Capitolo 3 - "Lossadan in love"

"Scusaci Barak" rispose Eorein "ma nella Faerie Queen il nostro baldo Athorman ha appena dimostrato che ferisce più uomini la lingua che la spada. Ora però possiamo tutti andare a rifocillarci, ché stasera dovremo tornare sul luogo del misfatto per raccogliere i frutti di quanto abbiamo seminato stamane."

Detto questo, dopo aver compiuto insieme all'amico un accurato giro di perlustrazione del teatro e delle sue immediate vicinanze, il cavaliere si sedette in platea ad osservare ancora una volta le prove della recita, attendendo che venisse servito il pranzo.

[Modificato da Valandur 19/10/2005 12.32]

passeggiando nervosamente pensava.
cercava un appiglio, un piccolo gancio che tratteneva un pensiero che faticava a liberarsi. c'era qualcosa in quello che fin'ora aveva sentito che non lo soddisfaceva appieno, qualcosa di storto, qualcosa di malvagiamente sbagliato che stava minando la sua fiducia nella razza dunadan. ma come al solito lo sforzo di pensare, cosa che non faceva ne prima di parlare, ne tantomeno prima di agire, gli costò caro, perchè distratto non si accorse del furto perpetrato da Alex a danno del suo piatto di carne fumante.

quando tornò in se, richiamato dalle risa di chi gli era vicino, aveva completamente perso il filo dei suoi pensieri che riguardavano la contessa ed il capitano delle guardie o qualcosa di simile.

richiamò l'attenzione di Barak indicandogli il famelico cagnone che in qualche modo, mentre dilaniava una bisteccona appartenuta precedentemente al cavaliere, sembrava davvero sorridere.

Dopo il lauto pranzo, Eorein ed Athorman uscirono dal teatro per effettuare un'approfondita esplorazione di Lond Arador, allo scopo di carpire informazioni e stati d'animo della sua popolazione, prendendo coscienza anche dei luoghi e delle strade della bella città ed annotandone mentalmente l'ubicazione.
Giunti vicino alla bottega di un barbiere, i compagni videro un gruppo di passanti che attendeva il proprio turno conversando del Conte e della festa imminente.
Eorein decise che poteva essere una buona occasione per acquisire utili informazioni sul conte, sulla festa e sulle altre compagnie di attori che l'avrebbero allietata.

Dopo aver fatto un lieve cenno al suo compagno, il cavaliere si mise silenziosamente in fila dietro i tre cittadini che attendevano fuori della bottega del barbiere. Ascoltò attentamente l'argomento della loro conversazione ed attese l'intervento del suo amico il quale, di sangue nùmenoreano, certamente avrebbe guadagnato in autorevolezza di fronte ai tre avventori.
Vide però che il suo amico esitava, trattenuto da una incertezza che rischiava di far perdere loro il momento giusto per intervenire nella discussione che era in corso.
Decise quindi di rompere lui stesso gli indugi, profittando delle occhiate interessate che gli venivano rivolte.

"Cari signori" interloquì "non ho potuto fare a meno di udire i vostri discorsi sulla festa, ormai imminente. Il mio nome è Eorein, e come potete vedere sono straniero in città, giunto appena ieri. Sono molto interessato a questa festa ed agli spettacoli previsti ed ho visto che sia sabato che domenica sera sono previste due rappresentazioni. Il mio tempo però è limitato e non so se riuscirò a vederle entrambe. Sareste in grado di consigliarmene una in particolare, magari attingendo alla vostra conoscenza delle due compagnie che vi sono impegnate?"

[Modificato da Valandur 26/10/2005 12.08]

Malhodd: "Stranieri eh? Ben, bene, benvenuti. Vi trovate bene a Lond Arador? Immagino di si. Qui tutti amano vivere e in tanti ci si vorrebbero trasferire. Bene messere, avete appena incontrato Malhodd. Il mio compito, a palazzo, e' prendermi cura delle tende, dei tappeti, degli stendardi e di tutto cio' che ha simboli araldici sopra. Questi due signori qui sono il mio assistente Hundit e il mio caro amico Shod, maestro d'ascia nei cantieri del Conte".

I due uomini fecero un leggero inchino e strinsero la mano ad Eorein ed Athorman, che si presento' a sua volta.

Malhodd prosegui': "Beh, se mi perdonate l'impudenza, dal vostro incedere tutto avrei pensato meno che foste un frequentatore di teatri. E sia, una lezione imparata per te, Malhodd! Non giudicare dall'apparenza! Se volete un consiglio, ad ogni modo, vi consiglio di andare alla prima degli Aranrim. Non fosse altro per il fatto che e' lo spettacolo di apertura dei festeggiamenti. Ci sara' tutta la nobilta' della citta', e sara', credo, memorabile. Questo compleanno della contessina e' talmente pieno di significati che nessuno oserebbe mancare. E poi messer Lossadan e' un tale gentiluomo! Anzi, dopo il barbiere ho appuntamento proprio per parlare con lui. Dobbiamo prendere accordi sulle insegne da appendere e sulle varie cotte d'armi".

Shod: "Speriamo che in mezzo a tutte queste celebrita' non manchi proprio il nostro Signore, lord Anrim. Sarebbe un tale peccato. Che bello sarebbe rivederlo prendere il largo con la sua vela per la regata di mezza estate, come faceva tanti anni fa..."

Malhodd: "Suvvia, amico mio. Sono del tuo stesso avviso, ma non mettiamo limiti alla bonta' dei Valar. Tutto andra' per il meglio, vedrai!"disse dando una pacca sulla spalla del carpentiere.

[Modificato da Ossian77 26/10/2005 14.24]

"Volete dire" interloquì Eorein "che il Conte potrebbe non essere presente ai festeggiamenti? E quale sarebbe il motivo di una tale assenza, così eclatante? Motivi di salute, oppure impegni di Stato forse?"

[Modificato da Valandur 27/10/2005 0.21]

si svegliò di soprassalto, il momentaneo riposino sulla panchina sistemata all'interno del cortile si era improvvisamente trasformato in un sonno profondo, ed in sogni che già adesso faceva fatica a ricordare. sui suoi piedi stava il grosso cane di Barak, anch'esso attanagliato da una specie di stanchezza irresistibile, sembrava che la bistecca li avesse fatti diventare amici.

si alzò, talmente in fretta da sentire un giramento di testa, e si avviò all'esterno dove Barak stava fumando una pipa e sorridendo ad alcuni bambini che ne valutavano le dimensioni.

"ehi, amico, cerca di tenere Alex distante dalle mie terga, non ho ben capito se vuole farmi compagnia o azzannarmi... sai dirmi dove sono andati i nostri compari? non ho nessuna intenzione di rimanermene qui tutto il pomeriggio a vederti fumare."

era chiaro a Barak che il prode Dalkest soffrisse di "antipatia da risveglio improvviso"

B:
"beh, se lo spettacolo qui non ti piace puoi provare a cercare Eorein e Athorman in quella direzione (indicando) si sono allontanati da non molto. ah, per inciso, il mio cane fa ciò che più gli aggrada, forse gli piace i tuo odore..."

Dlakest inarcò perplesso un sopracciglio a quest'ultima affermazione del beorniano, poi annuì e ringraziandolo si allontanò a piedi nella direzione indicata. non appena iniziò a camminare per la cittadina, affollata e intenta ai preparativi, la sua mente tornò alla situazione di palazzo. ormai aveva una sua idea ed avrebbe fatto in modo di verificarla.

Volete dire" interloquì Eorein "che il Conte potrebbe non essere presente ai festeggiamenti? E quale sarebbe il motivo di una tale assenza, così eclatante? Motivi di salute, oppure impegni di Stato forse

Malhodd:Cosi' si dice. Io lavoro a palazzo, e di voci ne girano tante. Shod, come me, e' convinto che non sia una cosa scontata la presenza del nostro beneamato conte. La cosa mi cruccia, ma so che nulla e' perduto finche' la Contessa Yvoen resta a palazzo. La sua energia e la sua dolcezza le permetteranno comunque di rendere la festa memorabile, e nessuno dei notabili avra' di che lamentarsi! Tuttavia, il motivo della possibile assenza del Conte non e' cosa che noi umili servitori possiamo discutere apertamente in strada. Sebbene io sia un maggiordomo di Palazzo i fatti d'arme non sono il mio pane. Sembrano piuttosto la vostra specialita', sir Eorein. Forse in altra sede potremmo chiacchierare con piu' calma, e magari voi stesso potreste aiutare un umile maggiordomo come me a capire cosa affligge ilconnte e perche' da tanti anni ormai questa lotta sembra sfuggirgli dalle mani

Il maggiordomo sembrava davvero afflitto per le notizie che stava riferendo, e cosi' i suoi due amici. Hundit, tra se e se, bofonchio' qualcosa che poi ripete' a voice appena piu' alta.

Hundit"Che mi sfiori una folgore, se il Conte non sara' presente. E'un brav'uomo. Certo, non e' un dunadan, ma regna con saggezza e giustizia. O almeno, ci provava finche' non si e' trovato questa gatta da pelare. E'un dono del cielo che la Contessa, e lei si che e' una vera Numenoreana, si sia dimostrata all'altezza di sostituirlo"

Shod:"Ormai sappiamo tutti che il Conte passa piu' tempo tra le colline che in citta'. Ah, tornassero i bei tempi!"

Malhodd:Signori! Vi pregherei di moderare il tono della discussione. Dopotutto, e' di sua Eccellenza il Conte che stiamo speculando. Solo i Valar sanno quante rogne ha tenuto lontano da qua con la sua spada e con la sua scorta di cavalieri; cose di cui forse nemmeno verremo mai a conoscenza. Se dobbiamo discutere di argomenti al di sopra del nostro intelletto, almeno che non sia qui. Tra l'altro, stiamo tagliando sir Eorein e sir Athorman fuori dalla conversazione, e cio' non sta bene. Dite, sir Eorein, avete tempo libero oggi pomeriggio, o stasera? Avremmo piacere di parlarvi

"Molto bene, noto che la vostra prudenza è pari alla vostra cortesia" rispose il cavaliere "In tal caso sarò ben felice di incontrarvi nel pomeriggio. Non preoccupatevi di cercarmi, vi troverò io. Purtroppo l'attesa per i servigi del barbiere si sta protraendo più del dovuto. Altri doveri mi chiamano. A più tardi"
Eorein si inchinò leggermente in cenno di saluto e proseguì la sua ricognizione...

Mentre si allontanavano il guaritore come tornato da un sogno ad occhi aperti proferì verbo:

“Mio caro amico, la storia mi sembra davvero strana…..Qual ragion potrebbe tenere lontano un padre dal compleanno della amata figlia se non una veramente grave ?!”

E accarezzandosi il mento con le mani mentre fissava gli occhi dell’amico aggiunse:

“Stai pensando a quello che penso io ? Aspettiamo il cortese Malhodd nei pressi del teatro quando andrà a far visita a Lossadan ?! Potrebbe darci un’arma di convinzione ulteriore?!”

E ammiccando aspettò la risposta del compagno

per sua fortuna la salita non era affatto ardua e i vestiti che indossava lo aiutavano non poco nell'ascesa. non ci fosse stata quella benedetta corazza sarebbe stato molto più facile.

"viste dall'alto si capiscono meglio un sacco di cose" era solito dire suo nonno quand'egli era ancora un bambino e per una volta il cavaliere aveva deciso di seguire il consiglio del vecchio inerpicandosi su per una collina da cui guardare la cittadina e rintracciare il teatro che nei meandri della bassa aveva completamente perduto. e pur di non sembrare uno sprovvisto ingenuo si era morso la lingua piuttosto che chiedere la strada a qualcuno. ah! quanto avrebbe fatto comodo adesso Alex, il cane non avrebbe saputo dove cercare i due compagni d'arme (o forse si) ma almeno era sicuro di saper tornare al teatro.

lui aveva fallito in entrambe le cose ed ora stava pagando col sudore della fronte il prezzo del fallimento.

si fermò, ansimando lievemente, e si voltò a guardare la città e finalmente scorse il teatro lievemente a sinistra rispetto alla sua posizione. risoluto si riavviò verso il fondo della salita, soddisfatto in cuor suo di essere riuscito a ritrovare la strada anche senza l'aiuto di quello stupido cagnaccio. nella discesa incrociò diverse persone, tutte abbigliate molto meglio di quanto non fossero gli abitanti della zona in basso. ebbe il sospetto che quella salita dovesse portare in una zona piuttosto importante della città, ma scrollò le spalle e continuò a scendere. sorrise ad alcune dame che risalivano la china e che l'avevano guardato con curiosità, e queste, come d'abitudine, emisero degli striduli risolini prima di cominciare a confabulare.

non v'era più dubbio. quella era una delle zone abitate dai nobili!

Camminando a grandi falcate Dalkest taglio' in due la citta', lasciando il quartiere dei nobili in favore della zona portuale.

*Si, mi ricordo che la locanda dove sono andati quei due deve essere vicina al porto commerciale, nella zona dei magazzini. Tanto meglio, bastera' seguire la puzza di pesce marcio e non potro' sbagliarmi di molto* penso' Dalkest.

Piu' di mezz'ora dopo, il biondo cavaliere sbuco' in una piccola piazza quadrata, vicino alle portale nelle mura della baia. Di puzza di pesce marcio ne aveva sentita anche troppa, per non chiedere indicazioni. Ora, davanti all'insegna della Faerie Queen, Dalkest aveva sulla punta della lingua tante imprecazioni da far volare un orco fuori dalla sua stessa corazza.
Tuttavia, il profumo dell'arrosto il vociare degli avventori lo riconciliarono rapidamente col mondo. Entrato nella locanda, non ci mise molto a individuare i suoi due amici, seduti davanti ad una pinta di birra ad un tavolo laterale.

Attraverso' la bolgia di clienti e perditempo che affollava la sala e si sedette di fianco ad Athorman.

[Modificato da Ossian77 30/10/2005 12.01]

"orbene, amici miei, avete scelto un posto molto rumoroso e con personaggi poco raccomandabili vedo, ma uno spuntino e, soprattutto, una buona birra mi salveranno da affaticamento ed arsura che molto ho vagato prima di incontrarvi!"

si girò verso il bancone ed alzando la voce...

"Oste! non vedi che qui c'è un pover'uomo affamato ed assetato che aspetta la tua benedizione? portami mezza porzione d'arrosto ed una pinta della stessa birra che hai servito ai miei amici, sempre che tu non ne abbia una migliore nascosta da qualche parte!"

di nuovo tornò a voltarsi verso i due amici

"novità?"

I due compagni avevano ripreso il loro giro, ed il cavaliere rispose all'amico:

"Sì Athorman, hai visto giusto. Non sarebbe male parlargli proprio al teatro, magari lontano da orecchie indiscrete."

Dopo un lungo giro arrivarono finalmente alla Faerie Queen, e proprio mentre stavano accomodandosi al tavolino indicato loro dall'oste, li raggiunse Dalkest.
Eorein stava per rispondere alla sua domanda, quando una espressione di disgusto si dipinse sul suo volto:

"Per Bèma" disse "ma dove diavolo ti sei andato a cacciare per puzzare in questo modo di pesce?"

[Modificato da Valandur 02/11/2005 11.54]

Il guaritore con una mano a coprire il naso proruppe:

"Sir Dalkest, ma dove sei finito in un barile di aringhe? Che cosa ti è successo mai?"

E poi rivolto verso Eorein sussurrò:

"E tu, abbi un po' più di rispetto per i Valar! Quantomeno in mia presenza!"

E guardandolo con bonario cipiglio aggiunse sempre sottovoce:

"Miscredente!!"

[Modificato da Fingal 02/11/2005 18.09]

il cavaliere inarcò con fare perplesso il sopracciglio destro alle parole dei due compagni d'arme

"davvero ho un odore poco gradevole? non pensavo davvero di essermi trattenuto a lungo nel quartiere dei pescatori per assumerne l'essenza. comunque non lasciatevi distrarre e raccontatemi cosa avete scoperto, potrei tornare utile se sapessi con più chiarezza cosa bolle in pentola!"

si voltò verso il bancone

"Oste! riuscirò a mangiare e bere prima che fame e sete mi riducano all'impotenza?"

L'eothric rispose sorridendo al compagno che si era appena accomodato di fronte a lui:

"Io ed Athorman abbiamo fatto poco fa un incontro interessante, che potrebbe portarci notizie utili per muoverci meglio in questa realtà così complessa."
Abbassò un pò la voce, mentre si sporgeva verso Dalkest
"Si tratta di un maggiordomo del Conte di nome Malhodd, che si incontrerà tra poco con Lossadan per definire alcuni particolari del prossimo spettacolo degli Aranrim. Ci è sembrato disponibile ad aprirsi con noi, e cercheremo di sfruttare bene la sua conoscenza del posto."
Aggiunse infine con un sorriso
"Non sa ancora che lavoriamo per Lossadan e direi che potreste riceverlo tu e Barak ed accompagnarlo dal nostro capocomico. Solo in un secondo tempo, sperando di aver trovato il modo di studiarlo un pò senza essere notati, interverremo noi due. Che ne dite?"

Eorein venne interrotto dall'arrivo dell'oste, che stava provvedendo a servire i tre compagni seduti al tavolo.
Ne approfittò per rivolgergli una domanda che gli ronzava in testa dalla mattina appena trascorsa:

"Grazie per la vostra sollecitudine. Volevo approfittare della vostra cortesia per rivolgervi una domanda: conoscete per caso l'uomo che stamane arringava così focosamente gli avventori della taverna contro la compagnia degli Aranrim?"

[Modificato da Valandur 07/11/2005 14.40]

Oste: "E di che, ci mancherebbe, e' il mio mestiere! Eh, dunque, l'oratore? Ah si, QUELL'ORATORE. Se lo conosco? Beh…si…indubbiamente si".

L'oste sembro' fermarsi per un attimo a pensare. Sorpreso dalla domanda, guardo' Eorein come se volesse valutarne le intenzioni. Neanche il tempo di finire di mettere i piatti in tavola, che gia' si era rasserenato.

Oste:"Arh, per un attimo mi avete spaventato, messere. Temevo vi fosse dell'animosita' tra voi dopo il discorso di stamane. Sebbene abbia visto solo il vostro amico dibattere con Obren, beh, si, si chiama Obren....Ma vedo che siete una persona cheta e cordiale, a dispetto dell'abbigliamento e della corporatura.
Ebbene, Obren e' un cliente abitudinario. Nel senso che e' un importante falegname. O meglio, lui forse non tocca una pialla da anni. Sapete come vanno le cose. Nasci a Tharbad, sei bravo in un mestiere, un bel di' erediti il gruzzolo e metti su un piccolo laboratorio. Obren possiede una segheria ad acqua da qualche parte nel Cardolan, presso Tharbad, presumo. Li' ha almeno 10 operai. E' un uomo onesto, se e' quel che volete sapere. Viene qui ogni tanto, tre o quattro volte l'anno, per affari. Resta un paio di settimane e se ne riparte. Non manca mai di farmi visita qui alla Faerie Queen! E' molto amico dei pochi nani dei Monti Azzuri che si vedono da queste parti... Almeno di recente".

L'ultima considerazione, tuttavia, sembro' ad Eorein piu' detta tra se e se che rivolta ai tre amici seduti al tavolo.
Athorman, invece, aveva notato l'intercalare dell'oste. *..."arh"...e' un ex marinaio! Beh, si vede. E' scuro come un tizzone ed ha le mani che sembrano di pietra*, penso' il dunadan sorseggiando la sua birra.

Dalla disamina dei solchi impressi da anni di sole e di acqua marina, il guaritore proruppe accennando un tenue sorriso:

“E che dite di voi mio caro Oste, da quanto avete lasciato le vele al vento gelido dell’inverno ? E quante burrasche e tempeste si sono abbattute sul vostro vascello ?”

Sul volto del dunedan una espressione quasi bambinesca gli aveva impostato lo sguardo. L’espressione tipica di vorrebbe ascoltare una storia insolita.

In verità, l’intenzione principe del guaritore era quella di pungolare l’indole del marinaio per poter entrare nei favori dell’Oste e delle sue conoscenze. Voleva saperne di più di quello che sembrava essere un “rapporto particolare” tra un falegname di Tharbad ed i Naugrim dei Monti Azzurri.

Una domanda immediata avrebbe potuto mettere sulle sue l’Oste.

[Modificato da Fingal 07/11/2005 17.55]

...“E che dite di voi mio caro Oste, da quanto avete lasciato le vele al vento gelido dell’inverno ? E quante burrasche e tempeste si sono abbattute sul vostro vascello ?” ...

L'oste non pote' trattenere un sorriso sdentato ma genuino. Poco piu' di una reazione istintiva, tuttavia. Coma ritrarre la mano quando si crede di aver toccato qualcosa di caldo. Dalkest, che gli stava di fianco, fu l'unico a sentire che, per un attimo, i muscoli della schiena gli si erano irrigiditi. Da buon guerriero, era abituato a leggere i segni del corpo.
Si acciglio', per unattimo. La domanda aveva fatto leva sul ricordo di anni di avventure. Nessun marinaio poteva resistergli, eppure stavolta qualcosa era diverso. Ad Athorman ed Eorein l'uomo sembro' solo un po' imbarazzato. Dopotutto, non gli capitava tanto spesso che qualcuno gli chiedesse una storia di mare e viaggi, no?

Eppure...

L'oste prolungo' il silenzio, gli occhi che pregavano perche' qualcuno dalla cucina lo chiamasse. Al quel punto, Athorman ed Eorein si resero conto dell'evidente pallore dell'uomo, e pensarono di averlo messo in imbarazzo. Quando il dunadan era ormai prossimo a susarsi, l'oste parlo'.

Oar "Oar, chiamatemi pure Oar, messere. Al vostro servizio. Signore, siete cortese a chiedere ad un marinaio di annoiarvi con le sue storie. E come lo farebbe volentieri! Ne avrei di episodi...Un dunadan...solo voialtri avete il mare cosi' tanto dentro l'anima da riconoscere chi lo a frequentato per tanti anni ad un'occhiata. Solo un'occhiata...pero'...vede...beh, complimenti per l'intuito ma...io sono esattamente dieci anni che non tocco mare. Lo guardo volentieri, ma non navigo piu'. Me lo godo dalla scogliera. I gabbiani, l'aria pungente...la salsedine. Si vede che a voi il mare piace. Come piacerebbe ad un'elfo. So di che parlo. Quando ero ragazzo ne ho visti alcuni, giu' a Lond Ernil.
Io, ho avuto un incidente, a suo tempo, ed ho pensato che fosse meglio prender terra e godermi la mia famiglia. Ho moglie e due figlie, ora sono due fiori meravigliosi. Sono sposate a due onest'uomini, sapete?
Di burrasche ne ho viste tante. Ed anche altre cose, belle e brutte. Corsari, pirati. Giu' ad Umbar. Quanti duelli sulla tolda. Ho ancora la mia sciabola, da qualche parte in soffitta. Ma ora non e' piu' tempo per fare queste cose. E' tempo di pensare alla famiglia, nevvero?"

Fini' di prendere i bicchieri vuoti, e rimase in attesa di una replica di Athorman.

ah!
la reazione dell'oste alla domanda del dunadan meritava un approfondimento.
si sarebbe alzato di scatto facendo cadere la sedia e picchiando i palmi delle mani sul tavolo, come per spaventare l'oste e valutarne la reazione, pronto poi a parlare di urgenze e di latrine per giustificare quello scatto.

un guerriero deve sapere chi ha di fronte e chi dierto le spalle, una volta rassicurato l'oste che non aveva cattive intenzioni avrebbe senza dubbio squadrato i presenti in locanda con occhio pronto a cogliere qualsiasi segno di malavolenza o di controllo nei loro confronti.

agì come aveva deciso e con attenzione ne raccolse i frutti.