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I RACCONTI DELLA QUERCIA

Ultimo Aggiornamento: 08/10/2005 12:27
05/09/2005 00:57
 
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Nella vita di ognuno di noi c'è sempre una persona o puranco una cosa cui tendiamo nei momenti più bui...
Un rifugio a volte, un angolo tutto nostro... magico....
Nel mio mondo di fanciullo era l'ombra protettiva di una quercia immaginaria,
il suo tronco possente trasmetteva sicurezza....



I racconti della quercia

L'albero di famiglia

-Ma dove mi porti....Tonino!
-Vieni, Maria, dammi la mano, vieni....
-Ma...
-Vieni è un posto bellissimo.. è una cosa importante!

Due giovani , mano nella mano, avanzavano a fatica nell'erba alta. La loro meta era un albero, una quercia maestosa che si elevava isolata nella capagna. Quando la raggiunsero, si sedettero alla sua ombra.
Il ragazzo prese, fra le sue,le mani della fanciulla e, guardandola negli occhi, emozionato: - Maria...mi vuoi sposare? -
La ragazza lo abbracciò stretto. Un sospiro lungo un anno:-Siiiiiiiiiiiiiiiiiii!-
....... Il frusciare del vento, lo stormire delle foglie, il ronzio di qualche insetto, colorate farfalle ...furono testimoni del loro amore, della loro passione!
-Ti amo..... Maria -
-Cosa penserai ..."ora" di me.....-
-Tutto il bene del mondo...ti amo...-
-Che fai Tonino? - Il ragazzo si era alzato e con un temperino "scriveva" qualcosa sul tronco.
-Vieni amore, anche tu.....-
L'imbrunire li colse a tradimento, si allontanarono dal loro "nido d'amore"....
Lasciavano una testimonianza: un cuore, una freccia, due iniziali...una data!
- Non lo dimenticherò mai...! Questo giorno rimarrà segnato nel tempo. - Tonino aveva la voce "roca" per l'emozione. Maria gli rispose con un altro bacio mentre lacrime di gioia le rigavano le guance.
Poi come colta da un pensiero improvviso: - Papà vuol comprare un pezzo di terra da queste parti....-

Trenta anni dopo... un uomo ed una donna, di mezza età, si guardarono negli occhi: non c'era bisogno di parole. Insieme si incamminarono verso il centro del frutteto, mano nella mano come fidanzatini, ...raggiunsero una quercia possente ed alta.....
- Oggi trent'anni fa.....- la voce era segnata dagli anni.
La mano accarezzava un cuore inciso una vita prima...
- Si Tonino.... ricordo..- occhi lucenti risposero... emozionati
-Pensa se i tuoi non l'avessero comprato!-
-Volevano questo pezzo di terra.... per fortuna!
-Maria............ -. - Sei matto! -. - Si!-. -...Anche io!-.

Unica testimone, la quercia, felice, proteggeva con la sua chioma un amore immenso!

Rideva la quercia.... Più in alto, sul tronco, celato dalle fronde, custodiva un altro cuore, un'altra freccia, altre iniziali!
Orgogliosa scosse i suoi rami come in un brivido: era lei l'albero di...famiglia!




zikomo
06/09/2005 19:18
 
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E' davvero bello Zik questo racconto...... esprime con estrema semplicita' uno degli infiniti e piacevoli volti dell' amore.....
06/09/2005 19:43
 
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E' sempre bellissimo leggere i tuoi racconti Zik.... sono troppo emozionanti!!!

un baciottone grandissimo!


07/09/2005 02:04
 
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I racconti della quercia

Quanto tempo...

Si beava, regina di quell'angolo di mondo campestre, dei refoli di vento che facevan fremere le proprie fronde!
Ascoltava serena il cinguettio degli uccelli che avevano trovato in lei una dimora sicura...
poi d'improvviso qualcosa mutò..in peggio.
Il terreno cominciò a tremare, le sue radici sussultarono e le foglie assaporarono l'acre odore della nafta!
I suoi "ospiti" si alzarono in volo spaventati!
Due trattori, schiacciavano con possenti ruote, l'erba alta e selvaggia1
Un fuggi fuggi di piccole vite.... richiami disperati!
La quercia attonita guardava lo scempio che avveniva a i suoi piedi....
Quelle macchine infernali, scoppiettanti e sbuffanti, cominciarono l'opera devastatrice... con un monotono andirivieni! Al loro passaggio i variegati colori del prato era sostituito da una striscia di terra marrone scuro!
Furono abbattuti anche due piccole felci poco distanti....!
-"E' finita"- fu il suo pensiero.
Invano agitava minacciosamente i suoi rami: le macchine infernali procedevano senza tregua! Non si sarebbe arresa , così, senza lottare.... non poteva finire così all'improvviso! Udiva i lamenti dei cuori fuggiaschi.... udiva il pianto per chi non era riuscito a "salvarsi"..... ! Sempre a lei si erano rivolte, sempre in lei avevano trovato un ricovero sicuro! Adesso però nell'estremo atto... non avevano più nessun ricovero!
I trattori si fermarono.... il terreno si mostrava spoglio...osceno nella sua nudità! Sgomenta la quercia si guardava intorno, cercando un fiore, un filo d'erba..un segno di vita! Nulla! Solo zolle su zolle eguali, monotone, tetre...!
-"Che aspettano?...Perchè si sono fermati?..... Ormai son sola! Non posso oppormi.... mi abbatteranno! "-
Ma non fu così. Nei giorni successivi, altre "macchine", altri uomini recintarono il terreni con alti pali di cemento.... mentre lei guardava incuriosita! Si era calmata, i suoi amichetti alati erano tornati....!
Aveva rivisto dei volti noti.... e prese coraggio. Non l'avrebbero abbattuta... l'avrebbero rispettata!

Una folata di vento un pò più forte la risvegliò dal suo torpore, si guardò intorno e rivide uno scenario ormai da anni familiare: aiuole ben schierate, appezzamenti ben tenuti e ricchi di vita, di colori e profumi! Aveva sognato! Aveva ceduto ai ricordi. Sorrise fra un brivido e l'altro e decise..si, era più bello adesso!


Quanto tempo era passato da quei giorni....!




zikomo
14/09/2005 01:51
 
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I racconti della quercia

I mostri


Se ne stava rintanato nel suo nascondiglio. Tremante, aspettando che il pericolo passasse. Questa volta l’aveva scampata per un pelo... aveva appena fatto in tempo a schivare il magma di fuoco che l’alieno, l’invasore, gli aveva scagliato contro.
Il suo mondo era stato invaso da esseri mostruosi bianchicci, glabri, con lunghi tentacoli prensili e soprattutto con macchine micidiali di morte! Non non potevano sfuggire a quelle armi: era destino che, alla lunga, soccombessero! Non avevano difesa... se non scappare, fuggire disperatamente verso i vari nascondigli che, erano consci, li avrebbero protetti solo per poco. Poi la potenza... la forza degli invasori avrebbe distrutto anche quelli.
Questa volta, però, almeno lui e la sua famiglia erano riusciti a salvarsi. Aveva scavato, di nascosto, una lunga galleria sotterranea, molto lunga e di dimensioni tali che i mostri, gli enormi alieni, non potessero entrarvi. Si, era stato bravo e soprattutto furbo a costruirla... non in linea retta, così le palle di fuoco si sarebbero infrante contro le pareti, risparmiandoli.....
Bisognava stare sempre all’erta! Potevano essere scoperti e, soprattutto, dovevano diffidare di loro stessi! Alcuni nativi della loro terra erano al servizio degli invasori e li aiutavano! Trovavano le case, i loro nascondigli, per poi rivelarli ai giganti. Se gli fosse capitato una cosa simile non avrebbe proprio saputo come fare a salvare se stesso e i suoi cari! I suoi figli, poi, erano ancora troppo piccoli per intuire il pericolo. Intanto ora li accarezzava teneramente... per calmarli, mentre la sua donna preparava loro il cibo, lo sminuzzava! Non erano ancora pronti a mangiare con loro, "dovevano" crescere in fretta! La vita difficile che incalzava lo pretendeva! Dovevano essere svezzati... dovevano cominciare a cavarsela, almeno in minima parte, da soli..... altrimenti non ci sarebbe stato scampo: sarebbero stati uccisi e, orrore, mangiati da quei demoni che li inseguivano.
Perchè....???
Perché loro, teneri leprotti, dovevano andare a finire sulla tavola di quei mostri?
Perché cercavano proprio loro....gli uomini...?

zikomo
22/09/2005 01:06
 
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I racconti della quercia

A volte la quercia si lascia affascinare da storie fantasiose che volano nel sole...le cattura e gelosamente le custodisce.....
Le raccontò il vento di una coppia....


La coppia

Avanzavano con incedere elegante, ogni passo rivelava una maestosità inusuale. Eppure erano vestiti modestamente. Lei indossava un completo di color verde pallido, tempestato da radi fiorellini gialli e bianchi sul corpetto. I capelli biondi e lunghi portati sciolti sulle spalle, sul capo da un nastro dello stesso colore. Ai piedi, le scarpine di tela grezza, senza tacchi, non ne diminuivano il portamento slanciato, anzi, lo esaltavano. Fisico esile, la ragazza, ad ogni passo, emetteva dei mugolii di piacere e di sorpresa. La sua mano, affusolata, di tanto in tanto si poggiava sulle spalle robuste del giovane. Il suo incarnato straordinariamente bianco, presentava delle lievissime sfumature rosee sulle guance, gli occhi erano profondi e di un colore indefinito, cangiante...
Lui, vestito con un abito dalla foggia strana, aderente, che ne metteva in risalto la muscolatura poderosa, sembrava un menestrello, un cantore di eroiche gesta. I suoi colori andavano dal verde bosco della giubba, al marrone scuro dei pantaloni e del berretto. Sulle spalle, a tracolla, un liuto. Stivali sino al ginocchio, fiero, camminava con passo lento ma deciso. I capelli neri e corti facevano da cornice al viso dal mento volitivo e dal sorriso smagliante.
Ebbene, la coppia procedeva lentamente nel fitto bosco, fermandosi presso un fiore, una pianta, per accarezzare piccole vite che non dimostravano timore.... Al loro passaggio, le tinte scure del sottobosco diventavano più luminose, mentre, una musica dolce, sottolineava i baci, arricchita da luccichii di un bianco brillante, simile a stelline che, vivide, nascevano e svanivano in un sussulto tremulo.
Era giunta la notte, ma il loro cammino viveva in un soffuso chiarore. Si fermarono. La ragazza, con un movimento elegante del braccio verso terra, disegnò nell’aria un cerchio: nell’area indicata apparvero numerosissimi piccoli fiori gialli e rosa tanto fitti da formare un giaciglio morbido e profumato. Vi si adagiarono. Intorno a loro erano accorsi gli animaletti del bosco, silenziosi, a guardia di due dolcissime anime abbracciate nell'eterno gioco dell’amore..... Il sonno li accolse, felici.
L'alba. In tutta la valle il sole trionfava con i suoi caldi raggi, ma nel bosco, le fitte trame di rami e foglie difendevano ancora soffuse tenebre. Gli uccelli intonarono la canzone del risveglio ed anche quel mondo sommerso nell’oscurità prese vita. Dappertutto si notava un brulichio frenetico di piccoli esseri. Il primo a svegliarsi fu l’uomo, prese il liuto ed intonò una dolce melodia per la sua bella, che si svegliò con un sorriso e lo salutò con un bacio. Si guardarono intorno: attorno a loro lepri, cerbiatti, tartarughe, marmotte, i rami degli alberi si piegavano sotto il peso di stormi di uccelli.
Si fece largo un cervo, spingendo con il muso un piccolo cerbiatto che zoppicava vistosamente: aveva la zampina spezzata e mugolava per il dolore.
La giovane donna lo scorse. Dai suoi occhi sgorgarono delle lacrime... le deterse con la destra e poi gli massaggiò lievemente, con la mano umida, la zampetta. Con voce suadente bisbigliò qualcosa nelle piccole orecchie a punta. Il cerbiatto si sollevò ritto sulle quattro zampe, e , guarito completamente, saltellò verso la madre. Mamma cerva, la ringraziò strofinandole il muso sulle vesti.
All’improvviso un forte boato squassò l’aria. Gli animali corsero tutti via spaventati. La coppia si diresse di corsa verso il rumore, ed uscita dal bosco, vide un villaggio in fiamme. Grida disperate di donne e bambini, comandi di uomini che organizzavano catene di secchi. L'angoscia in quelle urla! Le fiamme erano già alte: il villaggio sarebbe stato distrutto, le fiamme avrebbero mietuto molte vittime.
I due giovani si guardarono intensamente negli occhi, prima di abbracciarsi con vigore. Cominciarono a roteare prima lentamente, poi sempre più veloci sino a diventare un ammasso confuso di colore azzurro intenso. Questo vortice si sollevò alto nel cielo e si diresse verso il villaggio, dove si divise aggirandolo e sorvolandolo più volte. Si riversarono sulle fiamme cascate di pioggia ed in breve tempo ebbero la meglio. Due masse informi saettarono nel cielo dirigendosi verso il bosco. I due giovani, dopo aver controllato per l’ultima volta il paese, si adagiarono stanchi sul terreno soffice di muschio e si addormentarono.
Mamma cerva, un leprotto e numerosi altri piccoli esseri, si addossarono alla coppia inerte... per riscaldarla e proteggerla con i loro corpicini.....

...Ecco cosa raccontava le sere d'estate la quercia ai suoi piccoli ospiti.....

zikomo

[Modificato da zikomo 22/09/2005 1.07]

28/09/2005 02:38
 
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I RACCONTI DELLA QUERCIA

Ama la quercia rallegrar gli amici con storie amene e morali, ma la sua conoscenza non solo a queste si riduce! Visto ha cose atroci e nefaste. Le ha riposto nel fondo delle sue radici per evitare che vengano a galla ad ogni lieve stormir di fronde. Vi son momenti, però, in cui di se perde la padronanza, quando la tempesta la travolge e si protende a dar ricovero ed aiuto a chi a lei si rivolge.
Allora è scossa forte e riaffiora ciò che vorrebbe dimenticare....

-----------------

PERCHE'...?

I primi tepori primaverili. L'aria finalmente gradevole, dopo le gelate invernali, invita a gite e scampagnate e la quercia mette compiaciuta a disposizione la sua ombra per deliziosi e sereni picnic.
Franco e Lucia erano seduti sotto di lei, appoggiati al suo tronco e fra un bacio e l'altro sbonconcellavano toast al formaggio ed affondavano posate di plastica in barattoli di vetro.
Ridevano, felici del loro amore giovane, dei loro sguardi sognanti. Una coca e due birre si ergevano sulla tovaglietta a far da padrone. Pezzo forte del banchetto erano dei salamini che Lucia aveva da poco tagliato con l'unico coltello di metallo.....
Ridevano e parlavano dei loro sogni, degli amici, del loro amore, coccole, carezze e baci... sempre più intensi!
-"Franco NON VOGLIO!!"- la spaventata voce della ragazza interuppe l'idillio.
-"Lucia...amore..non resisto!"-
-"Fermati Franco.....Non sono pronta! BASTA! NON VOGLIO!"
"Non far la stupida...ti piacerà...vedrai! E poi se mi ami...- La sua mano, superata la "barriera" della gonna, aveva raggiunto gli slip...pronta allo strappo...
-"NOOOOOO...!"- il parossismo, il terrore in quell'urlo! La mano della ragazza si trovò sul coltello...e la disperazione fece il resto!
Franco si allontanò di colpo, sorpreso, guardò, stupito, il braccio sanguinante!
-"PUTTANA!- Un pugno si abbattè sul viso della ragazza che trovò la forza di rialzarsi senza lasciare l'arma e puntandola contro il suo "amore". Tremava, ma le nocche erano bianche nella stretta. Lacrime e sangue rigavano il suo volto!
-"VATTENE...MOSTRO...NON TI VOGLIO PIU' VEDERE....!!!! "-
-"Io....".-
-"VATTEEENEEEEE!!!"-
Franco si allontanò scuotendo la testa. Forse aveva compreso la sua vigliaccheria. Inforcò la moto... si fermò a guardare per alcuni istanti la fanciulla tremante, poi scrollò le spalle sprezzante....Non era successo niente, solo una lite, NON ERA SUCCESSO NIENTE! Una puttana che prima ti eccita.... ma poi...quando..... fa la santa! Dopo aver sputato verso di lei si allontanò rombando!
Il silenzio ritornò sovrano, rotto dai rumori della vita campestre.
Solo una ragazza, in ginocchio, abbandonata al tronco dell'albero, aveva il corpo scosso da singhiozzi
-"L'amavo....! Aiuto....!Franco...perchè....?....ti amavo.... perchè Signore ...perchè???"-

Non era la sola a piangere....Lucia. A farle compagnia v'era una quercia!


zikomo
08/10/2005 12:21
 
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I racconti della quercia

Il contadino

Pomeriggio inoltrato di un tardo agosto.
Caldo. La campagna eleva il suo grazie al sole. Piccoli movimenti impercettibili fra l'erba riarsa: la sua vita.
Una lucertola è immobile su un sasso, una fila di formiche trasporta l'inverno in un febbrile andirivieni... farfalle volano su fiori lilla... attività silenziose brulicano attorno alla quercia che, pigra, offre i propri rami al sole per assorbirne l'energia...
Sonnecchia la quercia ...sente le radici assorbire l'umore della terra, sostenerla potenti, percepisce la forza del sole che la pervade, la linfa vitale che la percorre.....
E' felice la quercia! All'improvviso percepisce un odore conosciuto e temuto: fumo...!
Sgomenta, la memoria corre a molto tempo prima, quando fu insidiata dal fuoco!
Terrore!
Rivive le angosce!
Fuoco attorno a lei... raccapriccianti richieste d'aiuto provenivano dal terreno in fiamme, sino a tacersi in un rosso frigolio! Il fuoco ormai la lambiva, il fumo anneriva le sue foglie, le soffocava. "Amico vento, aiuto! Spira forte , manda via da me l'inferno..... Amico vento muta la tua corsa, allontana da me il fumo...le fiamme....soffoco..muoio!"
La sua invocazione fu accolta! Eolo mutò l'indirizzo della sua perenne corsa. Giunsero sirene rosse e uomini con neri tubi e finalmente ACQUA!!!! Getti potenti ridussero la forza del fuoco fino ad ucciderlo definitivamente! Pochi minuti e poi sul terreno, intorno a lei, rimasero, testimoni di un dramma, solo delle grandi macchie nere! La quiete della morte ...desolazione! Si sentiva sola, lei, la quercia, senza gli amici che sempre le avevano fatto compagnia.......

Si scosse dai ricordi! Stranamente non udiva attorno a sè il terrore: aprì gli occhi e sorrise!
Poco distante da lei un uomo bruciava degli sterpi secchi, privi di vita, controllando la fiamma!
Sentiva di amarlo....quel contadino!
08/10/2005 12:27
 
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Scritto da: Angeluss 06/09/2005 19.18
E' davvero bello Zik questo racconto...... esprime con estrema semplicita' uno degli infiniti e piacevoli volti dell' amore.....




Scritto da: °°Jen Lindley°° 06/09/2005 19.43

E' sempre bellissimo leggere i tuoi racconti Zik.... sono troppo emozionanti!!!

un baciottone grandissimo!





Grazie... che dire, sarà anche vanità, ma fa sempre piacere leggere siffatti commenti.
Questa è una serie di miniracconti che scrissi anni fa... in onore di un mio "rifugio" da fanciullo... e del mio amore per la natura....

[SM=x223090]

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