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Capitolo 3 - La Torre nel Bosco

Ultimo Aggiornamento: 28/07/2006 07:38
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Vilahir
Vilahir osservò perplesso il comportamento dell'amico.

"Tatto bene, Jarek?" chiese, senza ottenere riposta.

Si avvicinò allora all'eothraim, trattenendolo con una mano sulla spalla e costringendolo a voltarsi
"Jarek...?"
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Naetro
Intanto Naetro guardava alternativamente Kuma e Jarek.
*Probabilmente ci andremo a cacciare in un maledetto vespaio...*
"Andiamo Kuma vieni, è quell'altra la strada da percorrere."
E si incamminò nella direzione dell'eothraim.
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Jarek
*Jarek*
Un pensiero?
Jarek …
Non un pensiero, ma una voce!
La voce di Vilahir.
L’eothraim si voltò verso il suo compagno. Lo fissò per un istante, senza vederlo, poi scosse impercettibilmente il capo e si riprese.
Coraggio Bardo, non indugiare … andiamo a riprenderci la tua Haleth!”.
Jarek si voltò nuovamente verso l’antico ed abbandonato sentiero e si incamminò.
Halya lo precedeva di qualche passo, Naetro lo raggiunse poco dopo.
Vilahir rimase immobile per qualche secondo, poi lo seguì

[Modificato da bvzk 27/12/2005 16.03]

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27/12/2005 16:01
 
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Master
Il gruppo si avventurò sul vecchio sentiero, facendosi largo tra la vegetazione.
Naetro si guardò intorno.
Kuma non era con loro. Non li stava seguendo.
Si voltò e la vide.
...
Kuma era ferma, all'inizio del sentiero, e guardava il gruppo allontanarsi. Aveva gli occhi tristi. Lanciò un tremulo abbaio, nel disperato tentativo di convincere quel gruppo di pazzi esseri a due gambe ad abbandonare la via che avevano iniziato a percorrere. Ma non riuscì nel suo intento.
Il cane sospirò e, drizzando le orecchie e guardando a destra e sinistra, si incamminò sul sentiero, emettendo lievi guaiti.
...
La zona rimase silenziosa. Il gruppo scomparve alla vista, inghiottito dal bosco.

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Halya
L'elfa apriva il gruppo, precedeva gli altri per studiare il luogo e gli eventuali pericoli.
*Inutile...tutto inutile, sono un gruppo di poveri sciocchi...sprecano giorni preziosi della loro breve vita per nulla, per inseguire fantasmi e leggende che non li aiuteranno a risollevarsi dal baratro in cui la loro razza è caduta.*
*Vattene...scappa...salvati.*
Si arrestò bruscamente, quell'aria innaturale la opprimeva, la innervosiva. I suoi pensieri si facevano pesanti, lenti, innaturali...
*Tutto per aiutare dei mortali...devo essere impazzita, io sono una figlia del bosco, appartengo ad una razza eletta, io sono stata, sono e sarò, prima e dopo di loro, sono solo ombre fugaci nella mia esistenza immortale.*
*Ora...fallo ora, non sprecare l'immortalità che le stelle ti hanno donato...lasciali al loro fato o morirai.*
Si voltò verso i compagni.
La videro per la prima volta come mai fino ad ora.
Sembrava quasi più imponente del solito tanto era fiero il suo portamento,la testa alta,l'espressione seria, un vago sorriso canzonatorio sulle sue labbra, nei suoi occhi profondi come il mare si poteva scorgere una luce fredda, cinica, quasi crudele.
"Scusate signori ma le nostre strade si dividono, questa storia non ha la minima possibilità di concludersi bene, nè per voi nè per me, io non ho tempo da perdere con dei poveri mortali e con le loro questioni sciocche."
"Devo tornare dalla mia gente, a prendere il posto che mi spetta per diritto di nascita, e se posso darvi un consiglio non perdete altro tempo in faccende più grandi di voi."
Rimase un attimo in attesa delle loro reazioni, più per curiosità che per vera preoccupazione.

[Modificato da Tyrande 29/12/2005 10.21]

[Modificato da Tyrande 29/12/2005 22.00]

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Jarek
I quattro compagni iniziarono la loro marcia sull’antico sentiero.
Ben presto furono completamente circondati dal bosco.
*Non mi piace questo luogo è … opprimente*
Erano trascorsi solo pochi minuti quando Jarek ebbe la netta sensazione che qualcosa di clamorosamente sbagliato stava accadendo.
*Cosa sto facendo?*
I passi dell’eothraim si fecero più incerti.
*Non è questa la mia strada*
Naetro e Kuma lo affiancarono, figure indistinte e silenziose.
*Non mi importa nulla di questa Haleth … è un problema del Bardo, non mio!*
Procedeva sempre più lentamente.
*Mi ero messo in cammino, giorni fa, per cercare Mejan e … dannazione, ho perso troppo tempo!*
Si era quasi fermato, i suoi compagni ormai lo precedevano di molti passi.
*Mi hanno confuso, imbrogliato, raggirato!
Taglierò la lingua alla prossima persona che accosterà il mio nome a quello di Elarin!*

Era fermo.
In quel momento si rese conto che anche gli altri si erano fermati. Halya si era girata verso di loro e stava dicendo qualcosa. Jarek non riusciva a sentirla: forse si trovava troppo lontano?
No, impossibile!
Forse l’elfa stava parlando a voce bassa?
Forse, ma … anche se fosse?
All’eothraim, oramai, non importava più nulla di loro.
*Che vadano tutti in malora! L’unica persona a me cara è Mejan ed io l’ho abbandonata al suo destino per dar retta ad antiche e sciocche leggende*
Si girò verso destra e s’incamminò verso quella che gli sembrava l’unica direzione possibile.
*Devo uscire da questo posto!
Devo trovare Mejan e portarle il mio aiuto*

Procedendo a grandi falcate, iniziò a scendere dalla collina su cui il gruppo stava salendo
Intorno a lui il bosco.
*E’ colpa di quei vecchi rimbambiti e delle loro assurde storie! E anche di quel dannato oste … come si chiamava? E poi Vilahir … che vada a salvarsela da solo la sua donna!
E quell’elfa che mi sta sempre appiccicata alle costole … non la sopporto!
E lo straniero … dice di essere alla ricerca di Elarin … beh che se lo vada cercare da solo … che vuole da me?*

Immerso nei suoi pensieri quasi non si accorse di esser finalmente arrivato alla base della collina, la foresta era ancora intorno a lui, ma l’aria era meno opprimente, più fresca.
L’eothraim fece un profondo respiro e in quell’istante sentì l’improvvisa e soffocante mancanza di qualcosa, un oggetto.
Dove l’ho messo?” chiese ad alta voce parlando a se stesso.
Un crescente stato d’ansia si impadronì di lui.
Iniziò a cercare in maniera frenetica nelle tasche del mantello e dei pantaloni.
Dov’è … non lo trovo!
Continuava a parlare da solo!
*Cosa stai cercando?*
Come sarebbe a dire cosa sto cercando?” disse gettando la sua sacca per terra e continuando a frugarsi addosso con crescente nervosismo.
*Non ricordi?*
Cosa diavolo dovrei ricordare?” disse a se stesso tentando di slacciare, con gesti febbrili, le cinghie della sua sacca.
*Hai preso la tua decisione, hai già scelto, non ne hai più bisogno*
Non so di cosa tu stia parlando!
Ma dov’è … dov’è?

Finalmente riuscì ad aprire la sacca ed iniziò a frugarvi all’interno in preda ad un incontrollabile stato di tensione.
*Non lo troverai li; lo hai abbandonato, gettato. Anche se non vuoi ammetterlo, hai scelto la tua strada*
Taci, sta zitto, non vedi che ho da fare?
Svuotò tutto il contenuto della sacca in terra, si inginocchiò e …
… non trovò quello che cercava, ma trovò qualcos’altro.
Intorno a lui tutto sembrò svanire. I rumori, la leggera brezza, i profumi della natura.
Era tutto svanito.
Anche Jarek era svanito!
Emise un profondo sospiro, svuotando completamente i polmoni.
Accosciò le spalle e chiuse gli occhi.
Era nuovamente tornato in se.
*In piedi, ora!*
Si, in piedi!” rispose a se stesso.
Si alzò.
So cosa devo fare”.
Rimise a posto, con calma, tutti gli oggetti tranne che due.
La collina era ancora li.
Drizzò nuovamente le spalle e guardò in alto, davanti a se.
Ora so cosa devo fare!

[Modificato da Admin-Geko 02/01/2006 17.26]

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29/12/2005 23:34
 
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Naetro
Ombre di perplessità e di inquietudine oscuravano la mente di Naetro, mentre i suoi lunghi passi si facevano sempre meno veloci.
*Ma che…*, pensò dentro di sè il guerriero. Rivolse alla sua fedele amica lo sguardo e osservò i suoi dolci occhi. La cagna guaì, come se volesse denunciargli la tristezza di quel luogo.
*Sarebbe meglio tornare indietro e cambiare sentiero: la mia Kuma ha ragione. E poi, Nilia e Sallust reclamano vendetta lo sento. Questi bastardi qui non sanno neanche cosa vogliono.*
L’elfa si fermò ed iniziò a parlare, ad esporre qualcosa, le orecchie del guerriero sentivano, ma la mente di Naetro era troppo impegnata nei suoi “pensieri”.
*Eccolo lì guardatelo Jarek… Elarin… ah! L’eletto !! Non sa neanche cosa debba fare nella sua vita! Un furfantello da quattro soldi che non è capace neanche di impietosire o intimorire un vecchio. Che vergogna... E poi, quel bardo... Ah! Il bardo... Cantastorie lì, che non dice nulla, si tiene tutto dentro, non parla mai, e se parla... farneticazioni. Chissà quante cose sa, e chissà che può scaturire da quella mente... Bah non mi fido di lui... e l’elfa che si atteggia a razza eletta, tanto non ha nulla da perdere, è immortale...*
“Sì, è vero, sei proprio stupida a stare a perdere tempo qui con il furfantello, il cantastorie e... il guerriero", disse Naetro portando alla bocca i suoi pensieri come se non se ne accorgesse, come se dovesse rispondere allo sguardo di sfida dell’elfa. “Certo ! Io sono un guerriero!! Che vuoi elfa? Non fissare in quel modo!”, esclamò sfoderando la sua ascia a due mani ed incrociando gli occhi con quelli gelidi di Halya.

[Modificato da bvzk 30/12/2005 2.35]

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Halya
"Come osi animale!"
La voce dell'elfa era talmente piena d'odio che il suo tono era simile ad un ringhio.
"Mi minacci con la tua ascia?"
*Una vita per una vita...la sua per la mia.*
Estrasse la spada, rimasero immobili per un lungo momento fissandosi negli occhi, come due belve che si studiano prima di attaccare.
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Vilahir
Solo vagamente consapevole di quanto stessero facendo i suoi compagni, il bardo camminava lentamente ed in silenzio.

*non è questo il mio posto. Il mio compito è raccontare le gesta dei grandi eroi, non COMPIERLE.*
Fece per girarsi e tornare indietro, ma si fermò.
*No. I miei compagni si aspettano molto da me, non posso abbandonarli... non senza un motivo.

Perchè, mi manca forse un motivo? Piuttosto perchè li sto seguendo in questa follia? Tutto quel che devo loro è un avvertimento. Nulla più. Farò almeno un tentativo di dissuaderli
*

"Ascoltate..." esordì, ma si rese conto che i suoi compagni non erano dove si aspettava.

Ci mise qualche istante a rendersi conto di quanto stava accadendo
*Magnifico... QUESTI sarebbero gli eroi? Questo* pensò con disappunto cercando Jarek con lo sguardo, e intravedendolo distante mentre si allontanava verso il sentiero. *sarebbe la leggenda della stella del mattino?*

Scosse per un attimo la testa, mentre il pensiero di Rabain gli aveva fatto tornare per un attimo alla mente una canzone.

Parve di nuovo assente, lo sguardo perso nel vuoto, ed un espressione di meraviglia mista aa diffidenza si dipinse sul suo volto.

Nella sua mente i frammenti sparsi di un mosaico iniziarnon a disporsi in un disegno sensato, ma prima che potesse rendesi conto del disegno, tornaro no a spargersi a terra, per di nuovo comporsi e disperdersi.

Nascose il volto fra le mani *i guardiani.. le torri... gli anelli... l'uomo che moriva accanto alla torre combattendo... *

Le voci alterate di Naetro e Halya che si fronteggiavanoo lo riscossero
*Quei due stolti, ed io lo stupido che li segue!* Fece per tornarsene al bivio da dove era venuto, ma dopo un pio di passi si voltò.

Rabbiosamente afferrò il proprio liuto. Le sue dita inizarono a pizzicare le corde, e nelle note del canto di Rabain non danzava una semplice musica.

C'era qualcosa che nessuno avrebbe potuto ignorare.

"Orrore e disperazione gravavano sul nostro popolo
sotto il giogo dei Terribili Re.
E tutti i tentativi di rivolta
furono soffocati nel sangue.
Ma la bellezza di Orga Maga e Regina
risplendette di luce dorata/squarciando le ombre.
Partì in cerca di aiuto
in luoghi lontani ed innominabili
tornò con l’Eroe.
Egli era Rabain
il Re Guerriero di mazzafrusto armato.

Tre i suoi seguaci: il forte Ciclope
il rapido Arciere il saggio Cantore.

Fredda e oscura era la pietra della Fortezza immersa nella nebbia stagnante.
"

Il suono che accompagnava la voce di Vilahir salì d'un tono nel cantare la strofa successiva


"Ma Rabain portò la luce che dissipò le tenebre.
La nebbia si disperse
le mura crollarono
il cancello fu divelto.

Il Terzo Re fu ucciso:
una freccia dell’Arciere nell’occhio lo colse.
Il Secondo Re fu ucciso:
l’ascia del Ciclope lo decapitò.
Il Primo Re fu ucciso: il mazzafrusto di Rabain si abbatté sul suo capo.
"

Un giro d'arpeggio seguì, a concludere il canto mentre Vilahir faceva scorrere lo sguardo sui due compagni a lui vicini, e tentava di scorgere dove fosse Jarek...


...ma il canto non si concluse, anzi, diventò ancora più penetrante, mentre un'espressione indecifrabile e quasi assente si disegnava sul volto del numenoreano

"Ed il Re scelse tre Guerrieri
Un Anello il loro simbolo
Solitudine il loro destino
Un Teschio il loro fardello.

Ed essi giurarono
e furono i Guardiani
Ritirati nelle Torri
Dimenticati dal mondo

Il Guardiano di Loallees
Il Guardiano del Bosco Silente
Il Guardiano della Fortezza dei Re.
Chiusi nelle Torri a tramandar speranza.
"



[Modificato da Salkaner 02/01/2006 19.22]

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03/01/2006 02:40
 
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Master
Dapprima fu un lieve suono, percepito come rumore molesto ed inopportuno. Come il ronzio di una zanzara che non si riesce ad individuare né a scacciar via.
Ed a poco a poco, crebbe di intensità. Ed in esso ora si distinguevano dolci note, sebbene disturbate come da scroscio d’acqua e crepitio di fiamme.
Ma il suono era potente e come per magia esso dissolse il disturbo, rivelandosi come armoniosa melodia che si insinuava nelle orecchie e nel cuore.
E nella melodia, un canto. Parole all’inizio indistinguibili, come pronunciate in una lingua antica e sconosciuta e tuttavia musicale, per poi trasformarsi nella favella che da lunghi anni accompagnava gli Eothraim.

Vilahir cantava.

Quando la musica ed il canto si affermarono in tutta la loro potenza e bellezza, una fresca e piacevole brezza pervase la zona e ad Halya cadde li velo che sembrava coprire i suoi occhi.
Ora vedeva chiaramente il bosco. Distingueva gli alberi secolari e maestosi, la rigogliosità del sottobosco, i raggi del sole che filtravano attraverso le chiome.
Davanti a lei, vide Naetro, come per la prima volta in vita sua. Alto e possente, brandiva l’ascia da guerra, ma nei suoi occhi scorse esitazione e dubbio.

Vilahir cantava.

Con la mente ed il cuore ricolmi di musica ed i capelli agitati dal vento, Naetro vide dissolversi la nebbia che disturbava il suo sguardo. Intorno a lui il bosco, molto simile alla foresta vicino a casa sua, che ora riusciva ad apprezzare in tutto il suo selvaggio splendore. E davanti a lui Halya, sulla difensiva, con la daga in pugno. Ma il suo viso esprimeva stupore ed incertezza, non ostilità.

E Vilahir cantava.

Jarek udì il canto e respirò la brezza. Inizialmente la musica era lontana e confusa tra i fruscii del bosco, ma poi divenne via via più forte, tanto che gli parve che qualcuno la stesse eseguendo proprio dentro alla sua testa.
Ogni ombra si dissolse, il senso d’oppressione svanì, ogni minaccia scomparve.
L’eothraim si erse in tutta la sua statura e protese il capo in ascolto.

Vilahir concluse il suo canto.

La musica si dissolse. I rumori della foresta tornarono lentamente ad avere il sopravvento. Vilahir accolse con piacere la brezza che gli asciugava il sudore che imperlava la sua fronte e si sentì molto stanco. Si accorse che il canto cui aveva dato vita era stato di grande potenza, ed aveva prosciugato tutte le sue energie: si sentiva svuotato. Tuttavia una strana allegria albergava ora nel suo cuore. Vide Halya e Naetro poco lontani da lui, l’una di fronte all’altro, ed indirizzò loro un sorriso.
Fu contento di scoprire che la bruma che aveva velato il suo sguardo era ora scomparsa. Ma durò solo un attimo. Ben presto il mondo prese a girare vorticosamente.

Halya e Naetro scorsero il bardo con la coda dell’occhio e, quasi contemporaneamente, indirizzarono lo sguardo verso di lui.
Vilahir era appoggiato ad un grande tronco, con l’aria di chi avesse sopportato grandi fatiche. Li guardava e stringeva ancora in mano il liuto.
Il bardo sorrise loro con uno scintillio negli occhi.
Poi, improvvisamente, lo sguardo del cantastorie si appannò, il sorriso scomparve, e le sue mani lasciarono la presa sul liuto, che cadde rumorosamente.
Egli chiuse gli occhi, scivolò sulla schiena contro il tronco dell'albero e si accasciò lentamente a terra come una bambola di pezza, rimanendo immobile.

[Modificato da bvzk 03/01/2006 2.57]

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Halya
Quella strana nebbia si era dissolta, finalmente respirava e pensava chiaramente.
Vide il bardo scivolare lungo il tronco dell'albero e accasciarsi al suolo, non ebbe esitazioni.
Lanciò uno sguardo con la coda dell'occhio a Naetro, come per valutarne le intenzioni, poi senza perdere altro tempo gettò lontano la sua daga, scartò lateralmente per evitare eventuali attacchi da parte del guerriero e si diresse verso Vilahir.
*Dei vi prego fate che non sia morto.*
"Vilahir!"
L'urlo le uscì dalla bocca quasi senza accorgersene, arrivò all'albero, scivolò rapidamente in ginocchio vicino al bardo, gli sollevò delicatamente la testa e se la poggiò sulle gambe.
"Naetro vieni presto, aiutami!"
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Jarek
Due oggetti.
Jarek aveva rimesso a posto tutto il contenuto della sua sacca, tranne due oggetti.
Due oggetti posati a terra, accanto ai suoi piedi.
Si chinò e prese il primo, il più piccolo. Portò entrambi le mani dietro al collo, un paio di rapidi gesti e dopo pochi secondi un medaglione di legno (placcato in oro) pendeva dal suo collo. L’eothraim lo aprì per un solo istante, ammirò le figure intagliate all’interno e poi lo richiuse.
Si chinò nuovamente e raccolse il secondo oggetto (una torcia recante il simbolo di un mazzafrusto marchiato a fuoco e la cui impugnatura era intrecciata con un filo d’oro). Istintivamente portò la mando ad una delle tasche del mantello e, una volta accertatosi di avere ancora con se la scatola con l’acciarino, si accinse a salire nuovamente il fianco della collina.
Aveva fatto appena un passo quando udì un canto. Inizialmente la musica era lontana e confusa tra i fruscii del bosco, ma poi divenne via via più forte, tanto che gli parve che qualcuno la stesse eseguendo proprio dentro alla sua testa.
Ogni ombra si dissolse, il senso d’oppressione svanì, ogni minaccia scomparve.
L’eothraim si erse in tutta la sua statura, protese il capo in ascolto e si apprestò a tornare nel punto in cui aveva lasciato i suoi compagni.
*Andiamo, Elarin*
Si, andiamo!” rispose infine avanzando a grandi falcate.

[Modificato da Admin-Geko 03/01/2006 16.15]

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Naetro
*Ma cosa è successo?* pensò il guerriero sbattendo le palpebre e facendo cadere la sua ascia a terra.
Si era come risvegliato da un sogno, quando sentì la richiesta d'aiuto dell'elfa.
Appena udì la voce, pensieri e ricordi molto confusi dell'accaduto affiorarono nella mente di Naetro.
Il guerriero non ebbe dubbi, raccolse la sua ascia da terra e corse ad aiutare l'elfa nel soccorrere il loro compagno.

[Modificato da bvzk 04/01/2006 6.01]

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Halya
L'elfa asciugò il sudore sulla fronte del bardo, percepì il suo respiro, lieve ma costante.
"Non è morto, è solo svenuto per la stanchezza."
Disse rivolgendosi a Naetro.
"Stavamo per ucciderci, non ci posso credere, se non fosse stato per lui..."
Si interruppe bruscamente e cominciò a cercare qualcosa con lo sguardo.
"Jarek! Naetro dov'è Jarek?!"

[Modificato da Tyrande 03/01/2006 22.45]

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Jarek
Trascorsero solo pochi istanti quando all’eothraim parve di udire delle voci.
Arrestò la sua veloce camminata e si mise in ascolto.
"Naetro vieni presto, aiutami!"
*Halya!*
Jarek aumentò l’andatura cercando di seguire la voce dell’elfa e dopo una precipitosa corsa giunse finalmente nel luogo in cui i suoi compagni erano riuniti.
Non si erano ancora accorti della sua presenza in quanto impegnati a prestar soccorso a Vilahir che giaceva a terra:
"Jarek! Naetro dov'è Jarek?!" chiese Halya al giovane guerriero.
Sono qui, non temete! Credevate forse che vi avrei lasciati soli?” rispose l’eothraim inginocchiandosi vicino al bardo.
Come sta?” chiese rivolgendosi ai suoi compagni.
Aveva un medaglione legato al collo e una strana torcia nella mano sinistra … e lo vedevano come fosse la prima volta.

[Modificato da Admin-Geko 04/01/2006 16.22]

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Halya
L'elfa si voltò verso il compagno appena giunto.
"Ha perso i sensi per la stanchezza ma credo..."
Non riuscì a proseguire quando il sio sguardo incrociò quello di Jarek.
*Stelle del firmamento! Ma cosa gli è successo?*
Non sembrava l'eothraim che aveva conosciuto fino a quel momento, non sembrava il furfante che aveva incontrato la prima volta a casa di Mejan.
Il suo sguardo, la sua voce, il suo portamento, tutto diverso.
*Quel medaglione e la torcia da dove escono?*
...Ma Rabain portò la luce che dissipò le tenebre.
La nebbia si disperse...

Le parole del bardo le tornarono alla mente.
Sorrise.
"Vilahir starà bene non ti preoccupare."
Si interruppe un attimo, poi riportò il suo sguardo su Jarek.
"Ben tornato amico mio."
*Ben venuto Elarin.*
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05/01/2006 07:21
 
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Master
Halya e Jarek non si accorsero, presi com'erano dal verificare le condizioni di Vilahir, che da un po' Naetro non prestava più loro attenzione.
In effetti era parecchio distratto e, se uno dei due suoi compagni si fosse preso la briga di osservarlo in volto, avrebbe visto l'espressione di grande stupore dipinta sul suo volto e gli occhi spalancati che guardavano fissi verso nord.
In effetti, poco dopo esser giunto accanto a Vilahir ed aver ricevuto le rassicurazioni di Halya, lo sguardo del guerriero si era diretto per puro caso verso nord, oltre l'albero sotto cui giaceva il bardo svenuto.
E lì aveva visto.
La sorpresa e la meraviglia lo avevano ammutolito, tanto che a malapena si era accorto dell'arrivo trafelato di Jarek.
*Quale potente magia è all'opera in questo luogo?*, si chiese Naetro, incapace di distogliere lo sguardo da ciò che vedeva. *Sia io che Halya, per non parlare di Jarek, siamo passati di qui, prima che la follia ci cogliesse. E se ci fosse stata una cosa del genere, avremmo dovuto vederla! Come è possibile che nessuno di noi l'abbia vista? Impossibile! Quindi non c'era! E se non c'era come diavolo ha fatto a comparire di punto in bianco? C'è da diventare matti!*
Naetro allargò le braccia e picchiettò con la sinistra sulla spalla di Halya e con la destra su quella di Jarek.
"Ehm", si schiarì la voce. "Ragazzi, forse qui c'è qualcosa che voi dovreste vedere...", riuscì a dire senza tuttavia riuscire ancora a distogliere lo sguardo.
Halya e Jarek alzarono anch'essi lo sguardo, indirizzandolo nella stessa direzione in cui era puntato quello di Naetro. Ed anche loro, rimasero folgorati dalla sorpresa.

Proprio in quel momento, con un grosso sospiro, Vilahir sbattè le palpebre ed aprì gli occhi.
Si sentiva ancora molto stanco, ma il peggio sembrava passato.
Non tardò ad accorgersi che i suoi compagni erano tutti intorno a lui, e questo lo riempì di sollievo. Ma ci riamse un po' male quando si accorse che nessuno di loro badava a lui e che nessuno di loro si era accorto del suo risveglio. Avevano tutti la testa alzata e lo sguardo rivolto verso qualcosa dietro l'albero contro cui era appoggiato, e sembravano imbambolati.
"Ehi, ragazzi", chiamò con voce decisamente più bassa di quanto avrebbe voluto. "Si direbbe che ci siano cose molto interessanti qui dietro."
Ma nessuno parve prestare ascolto alle sue parole. Questo perchè, a meno di una decina di metri dal luogo in cui si trovavano, il bosco terminava ed un evidente sentiero procedeva fuori da esso, salendo sulla sommità della collina, priva di alberi, sul cocuzzolo della quale si ergevano i resti di quella che doveva essere stata in passato un'imponente torre.

[Modificato da bvzk 05/01/2006 7.30]

[Modificato da bvzk 12/01/2006 3.56]

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05/01/2006 17:43
 
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Halya
"Tutto bene Vilahir?"
Gli occhi dell'elfa non riuscivano a staccarsi da quello che stava guardando.
"Vieni a vedere cosa abbiamo trovato bardo, o dovrei dire cosa ha trovato noi."
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Jarek
*Una torre … bene, ci siamo*
Poggiati alla mia spalla Vilahir” disse Jarek aiutando il bardo a rialzarsi.
Quando i due furono in piedi l’eothraim, indicando la sommità della collina, disse:
Guarda li … pensi di farcela a camminare da solo o hai bisogno di un sostegno?
Vilahir poteva scorgere nei verdi occhi di Jarek una strana luce, misteriosa … quasi inquietante.
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Naetro
Il guerriero fece come per sorreggere l'altra spalla del bardo.

"Andiamo!"
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