quel punto molte teste iniziarono già a sporgersi in euforica attesa verso l'ingresso principale, per non perdersi nulla dell'arrivo (forse) del conte e della sua (certamente) splendida signora.

[Modificato da Ashtarazor 27/07/2006 2.51]

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28/07/2006 14:01
 
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Eorein
Il biondo cavaliere si inchinò di fronte al Conte:

"Al vostro servizio."

I suoi movimenti gli sembravano terribilmente impacciati, e la sua voce roca.

*Per Bèma, ho la gola secca come uno scudiero alle prime armi di fronte alla sua prima cavalcata!*

Attese un breve istante prima di risollevarsi, avendo visto con la coda dell'occhio il gesto fuggevole del conte.
Gli fece strada verso l'ingresso del teatro...
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28/07/2006 14:18
 
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Master
Finalmente le porte principali del teatro si erano aperte. A guardia di un anta, Eorein del Rhovanion. Di fronte a lui, a guardia dell'altra, Deor di Lond Arador. Un trombettiere lancio tre note per annunciare l'arrivo degli ospiti piu' illustri a tutti i presenti e la folla, dentro e fuori dal teatro, esplose in un applauso fragoroso. Tutti in piedi, a salutare il Conte, la sua Consorte e la loro figlia.

"E' arrivato!"
"Non ci speravo piu'!"
"Te l'avevo detto che alla fine arivava!"
"Allora le voci erano vere"
"FInalmente, tutti e tre assieme!"
"Oggi sara' un gran giorno, AUGURI ALLA CONTESSINA!"
"Viva il Conte!"
"Lady Yvoen stasera e' persino piu' ammaliante del solito"
"Per l'amore dei Valar, per le stelle di Elbereth, mai avevo visto tanta bellezza..."


La famiglia regnante venne accolta al piano del ballatoio dove si trovava il palchetto centrale, addobbato a festa. Malhodd era la', assieme al gran cerimoniere di Corte e Lord Arbalar. I tre presero posto sui loro scranni e, ad un cenno di Deor, Huor Usci' dal teatro chiudendosi dietro il pesante portone. Dopo un po', il clamore del pubblico diminui' ed il Conte si alzo' di nuovo in piedi.

Conte Milear:"Illustri ospiti di terre lontane, gentili amici, popolo di Lond Arador. Oggi sia giorno di festa per tutti voi. E' il decimo compleanno della nostra adorata figlia, e vogliamo che tutti voi godiate di un po' della felicita' che trabocca dai nostri cuori. Apriremo questi tre giorni di festeggiamenti come vuole la tradizione, ricordando il passato, chi siamo e da dove veniamo. Mastro Lossadan ci aiutera' in questo mettendo in scena la sua rappresentazione, il cui titolo, ne sono certo, e' stato oggetto di infite chiacchiere per ognuno di voi" risata sommessa del pubblico "E che persino io, dietro minaccia di tortura, non sono riuscito ad estorcergli!" altra risata, del Conte e del pubblico.

"Abbiamo atteso tutti troppo a lungo questo momento, per ritardarlo ancora con le mie chiacchiere. Che lo spettacolo abbia inizio!"

Athorman:*Non ci posso credere...quest'uomo e' un dunadan, che regna su altri dunedain? E' il marito di quell'angelo che gli siede affianco ed il padre di quella bambina...? Non ci posso credere...*

[Modificato da Ossian77 28/07/2006 14.18]

[Modificato da Ossian77 28/07/2006 14.42]

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Master
Al discorso del conte segui' un breve applauso di tutti i presenti. Qualcuno inzio' anche a lanciare rumorosi fischi di acclamazione dal pubblico, presto zittito dallo sguardo incrociato di Dalkest e Barak.
Poi scese il silenzio. Una vibrazione impercettibile, continua, bassissima.

Ecco, e' arrivato:*Il silenzio, Ari. Il teatro ci insegna ad ascoltare il silenzio. Nel silenzio riposano la verita' e l'arte....questo diceva mio padre, quando andavamo a teatro.*

Ari, bardata nel suo costume, non si era accorta che in quel silenzio una serie di strani personaggi le si erano raccolti attorno. I loro corpi potevano forse essere quelli degli Aranrim, ma non le loro anime. Il personaggio di Lossadan e quello di Meriel...quante storie aveva sentito su di loro da bambina?

Lossadan e gli altri formarono un cerchio, tenendosi per mano ed includendovi Ari. Stavano a un paso dal sipario, concentrati.

Lossadan:"Amici, ci siamo. E' il nostro momento", disse con voce sicura. "Qualunque cosa accada, siamo noi i padroni della scena. Silenzi, vuoti scenici, qualunque catastrofe, non ci fermeranno. La scena e' il nostro campo, qui comandiamo noi. Dobbiamo crederci, e credendoci, faremo in modo che anche oltre il sipario ci credano. Che la voce vada oltre il palco, gli spalti, la piazza ed il castello...e ora, l'augurio. Signori, tutti insieme....1...2...3...."

Aranrim (bisbigliando e ridendo):"Mer-da...tanta, tantissima merda a tutti quanti!!!!"

Lossadan:"Ok, merda per tutti. Ora in posizione. Ron, il sipario. Tra 60 secondi il segnale. Via!"

Una squadra di assassini della notte non si sarebbe mossa nel buio del palco con piu' efficienza e silenzio degli Aranrim. In 30 secondi non c'era piu' nessuno. Gli ultimi 10 secondi furono per strazianti per Arhiael. Credeva di aver provato tensione fino ad allora ma non sapeva cosa fosse la vera paura. Il tempo si dilato' all'impossibile ed Ariael inizio' a sudare freddo come se dovesse sostenere una carica di cavalieri. Una stretta micidiale la prese allo stomaco e le gambe le diventarono di legno, finche' dal buio quinte non senti' un cigolio. Il sipario. Una lama di luce verticale si disegno nel buio. Poi tutto il palco venne invaso dalla luce ambrata delle lampade.
Finalmente il pubblico petava vedere la scena. Spoglia, a parte per delle onde di legno che salivano e scendevano, azionate da Sigurdh. Sui lati, una scogliera di cartapesta.
In mezzo alla scena, Heltzvegg, vestito come un nobile numenoreano.

Athorman:*Ma proprio lui doveva aprire la scena?...che azzardo!*

Heltzvegg:"Ea...Ea...Eiil....Ella...."

Arhaiel penso': *Stramaledizione, sta balbettando?????? Oh no!!!!!*..

Una fitta di panico la assali'. Poi Heltzvegg si blocco', rosso paonazzo in viso per la vergogna. Decine di facce, ancora prese dalla meraviglia della scena, dalla magia del teatro, stavano mutando espressione. Qualche mormorio, insoddisfazione, silenzio.
Il silenzio. Heltzvegg sembro' davvero ascoltarlo, il silenzio. Alzo' la testa, spavaldamente, e guardo' la folla con aria di sfida.
*Qui comando io. Posso stare in silenzio a guardarvi anche per 10 minuti, se voglio. La battuta uscira' dalle mie labbra quando lo decidero' io. Nel silenzio, nella pausa, siete miei...*

Poi, con voce chiara ed impostata, inizio' a dire:

Eala earendel, engla beorhtast,
ofer middangeard monnum sended,
ond soðfæsta sunnan leoma,
torht ofer tunglas, þu tida gehwane
of sylfum þe symle inlihtes!
Swa þu, god of gode gearo acenned,


Fu interrotto dal primo applauso a scena aperta prima di poter finire, e gli ultimi versi della sua battuta si persero nel rumore del pubblico.

Lo spettacolo era cominciato.

[Modificato da Ossian77 05/09/2006 11.51]

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Master
Atto 1.

Dopo che l'applauso scrosciante, il pubblico si diede di nuovo un contegno, ad un gesto appena accennato del conte. Egli stava seduto sulla sua sedia. All'inizio, forse per via della stanchezza, pesantemente sprofondato nello schienale. Poi, sempre piu' preso dal dipanarsi degli eventi, dalla recitazione quasi perfetta degli Aranrim, dalle scenografie e dai costumi sfarzosi ed ingegnosi, dai duelli, dagli appassionati monologhi, la sua attenzione fu catturata completamente.

Non c'era da meravigliarsi. Eorein, dalla sua posizione, stava notando come l'argomento dovesse essere molto popolare tra i dunedain come Athorman. Persino il suo amico guaritore aveva difficolta' a concentrarsi sulla sicurezza del teatro.

La storia, recitata superbamente, parlava della fine di una guerra spaventosa, durata anni, o forse secoli. Eorein non conosceva quelle leggende eppure sembravano richiamare quaclosa di familiare nella sua coscienza.

Eorein: *E' normale. Le leggende alla fine si somigliano un po' tutte. Questa pero' ha qualcosa di strano. Sembra piu' storia che leggenda, per come la recitano loro.*

Era la storia di una guerra, si, che coinvolgeva uomini ed elfi di una lontana terra a Nord. Il Beleriand. Vi erano state molte battaglie ma per lo piu' sembrava, nella prima parte, che i 'buoni' fossero poco piu' che schiavi o fuggiaschi dai regni di un essere dal nome che da solo incuteva paura. Morgoth...
Il primo atto sembrava in effetti una specie di galleria di personaggi, che mano a mano si presentavano, facevano qualcosa e poi uscivano di scena. Ogni gruppo di personaggi illustrava come e perche' i vari e splendidi regni, per lo piu' appartenenti agli elfi, fossero caduti sotto i colpi delle armate dell'oscurita'. Eorein gradi' in particolare quando un gruppo di attori di cui si vedevano solo le gambe entro' in scena portando sopra le teste un lunghissimo serpente, con gli orli fatti da una gualdrappa simile a quelle che si mettono sui cavalli, solo lunga 6 metri. Qualcuno, che impugnava la testa (forse Yorick?) la muoveva a destra e a manca, mimando la furia del drago. Qualcun'altro, da dietro la scena, produceva con qualche strana macchina, dei rumori simili a ruggiti. Lossadan entro' per un attimo in scena, brandendo una lunga spada nera. Da sotto un nasconfdiglio trafisse il drago sotto la gola, uccidendolo. Poi Eorein perse il filo della trama (era abituato ad altri stili di narrazione). Noto' solo l'ingresso di un altra fanciulla, e poi la morte di lei e infine di lui (che buttandosi sulla spada nera la spezzo).

Verso la fine della prima sequenza, ovvero dopo quasi 30 minuti di recitazione, il conte era seduto letteralmente sul bordo del trono. Si sporgeva in avanti con la sua immensa mole, stringendo con forza uno dei braccioli. Sua figlia gli stava in braccio, seduta su una gamba, e sua moglie gli aveva posato la mano sull'avambraccio. La contessa, per l'emozione, si stava mordendo il labbro.

*Sono meno rigidi di quanto temessi. Anzi, sembrano proprio due persone molto spontanee*

Penso' Athorman osservando questa condotta cosi' poco comune secondo il normale cerimoniale di corte.

Alla fine del primo atto, una strana figura entro' in scena (Sigurdh, dentro il costume, era l'unico candidato per stazza e altezza). Coperta da una folta pelliccia nera, cornuta, con due enormi ali di pelle. Teneva in mano una frusta ed una spada. A fronteggiarlo....LASYA? Possibile? Eh si, la cantante stava impersonando un qualche tipo di biondo guerriero. Un guerriero che, a quanto pare, stava prendendo tempo per dei fuggitivi trattenendo il mostro. Sullo sfondo, montagne impervie ed una bianca citta' in fiamme.
Il combattimento fu breve e molto drammatico e, alla fine, il biondo guerriero interpretato da Lasya sconfisse il demone alato, sebbene a prezzo della sua stessa vita. Entrambi, concluso il duello, "precipitarono" in fondo alla scarpata rotolando lungo i due scivoli che portavano alla passerella su cui combattevano.
Su quella scena, il sipario, lentamente, si chiuse. In quel momento, in molti in sala stavano piangendo...

[Modificato da Ossian77 05/09/2006 12.16]

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Athorman
Sebbene conoscesse l’importanza dell’incarico nel quale era intento, il dunedan realizzò le sue mancanze di attenzione solo alla chiusura del sipario che siglava la chiusura del primo atto.
Quelle vicende ormai lontane avevano toccato nel profondo la sua anima.

*Che Estë mi illumini! Sono quì per vigilare e non per godermi lo spettacolo !*

Il dunedan riprese a gironzolare per gli spalti, zona di sua competenza, saettando sguardi indagatori ora a destra ora a sinistra, ma senza perdere d'occhio le spalle della famiglia reggente.
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05/09/2006 19:02
 
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Eorein
Mentre controllava meticolosamente che tutto il sistema di sicurezza funzionasse a puntino, Eorein non riuscì ad evitare di lanciare fugaci occhiate verso il palco, sempre più interessate alla storia che vi si dipanava.
Ne aveva visto rappresentati lunghi tratti durante le prove, ma la bellezza dei costumi e delle scenografie lo sorpresero. La recitazione degli Aranrim poi lo commosse a tal punto che durante il terribile scontro tra il biondo e gracile guerriero ed il terribile mostro, non potè trattenersi dallo stringere spasmodicamente Gurcrist, che pendeva al suo fianco come sempre, quasi come per sguainarla e correre in aiuto dell'eroe in difficoltà.
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07/09/2006 08:11
 
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Dalkest
il cavaliere non riusciva quasi a staccare gli occhi, ma non dal palco dove gli Aranrim stavano sicuramente svolgendo al meglio la loro funzione, quanto dal viso della contessa che sembrava toccata nell'intimo dalle vicende che si stavano rappresentando. la sua bellezza era tale che il resto del teatro sembrava in penombra e la promessa fatta il giorno precedente davanti al teatro, di esserle servitore, acquistava dentro di lui ancora più forza. probabilmente una volta finito il lavoro con gli Aranrim avrebbe chiesto di restare alle dipendenze della signora.

l'addestramento tornò però a prendere il possasso dei suoi intenti e ricominciò mentalmente il giro di controllo, notando chiunque non fosse preso dalla narrazione e intento a fare qualsiasi altra cosa, e chi per qualsiasi motivo, avesse scelto i posti vicino alle uscite. cominciava ad avvertire il peso dell'ascia sulla schiena, stava in piedi dall'inizio della giornata e con quello che era successo in piazza aveva speso molte delle sue energie.

scrutò un ragazzo in platea completamente disinteressato alle faccende del biondo eroe che combatteva contro l'orrendo mostro (ma come poteva esistere una creatura così?) e scoprì il suo interesse per una giovane, e molto bella, ragazza della nobiltà locale. scosse la testa e sorrise e, per chissà quale motivo, tornò a guardare la contessa...

[Modificato da Mumak 07/09/2006 8.21]

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Ormologun
La piccola Idril piangeva, in silenzio, pasticciando coi suoi lacrimoni i pochi pezzi di carta scarabocchiata che il padre aveva riposto al suo fianco; dettagli delle scene, le mani della contessa, alcune insolite acconciature, un volto di donna.
E il pittore, ispirato dalle scenografie, aveva appena iniziato a fissare l’idea per una scena veramente classica, “La caduta di Gondolin”, ma poi non era più riuscito a proseguire, troppo preso ad ammirare la ricercatezza dei costumi, i colori dei fondali di scena e la recitazione, così coinvolgente.
Le antiche storie e leggende avevano preso vita davanti ai suoi occhi, come mai le aveva considerate prima di allora.
Vicende di Uomini ed Elfi che in parte il pittore riconosceva e aveva studiato, ma che ora percepiva più autentiche. Ora iniziava a convincersi che tutto ciò in qualche modo fosse accaduto davvero, nelle ere di un lontano passato, e non fosse soltanto mito o leggenda, bensi’ il principio profondo della loro stessa storia.
(ad eccezione naturalmente di tutti quei mostri, demoni, draghi e spade incantate, che erano senza dubbio inverosimili, sebbene inevitabili.. come aveva imparato bene a sue spese...)

Alla fine del primo atto, s’era commosso anche lui.
E la piccola, che l’aveva notato subito, ora lo guardava singhiozzando tragicamente.
Con una carezza avvolgente se la trascinò vicino, poi, chinatosi verso di lei, le bisbigliò qualcosa all’orecchio.
La piccola, in una nuvola di capelli corvini sul collo del papà, gli stampò un bacio sulla ruvida guancia e smise di piangere.
Poi sembrò pensarci su un attimo, e, in bilico sulle punte dei piedi, gli bisbiglò di rimando, incerta e un po’ preoccupata, con un candido vocino interrogativo che poterono sentire tutti i presenti lì vicino.

Ma.. le aule-di-mandos sono tanto brutte?

Il pittore non si scompose. E le rispose sorridendo.
Nient'affatto, mia cara, nient'affatto.. Si dice che si trovino lontano.. oltre il mare, e che anzi, siano molto, molto belle.

La piccola, visibilmente rassicurata da quelle parole e incoraggiata da un buffetto del padre, si girò verso il palco per osservare la folla sottostante e, ogni tanto, con estremo diletto dei presenti, sbirciare discretamente in direzione della contessina.

[Modificato da Ashtarazor 08/09/2006 18.10]

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Il secondo atto fu parecchio piu' breve del primo. Racconto' di come Tuor ed Idril, due dei personaggi che vivevano nella citta di Gondolin, avessero trovato rifugio alle bocche del fiume Sirion, rendendolo un luogo bello e felice portando con se il piccolo Eärendil, e di come una delle leggendarie pietre Silmaril fosse con loro.

La rappresentazione, tuttavia, sottolineava il velo di tristezza che ricopriva tutto e tutti per le tremende perdite subite e sembrava accennare ad aventi futuri altrettanto tremendi.

Le cospirazioni dei figli di Feanor iniziavano a delinearsi. La loro avidita' e la loro ossessione per i silmaril, cosi' ben rappresentate da un attore sanguigno, giovane e scattante come Ronan, fecero piangere piu' di un bambino in sala. Il personaggio che piu' spicco', interpretato da Lossadan, fu uno dei figli di Feanor, il saggio Maedhros che, alla fine del II atto, rinnego' il proprio giuramento di riprendere i Silmaril. Tuttavia, un senso di perdita imminente e di fragilita' sembrava permeare ogni verso, ogni dialogo ed ogni monologo. Il sipario si chiuse di nuovo, in un teatro inondato di applausi.
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Master
Dopo una breve pausa, il Terzo Atto si apri' con l'inizio dei viaggi per mare di Earendil, il figlio di Tuor ed Idril scampato ancora bambino alla distruzione di Gondolin.
Sul palco, venne accennato anche il matrimonio tra Earendil e la splendida Elwing, seguito a ruota dalla partenza sulla nave Eärrámë di Tuor ed Idril, alla volta di Valinor.
I toni si fecero piu' cupi con l'ingresso in scena di alcuni dei figli di Feanor, tormentati dal loro giuramento incompiuto di riprendersi i Silmaril. Abilmente orchestrata, la tensione crescente non venne sminuita nemmeno dalla nascita di due figure a meta' tra la storia e la leggenda. Elrond ed Elros. Se di Elrond pochi sapevano qualcosa di certo, TUTTI i presenti in sala sapevano che Elros era stato il primo, il piu' grande, nobile e longevo re della Splendete Numenore. Al suo comparire in scena (un fagotto in braccio a Lasya) si scateno' un applauso a scena aperta, con nobili e dame in piedi a spellarsi le mani e grida di "W il RE!" che provenivano dalla platea.

Ma ecco che, durante l'assenza di Earendil, avvenne la terza uccisione dei Consanguinei. Alle bocche del Sirion, i rimanenti figli di Feanor attaccarono la fortezza dove risiede Elwing per riprendersi il Silmnaril. Elwing stessa, per non farsi catturare, si lancio' nel mare, solo per essere salvata al volo dal Vala Ulmo in persona e portata da Earendil.
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Il terzo ed ultimo atto si avvicinava ormai alla sua conclusione. Dietro le quinte, Arhiael era ormai pronta ad entrare in scena. Vestita con una cotta di maglia di scena, con la sua spada al fianco ed un elmno alato in testa, aspettava dietro un drappo rosso il segno di Lasya.

Lossadan, nei panni di Earendil, aveva ormai accolto la sua sposa, interpretata da Lasya, a bordo della sua nave. I due stavano facendo rotta verso la terra benedetta di Aman e si produssero in uno splendido dialogo in cui spiegavano al pubblico alcuni punti della storia che erano rimasti oscuri. Nella terra benedetta, dei Valar si videro soltanto imponenti ombre, proiettate contro un velo di seta in fondo al palcoscenico. Opportunamente amplificata, la voce di Sigurdh rese quasi giustizia all'assemblea delle potenze di Aman. Lossadan, di suo, si lancio' in un lungo ed evvincente monologo, in cui spiegava come, appartenendo alle due stirpi, lui, Earendil il marinaio, veniva a implorare l'aiuto dei Valar.

In un lampo, la storia salto' di tre anni in avanti. Dopo una veloce chiusura del sipario, finalmente la Guerra d'Ira era cominciata. La scena era pronta. Una pianura grigia, devastata dalla guerra, con una minacciosa fortezza di pietra, Angband, sullo sfondo. Il rumore, prodotto fuori scena, delle orde di Morgoth si fece terrificante e qualcuno si alzo' a disagio sulle proprie sedie. Sebbene sul palco non vi fossero che pochi attori e qualche comparsa assoldata per l'occasione, tutti avevano l'impressione che una vera battaglia fosse imminente.

* Anche troppo intensa, come sensazione! * Penso' Athoman dalla sua postazione. * C’e’ qualcosa di troppo...vero, in questa rappresentazione. Non e' normale e...ma, un momento...MERIEL! Dove' e' finita? Sembra quasi che Lossadan non le abbia assegnato una sola parte in tutti e tre gli atti! *
L'esercito dei Valar, rappresentato da alcune comparse, sembrava davvero inondare di luce la parte di palco che occupava. Un effetto mirabolante che nessuno, in platea, riusciva o voleva spiegarsi. A capo della schiera, Eonwe, interpretato da Ronan, chiuso in un costume che sembrava una lucente armatura, tra le piu' splendide che maiu si fossero viste a Lond Arador.

Infine, la battaglia inizio'. L'esercito della luce, all'inizio, scateno' una tale forza bruta da far tremare la Terra. Una voce narrante, nel frattempo, spiegava alla platea l'evolversi dello scontro mentre il teatro, grazie a qualche strano meccanismo, ad ogni assalto sembrava davvero tremare. Poi di colpo, fu il silenzio.
Le orde della notte, chiuse all'angolo da quelle delle luce. Un attimo di quiete, la quiete prima della tempesta. Morgoth, disperato, aveva finalmente liberato la sua ultima arma.

I draghi.

Ancalagon fece la sua comparsa in scena...
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Un grido di stupore e di ammirazione si levo' spontaneo alla comparsa del Drago. Alcuni bambini iniziarono a piangere, rassicurati dai genitori. Altri, tra i nobili, si alzarono in piedi per applaudire. Calato con delle carrucole perfettamente oliate, ed attivato da un servente di scena, una pupazzo costituito essenzialmente da un collo telescopico con la testa attaccata, fece la sua comparsa. Quasi fuori scena, per simularne le dimensioni colossali, altri due serventi muovevano delle imponanti ali di pelle nera, costruite da Sigurdh settimane prima e nascoste dentro i carri.
Le ali generavano un vento notevole e molte delle fiamme sulle torce e nei braceri iniziarono ad agitarsi pericolosamente, aumentando l'emozione del pubblico. Creati ad arte, fumi e suoni terrificanti uscivano dalle fauci di Ancalagon il nero.

Tanta era la potenza del drago, che persino le armate dei Valr, con Eonwe-Ronan in testa, furono costrette a ritirarsi. Sul fondo, le ombre proiettate sul velo di seta facebano capire che nella battaglia di Draghi Alati ne erano intervenuti parecchi.

Finalmente, quando tutto sembrava perduto, sempre dall'alto delle impalcature, una delle meraviglie che Arhiael aveva sbirciato duranto le prove. La nave volante Vingilote, con Earendil-Lossadan a prua, un silmaril che gli splendeva sulla testa. Elwing - Lasya al suo fianco e un marinaio di Valinor, interpretato da Arhiael, pronto a dare la vita per difendere la Luce.

Vingilote avanzo' quel tanto che bastava a portarsi al centro del grande Palco, a portata della testa del drago.

* E' davvero terrificante, sembra vero! Ecco cos'era che avevo visto l'altra sera, quando sono quasi caduta* , penso' Arhiael.

Nel momento dello scontro, prima Eorein e poi anche Athorman si accorsero di un bizzarro dettaglio. Fuori dal teatro, i cani avevano preso ad abbaiare come pazzi, ululando ad una luna che non c'era, essendo quella una notte di novilunio. Alex, all'ingresso del teatro, stava facendo un baccano assurdo.
Dalkest, invece, da dove si trovava non pote' non distinguere nettamente quelle che per lui erano voci di amici, e non semplici nitriti. Mandorallen, Guthlaf ed Anorel si agitavano nervosamente nelle stalle...

[Modificato da Ossian77 26/09/2006 9.30]

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Ronan
"Fu allora che si udì risuonare la possente voce di Eönwë, Araldo di Manwë"

Ronan nella sua lucente armatura, avanzò solennemente di un passo, estraendo la spada e salutando in direzione di Lossadan sulla cui fronte brillava il luminoso gioiello.

"Aya Eärendil, Elenion ancalima!
Eönwë nà enya essë, Manweo Cáno.
Lasto beth nin!
Alta calë sílë lúmenn' omentielvo!
Et Eärello Endorenna utúliel,
i Ochtanen Hormëo!
Machta nin! Vardo Elentáro tellumarin!

Aiya!
Thandanna utúlie'n aurë! Ar auta i lómë!
Aurë entuluva!
Tenn' Ambar metta!
"


Poi l'attore, sempre rivolto in direzione del Silmaril, declamò con gesti solenni traducendo i versi appena cantati.

"Salve Eärendil, più brillante delle stelle!
Eönwë è il mio nome, Araldo di Manwë.
Ascolta la mia voce!
Una grande luce splende sull'ora del nostro incontro!
Tu giungi dal Grande Mare, nella Terra di Mezzo
per compiere la Guerra dell’Ira!
Combatti con me! Per le Volte di Varda sublime, Signora delle Stelle!

Guardate!
Il giorno è giunto davvero! E la notte sta per finire!
Il Giorno risorgerà!
Fino alla fine del mondo!
"

Il gioiello in quel momento sembrava ancora più luminoso.

"Giunse allora Eärendil sulla nave dei cieli ed accorsero le Grandi Aquile di Thorondor, e grande fu la battaglia contro gli oscuri draghi di Angband, servi di Morgoth, ombre ruggenti di malizia e terrore."

La nave intanto s’abbassava sempre più e Lossadan, dall’alto, nei panni del Grande Marinaio, puntava con sublime maestà la sua lancia contro la spaventosa testa del Drago.

[Modificato da Ashtarazor 26/09/2006 8.46]

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Athorman
Il magico stupore generato dall’ingegno dei trucchi utilizzati, cedette il passo ad un velato timore che nasceva dall’insieme dei singolari eventi innescati dalla rappresentazione. La sua componente di uomo di fede, ne rimase profondamente colpita.

*Meriel, che fine ha fatto Meriel !? Che questi singolari eventi possano essere frutto Suo !?*

Il dunedan cercò con lo sguardo di trovare Meriel tra le quinte ma senza successo. Non si concesse altro, non poteva abbandonare il suo posto.
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Dalkest
tutto sembrava dannatamente reale, ma c'era qualcosa che stonava, Alex sembrava indiavolato ed ora gli sembrava di sentire i cavalli nitrire, persino il suo Mandorallen... doveva esserci per forza qualcosa che non andava. uno sguardo a Barak e la preoccupazione sul suo volto sembrò confermare la cosa.

un breve cenno nella direzione del beorniano, "vado a vedere" silenziosamente le parole si formarono sulle labbra del biondo cavaliere, il beorniano annuì.

cercando di dare meno fastidio possibile alla rappresentazione Dalkest si defilò uscendo da una porta laterale in direzione delle stalle. appena fuori dalla platea il suo passo accelerò, nel suo cuore sentiva che non c'era tempo da perdere.
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Eorein
*Qualcosa non va*

Il pensiero lo colse quasi improvvisamente.
Era da qualche minuto che si sentiva stranamente irrequieto, eppure la rappresentazione procedeva splendidamente, il pubblico era tranquillo ed ammaliato dalla bravura degli Aranrim, nulla sembrava fuori posto.
Eppure non era tranquillo.
Solo una sensazione forse: Gurcrist che sembrava agitarsi nel fodero, un leggero brivido lungo la schiena, il suo sguardo che indugiava sempre più teso verso gli angoli bui della sala.
Eorein aveva imparato a fidarsi del suo istinto e rimase all'erta, tutti i sensi concentrati nel percepire qualsiasi suono, odore o movimento fuori posto...
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Ronan
Lossadan nei panni di Earendil rispose con la sua splendida voce.

Aya Eönwë, Maiaron Anmeletya!
Sinan utulien!
Eldalië, Atanatári, Yéni avánier !
Nauva panta Undumë!
Ar silmë calyëa
Endoro sundòssen!

Salute Eonwe, possente tra i Maiar!
Proprio per questo, io sono giunto!
Popolo degli Eldar e Padri di Uomini, i lunghi anni sono passati!
Che l’Abisso sia scoperchiato!
E luce di stelle risplenda
Nelle radici della Terra!



Così dicendo fece per immergere la lancia nella bocca del mostro.
Ma la battaglia era appena iniziata e il teatro rimbombava di suoni lugubri e oscuri.

Sulle sete dei fondali ombre di draghi lottavano avvinti a grandissime aquile e ad altri uccelli del cielo, mentre il simulacro del drago si torceva sul palco nei modi più impensabili.

A lungo durò la battaglia, si dice fino al far del mattino.
Più e più volte la lancia di Earendil e la spada di Eonwe, s’immersero in pieno nel corpo del mostro
tra spaventosi ruggiti di fiamma e nero e bruciante veleno di sangue.
Ma alla fine, Ancalagon il nero fu vinto da un colpo fatale di Earendil e rovinò nella polvere, accecato dalla luce del Silmar.
Pure, ricolmo di odio e malizia, il Drago parlò un ultima volta nel linguaggio degli uomini, e sebbene in punto di morte, spaventosa echeggiava la sua voce..
tra i crescenti latrati dei mastini possenti..
e i nitriti dei fieri destrieri dell'Ovest..
tanto era sublime.. l’armata dei Valar..


Il drago con voce ruggente, pronunciò le sue ultime parole.

“A nulla vi servirà combattere l’Ombra.
Essa infatti.. oramai impregna la terra, che voi lo vogliate o no..
E così sarà, per sempre, fino alla fine del mondo..”


Con quello che sembrava un ultimo terribile ghigno, il grande verme spirò, riversandosi a terra in tutta la sua mole lungo tutta l'estensione del palco.
E fu proprio nel momento del successivo silenzio che s’udì risuonare nel teatro l’eco di un lugubre e sinistro ululato..
Ronan, che secondo il copione avrebbe dovuto rispondere alle parole di sfida del drago, per un momento si dimenticò completamente di essere in scena e si voltò sconcertato verso il capocomico, dando le spalle agli spalti.

* Per tutti i Valar.. questi non siamo noi!! *

[Modificato da Ashtarazor 03/10/2006 23.35]

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04/10/2006 10:08
 
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Ci fu un momento, interminabile, in cui Elwing, Earendil, Eonwe e il marinaio che li accompagnava dalla Vingilote restarono zitti, a guardarsi negli occhi. Anche il pubblico si azzitti'. C'era un applauso, nell'aria, pronto a sctenarsi, ma qualcosa lo teneva a dreno. Facce perplesse, in platea. Il mugnaio, Frogmore lo stalliere, il sergente della torre Est e sua moglie, la figlia del sarto. Erano tutti a bocca aperta, come in attesa di un cenno, di un autorizzazione.
Un battito di mani, da qualche parte negli spalti. Subito zittito, dal palco, da un ringhio. Un rantolo. Un sono metallico e cavernoso. Un suono breve. Talmente poco ordinario, che nessuno riusci' ad immaginare quale oggetto lo avesse prodotto. Poteva essere qualcuno che strusciava una sbarra di metallo contro una ringhiera, o una lastra di ferro che strusciava sulla pietra. Poteva essere qualunque cosa, quel rumore di scena, ma non un animale. L'unico vero suono di animali era il lontano larato dei cani, sempre piu' spettarle, ed il pazzo nitrito che veniva dalle stalle.

Nemmeno sul palco si resero conto di quel che stava succedendo, ma per un altro motivo: semplicemente perche' quello che credevano di aver sentito non era possibile, quindi doveva essere qualcos'altro.

Il suono, proveniva dal Drago...
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