NEL GIORNO DI LUTTO NAZIONALE, PER RICORDARE I NOSTRI EROI CADUTI A NASSIRIYA, NON POSSO CHE ESPRIMERE IL MIO IMMENSO CORDOGLIO.
Caduti di Nassiriya, in migliaia ai funerali di Stato
Di Massimiliano Di Giorgio
ROMA (Reuters) - Davanti alle 19 bare allineate di fronte all'altare, il cardinale Camillo Ruini ha celebrato oggi i funerali solenni dei caduti di Nassiriya nella basilica di San Paolo a Roma, in una giornata di lutto nazionale.
Quattromila persone si sono raccolte dentro la basilica, dove è giunto da ultimo il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in migliaia sono rimaste fuori nella grande spianata che affianca la chiesa per assistere alla cerimonia davanti a schermi giganti.
La Rai e gli altri network nazionali hanno trasmesso in diretta i funerali dei 17 militari e dei due civili caduti in Iraq, celebrati sull'onda di un cordoglio che ha coinvolto il Paese senza distinzioni politiche, nostante la forte opposizione dei mesi scorsi in Parlamento della sinistra alla missione militare in Iraq.
Nelle città italiane molti negozi hanno abbassato le saracinesche durante la cerimonia e vari mezzi pubblici avevano un segno nero a rimarcare il lutto, mentre nelle scuole è stato fatto un minuto di silenzio, che le reti Tv della Rai hanno osservato alle 11.30, all'inizio dei funerali.
Le salme sono arrivate a San Paolo a bordo di automezzi militari scortati da corazzieri, salutate dalle campane delle chiese e dagli applausi della folla che ha assistito al loro passaggio per i viali di Roma dopo la chiusura della camera ardente al Vittoriano.
Una folla ancora maggiore, tra cui molti ragazzi, ha applaudito all'uscita delle bare, che su carri funebri hanno preso la strada di due caserme romane, per essere poi consegnate alle famiglie.
A San Paolo, la seconda basilica più grande della capitale dopo San Pietro, si sono raccolti da una parte i parenti. Dall'altra le autorità con Ciampi, il premier Silvio Berlusconi il suo vice Gianfranco Fini, il ministro della Difesa Antonio Martino e molti altri politici di ogni schieramento. Tanti militari in alta uniforme hanno affollato le navate.
Durante l'orazione alcuni parenti si sono alzati per accarezzare le bare avvolte nel tricolore, mentre le autorità dello stato hanno assistito in silenzio e non hanno commentato all'uscita.
RUINI: "FRONTEGGEREMO I TERRORISTI, MA NON LI ODIEREMO"
Alcune sedie erano state riservate ai feriti nell'attentato di mercoledì scorso, il più grave episodio di sangue che ha coinvolto militari italiani all'estero dalla fine della seconda guerra mondiale.
Nella sua omelia il cardinale Ruini, vicario di Roma, ha definito gli autori dell'attentato "terroristi assassini", ricordando anche le vittime ebree della sinagoghe di Istanbul, dove sabato scorso delle autobombe hanno fatto almeno 22 vittime in un attacco rivendicato da al Qaeda.
"Li fronteggeremo con tutto il coraggio, l'energia e la determinazione di cui siamo capaci. Ma non li odieremo", ha detto il cardinale.
Ruini ha aggiunto che la missione italiana in Iraq ha una vocazione umanitaria.
"Tutto l'impegno dell'Italia, compreso il suo coinvolgimento militare, è orientato a salvaguardare e a promuovere una convivenza umana in cui ci siano spazio e dignità per ogni popolo, cultura e religione".
FIORI E MESSAGGI DAVANTI ALLA BASILICA: "NON VI DIMENTICHIAMO"
L'ondata di commozione che ha coinvolto il Paese intero deve costituire uno stimolo per le istituzioni a non dimenticare i familiari delle vittime, ha concluso Ruini nella sua omelia, ricevendo un lungo applauso dentro e fuori la basilica.
Tra la folla che si è riunita attorno a San Paolo in una giornata di sole, si sono alzate varie bandiere italiane, una della quali con iscritto il simbolo della pace.
Lacrime e battimani hanno accolto la lettura in chiesa dei nomi di tutti i 19 caduti. La preghiera del carabiniere è stata letta da Marilena Iacobini, il maresciallo rimasto ferito a Nassiriya.
Quando la tromba militare ha suonato il silenzio dentro San Paolo, nelle 500 caserme italiane e al quartier generale delle sette missioni italiane all'estero è stato replicato lo stesso saluto di fronte ad oltre 100.000 soldati, ha detto lo Stato maggiore della Difesa.
La cancellata principale della basilica è ricoperta di fiori e piccoli messaggi. "Siete stati degli eroi, non dimenticheremo. Grazie di tutto", c'era scritto in uno di questi.
In mezzo alle decine di fogliettini era incastrata una bandiera tricolore con su scritto: "Una sola parola... grazie". Solo una corona di fiori, quella della Presidenza della Repubblica, è stata ammessa dentro la basilica.
Tra le migliaia di cittadini radunati nella spianata della basilica, Mario, un quarantenne giunto da Varese, ha commentato: "Oggi è una giornata di silenzio. Siamo un popolo stupendo, ho fatto 800 chilometri per venire qui".
Vinicio, un ragazzo romano di 28 anni, ha portato di fronte a San Paolo la bandiera arcobaleno della pace, diventata in Italia un simbolo dell'avversione alla guerra in Iraq. "Non l'ho portata per polemica o mancanza di rispetto... Ma quella non è davvero una missione di pace, secondo me dovrebbero andare via tutti dall'Iraq".
Per tutta la giornata di ieri e fino alle 6:30 di stamattina i feretri sono stati esposti nella camera ardente al Vittoriano, dove centinaia di migliaia di persone sono sfilate per un saluto ai caduti alla presenza dei loro familiari.