Le indagini
«Preparavano attentati a Milano e Bologna»
Smascherata una rete di estremisti islamici. Ordine d’attacco: «Fuoco e fiamme sull’Italia»
MILANO—Ordini precisi per i «fratelli» in Italia: mettere a fuoco e fiamme Bologna e Milano colpendo in Emilia la basilica di San Petronio, da ieri praticamente blindata dalle forze dell’ordine, e facendo un attentato al metrò del capoluogo lombardo, preferibilmente nei giorni delle prossime elezioni politiche. Questi i piani mandati all’aria da una delicatissima inchiesta dei carabinieri del Ros della Lombardia iniziata sei mesi fa e coordinata dai magistrati milanesi Armando Spataro e Nicola Piacente. Doveva restare tutto segreto. I presunti terroristi, marocchini e tunisini pedinati e intercettati senza sosta, notte e giorno, dopo il fermo sarebbero dovuti passare inosservati tra le decine di irregolari espulsi in queste settimane dal nostro territorio, ma le informative diramate alle forze di polizia che hanno dovuto alzare al massimo il livello di guardia hanno scoperto le carte. Sono sette in tutto i presunti terroristi smascherati e cacciati dall’Italia. Si tratta di estremisti islamici che non sono stati arrestati per quella che in questi casi sembra oramai essere diventata la consolidata prassi di «politica della sicurezza» decisa a tavolino dal Ministero dell’Interno: meno processi a rischio d’assoluzione e più espulsioni. I marocchini e i tunisini cacciati risultano affiliati a due gruppi estremisti: «Al Qaeda per il Maghreb » e «Gspc», ovvero il «Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento». I carabinieri del Ros di Milano dopo averli agganciati non li hanno mai persi di vista un solo istante, arrivando a pedinare uno di loro capace di camminare per tutta Milano senza mai salire su un bus o scendere in una stazione del metrò. Mai un taxi, niente. Sempre a piedi per chilometri e chilometri, infaticabile. Lui davanti e i militari in borghese dietro. Non un’operazione di intelligence, sia chiaro. Non una spifferata dei nostri servizi segreti legata a una presunta scuola di kamikaze in Lombardia, mai realmente esistita o trovata, maun’indagine tradizionale dei reparti dell’Arma. Dei sette sospettati i militari hanno ascoltato le telefonate e controllato i contatti, fino a quando si è deciso di procedere all’espulsione dell’intero gruppo. Nei loro piani, a dover saltare in aria sarebbe stata prima di tutto la basilica bolognese di San Petronio che si affaccia su piazza Maggiore e conserva l’affresco quattrocentesco di Giovanni da Modena in cui è rappresentata la cacciata di Maometto all’inferno. Una immagine da sempre odiata dai musulmani e già al centro di pericolose attenzioni degli estremisti islamici. E subito dopo, in occasione delle elezioni politiche, l’esplosivo avrebbe dovuto seminare terrore e morte in un tratto centrale del metrò milanese, forse proprio nei pressi del Duomo. Del resto di un attentato in Italia, proprio a Bologna e proprio nei primi mesi dell’anno, alle fine dello scorso novembre aveva parlato un giovane marocchino arrestato in Grecia con documenti falsi. Legato ai salafiti, aveva raccontato agli uomini dell’antiterrorismo che un Emiro vicino al «Gia» algerino progettava «di fare un attentato in Italia in una città del nord, nei primimesi dell’anno. In quella chiesa dove c’è il quadro del Profeta». Appunto, l’affresco di Giovanni dal Modena. Ipotesi poi confermata nel dicembre scorso dall’Emiro arrestato in Algeria. «Ho impartito l’ordine — ha confessato il leader estremista — di fare un attentato in Italia, in una chiesa del nord. I fratelli si organizzeranno da soli, troveranno l’esplosivo e sceglieranno i tempi più adatti». E loro, i sette musulmani ora cacciati dall’Italia, nel mirino avevano messo anche Milano.
Biagio Marsiglia
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Complimenti ai cugini
ma una domanda...se per evitare che i tribunali italiani liberino i terroristi ( pardon,
guerriglieri
) siamo costretti a cacciarli dall'Italia e quindi, fatalmente a liberarli, me lo volte dire che razza di lotta antiterrorismo è questa?
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"We few, we happy few, we band of brothers;/ for he today that sheds his blood with me /shall be my brother" (Shakespeare- Henry V)
"Bisogna che il popolo si avvezzi a riconoscere negli agenti della sicurezza pubblica non più i ministri di una esosa tirannide; ma coloro che vegliano alla sicurezza dellordine e della proprietà e che si ricordi come in libero e ben ordinato stato il rispetto della legge non è solo la forza del governo ma anche della nazione. " ( giornale " La Lombardia" di Milano. 17 Luglio 1860)
"Una grande Civiltà viene conquistata dall'esterno solo quando si è distrutta dall'interno" (William James Durant)