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Cosa c'è da visitare?

Ultimo Aggiornamento: 21/09/2011 10:43
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22/06/2004 09:53
 
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Le epigrafi di Mombasiglio
Questo piccolo centro della Val Mongia spicca per la vivacità del dibattito che il Centro Culturale porta avanti con caparbia determinazione ed è ricco, inoltre, di una piccola ma interessantissima esposizione di reperti archeologici di epoca romana ed etrusca, composta da quattro stele litiche rinvenute in loco, tutte presso la chiesa di S.Andrea.
Due di queste sono stele funerarie del I secolo d.C., una delle due è integra e ben conservata così come un'ara in marmo grigio risalente all' età Roma imperiale e raffigurante Ercole.
Il semidio è rappresentato in un bassorilievo, in piedi appoggiato alla clava che impugna con la mano destra. Sopra l'effigie di Ercole si legge una dedica cultuale da parte del committente, un certo magistrato Cassius Messor che apparteneva alla tribù Cassia, molto conosciuta nella Liguria antica.
Ma la cosa più interessante è una stele calcarea risalente a IV secolo avanti Cristo che, per la tipologia e l'iconografia riportata, risulta tipicamente etrusca.
La stele presenta due figure in rilievo, una sdraiata ed una seduta, con un'iscrizione in lingua etrusca interpretata come una frase
onomastica.
L' interessante stele, secondo gli studiosi, sarebbe da riferire ad una sepoltura etrusca e confermerebbe l'ipotizzata esistenza di rapporti fra l'Etruria settentrionale e l'interno della Liguria antica nel periodo fra il settimo ed il terzo secolo avanti Cristo.
La visita alla sala del Centro Culturale è possibile durante l'orario di apertura della Biblioteca Civica, ossia il Martedì ed il sabato, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.
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18/06/2004 15:07
 
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Le Meridiane di Mondovì
Allego l'articolo pubblicato dall'Unione Monregalese che nasce dall'impegno profuso dal Comune e da alcuni suoi valenti dirigenti e collaboratori. Domani ci sarà un Convegno a cui sono stato invitato ma, purtroppo, non potro partecipare. Ecco di cosa si parla, in sintesi un motivo in più per andare a Mondovì:

Su “Le meridiane del Collegio dei Gesuiti” (recentemente restaurate nel Palazzo di Giustizia a Piazza), il Comune di Mondovì e la Fondazione CRC hanno allestito un convegno di studio, che vuole anche essere un bilancio ragionato e motivato dell’intervento di recupero dei pregevolissimi orologi solari, sabato 19 giugno, alle 9,30, nella sala delle lauree in Vescovado. Nel corso dei lavori, verrà presentato il Cd multimediale sulle stesse meridiane del Collegio dei Gesuiti, su realizzazione del Rotary Club di Mondovì. Dopo il saluto delle autorità cittadine, sono previste relazioni innanzitutto incentrate sullo storico Collegio dei Gesuiti a Piazza (ora edificio del Tribunale). Illustreranno vari aspetti di questo monumento Giovanna Galante Garrone direttore Soprintendenza ai Beni storico-artistici e demoantropologici, Laura Moro direttore Soprindentenza ai Beni architettonici ed Alessandro Bracco dell’Archivio storico del Comune di Mondovì. Toccherà poi al restauratore Sergio Calò soffermarsi appunto sul restauro stesso delle meridiane affrescate. Su “La meridiana: orologio, calendario ed altro ancora” offrirà spunti Sergio Dequal, direttore del Dipartimento di Georisorse e Territorio del Politecnico di Torino. Nello specifico de “Le dodici meridiane del Tribunale di Mondovì, un tesoro riscoperto” interverrà lo gnomonista Giovanni Paltrinieri. Infine su “La diffusione delle meridiane a Mondovì e nel Monregalese” sarà dedicata la relazione di Luciana Fenoglio della University of Tecnology Darmstadt. Al termine dei lavori, che saranno moderati da Gianluca Cuniberti, sarà possibile recarsi in visita alle meridiane affrescate e restaurate.
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08/06/2004 10:19
 
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La Certosa di Pesio
La Certosa di Santa Maria in Valle Pesio è stata fondata nel 1173 e si è sviluppata fino al XVIII secolo.

E’ una grande costruzione immersa nella natura silenziosa delle Alpi Marittime.

Nella Certosa troviamo :

un affresco del quattrocento

l’ampio chiostro cinquecentesco aperto su un lato

la Chiesa abbaziale superiore, che è stata costruita su quella antica (che risale al XII secolo), decorata da affreschi di Antonio Parentani e Jan Claret.

Nel corso del seicento Giovenale Boetto apportò importanti trasformazioni: venne edificato il fabbricato situato in fondo al viale d’accesso.

Il settecento fu un secolo in cui la Certosa raggiunse l’apice della propria ricchezza. Nel 1802 fu abbandonata dai monaci e gran parte del suo patrimonio artistico finì per essere disperso.

Dopo alcuni decenni fu restaurata e trasformata in uno stabilimento idroterapico. Dopo poco tempo venne nuovamente abbandonata e, solo in questo secolo, tra gli anni venti e trenta, grazie ai Missionari della Consolata, poté tornare a rivivere


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31/05/2004 14:20
 
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Certosa di Pesio
Prima di iniziare a racontare qualcosa sulla Certosa di Pesio e sulle belle gite che da lì partono (tra tutte il Rifugio Garelli) vi segnalo che sono in pieno svolgimento i lavori di ristrutturazione in località a Pian delle Gorre del rifugio di proprietà dell'Ente Parco. Una gita che può diventare anche di più giorni.
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14/05/2004 11:34
 
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Pamparato/2
Il centro con le sue stradine, le sue fontane e le sue cappelle si raccoglie attorno alla Chiesa Parrocchiale di San Biagio (34 K), ubicata in bella posizione panoramica nella parte alta dell'abitato, dirimpetto al castello. La chiesa, la cui costruzione iniziò nel 1648, è opera dell'architetto fossanese Giovenale Boetto (1603-1676); conserva un prestigioso altar maggiore in stile barocco genovese, costruito con ricercati marmi policromi. Le decorazioni e gli affreschi dell'interno, opera del pittore Giovanni Borgna (1854-1902), risalgono ad un periodo compreso tra il 1881 e il 1894.
Nei pressi della Parrocchiale di San Biagio sorge l'Oratorio di Sant'Antonio (15 K), in stile barocco piemontese. La chiesa, iniziata su progetto dell'architetto Francesco Gallo nei primi anni del Settecento, fu portata a termine fra il 1737 e il 1740 da Giuseppe Scala, capomastro luganese.
Nascosta tra i castagni a circa un chilometro dal centro, vi è la Cappella di San Bernardo, la cui costruzione risalirebbe ai primi anni dell'XI secolo. Gli affreschi che la impreziosiscono sono datati 1482 e rappresentano, oltre al Cristo Pantocratore e ai Simboli dei quattro Evangelisti, scene della Vita di San Bernardo, rese con disegno semplice ed immediato.
Da ricordare è anche il Santuario della Beata Vergine delle Grazie e San Pietro, detto dell'Assunta, fatto edificare dai pamparatesi nella prima metà del secolo XVII per invocare dalla Madonna la protezione dalla peste, che a quei tempi imperversava in questi luoghi.
Tra gli altri monumenti di rilievo il Castello dei marchesi Cordero di Pamparato (126 K), edificato nel XVIII secolo e attuale sede del Municipio; il Ponte romano (detto Ponte di S. Lucia dalla vicina cappella dedicata alla Santa), di epoca romana; le Parrocchiali di Santa Maria, ubicata in frazione Serra, opera dell'architetto Francesco Gallo (1762-1780) e di San Ludovico re di Francia in località Valcasotto (1666).
Infine vi è il rudere del Castelluccio (23k), che la leggenda indica quale centro della strenua difesa degli antichi abitanti del luogo dagli attacchi dei saraceni che nel X secolo avevano invaso le terre sud-occidentali del Piemonte.
In frazione Serra, che ha conosciuto negli ultimi decenni una notevole valorizzazione turistica, è stato allestito un notevole Museo degli usi della gente di montagna che raccoglie e valorizza il materiale etnografico della Val Casotto.
In prossimità, lungo la strada panoramica collegante Serra di Pamparato a Torre Mondovì, si sviluppa una delle più interessanti aree carsiche del Monregalese, quella del gruppo del Monte Savino. Individuata nel Piano regionale dei Parchi come area protetta, è tipica per i suoi inghiottitoi e le doline, ricoperte da boschi e prati. Le grotte più significative sono la Tana del Forno con 1300 metri di sviluppo e 204 di profondità, la Conca e la Tana delle Turbiglie con oltre 800 metri di sviluppo. Le acque sotterranee che qui si raccolgono confluiscono a valle e vengono captate per vari acquedotti del Monregalese. L'area è anche interessante sotto l'aspetto ambientale per le particolarità paesaggistiche e floristiche.
Pamparato è famoso inoltre presso i pescatori di regioni anche lontane per le celebri trote della Val Casotto.
(tratto dal sito di Pamparato)
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04/05/2004 18:14
 
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Torre Mondovì
Vi siete mai fermati? Torre Mondovì è dotata di due cappelle molto interessanti: quella di S. Antonio con affreschi del quattrocento, e quella di S. Elena che conserva pitture di epoca longobarda.
Ricordo con l'occasione che anche questa Sezione è aperta ai contributi di tutti quelli che ci vogliono aiutare a meglio valorizzare il Comprensorio ed i Paesi limitrofi. Grazie![SM=g27811]


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03/05/2004 12:13
 
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Grotte di Bossea
La Grotta di Bossea si apre in Val Corsaglia, a 836 m. di quota.
Scendendo da Sangiacomo si percorre la bellissima Val Corsaglia che costeggia l'omonimo fiume.
Raccomando, soprattutto in estate, di portarsi almeno una felpa. Se si entra sudati si può buscare un bel raffreddore.[SM=g27831]
Tra le più belle ed importanti grotte turistiche italiane, è caratterizzata essenzialmente da 3 aspetti: 1) Grandiose dimensioni ambientali; con vaste panoramiche su paesaggi pittoreschi e scoscesi; 2) Grande ricchezza di acque correnti e precipiti; 3) Alto valore scientifico e naturalistico. E' suddivisa convenzionalmente in una zona inferiore caratterizzata da imponenti dimensioni e in una zona superiore costituita essenzialmente da un complesso di strette gallerie sviluppate su piani sovrapposti. Le due parti della cavità sono separate dalla cascata dei Lago d'Ernestina. La zona inferiore lunga circa 900 m. e con dislivello ascendente di 1 1 6 m. è attrezzata per la visita turistica e percorsa da un torrente la cui portata varia da 50 a 1500 L/S. Per avere un'idea dei fenomeni n io . noti che il torrente trasporta ogni anno 5.000.000 di mc d'acqua che contiene una media odi 150 mg/L di carbonato di calcio disciolto per un totale di 750 tonnellate di roccia asportate annualmente dal sistema Carsico. Dall'abbondanza d'acqua discende la piena vitalità dei processi speleogenetici; Bossea ci presenta ciò che la distingue in maniera molto netta fra le principali grotte turistiche italiane. Il concrezionamento calcareo costituito da stalattiti, stalagmiti, cortine e colate presenta spesso dimensioni imponenti e grande bellezza per forme e colori. Esplorata nel 1850 da un gruppo di valligiani guidati da Domenica Mora venne aperta al pubblico il 2 agosto 187,4 ad opera dei Seri. Giovanni Garelli di Mondovì. Dal 1 969 è sede di una stazione scientifica dei Gruppo Speleologico Alpi Marittime dei C.A.I. di Cuneo, che ha come oggetto d'indagine i fenomeni biologici tuttora in atto nella cavità. Bossea annovera ben 50 specie di animali cavernicoli di cui 1 0 endemiche e grande interesse riveste il materiale paleontologico rivelato da scavi condotti per alcuni decenni a partire dal giugno 1 865. Con parte dei materiale è stato ricostruito uno scheletro completo di URSUS SPELAEUS, esposto nella sala dei Tempio.
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30/04/2004 12:46
 
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Castello Reale di Casotto
Fraz. Valcasotto
Tel. +39 0174 351131

L’attuale costruzione di Casotto fu innalzata nel corso del 1700 dopo le varie vicissitudini che ebbero a soffrire le precedenti. Comprendente un monastero ed una chiesa, alla sua semplicità si unisce il carattere di monumentalità che le derivò dalla presenza nel 1754 di Bernardo Antonio Vittone che vi lasciò la sua impronta apportando modifiche al progetto iniziale. Dopo il periodo in cui fu coinvolto con gravi danni nei fatti della Rivoluzione Francese, l’insieme diventò possesso dei Savoia nel 1837. Nel 1881 fu poi venduto a privati. Al silenzio rotto dalla preghiera e dal lavoro dei Certosini si sostituirono gli svaghi della corte di caccia di Carlo Alberto a cui si deve la trasformazione del monastero in castello di caccia. Con Vittorio Emanuele II che apportò ulteriori modifiche alla costruzione, la struttura divenne stabile residenza estiva della famiglia. Fra i tanti personaggi di Casa Savoia, quello che lasciò maggior impronta nella zona fu proprio Vittorio Emanuele II, il Re Galantuomo o Re Cacciatore, data la sua notoria passione per la caccia. Oggi, visitando al Castello la camera da letto di Vittorio Emanuele II, colpisce l’arredamento pregiato ma estremamente sobrio. Il fatto si spiega tenendo presente che si trattava pur sempre di una dimora estiva dove Vittorio Emanuele non poteva certo trattenersi a lungo considerato l’intenso momento storico. Nel Castello rimane, ricordo tangibile del suo legame con il Re, la camera da letto della Bella Rosin, una delle più piccole e in cui non si può fare a meno di notare l’unico bagno esistente nella costruzione. Vi sono inoltre interessanti camere da visitare come quella della figlia del Re, Maria Clotilde, che rivela le caratteristiche della sua personalità: i ricami e l’inginocchiatoio sono i segni di un’anima profondamente religiosa e squisitamente femminile, anche se il letto, raro esempio di barocco piemontese, monopolizza l’attenzione. Della visita agli interni del Castello, restano particolarmente impressi lo stupendo salotto verde con le poltrone barocche, l’ampia Camera della Musica, i lampadari, le tappezzerie, le porte e l’originale tavolino posto nella camera del Principe Oddone. Degni di attenzione i quadri, il cui pezzo forte è costituito dal ritratto della “Dama in Nero” che pare sia da attribuire a Van Dyck, operante a Torino presso la Corte dei Savoia, o ad un alunno della stessa scuola.

Orario di apertura: Annuale h. 9.30/12.00 14.00/19.00
Visite guidate: comprese nel prezzo
Prezzo ingresso: intero € 5,16 (£ 10.000), ridotto €2,58 (£ 5.000)(< 12 anni, scuole, gruppi, aziende)

(tratto da ATL - sono possibili aggiornamenti dei prezzi e degli orari per cui vi invitiamo a verificarli)

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29/04/2004 16:44
 
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Pamparato
Pamparato, attivo piccolo centro della valle Casotto. Il Municipio ha sede nel castello seicentesco, la parrocchiale venne costruita da G. Boetto nel seicento, e la cappella di S. Bernardo ospita un interessante ciclo di affreschi del quattrocento.
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29/04/2004 16:43
 
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Santuario di Vicoforte
Venne costruito per volontà di Carlo Emanuele di Savoia affinché diventasse la basilica di sepoltura della famiglia. L’idea non si realizzò, il santuario rimase senza copertura fino al ‘700, quando il Gallo completò l’opera compiendo il suo capolavoro, la cupola di forma ellittica, la più ampia del mondo in laterizio (37x25 m.).

Al fianco sorge il monastero cistercense, oggi accogliente centro di spiritualità e per convegni, mentre di fronte al santuario, la Palazzata é l’insieme degli edifici che vanno a chiudere la piazza e che venivano utilizzati in parte per ospitare i pellegrini provenienti da tutto il mondo.



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29/04/2004 16:41
 
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Ed ecco una discussione su cosa e dove andare a visitare, ovvero cosa abbiamo vicino e, forse, non sappiamo.
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