La valle delle Ombre e della Morte
Il libro dei Salmi (23.4) cita un luogo fitto di insidie...
Quand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte, non temerei alcun male perché tu sei con me; il tuo bastone e la tua verga sono quelli che mi consolano.
Quella valle, di Biblica memoria, e' il percorso che porta da Gerusalemme a Jerico. Una serie di valli, canaloni, forre e crepacci, che incanalano l'acqua piovana in dirzione della citta' piu' antica del mondo (secondo alcuni, Jericho).
Allontanandosi da Gerusalemme, ad un certo punto una scritta dice: Wad Qelt (leggi uadi kelt). Vuol dire "letto del fiume kelt". Scendendo dal taxi, sotto un sole che a novembre e' a dir poco sorprendente, c'e' subito una scelta da fare. La via per Gerico, a destra, e la via che porta alla vecchia strada Romana, a sinistra. Proseguendo verso SX, dopo pochissimo tempo, tutti i rumori svaniscono, nel nulla. Intorno a noi, colline di roccia, altissime e ripide, e luce ovunque. Una casa, sforacchiata dai proiettili, e dei teli mimetici abbandonati, sono l'ultima cosa moderna che vedi. Poi scali la collina, che ha strani gradoni in pietra scolpiti millenni prima ed ormai sepolti dai detriti, e la vedi. La valle, anzi, le valli, sotto di te. Lontano, in fondo, un po' di verde. Il verde, in mezzo a tutto quel nulla, e' la vita. E non e' molto lontano...
La strada e' ripida e polverosa, ma i tornanti aiutano a tagliarfe la pendenza. Dopo poco, siamo solo noi 4...A guardarci sembriamo proprio un "gruppo". Un po' per le facce, un po' per i vestiti, un po' per i caratteri, ma l'immaginazione di Master, in quel luogo suggestivo, si da da fare. Siamo in 4, come ho detto. Un ragazzo Svedese-Yugoslavo che pero' vive in Danimarca, io e due Irlandesi. Marko, che si e' portato la 'giacca di pelle e gli stivali' peggio che se fosse Fonzie, viene subito preso in giro da noi tre. Prendo le distanze e li osservo. C'e' il mago (proprio Marko), c'e' lo Scout (Frank, un pazzo scatenato) e c'e' il Bardo (John, che fa anche il cantante, a ben ricordare...). E poi..boh, io sono il master...
Avvertiamo subito che abbiamo molti mondo davanti a noi. Il primo, e' quello apparentemente sterile dell'inizio delle valli. Siamo ancora sopra il livello del mare, ed il panorama e' ampio, infinito, ingannevolmente simile a se stesso in ogni direzione, fa perdere la testa. Dopo poco, le battute si diradano, lasciando posto alla contemplazione ed all'attenzione al sentiero, dove le piccole frane non sono cosi' strane. Ci da il benvenuto cio' che un tempo stava li' a dire, a tutti i popoli conquistati,
"questa e' la PAX romana, qui non c'e' nulla, ma l'Impero ha portato l'acqua. Qui le linee sono ondulate, ma noi abbiamo messo questo acquedotto per dimistrarvi che possiamofare quello che vogliamo, che vi abbiamo conquistato e che non c'e' nulla che potete contro la Potenza di Roma...".
Quel poco che resta degli archi, alti 30 metri, dopo 2000 anni e' ancora abbastanza da impressionare noi. Immaginiamoci cosa doveva pensare il pastore che, nella palestina di allora, non aveva visto (se fortunato) nulla di piu' grande del tempio di Salomone e David a Gerusalemme. Per lui, il deserto regna, ed e' abitato da demoni, ed e' come e' da sempre. Domare quel mostro voleva dire innalzarsi al di sopra dei suoi stessi demoni...
(continua...)
[Modificato da Ossian77 20/11/2006 16.03]