Lettera al figlio di un hacker
Se, violando un server, riesci a mantenere la calma
quando tutti attorno a te la stanno perdendo;
Se sai aver fiducia in te stesso
quando tutti dubitano di te
tenendo conto però dei loro dubbi;
Se sai aspettare senza stancarti di aspettare
o essendo attaccato non rispondere con mailbomb
o essendo odiato non dare spazio all'odio
senza tuttavia sembrare troppo buono
ne' parlare troppo da programmatore;
Se sai programmare senza fare dei programmi i tuoi padroni;
Se riesci a pensare
senza fare di pensieri il tuo fine;
Se sai incontrarti con il successo e la sconfitta
e trattare questi due impostori
proprio nello stesso modo;
Se riesci a sopportare di vedere i programmi
che tu hai scritto, decompilati e distorti da imbroglioni
che ne fanno una trappola per gli ingenui;
Se sai guardare i sistemi operativi, per i quali hai dato la vita
distrutti e sai umiliarti a ricostruirli
con le tue dita ormai logore;
Se sai fare un'unica pila dei tuoi software
e rischiarla in un solo colpo a testa o croce
e perdere e ricominciare dall'inizio
senza mai lasciarti sfuggire una sola parola
su quello che hai perso;
Se sai costringere il tuo cuore,
i tuoi nervi, i tuoi polsi ed i tuoi tendini a sorreggerti
anche dopo molto tempo che non te li senti più
e così resistere quando in te non c'è più nulla
tranne la volontà che dice loro: <>;
Se sai parlare con i lamer
senza perdere la tua onestà
o chattare con i grandi maestri
senza perdere il tuo comportamento (a)normale;
Se non ti possono ferire ne' i nemici
ne' gli amici troppo premurosi;
Se per te contano tutti i firewall,
ma nessuno troppo;
Se riesci a riempire l'inesorabile minuto
dando valore ad ogni istante che passa;
Se riesci a passare a Linux
senza però rimpiangere Windows:
tua e' la Rete e tutto ciò che vi e' in essa
e - quel che più conta -
tu sarai un Hacker, figlio mio!
Rudyard Kipling III