La ringrazio per l’indicazione dei testi, ma ora sento di avere il dovere di fare delle scuse, per essermi intrufolata qui, pur sapendo che l’opera prevede un arco di tempo molto lungo da spendere in preparazione teorica, attraverso lunghe letture dei testi maestri, e io, di testi alchemici non ne ho letto nemmeno uno ( -ho solo guardato le figure del mutus liber- ma mi riprometto di iniziare seriamente da ora).
Ho avuto l’ardire di entrare nel vostro dibattito, se pure aprendo un thread a parte dai vostri per non disturbare dialoghi che presuppongono una erudizione teorica ben lontana da quella che ho io.
Ma perseguo nell’errore (almeno finche’ qualcuno non lo ritenga offensivo) e mi accingo a tracciare quelle che per me sono le esperienze che ho tratto fino ad ora, senza voler essere esempio o maestra in nulla.
Dal sigillo di Salomone si evincono i due elementi, come gia’ detto, il fuoco e l‘acqua, delineati dai due triangoli intersecati uno con la punta rivolta verso l’alto, l’altro con la punta verso il basso a indicarne la fusione, a completarne la serie si vedono un cerchio (con un punto al centro) a simboleggiare la terra e l’aria invece si lascia disegnare in una forma di croce.
Trasponendo al livello dell’uomo potrei vedere la materia prima, ovvero l’essere umano simboleggiato nella croce, sormontare un cerchio simbolo della parte materiale della persona e i due triangoli a rappresentare la parte spirituale piu’ alta fusa in quella piu’ bassa, dalla cui fusione con lunga opera di mediazione si ottiene la materia prima.
Sono le tre parti della persona, corpo anima spirito, che sormontano, sempre sulla porta una iscrizione ebraica. Ruah Elohim, lo spirito divino, che, soffiando dove solo Egli vuole puo’ accogliere o meno l’invocazione e indicare la Via.
Le tre parti sono a mio parere la parte cosciente e quella inconscia, sentimento e ragione, la terza, collante tra le due e’ l’intuizione, che come un mediatore tra gli dei e gli uomini, fa l’hermes tra la parte piu’ alta della mente umana e quella piu’ bassa fondendo i due emisferi del cervello, destro e sinistro.
A guardiano dell’ingresso v’e’ il Drago, e’ la prima delle prove che occorre affrontare per oltrepassare il cancello (curiosa davvero la coincidenza Canseliet/Cancellieri).
Il drago e’ presente in pressoché tute le tradizioni, io lo identifico in una parte essenziale quanto nefasta di noi stessi.
L’ego, l’autorappresentazione di noi, quello che ci crediamo di essere.
L’immagine che abbiamo di noi e la schematizzazione attraverso le forme del mondo fuori di noi, la nostra Wetltanschauung.
L’attaccamento al nostro modo di essere e sentire, il narcisistico dominio sulle forme del bene e del male.
Il drago e’ anche la paura e il coraggio, la forza di abbandonare quello che crediamo siano le nostre certezze, quello che ci da sicurezza, le conoscenze, cosi’ come le intendiamo.
Non so in realta’ se questo puo’ essere “ortodosso” nell’alchimia o io non stia piuttosto forzando la Qabala a interpretazione alchemica.