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Dipendenza da Internet?

Ultimo Aggiornamento: 13/12/2006 17:31
13/12/2006 17:31
 
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Dipendenza da Internet? Chi semplifica sbaglia

Un netizen americano su otto è insonne, trascorre le sue giornate a controllare compulsivamente la casella di posta elettronica, è morbosamente attratto dai programmi di messaggeria. Dipendenza da Internet, aveva sentenziato una ricerca effettuata dalla Scuola di Medicina della Stanford University, lo scorso ottobre. Le cliniche iniziano a registrare l'affluenza di persone che vorrebbero disintossicarsi dalla dipendenza da Internet, e spesso il loro disagio nasconde tendenze depressive e problemi nell'ambito delle relazioni quotidiane.

Lo ha rivelato ad AFP il dottor Elias Aboujaoude, docente presso il dipartimento di psichiatria e scienze comportamentali dell'Università di Stanford.

Aboujaoude ha osservato un sensibile aumento di coloro che si rivolgono agli specialisti, preoccupati del fatto che Internet abbia un impatto negativo sulla propria vita. Negano, si giustificano, minimizzano. Ma quando il consorte, furente, minaccia il divorzio accusandolo di strisciare fuori dal talamo per ottundersi con i giochi online, o quando il capufficio redige un richiamo disciplinare, si sentono costretti a confessare il disagio.

La tendenza colpirà anche l'Italia? Una recente ricerca commissionata da Logitech rivela che, per gli italiani dotati di notebook, il tempo trascorso davanti allo schermo supera decisamente quello condiviso con il partner. Non è dato sapere se le motivazioni lavorative addotte mascherino una dipendenza da Internet. O piuttosto una disaffezione nei confronti dei più opprimenti partner italiani.

Già nel 2002, si legge nel report dell'Università di Stanford, il sessanta per cento delle aziende consultate in un'indagine aveva pensato di regolamentare l'uso di Internet presso le postazioni di lavoro; oltre il trenta per cento di queste aziende rivelava di aver preso seri provvedimenti nei confronti dei dipendenti.

La sindrome di dipendenza da Internet sta acquistando sempre più legittimità. Information Week ha rivelato che un dipendente di IBM, licenziato per aver abusato delle chat (chat erotiche, si vocifera) durante le ore di lavoro, ha fatto appello al suo disturbo compulsivo, chiedendo ad IBM un risarcimento di cinque milioni di dollari. La notizia è stata ripresa anche sul blog del Center for Internet Addiction Recovery: viene accolta con favore la prospettiva per cui le aziende si dovrebbero occupare della riabilitazione dei loro dipendenti "netaholici".

Le manifestazioni della dipendenza dal Web non si limitano alla fruizione maniacale di pornografia o al gioco d'azzardo online: queste sono dipendenze "tradizionali", che chiamano in causa Internet solo come canale. Controllare l'email ogni cinque minuti, aggiornare compulsivamente il proprio blog con nuovi post: questi sono "segnali di allarme che indicano un vero problema", dichiara Aboujaoude, raccomandando nel contempo di usare prudenza nel parlare di dipendenza da Internet.

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Fonte: punto-informatico.it/p.aspx?id=1806250&r=PI

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