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alberi

Ultimo Aggiornamento: 11/11/2011 08:31
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18/11/2004 10:56
 
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L’acero di monte
Nel comprensorio, in particolare alle falde del monte Alpet, l’acero di monte è comune.
Il suo mantello autunnale di foglie giallo-arancione, tendenti al rossastro, allieta i boschi e ravviva il paesaggio.
Alto e slanciato, ha sempre rami fitti, che si protendono a cupola verso l’alto.
La corteccia liscia, all’origine grigiastra, tende a diventare piu’ rosea con l’eta’, per poi, al passare degli anni, cominciare a sfogliarsi.
Le caratteristiche bacche sono gemme allungate, lievemente setose, quasi fossero di velluto.
La bellezza delle foglie è indiscutibile: divise in cinque lobetti dentellati sono dapprima verdi col picciolo rosso, per poi colorarsi a fine settembre di giallo e brillare a meta’ ottobre di arancione e d’oro.
La foglia al di sotto si tinge di blu petrolio prima di seccare.
I maestri liutai del comprensorio, dei quali si è ampiamente parlato nel forum delle tradizioni, conoscono la versatilita’ di questo legno per la fabbricazione di strumenti musicali.

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09/11/2004 08:36
 
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Foglie secche nei giardini e negli orti
In questo periodo nel comprensorio , ad autunno inoltrato, le foglie secche accumulate vengono rastrellate e conservate a mucchi.
Ricoperte con fogli di plastica, si decompongono e danno vita ad una composta di terriccio, utile come humus naturale.

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28/10/2004 11:44
 
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Pere e mele tardive sugli alberi quasi spogli
In questi ultimi giorni di ottobre nel comprensorio si raccolgono le ultime mele e le ultime pere ancora appese agli alberi prima del freddo.[SM=x291717]
I contadini ci insegnano a raccogliere con delicatezza i frutti, staccandoli dai rami e preservando il picciolo per farli durare di piu’.
La frutta viene disposta su vassoi, distanziata e ripulita di eventuali tacche e conservata in luogo fresco.
Il pero e il melo vengono osservati e, se intaccati da funghi, sono ripuliti e preservati per l’anno successivo.
Non è questo il periodo per la potatura, ma il contadino taglia comunque i rametti secchi spezzati dal peso e raccoglie quelli caduti; poi li lega in fascine.
Il prato attorno, dopo aver eliminato la frutta caduta, viene cosi’ sistemato.[SM=g27827]

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19/10/2004 09:37
 
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notizie sul castagno
Castanicoltura da frutto
La superficie nazionale complessiva a castagno è stimata in 275.000 ha (75% in montagna, il 22% in collina, il resto in pianura). Del totale montano il 30% circa è nella sola Toscana. La superficie nazionale complessiva di castagno da frutto è circa 209.000 ha. Ad una produzione mondiale annua di castagne che oscilla attorno alle 500.000 tonnellate l’Europa partecipa per circa il 30%, il 14% del quale è fornito dall’Italia, il 4,5% dalla Spagna, il 3,9 dal Portogallo e il 2,5 dalla Francia. La produzione italiana è stata nel 1998 di 78.400 tonnellate (superiore a quelle giapponese e turca), facendo registrare il miglior risultato degli ultimi 31 anni. Il valore economico complessivo della produzione italiana è salito dai 108 mld di lire del 1996 ai 150 del 1998. Nel 1998 le esportazioni italiane (oltre 23.000 tonnellate, pari al 30 % circa del raccolto) sono state destinate per il 51,7% a paesi di America e Asia, per il 48,3 di Europa (in ordine di assorbimento: Francia, Svizzera e Germania). Le importazioni sono invece limitate (meno di 4.000 tonnellate nel 1998). La bilancia commerciale del comparto ha un saldo costantemente positivo (19.700 t e 72 mld di lire nel 1998). Il prodotto raccolto italiano è così impiegato:
· castagne e marroni: scarti, alimentazione animale e altro 5%; autoconsumo 5%; mercati interni: consumo fresco 40%, industria di trasformazione 10%, essiccazione 10%, esportazione 30%.
· marroni: scarti, alimentazione animale e altro 5% o meno; autoconsumo dal 10 al 15%; mercati interni: consumo fresco 20-30%, industria di trasformazione 35-40%, essiccazione 2%, esportazione 15-20%. I prodotti trasformati sono distinguibili in prodotti finiti e semilavorati: i primi, pronti per la commercializzazione e il consumo (castagne secche, farina, marrons glacés, marroni sotto alcool, al naturale, sotto vuoto) i secondi quali costituenti per ulteriori lavorazioni (essenzialmente marroni e castagne, pelati o ridotti in purea). I diversi passaggi della trasformazione industriale prevedono: la pelatura (da pericarpo ed episperma) mediante incisione termica (scottatura) o meccanica, la sbollentatura, la cernita con vagliatrici ottiche e rifinitura manuale. La successiva surgelazione consente di poter stoccare a lungo il semilavorato, che verrà poi destinato agli utilizzi finali. In base essenzialmente al calibro del prodotto e alla domanda dei mercati, si distinguono: marron glacés (calibro 48/90), castagne al naturale (80/100), creme, puree, paste (110 e oltre). Industrialmente restano aperte le opportunità di sviluppare nuovi indirizzi commerciali, quali la distribuzione diretta del surgelato al consumatore finale e la differenziazione nella GDO. A livello artigianale locale è invece in rapido incremento il lancio commerciale di semilavorati e trasformati minori più o meno differenziati tra loro, che rispecchiano tradizioni autentiche


a cura dell'Associazione Nazionale Città del Castagno
(articolo tratto da Internet)

[Modificato da fabioic 19/10/2004 9.39]

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14/10/2004 11:42
 
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L’annata 2004 fa onore alla vite
Le Cantine Sociali preannunciano un 2004 favorevole: la vendemmia sara’ superiore alle aspettative, soprattutto per quanto riguarda il Dolcetto, come pure Barbera e Freisa .[SM=x291716]
Anche se in generale non si toccheranno i picchi del 2003, si disporra’ di un’annata buona per qualita’ e quantita’.[SM=g27811]
Gia’ all’origine il mosto si presentava zuccherino nel modo consono.
Anche l’acidita’ era giusta.
Prepariamoci ad assaporare anche del buon bianco.[SM=g27827]
A novembre sara’ messo in distribuzione dalle Cantine Sociali il primo vino novello dell’attuale vendemmia, quello che nel comprensorio chiamano “ vin neuv “.:hik:
(informazioni tratte dall’Unione Monregalese).
In alto i cuori: anche questo è il comprensorio![SM=g27811]

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12/10/2004 17:56
 
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La vite, un particolare albero tanto antico
Pare che la vite venisse coltivata gia’ 4.000 anni fa in Turchia e nel resto del Mediterraneo.
Esistono pressappoco 5.000 specie di vite, classificate in base al tipo di uva che producono: chiara, scura, da pasto, da vino, dalla forma dell’acino, dalla localita’ di produzione, dal sapore.

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16/09/2004 18:59
 
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La festa degli alberi
Da bambina facevo parte del gruppetto di ...piantatori di alberi:in primavera infatti ogni scolaretto” adottava” un albero, che poi, tramite la scuola, veniva piantato in un bosco del paese;a ottobre inoltrato l'insegnante ci conduceva al piccolo vivaio per vedere a che punto era la crescita.
Ora mi chiedo: oltre all’aspetto pratico di un giorno all’aria aperta vissuto con la scolaresca, l’insegnamento era quello del rispetto, della continuita’, della vita per ogni alberello.
Piantare un albero vuol dire dare la vita, far crescere insetti, far nidificare uccelli, dare nel futuro ombra e ristoro a chi passeggia e sotto le fronde si riposa.
Vuole anche vivere la natura in modo non passivo,ma con la consapevolezza che essa è parte di noi.
E se ne riparlassimo, come proposta per il comprensorio, rivolgendoci alle scuole?

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07/09/2004 22:02
 
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betulle, noccioli , castagni e peri in veste nuova.
Nei primi giorni del mese di settembre in via Manel sono stati potati noccioli frondosi e lunghe betulle.
I residenti hanno riordinato i loro alberi in funzione dell'imminente stagione.
I prati lungo la strada sono ricoperti gia' da qualche foglia secca e da frutta caduta spontaneamente ( mele ).
A Vernagli i peri attorno al rifugio Maddalena esibivano frutti tondeggianti e profumati, non trattati.
Lungo la strada per Pra gli imponenti castagni erano gia' ravvivati da ricci ancora acerbi,verde brillante, ormai gonfi e pesanti,pronti per dischiudersi all'arrivo dell'autunno.


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02/09/2004 09:36
 
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il castagneto...DOC di Bosco Fiorito
Vi consiglio di osservare dalla strada che a Bosco Fiorito taglia Via Prucche Soprane quel meraviglioso castagneto, di cui gia' si è parlato, bello da vedere in tutte le stagioni.
Il proprietario ha levato i rami secchi e le prime foglie cadute; poi ha livellato l'erba del prato sottostante e con cura ha sistemato il terreno per l'autunno imminente.
In quel piccolo bosco ordinato, dove i maestosi castagni si alzano imponenti sui robusti tronchi, hanno nidificato molti uccelli.
Persino le rondini superano le cime di quesgli alberi e all'imbrunire lasciano lo spazio per il volo dei pipistrelli, che vanno alla ricerca di insetti nelle ore subito dopo il tramonto.
Nel primo pomeriggio è un brulicare di vita tutto intorno: farfalle colorate, grilli instancabili dai versi striduli, api laboriose intente a raccogliere il polline, cicale sfaticate e rumorose nelle ore assolate.
Nel castagneto un piccolo grande mondo vive, respira, si colora.
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26/07/2004 18:49
 
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Il fico
Se la fama di quest’albero ha avuto alti e bassi nella storia, il frutto è invece sempre stato apprezzato sia fresco sia seccato.[SM=g27835]
Il fico ha ampie foglie allargate alle estremita’, corteccia lucida e grigiastra, rami disordinati che sembrano seguire ciascuno il proprio orientamento.[SM=g27831]
La chioma un po’ bizzarra, mai semplicemente tondeggiante, ma fatta di concavita’ nelle varie direzioni, indica la natura un po’ sui generis di questa pianta, che sembra uscire dagli schemi della compostezza e dalle forme armoniche presenti in natura.[SM=g27833]
La meraviglia è data poi dalla vista delle radici, se si ha la fortuna di scoprirle: esse, lunghe, chiare, intrecciate e bizzarramente disposte, si snodano nel sottosuolo alla ricerca di falde acquifere nascoste, persino di pozzetti biologici o di terriccio sottostante le raccolte di stallatico.[SM=g27833]
Il fico rende cosi’ ricchi di sali minerali e di vitamine i suoi frutti, chiari o scuri, a seconda della qualita’.
Neppure il lattice estratto dal frutto è di poco valore, ma anzi è curativo di porri e verruche per la sua azione lievemente irritante.[SM=g27830]
Si puo’ utilizzare persino per ammorbidire i calli.[SM=g27818]


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22/07/2004 21:33
 
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Un sempreverde per Sangiacomo, il limone
Che dire degli splendidi limoni del comprensorio, robusti, ricchi di foglie tutto l’anno, carnosi nella buccia e succosi?
Il grande Montale ha parlato in una sua celebre poesia dei limoni, belli a vedersi nel loro frutto giallo, aspro e saporito.
Io penso che siano gli agrumi per antonomasia presenti sulle nostre tavole di Sgia tutto l’anno.
Se ne trovano nei negozi locali, che garantiscono la loro genuinita’, come ben si puo’ vedere dal bel fogliame ricco e verde cupo e dal frutto polposo e succulento.
Sotto l’imperatore romano Nerone, neo cupo della storia, i medici avevano cominciato a conoscere le proprieta’ antitossiche del limone.
Contemporaneamente in Cina veniva usato come sbiancante dei tessuti.
Gli Indiani d’oriente curavano con bevanda di limoni i reumatismi, mentre nel mondo islamico il limone allontanava ogni negativita’.
Il nome “ limone “ deriva dall’arabo “ limon “,frutto dissetante apprezzato soprattutto all’epoca delle Crociate di liberazione del S. Sepolcro.
La poesia del frutto sta tutta nel suo profumo, fragrante e intenso, unitamente al colore vivo e luminoso della buccia.[SM=g27823]
Un gioiello della natura, che si vede ovunque nel comprensorio: alberelli possenti e apparentemente fragili, a custodia di un orticello, guardiani sempreverdi in livrea decorosamente scura, dove da lontano spiccano gia’ i frutti come lucciole [SM=g27831] all’imbrunire tra il fogliame intenso.
Una fiamma all’alba, una luce al tramonto: il limone, albero e frutto, magicamente donati da una terra ricca e variatamente lavorata.[SM=g27827]

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01/07/2004 16:38
 
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Un... libro per ogni albero
L’albero non ha solo rami, foglie, tronco, corteccia, le parti piu’ appariscenti che tutti conosciamo, ma possiede anche il “libro”, la sua estremita’ piu’ periferica nel tronco, la quale fornisce il nutrimento mese dopo mese, anno dopo anno.
Il libro, protetto dalla corteccia, trasporta la linfa prodotta dalle foglie.[SM=g27827]

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16/06/2004 10:19
 
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Uno splendido castagneto a Boscofiorito
Nella zona di Prucche Soprane, a Boscofiorito, lungo la strada parallela e inferiore alla provinciale, poco prima del condominio San Luca, vi è un perfetto castagneto,[SM=g27827] curato in tutte le stagioni dal suo proprietario.Egli è spesso visibile sotto i suoi alberi maestosi, curvo a raccogliere foglie secche, a ripulire l’ampio prato, per scomparire poi al di la’ del ciglio e ritornare all’imbrunire.
Chi ama i castagni puo’ osservare in tutte le stagioni il loro cambiamento che, nei vari mesi, rami, foglie e ricci assumono.[SM=g27835]
A seconda dei vari colori e del filtrare della luce, ora piu’ intensa, ora piu’ fioca nei diversi periodi dell’anno quei castagni sono sempre una sorpresa di sfumature e di armonia, per cui difficilmente si riesce a passare da quella strada senza soffermarsi.[SM=g27835]

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15/06/2004 08:57
 
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I castagni della val Corsaglia
Sebbene i castagni di Bosconero - e della val Corsaglia in particolare - producano castagne leggermente piu’ piccole di quelle che si trovano in altre zone del Piemonte, tuttavia i nostri “ marroni “ sono molto gustosi e particolarmente farinosi.[SM=x291713] [SM=x291713] [SM=x291713]
La castagna “ gabbiana”,tipica della zona, è l’ideale per fare le caldarroste, [SM=x291711] poiché è tongeggiante e molto saporita.[SM=g27827]
Queste qualita’ fanno si’ che i boschi di castagno, sempre ben curati, rappresentino un patrimonio boschivo di grande importanza.

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10/06/2004 09:23
 
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Pensieri di un tiglio
Da decenni vivo di fianco alla chiesa di Sangiacomo, custode guardingo della sacralita’, osservatore muto di generazioni d’uomini passati sotto la mia chioma e di sfilate di fanciulli[SM=x291710] alla prima comunione,[SM=x291708] poi divenuti adulti e sposi sotto di me.
Alle mie spalla si distende l’albergo Nazionale e presso di me hanno sostato e sostano ancora pullman di turisti in abiti estivi o ragazzini che tra le braccia raccolgono sci e bastoncini [SM=x291715] per affrontare le belle piste che vedo da quassu’.
Intorno a me spesso vi sono sagre che allietano il paese con banchetti caratteristici, odorosi di prodotti locali, come miele, raschera, caldarroste,[SM=x291713] vin brulè.[SM=x291716]
Qualcuno mette la sua bici sotto la mia ombra, quasi a farla riposare dopo una faticosa salita.
Schiamazzi di ragazzini festosi fanno piu’ rumore dei passerotti appena nati, ma il loro vociare rallegra le stagioni al ritmo incessante delle campane che svettano sopra di me.
Ho affrontato il caldo afoso ed il gelo, la carezza della primavera e lo strinare dell’autunno, le piogge intense e le brezze delicate.
La mia corteccia ha accolto umili bruchi e operose formiche che salivano su, in alto, per vedere piu’ luce.
Le mie foglie hanno colorato di verde i rami robusti, luogo di sosta di instancabili tordi.
Quel che pero’ mi piace sempre guardare e mai mi stanca è il principe delle montagne, laggiu’, nel cielo incontaminato, che si erge sovrano di fronte a me, alto, a picco, a volte innevato, a volte fatto solo di solchi grigi: il Monviso, architettato ad arte per dare il benvenuto a chi viene a Bosconero, una punta che tocca il cuore di chi ama la montagna cosi’ perfettamente disegnata.
Oggi mi chiedo se potro’ sempre, fin che vivo, vedere quella perfetta piramide, misteriosa, quando solo la cima è avvolta da un velo di nebbia, o brillante quando si leva il sole.[SM=g27823]
Me lo chiedo perché ho saputo che sotto di me prenderanno forma le fondamenta di nuovi appartamenti, che si solleveranno un poco e forse copriranno parte della vista che ho da qui.[SM=g27819]
Il pensiero pero’ che nelle nuove case soggiorneranno bambini, nonni, famiglie intere mi consola, purchè da un angolino di luce riesca comunque a vedere il Monviso e la sua sagoma continui ad accendere quella parte di cielo.
Se cosi’ sara’ i miei rami continueranno a muoversi nel vento e la mia ombra si stendera’ ancora, come un mantello, a protezione della chiesa e dei passanti sotto di me.[SM=g27827]

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21/05/2004 16:10
 
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I cipressi non portano tristezza
Nei secoli il cipresso comune, quello noto a tutti, è stato bistrattato [SM=g27833] dalle credenze popolari: è l’albero dei cimiteri, vi fanno il nido le civette, porta parassiti nel tronco, ha l’aspetto cupo...
Il cipresso non è un albero lugubre, e ben lo sapeva il Carducci, che immortalo’ i cipressi di Bolgheri nel mitico ricordo di un’infanzia felice e purtroppo lontana.
A Sangiacomo si vedono cipressi arditi svettare un po’ ovunque, gia’ oltre il rettilineo di S.Anna, ad adornare palazzine e giardini.
Quelli del cimitero sono da vedere come semplici custodi di pace e riposo,[SM=g27832] vivandieri di tordi cinguettanti e ricolmi di tonde bacche imbrunite, che si celano tra i rami come a nascondersi gelosamente da sguardi indiscreti.
La chioma è inconfondibile: stretta e lunga, conica e sottile sulla cima, lievemente pendente al soffio del vento.[SM=g27827]
Qualche volta alcuni rami bizzarri e impudenti si distendono in senso orizzontale, dimenticando di orientarsi verso l’alto; questa loro irriverenza sembra dare alla chioma quell’aspetto un po’ meno slanciato, ma ugualmente severo.
Le foglie sottilissime e aghiformi sono verde scuro, corrugate e squamose: a chi le osserva offrono una molteplicita’ di scagliette articolate.
Qualche volta i robusti aghetti sono tanto scuri da sembrare quasi blu!
La corteccia è l’apoteosi di solchi e squamette: scura, piena di fessure, sembra la fronte corrugata di un vecchio imbronciato, ma il suo legno è robusto e ben lo conoscono scultori e mobilieri.
La carta vincente del cipresso, pieno di fascino e di doti, è il suo profumo: il legno odora di buono e se ci avviciniamo e tocchiamo la corteccia con vigore, uscira’ quel noto aroma di muschio, inconfondibile e persistente tanto da ricordarlo per questa sua particolare connotazione.
I coni femminili, prima di colore rosso-bruno e poi tendenti al grigio pallido, sono costituiti di squame tondeggianti con una spina al centro, quasi a voler tutelare la loro integrita’ [SM=x291708] e a voler proteggere la loro durevolezza nel tempo.
E’ un albero capace di adattarsi a vivere in terreni poveri, non necessariamente fertili di sostanze minerali; anzi, esso sa crescere sino oltre i 20 metri senza particolari esigenze.
Il cipresso è tanto bello quanto particolare nella forma e nell’aspetto: guardandolo con questi occhi ed osservandone le caratteristiche che lo fanno unico nel suo genere, è impossibile non amarlo per la sua eleganza, che diventa compostezza di equilibrio e semplicita’ di forma.[SM=g27811]

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06/05/2004 09:33
 
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Il cuore grande del larice
Questa conifera è molto tenace, perché riesce a sopravvivere in ambienti severi, adattandosi anche a zone inospitali per il clima rigido.
Elegante, slanciato, robusto, è una creatura piena di qualita’.
Il suo sottobosco è ricco, al contrario di quello delle altre conifere, che permettono ben poca vita vegetale e animale intorno a loro.
Ai piedi del larice invece sboccia il colorito rododendro, che si espande a larghi tratti, tra un tronco e l’altro.
Anche i funghi “laricini”, dal lucido cappello arancione, trovano modo di crescere, vivendo in simbiosi con le radici dell’albero.[SM=g27828]
E poi c’è spazio anche per quei piccoli invertebrati, larve e simili, che vivono nelle fessure del tronco e ne succhiano la sostanza.
Persino i neonati delle farfalle, bruchi e poco piu’, non hanno ritegno e fanno bocconcini delle piu’ tenere foglie aghiformi.[SM=x291713]
Anche la petulante civetta, vittima di ingiurie e superstizioni da chi non la conosce, trova qui riparo di giorno; la notte, indisturbata vola a caccia, per poi tornare al suo nido, in una delle cavita’ che il larice lascia apposta per lei, quasi fosse una culla per farla riposare.[SM=g27818]
Anche qualche mansueto erbivoro, un timido daino, rincorre il compagno di giochi, nascosto tra le fronde, e poi una famiglia di leprotti trova nascondiglio in una tana sotto il fusto possente.
Il larice vuole ben poco per sé, solo tanta luce, da poterlo scaldare[SM=x291717] nelle sottili foglie caduche, per farlo vivere e per far crescere le sue legnose bacche.
In cambio ci regala un mantello brillante di verde in estate e scintillante di giallo in autunno: è come se volesse la luce per restituircela poi sotto forma di scintillante dono prezioso: l’ampia chioma piramidale, cangiante nelle stagioni.[SM=g27822]
Il lariceto è un bosco delle meraviglie, in qualunque mese, dove la bellezza si spreca.[SM=g27824]
Nel comprensorio il larice è comune proprio perché la zona è luminosa e ventilata .
Tutti noi, amanti delle sua fresca ombra e del suo abito cangiante, siamo lieti di osservare tanta eleganza e tanta mutevolezza in un unico albero cosi’ ospitale e maestoso.

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30/04/2004 14:26
 
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Il principe dei boschi: il castagno
Era gia’ diffuso in epoca romana.
E’ noto per la sua chioma a forma di cupola, che lo rende maestoso e sotto la quale si prova un senso di protezione.
La sua altezza arriva fino a 25-30 metri.
Ben conosciamo i suoi frutti,ampiamente trattati in cucina, la farina dei quali viene usata per impastare e fare dolci.
Con le sue foglie da bambina facevo piccoli canestri.
La bellezza di quest’albero è anche motivata dai colori che assume durante l’anno, a seconda delle stagioni: il giallo, il marroncino, l’ambra dell’autunno, il verde sfumatamente variegato in primavera ed estate.
Anche il riccio, nonostante le spine, ha un suo fascino: sembra proteggere quei piccoli acheni che racchiude gelosamente dentro di sé e che non fa uscire fino a quando sono maturi.
A fine autunno il castagneto fa il bosco, lo rende fiabesco, cangiante, mutevole.
La strada verso Vernagli appare magica, come pure il giro dell’aquila.
In inverno, quando attorno la natura tace e riposa, il castagno si nota sempre, perche’ ha ancora molte foglie secche attaccate ai rami, mentre le altre, meno resistenti, sono raccolte alla base del tronco; solo la prima neve riuscira’ a soffocare il loro crepitio.
Quando il vento gelido del nord fara’ il suo ingresso anche le ultime foglie ostinate dovranno staccarsi e scendere al suolo in una danza a spirale.
Allora il castagno finalmente si ferma: la sua energia vitale e la sua linfa dovranno solo alimentare se stesso, il tronco robusto e i rami ormai nudi: le nuove foglie arriveranno molto piu’ avanti e, strano a dirsi, gli amenti fioriscono molto tempo dopo le foglie.
Sono compagni del castagno la felce, la veronica, la pratolina ed alcuni funghi: tutte queste fragili creature vivono ai suoi piedi, colorando il sottobosco timidamente.

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29/04/2004 10:42
 
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La vegetazione del Corsaglia e i suoi micro-ambienti
Nel fondovalle lungo il letto articolato del fiume Corsaglia in ogni periodo dell’anno la vegetazione è sempre presente, nonostante il freddo e le nevicate; i rami intirizziti dell’olivello spinoso e del salice riescono sempre a mostrarsi a noi, confermandoci che la vita continua, nonostante il gelo invernale induca ad un assonnato riposo.
Se osserviamo invece la vita vegetale alle origini del fiume, e cioè quando è ancora torrente, la situazione cambia.
La vegetazione è rada ed effimera e si apre lentamente un varco tra i detriti che rovinano a valle , incerti sul percorso da tenere, perche’ non ancora incanalati in un letto di torrente ben delineato.
Ecco perche’ dove il ruscello non è ancora fiume noi vediamo una natura vegetale caduca,[SM=g27819] non fermamente ancorata con robuste radici arboree; e ci appare quasi come l’immagine di antichi pionieri che avanzano, faticosamente, tra l’incertezza del percorso e la voglia di spingersi oltre.
Ecco che esplodono muschi, piante acquatiche,sassifraghe e primule.
Questa vegetazione ostinatamente desiderosa di essere comunque presente, nonostante fatiche ed avversita’, non riesce a mettere radici, ma è sempre giovane, mutabile, in balia della corrente d’acqua piu’ intensa [SM=x291717] dopo il disgelo, e meno irruente a fine estate.[SM=x291718]
Solo quando il corso del torrente sembra pacarsi un po’, scendendo nel fondovalle, la vita vegetale ha un po’ di pace e riesce a diventare piu’ fitta e a mettere radici resistenti.
Si puo’ quindi notare la differenza di ambienti vegetali lungo il corso dello stesso fiume, che offre a noi osservatori visuali differenti e sempre nuove, a seconda di dove lo percorriamo. [SM=g27824]


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22/04/2004 11:31
 
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il nocciolo
Uno degli alberi piu’ presenti nel comprensorio, si distingue perche’ è gia’ ramificato dalla base, ha la corteccia abbastanza liscia tendente al grigio-marrone, le foglie sono ampie e dentellate.
Il suo frutto e’ la gustosa nocciola, presente sulle nostre tavole tutto l’anno, e ben nota per i dolci prodotti cremosi e spalmabili, abbinata al cioccolato (!); in genere si raccoglie tra agosto e ottobre.
Essa inoltre e’ ricca di zuccheri, proteine e sali minerali.
Fa parte del cibo degli agili scoiattoli e dei moscardini dagli occhietti vivaci.
Il nocciolo si adatta un po’ a tutti gli ambienti,[SM=g27822] colonizzando il fondovalle, ma anche la collina e i boschi piu’ in alto.
Raggiunge anche gli 8 metri di altezza.[SM=g27821]
A fine inverno presenta infiorescenze femminili a forma di gemma tondeggiante ed amenti maschili allungati e giallognoli.
Nel comprensorio, essendo deciduo, in inverno si possono notare i rami, svestiti delle foglie, che danno l’idea di lunghe braccia sottili protese verso il cielo, disposte in modo circolare, quasi a voler stringere con un abbraccio piu’ avvolgente [SM=g27831] l’aria pulita e fresca di quelle vallate.



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15/04/2004 10:22
 
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il bosco misto: luci e colori
Avendo parlato in “piaceri di gola - specialita’ “ della melata di bosco, è bene ricordare che la varieta’ di piante nel bosco e nel sottobosco offre, oltre alla particolarita’ di questo miele, quella ricchezza di paesaggio che ben conosciamo, alternando momenti di luminosita’[SM=g27822] legati alla presenza delle betulle, con momenti intensamente scuri in presenza di conifere. [SM=g27831]
Le faggete del giro dell’aquila mostrano in autunno colori varianti dal giallo al marroncino al verde bruciato, alternandoli a quelli ocra e marroni dei numerosi alti castagni.
La presenza notevole di alcune specie, come il nocciolo (in valle), il salice montano (sulla Panoramica), la betulla ( a Serra, in via Vecchia Torre, per andare a Torre Mondovi’) permette all’osservatore di non vedere mai lo stesso panorama nel corso dell’anno, poiche’ i colori sono legati al ritmo delle stagioni, come accade per ogni forma di vita che si muove nel sottobosco.
E cosi’, all’ instancabile[SM=g27827] albero sempreverde si alterna quello deciduo [SM=g27821] piu’ vulnerabile, le cui foglie non riescono a sopravvivere al rigore invernale ed allora, perdendo la linfa vitale nelle loro vene, si tingono di giallo per poi irrigidirsi ,accartocciarsi e diventare tappeto secco e soffice ai nostri piedi.
Come si fa a non provare stupita meraviglia di fronte a tanta bellezza !
Questo patrimonio boschivo riempie i nostri occhi e rasserena il nostro spirito.[SM=g27822]

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13/04/2004 17:10
 
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betulla
una ricchissima "betulleta" si può vedere a Serra subito alle spalle della Chiesa,sulla strada che va a Torre di Mondovi!
Piacevole scoperta post-Pasquale,la strada poco trafficata,asfaltata si snoda con saliscendi poiacevoli in mezzo a questo bel bosco,dove più avanti si tova una bella faggeta e scendendo ancora un rigoglioso castagneto.
Da fare in bici in buon relax(non certo fino a TorreMondovi[SM=g27828] ),ricordandosi che poi si deve tornare a SanGiacomo...con le proprie gambe!
Fabio[SM=g27823]
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07/04/2004 10:52
 
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alberi e arbusti con fiori e pigne
Sono per la maggior parte piante con fiori, ma alcune specie presentano le pigne,che gli specialisti chiamano"coni", da cui appunto il nome di conifere("fero" in latino=portare).
Il polline di alcune piante maschili è portato dal vento sui coni femminili, dove si sviluppano i semi.
Anche gli alberi con fiori presentano fiori maschili e femminili sulla stessa pianta o su piante diverse, come avviene per i coni.
Oltre al vento i laboriosi insetti provvederanno alla fecondazione.
Posti consigliati per l'osservazione sono il Pul, il giro dell'Aquila e l'interno di S.Anna.
E allora mi piace pensare che tutta questa vita sommessa che si rinnova avvenga, come mi dicevanoda bambina nelle fiabe, sotto il suono flautato della zampogna del dio Pan, protettore delle selve, espressione del trionfo della natura e del ritmo delle stagioni.
Di fronte a questi alberi ogni anno rinnovati, agli arbusti che si sforzano di svegliarsi dal torpore invernale non possiamo non sentirci in comunione con questa realta', rispettando e amando la natura di luoghi tanto cari e capaci di suscitare contemplazione e armonia interiore.[SM=g27827]

[Modificato da icci 07/04/2004 10.54]

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06/04/2004 18:44
 
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Il Rododendro
Il nome, Rhododendron, deriva del greco rhodon rosa e dendron albero, ovvero albero delle rose.
Ha l'aspetto di un arbusto i cui fiori possono essere bianchi, rosa o rossi; le foglie sono coriacee, persistenti,
ed a forma allungata di color verde cupo e brillante sul dorso. Il lato inferiore e' invece rosso.

Anche se si dice che soffra il freddo ed il vento e' relativamente facile trovarlo
sulle nostre montagne. Ad esempio fate una gita in Valle
Ellero (al Rifugio Mondovi') nella prima settimana di Giugno,
se la stagione e' in orario, godrete di un panorama fantastico con tutta la valle dipinta dai rododendri in fiore.[SM=x291718]
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06/04/2004 17:27
 
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olivello spinoso
E' un grosso arbusto che abbonda lungo il fiume Corsaglia.
Predilige infatti la vicinanza con i terreni umidi.
Puo'arrivare a 7-8 metri d'altezza.
I suoi rametti terminano con spine dalle squamette scure e le sue foglie sono slanciate e argentine come quelle del piu' noto ulivo.
Produce una bacca arancione, che vive attaccata ai rami con un grappolo di compagne, luminose e chiare.[SM=g27827]

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