E’ stato richiesto poco tempo fa, di suggerire alcune idee in merito a come pubblicizzare la nuova seggiovia e il comprensorio. Come al solito i partecipanti del forum hanno detto la loro con vigore, entusiasmo e contenti di dare un piccolo contributo al paese e al suo sviluppo.
In quel periodo avevo scritto queste righe ma non mi sono mai deciso a metterle in rete, però dopo gli ultimi post pubblicati ho cambiato idea e quindi a costo di farmi odiare(…ancora lui …..che palle!!!!!) stasera mi sono deciso a renderle pubbliche.
Premettendo che non sto inventando l’acqua calda, ribadisco che in questo modo e così facendo, con tutta la buona volontà di Parpaiun e dei suoi associati, stiamo solamente “pestando acqua nel mortaio”, nel senso che, se le idee e le proposte non vengono prese in carico, analizzate, valutate, controbattute e verificate da un’entità ben definita, rimangono solamente parole scritte nel web, perché difficilmente si arriverà a poterle mettere in pratica.
Inoltre se non si conosce nei minimi dettagli la realtà quotidiana del luogo e delle cose, tutto ciò che uno scrive risulta perfettamente inutile, con il rischio di inibire nel futuro qualunque entusiasmo, perché tutto ciò che si propone diventa una inutile perdita di tempo per tutti.
Mi auguro sinceramente che la proposta di come pubblicizzare la seggiovia nasca spontaneamente da Parpaiun (come fatto in tante altre occasioni e per altre motivazioni) perché se fosse invece una richiesta mirata (anche se non ufficiale), sarebbe la conferma di quello che sto cercando di spiegare e cioè che abbiamo un nuovo impianto di risalita, costato soldi e grandi sforzi (e non mi stancherò mai di ringraziare il ns. sindaco e tutto il suo staff), senza aver pensato, se non solamente adesso a pochi giorni dall’inaugurazione, a come “renderlo visibile” al di fuori dei ns. confini.
Il pubblicizzare S.Giacomo e tutto quello che ruota attorno, ottenendo forse qualche risultato concreto apprezzabile, deve essere impostato in modo completamente diverso e soprattutto organizzato, perché se pensiamo che i singoli individui, distanti Km e Km, facciano uscire dal cilindro l’idea del secolo, sbagliamo di grosso.
Ricordiamoci che i nostri “vicini” hanno una macchina organizzativa di marketing da far paura e che funziona, perché tutti quanti abbiamo sotto gli occhi il grande afflusso di gente al comprensorio Mondolè.
Per loro fare due paginate di quotidiano per un mese consecutivo, è come andare a prendersi un caffè e si mettono in piedi concerti di inizio stagione con personaggi dello spettacolo di una certa rilevanza, che immagino non lo facciano gratis.
E invece da noi cosa facciamo? Niente….o almeno ci sono quei “quattro scappati di casa” di Parpaiun che sfornano proposte, qualche idea, convinti nella loro ingenuità che prima o poi qualcosa vada in porto…. ”……ma sì lasciamoli scrivere tanto loro si divertono così e poi sono bravi ragazzi……”.
Come già detto più volte, non potremmo mai concorrere con queste grandi realtà come Prato e Artesina, ma sapere che ci sono persone soprattutto imprenditori, con attività legate al territorio, che ogni anno si lamentano che le cose non vanno bene, che gli affari diminuiscono, che c’è meno gente, che “il sistema paese” non funziona ed essere comunque sempre e costantemente immobili ed apatici, mi demoralizza e mi fa anche arrabbiare: salvo che questo comportamento non sia solamente di facciata e che alla fine le cose non vanno poi così male e quindi perché si deve fare qualcosa in più, lasciamo le cose come stanno !!!!!.
Ad essere onesto almeno un paio di persone ci hanno provato a cambiare qualcosa, ma purtroppo hanno predicato nel deserto e mi pare si siano arresi definitivamente: mi dispiace per loro e per noi.
Secondo il sottoscritto è necessario prendere coscienza che, se si vuole far realmente sviluppare il comprensorio è necessario creare un punto di rifermento preciso ed univoco, ad esempio un “Comitato per lo sviluppo di S.Giacomo”, legalmente costituito e riconosciuto, composto principalmente da tutte quelle persone che hanno attività commerciali, perché solamente l’imprenditoria può essere il motore per far partire qualunque tipo di sviluppo, piccolo o grande che sia.
Il suo obiettivo, o come usa dire ora la sua mission, dovrebbe essere quella di dettare le linee guida principali per far conoscere il comprensorio, di analizzare le situazioni a 360 gradi trovando,verificando e gestendo risorse finanziarie, ottimizzando al meglio le risorse umane eventualmente da dedicare, creando sinergie tra le varie attività, prendersi in carico le proposte e le idee che eventualmente potrebbero ricevere e valutandone la reale fattibilità, avere contatti con Comune, Regione, Comunità Montane per confrontarsi quotidianamente sulle varie problematiche e, perché no, prendere contatti con le realtà vicine concorrenti perchè se il nemico non puoi batterlo, fattelo alleato e impara da lui.
Appoggiarsi a realtà consolidate come Parpaiun ed altri, che potrebbero intervenire come “una sorta di servizio dedicato”, nel senso che tali realtà potrebbero mettere a disposizione ed offrire (quello che comunque stanno già facendo) comunicazione, aggiornamento, informazione ed idee.
Pubblicizzare al meglio tutte le attività commerciali come alberghi, ristoranti, bar, Cinema, etc. in tutte le zone limitrofe e capire le reali necessità dei turisti dai più giovani ai più anziani, passando dalle famiglie con bimbi, insomma interagire a 360 gradi con tutto e con tutti.
So perfettamente che questo mio intervento sarà un buco nell’acqua perché probabilmente “gli imprenditori” non leggeranno neppure queste righe oppure se lo faranno, rimarranno a coccolarsi il proprio orticello come sempre è stato, fregandosene di tutto e di tutti. Mi ero anche ripromesso, dopo le ultime discussioni avvenute, di essere più pacato, meno polemico e obiettivo al massimo, ma come vedete non ci riesco.
NB
Vorrei che fosse chiaro che quanto soprascritto non è assolutamente riferito a qualche mancanza di Parpaiun e lo sottolineo perché l’italiano non è il mio forte e non vorrei che qualche concetto scritto per dire una cosa, venisse male interpretato.
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Non chiedetevi cosa può fare il vostro paese per voi. Chiedetevi che cosa potete fare voi per il vostro paese.
JFK