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10/01/2005 10:17 | |
La discussione con Meneldir era stata interrotta.
*Meglio così, la riprenderemo quando saremo da soli e quando questa storia sarà finita.
Il nano guardò il sacchetto che aveva in mano, quello non sarebbe scappato di certo, lo poggiò a terra vicino alla splendida ascia e cominciò a guardarsi in torno. Le pareti erano lisce e poco decorate. Fece il giro della stanza quando all'improvviso il suo sguardo si posò su un pezzo di intoaco scrostato.
*Qui c'è un'altra porta o io sono un orco
Si accostò al muro per vedere meglio e tirò fuori il coltello. Piano piano mise in evidenza i contorni dell'apertura, quindi procedè per cercare eventuali serrature. In effeti non c'erano serature, ma un piccolo rilievo sulle decorazioni del muro attirò la sua attenzione.
*Speriamo che almeno questa nicchia sia priva di trappole
Premette il pulsante ed attese. [Modificato da endik 10/01/2005 16.58] |
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| | | OFFLINE | | Post: 2.205 Post: 2.205 | Registrato il: 24/11/2003
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12/01/2005 11:51 | |
Mentre Olin esaminava attentamente la stanza, Isilion aiutò Meneldir ad indossare la pesante corazza di piastre che avevano rinvenuto. Ora che l'aveva sulle spalle, il dùnadan ne notò l'accurata distribuzione del peso, che gli permetteva di muoversi quasi liberamente, come se fosse gravato da un carico nettamente inferiore.
Nel frattempo la lastra di pietra che sbarrava il piccolo passaggio si scostò indietro leggermente, scivolando poi verso l'alto liberando una nicchia che sembrava essere chiusa da decenni.
Al suo interno era appoggiato un fodero riccamente intarsiato contenente una spada, la cui elsa decorata da un bellissimo gioiello rosso era visibile.
Nessun altro oggetto occupava la nicchia. |
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12/01/2005 16:12 | |
Isilion era molto preoccupato della situazione, in effetti Olin era talmente infuriato che quasi non si era accorto della richiesta fattagli di controllare il contenuto della custodia che l'Elfo gli aveva dato in mano per distrarlo, anzi, l'aveva appoggiata a terra.
Quindi Isilion raccolse la custodia e ne estrasse il contenuto; la corda dell'arco era dentro la custodia, ma Meneldir aveva bisogno di un aiuto per indossare l'armatura, quindi Isilion ripose la custodia vicino all'arco e aiutò il dunedain.
Nel frattempo Olin aveva trovato un nascondiglio; un vano segreto che il Nano aveva aperto con una maestria indiscutibile!
Un calore intenso pervase il petto dell'Elfo quando vide il fodero di una spada contenuta in quell'alcova . . .
*Non sarà . . .* |
| | | OFFLINE | | Post: 894 Post: 894 | Registrato il: 28/11/2003
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13/01/2005 17:59 | |
A passo veloce, quasi fosse ansioso, Isilion si avvicinò ad Olin e gli disse:
"Mastro Nano, che sia una cosa saggia estrarre questa spada dall'alcova in cui è custodita o ritenete vi sia qualche sorta di trappola o meccanismo nascosto?"
*E se fosse . . .*
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15/01/2005 10:44 | |
Il nano si rivolse all'elfo dietro di lui.
"Non mi pare che ci siano delle trappole in questa alcova, per quanto riguarda il fatto di prenderla, sarà Meneldir a decidere. Qui tutto è suo perciò..."
Lasciò la frase a metà con fare provocatorio. |
| | | OFFLINE | | Post: 894 Post: 894 | Registrato il: 28/11/2003
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15/01/2005 12:03 | |
Olin era intento a controllare se fosse stato sicuro rimuovere quella spada da dove era stata riposta, mentre Isilion volse il proprio sguardo a Meneldir e gli disse:
"Messer Meneldir, vorrei spostare la vostra attenzione su questa spada . . . vi ricorda qualcosa?"
Alle parole del Nano Isilion lo ringraziò, poi si fece serio e si avvicinò alla spada . . . allungò il braccio con fare sicuro, la prese in mano e impugnando delicatamente l'elsa la estrasse lentamente dal fodero . . . era sicuramente una spada forgiata dagli Elfi! |
| | | OFFLINE | | Post: 894 Post: 894 | Registrato il: 28/11/2003
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17/01/2005 10:58 | |
Era facile intendere che quella lunga spada fosse stata forgiata dagli Elfi perché il fodero, di cuoio nero, era ornato da una serie di forme sinuose e morbide in rilievo . . .
*questi ornamenti sul fodero sono in Mithril . . .*
L'elsa della spada era lavorata con una finezza ed un'eleganza unica, ed una gemma rossa cicolare vi risaltava tra le tante gemme colorate che ricoprivano l'impugnatura ad una mano . . .
Isilion, una volta estratta l'intera spada dal fodero, si fece ancora più serio . . . non aveva mai brandito un'arma così ben bilanciata; la lama della spada era stata forgiata in Ithilnaur e sulla lama una incisione in antico linguaggio elfico tolse il respiro ad Isilion . . . poi a voce bassa, come se non riuscisse a trattenere quella parola dentro di se', sussurrò:
"Andùril . . ."
Isilion rimase per qualche secondo a pensare alle storie che il padre gli raccontava quando era più giovane poi rivolse lo sguardo a Meneldir e gli disse:
"Messer Meneldir, discendente della famiglia degli Eldanar, questa è la spada di mio padre; venne riposta nella dimora dei vostri avi per essere ritrovata nel giusto momento; un Eldanar, durante l’ultima sanguinosa battaglia contro le terribili schiere di Angmar, sacrificò la sua vita per salvare quella di mio padre! Ora tocca a me, con l'aiuto di questa lama, ripagare il debito d'onore che lega la mia famiglia alla vostra casata . . .
E' giunto il tempo che questa rocca torni in possesso del suo legittimo proprietario . . ." |
| | | OFFLINE | | Post: 2.205 Post: 2.205 | Registrato il: 24/11/2003
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18/01/2005 18:47 | |
Meneldir aveva appena finito di sistemare le ultime cinghie dell'armatura, quando Isilion gli mostrò l'antica spada rinvenuta all'interno dello scomparto segreto della stanza.
"Molto bene Isilion" rispose, "usciamo da qui!"
Si avviò quindi a grandi passi verso l'uscita della sala e poi verso le scale che conducevano al piano superiore. |
| | | OFFLINE | | Post: 6.302 Post: 6.179 | Registrato il: 22/11/2003
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19/01/2005 19:16 | |
Seguendo il suggerimento di Gwaeron, Yeras si avviò cautamente verso le celle … facendo estrema attenzione ad ogni minimo rumore e ombra.
Avvicinatosi alla porta della prima cella, il giovane ramingo inserì una delle chiavi del mazzo recuperato in precedenza e fece scattare la serratura.
Con un po’ di tensione Yeras spinse la porta e fece un passo all’interno della prigione.
*Nessuno, non c’è nessuno! Questo posto sembra essere disabitato da anni … per fortuna*
Il giovane ramingo ripeté la stessa operazione con tutte le celle … ottenendo sempre lo stesso risultato.
Sollevato per non aver trovato nessuno all’interno delle segrete, Yeras continuò la sua esplorazione fino ad arrivare al termine del corridoio dove si apriva un’ultima grande stanza.
Sembrava essere una sorta di magazzino, pieno di vecchie cianfrusaglie di ogni tipo: mobili, suppellettili e oggetti vari.
*Se pur qui dentro ci fosse qualcosa di interessante, per riuscire a trovarlo potrebbero volerci delle ore … meglio lasciar perdere*
Il giovane ramingo percorse a ritroso la strada fino a tornare nel punto in cui Gwaeron faceva la guardia:
“ Le celle, per fortuna, sono disabitate da anni. C’è un magazzino in fondo al corridoio ma per esser perlustrato come si deve dovremmo recarvici tutti insieme; non so se vale la pena perdere del tempo nel tentativo di cercar qualcosa la dentro … potrei chiedere a Meneldir … a proposito, cosa stanno facendo i nostri compagni dentro quella stanza? Perché non sono ancora usciti?” |
| | | OFFLINE | | Post: 396 Post: 396 | Registrato il: 25/11/2003
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19/01/2005 22:40 | |
"Non lo so, Yeras. Sembra che abbiano trovato qualcosa di interessante. Dubito valga la pena di rovistare nel magazzino, ma il problema è che non so che intenzioni abbia Meneldir. E là fuori c'è qualcosa che ci aspetta..."
[Modificato da The Northman 19/01/2005 22.41] |
| | | OFFLINE | | Post: 2.205 Post: 2.205 | Registrato il: 24/11/2003
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26/01/2005 12:31 | |
I cinque compagni tornarono sui loro passi, risalendo l'angusta scala a chiocciola che avevano percorso per giungere all'armeria ed alle celle e fermandosi poi non appena giunti al cortile interno della fortezza.
Nonostante i preziosi ritrovamenti il gruppo era però ancora inquieto, preoccupato da ciò che sembrava nascondersi all'esterno della torre.
Il dùnadan si avviò quindi sotto l'arco che costituiva l'ingresso principale, il cui pesante ponte levatoio che univa la costruzione alla collina era abbassato.
Mentre attraversavano le assi di legno rinforzato del ponte, il silenzio che li circondava si fece opprimente.
Improvvisamente Meneldir, che apriva la fila, indicò lorò un punto davanti a loro: sui margini della fitta foresta che copriva tutta la valle sorvegliata da Barad Eithel potevano infatti scorgere qualcosa che sembrava essere stato appeso tra gli alberi.
Quando si avvicinarono poterono distinguerne meglio la forma e le dimensioni: si trattava del corpo di qualche sventurato che era stato evidentemente appeso ad uno dei rami più robusti dell'immensa quercia che svettava, isolata dal resto del bosco, ad un centinaio di metri dalla porta della torre.
Giunti a pochi metri dal macabro trofeo ne riconobbero gli abiti: era Helvorn.
Il petto era orrendamente squarciato da una profonda ferita ed il cadavere era decapitato. I compagni osservarono con disgusto la macchia di sangue scuro che si era ormai formata ai piedi del cadavere, appeso per i piedi su un ramo dell'albero.
Il volto di Meneldir era una maschera...
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26/01/2005 13:01 | |
Olin guardò disgustato lo scempio che quelle creature avevano fatto del povero uomo appeso all'albero. I suoi vestiti gli erano familiari, anche se erano ridotti a brandelli.
"Messer Meneldir, quest'uomo non è il messaggero che avete mandato a sud?"
Lo sguardo di Meneldir era di pietra, sembrava avesse visto un fantasma.
"Chi e quando può aver fatto una cosa del genere? Siete capaci di stabilirlo voi?" |
| | | OFFLINE | | Post: 894 Post: 894 | Registrato il: 28/11/2003
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26/01/2005 16:59 | |
Prima di uscire dalla stanza, Isilion posò per terra la spada e l'arco con i quali era arrivato fino a quel luogo; poi estrasse la corda dell'arco nero dalla sua custodia e la montò su quella meravigliosa arma da tiro. Indossò l'arco e la spada come indossava le due armi che aveva appena abbandonato ed uscì dalla stanza.
L'Elfo seguì Meneldir insieme ai suoi compagni all'esterno della roccaforte, dove trovarono quella macabra scena innanzi ai loro occhi . . .
Isilion poteva sciogliere alcuni dubbi osservando bene quello che aveva davanti.
La testa del malcapitato era stata tagliata di netto come quella degli orchi in quella radura . . .
Chi aveva massacrato quell'uomo era da solo o si poteva trattare di più di uno?
Qualcosa però non quadrava: perchè uccidere orchi e uomini in maniera così indiscriminata? [Modificato da Lord T.Einiks 02/02/2005 16.37] |
| | | OFFLINE | | Post: 396 Post: 396 | Registrato il: 25/11/2003
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26/01/2005 19:11 | |
A passi lenti Gwaeron si avvicinò al cadavere, osservando la scena raccapricciante dai piedi della quercia. Senza dire una parola osservò il cadavere di Helvorn, la ferita sul petto, il corpo decapitato, la pozza di sangue ai piedi dell'albero.
Aveva sempre saputo che i nemici non erano finiti nello scontro dentro la torre, ma ora vi erano due nuovi problemi. Avevano creduto di avere più tempo per andarsene tranquilli, e invece era ovvio che le cose stessero diversamente, e chiudendo gli occhi un istante gli vennero in mente gli atrigli di cui avevano visto le tracce nella foresta e l'ombra fuori dalla finestra. I nemici erano molti, e non solo orchi. E poi Helvorn sarebbe dovuto andare a dare notizie ed eventualmente a portare aiuti, e invece erano soli. Ma almeno ora ne erano consapevoli.
Sputò per terra il tabacco che stava masticando, e lentamente volse lo sguardo alla foresta che li circondava. Avrebbero venduto cara la pelle.
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| | | OFFLINE | | Post: 6.302 Post: 6.179 | Registrato il: 22/11/2003
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01/02/2005 23:25 | |
Yeras si avvicinò lentamente all’albero, osservando con attenzione ogni particolare di quella macabra scena: non c’era traccia della testa del povero Helvorn.
*Proprio come è accaduto a quel gruppo di orchi che abbiamo incontrato in precedenza*
Continuò l’esame fin quando la sua attenzione fu attirata da alcuni strani e profondi solchi sulla corteccia della quercia:
*Questi li ho già visti …*
“Date un’occhiata qui” disse rivolgendosi ai suoi compagni e indicando i segni che tanto lo avevano incuriosito.
In quell’istante un fruscio arrivò distinto alle sue orecchie e, girandosi nella direzione dalla quale il rumore era provenuto, gli parve di scorgere un fuggevole movimento su un albero distante una quindicina di metri. Impugnò istintivamente l’arco ed estrasse velocemente una freccia:
“Qualcosa o qualcuno si è mosso … laggiù!” disse in un sussurro. |
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02/02/2005 10:43 | |
La parole di Yeras fecero sussultare il nano che si era completamente perso nella contemplazione di quel macabro spettacolo.
Estrasse istintivamente la sua ascia, senza nemmeno pensare di usare quella presa nella rocca.
Era frustrato, ma sapeva che doveva essere paziente, qualunque cosa fosse a staccare le teste stava giocando con loro come il gatto col topo. Si avvicinò ad Isilion e gli sussurrò nell'orecchio, mantre con lo sguardo cercava di individuare eventuali movimenti tra gli alberi.
"Ho già visto degli assassini comportarsi in questa maniera. C'è un solo maodo per stanarli, cioè tendergli una trappola! Altrimenti ci prenderà uno ad uno"[Modificato da endik 02/02/2005 10.45] |
| | | OFFLINE | | Post: 396 Post: 396 | Registrato il: 25/11/2003
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02/02/2005 13:07 | |
Yeras aveva ragione, i segni sull'albero erano gli stessi che avevano già visto. Gwaeron da tempo ormai temeva solo quella minaccia nella foresta, senza sapere che cosa fosse. Quando si volsero verso il rumore tra gli alberi, con la balestra carica in mano e lo sguardo a scrutare le ombre, avvicinandosi con un passo lento a Meneldir disse:
"Pensaci bene, e decidi ora. Il giorno non durerà ancora molto. Abbiamo due possibilità. Provare ad andarcene, in fretta ma con cautela, visto che Helvorn non ha dato nostre notizie a nessuno. Oppure tornare nella torre, e barricarci là dentro almeno fino a domani. In ogni caso, il nemico in mezzo agli alberi vuole noi. E non è nè un uomo nè un orco."
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| | | OFFLINE | | Post: 894 Post: 894 | Registrato il: 28/11/2003
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02/02/2005 16:50 | |
Isilion stava cercando delle tracce sul terreno quando sentì le parole di Yeras e subito dopo Olin gli sussurrò all'orecchio che a quelle creature sarebbe stato meglio tendere un aguato . . .
In quel preciso istante all'Elfo una parola l'aveva colpito:
*Aguato!*
"Signori miei, siamo allo scoperto e sotto l'occhio vigile di un nemico altrettanto abile nel tendere aguati quanto imprevedibile . . .
Vi propongo di arretrare all'interno della rocca, stando ben attenti a dove mettete i piedi e a tutto ciò che vi può segnalare una presenza estranea alla nostra . . ."
Poi a voce bassa si rivolse a Yeras:
"Siete riuscito a scorgere qualcuno?
Ricordate che costui è abile anche con le armi da lancio a lunga distanza!
Potete indicarmi, senza farvi accorgere, dove avete visto che qualcosa s'è mosso?"
Quindi l'Elfo incominciò ad osservare ancora più scrupolosamente la zona indicata da Yeras . . . |
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03/02/2005 13:33 | |
Le parole di Gwaeron riscossero Meneldir, rimasto immobile e silenzioso di fronte all'amico selvaggiamente trucidato.
Si volse verso il compagno che gli parlava, il volto duro e le parole pronunciate con voce decisa:
"Helvorn avrebbe dovuto avvertire la mia gente dell'arrivo degli Orchi, ed evidentemente non ha potuto farlo. Dobbiamo quindi assolutamente affrettare i nostri passi, non prima però di seppellire in qualche modo il caduto. Non voglio che il suo corpo diventi il pasto dei corvi." |
| | | OFFLINE | | Post: 396 Post: 396 | Registrato il: 25/11/2003
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03/02/2005 14:04 | |
"Non pensavo di lasciarlo qui in pasto ai corvi, o agli orchi. Ma seppellirlo richiederà tempo, ed è già sera. Facciamo le cose con calma, stiamo in guardia, e appena finito torniamo nella torre, e difendiamola fino a domani mattina. Se facciamo tutto in fretta e fuggiamo ora, saremo una preda facile."
Poi, guardando in mezzo agli alberi, nella direzione indicata da Yeras, aggiunse:
"Laggiù non ci sono solo orchi"
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