La copio e la incollo tale e quale...
forse l'avrete già postata tempo fa visto che è un po' vecchiotta...dato che non accenna al nuovo album...
cmq...
Pensate che l’hard rock sia soltanto appannaggio di spaventosi personaggi mascherati? Niente di più sbagliato: grazie agli Incubus, anche le ragazze possono dichiararsi patite del genere e, soprattutto, di Brandon Boyd.
Il gruppo californiano è il perfetto mix fra beat funky, atteggiamento metal e…un frontman che non stonerebbe come membro della più gettonata delle boyband.
Il nucleo degli Incubus si forma nel 1990 grazie al batterista José Pasillas, al chitarrista Mike Einzinger e a Alex Katunich, tutti e tre studenti alla Calabasas High School in California. Presto, i tre cominciano a fare jam session coverizzando Megadeth e Metallica, il che permette loro di suonare sui palchi dei party studenteschi della zona. Pochi mesi più tardi si imbattono nelle abilità vocali di Brandon Boyd (vecchia conoscenza di José dai tempi delle elementari) e decidono di smettere con le canzoni di altre band per cominciare a scrivere le proprie. Il primo singolo, “Love Sick”, nonostante sia molto scarno, accenna già a quello che diventerà il loro tipico sound, funk e metal al tempo stesso. Lo stesso si può dire per "Purple Kool-Aid", "Sylvester Polyester", “My Sould (The Underground)” e “The Milkman Song”.
A questo punto il gruppo non ha ancora un nome, ma lo trova poco dopo, quando si deve presentare alla festa di un’amica: fra le opzioni sul piatto – Spiral Staircase, Chimera e Chunk-O-Funk – alla fine si affidano a un dizionario e l’attenzione cade su Incubus, la cui definizione fa colpo sui quattro (perché, narra la leggenda, accennava anche al sesso).
Negli anni successivi la band continua a scrivere pezzi da titoli come “Damnation?”, “Backwards”, e “Miss Bliss” e a suonare dal vivo nei club della San Fernando Valley, nel sud della California. I flier che usano per pubblicizzare i loro show raffigurano spesso donne nude in pose equivoche – sono ispirati da un libro di educazione sessuale che la madre di Mike aveva dato al figlio – ma a un certo punto, onde evitare continue lamentele da parte del pubblico, rimettono la creatività dei loro volantini alle capaci mani del vocalist.
Quando Brandon e José si iscrivono al college, Mike decide di prendere un po’ di tempo per suonare con la band di un’artista ancora sconosciuta, una ‘certa’ Alanis Morissette. Ciononostante gli Incubus riescono a trovare il tempo per scrivere, incidere e suonare dal vivo per tutto il 1994, dando così alla luce la loro prima demo fatta in casa, intitolata “Closet Cultivation”. È solo grazie all’intervento di Mark Shoffner, tour manager cerca-talenti, che riescono a incidere in un vero studio di registrazione e a sfornare un'altra demo, “Incubus”. Dieci mesi più tardi, nel novembre 1995, esce l’album di debutto, sulla loro etichetta – l’impronunciabile Stopuglynailfungus Music on Chillum - intitolato “Fungus Amongus”.
Qualche tempo dopo, alla line-up si aggiunge DJ Lyfe, un dj hip hop che rende così il quartetto un’insolito amalgama di stili e veri e propri animali da palcoscenico ad alto potenziale energetico, preda perfetta per le etichette discografiche. La Immortal Records li mette sotto contratto e pubblica il primo EP, “Enjoy Incubus”, nel gennaio 1997, che comprende quattro tracce di “Fungus Amongus” e due inediti – i primi lavori con DJ Lyfe.
Nati per suonare dal vivo, gli Incubus si rimettono on the road, facendo da supporter a Urge e Korn in Europa e riscuotendo un notevole successo, portando la loro musica a molte più persone di quante non ne avessero mai incontrate prima. La loro fanbase si allarga a vista d’occhio.
Nell’estate arriva la partecipazione alla colonna sonora del film “Spawn” – spalla a spalla con Metallica, Filter, Chemical Brothers – con “Familiar” e a settembre esce il primo album su Immortal, “S.C.I.E.N.C.E.”. Naturalmente segue un altro tour – che li vede supporter di 311 e Sugar Ray anche fuori dagli States – e poi, nel gennaio 1998, la rottura con DJ Lyfe. Al suo posto arriva DJ Kilmore, originario di Pittsburgh, che viene subito dato in pasto al pubblico dei concerti che aprono per One Minute Silence, Limp Bizkit, Far, del Warped Tour e dell’Ozzfest (in programma Snot, Tool, Coal Chamber, System of a Down e molti altri). A ottobre sono sul ‘carrozzone’ del Family Values tour che li consacra definitivamente al grande pubblico.
Brandon e soci iniziano il 1999 così come avevano terminato il 1998, ovvero suonando dal vivo: dopo la partecipazione al Black Sabbath tour, a fine marzo si mettono a lavorare al nuovo disco. A ottobre di quell’anno esce finalmente “Make Yourself”, prodotto da Scott Litt: le vendite dell’album inizialmente non vanno molto bene, ma grazie al singolo "Pardon me" – che entra subito in alta rotazione nei maggiori network radiofonici americani e diventa uno dei preferiti di MTV- ed alla partecipazione all’edizione 2000 dell’Ozzfest tour, "Make yourself" conquista il disco d’oro (500 mila copie) entrando nella Top 40 della classifica americana.
Macinati parecchi chilometri - che li portano in lungo e in largo per gli States a promuovere dall’alto dei palchi il nuovo album - e prodotto un EP di soli pezzi acustici, “When Incubus Attacks Volume 1” (che arriva alla #41 della classifica americana), nell’autunno 2000 gli Incubus ripubblicano a grande richiesta “Fungus Amongus”. Nel frattempo, “Make Yourself” si aggiudica il disco di platino per un milione di copie vendute.
L’affermazione internazionale arriva a furor di popolo grazie al terzo singolo tratto dall’album, “Drive”, una ballata uptempo che entra a forza nelle posizioni più alte delle playlist delle radio e tv musicali di tutto il mondo svettando alla #1 della Modern Rock chart statunitense e aggiudicandosi una nomination agli MTV Video Music Awards 2001. La loro attività live non si ferma e – mentre stanno già pensando al nuovo album – sono fra i protagonisti del festival organizzato da Moby, l’Area One, insieme ai nomi di spicco della scena pop-rock-dance odierna.
Due milioni di dischi e due anni dopo la release di “Make Yourself”, gli Incubus pubblicano un album nato da un periodo di tranquillità e pace passato in un posto che trascende i confini e la banalità di una normale recording session. Mantenendo vivo il loro spirito di avventura, scappano dall’atmosfera da ‘ambulatorio dentistico’ di un comune studio di registrazione e riscoprono i benefici della tintarella da incisione. Facendo base in una bellissima villa sulla spiaggia di Malibu, adibiscono l’ambiente creativo ideale nel soggiorno con vista oceanica e danno vita al loro lavoro più libero: “Morning View”. Con Scott Litt di nuovo alla produzione, riescono a portare alla vita le idee appena accennate durante le session di “Make Yourself”, fra buon vino, prelibati formaggi e lezioni di pesca.
Con inaspettate aperture orchestrali, influenze orientaleggianti, escapade trip-hop, testi che inneggiano al romanticismo della luna piena e nessun accenno al rap metal che aveva segnato i loro precedenti sforzi, “Morning View” li riconferma come una delle rockband più interessanti del Secondo Millennio, per nulla timorosi di cimentarsi con strumenti inusuali, come il Ko-kyu suonato da Steve Vai in “Acqueous Transmission”. Grazie a singoli di impatto come “Nice To Know You” e “Wish You Were Here”, Brandon e soci ritornano alla grande fra i preferiti del pubblico, teen e non.
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Part of the beauty of writing music is that you literally surrender yourself. You make yourself vulnerable. You open up a window for other people to look inside you. Inevitably, people will judge you for it, but thats no reason not to do it. In my opinion, thats more reason to do it. Yeah, we stretched out in different areas on this record, and some people will say its awful and that we shouldnt have done it, but we didnt make the record for those people.
Mike Einziger
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