Ehi ragazzi mi dispiace leggere delle vostre sofferenze da piccoli rispetto al non essere creduti, deve essere stata dura!
Mi fate ricordare la mia infanzia...anche se non condivido la vostra sofferenza.
Sono nata con gli alieni nella mente, sono sempre esistiti nel mio io e nei miei pensieri, da piccolina a circa 3/4 anni avevo paura di notte degli scheletri bianchi con gli occhi neri che venivano a prendermi nel sonno...ma non ho mai pianto...mi coprivo completamente con le coperte e andavo sotto...giù giù...sparivo in modo che non mi si vedesse neanche la testa (non so come facessi a respirare).
Nella mia innocenza speravo che bastasse nascondermi per non essere vista.
Ma non avevo paura degli alieni...no ne ho mai avuta, nanche quando adolescente ho avuto esperienze più pesanti miste a sogni e realtà, fatti che pensavo fossero di natura spiritica con entità non terrestri che stazionano nella nostra dimensione.
Da piccola ero una bimba molto "aliena", ero dolce e socievole ma anche solitaria quando emergeva in me una personalità più profonda, in quei frangenti avevo nostalgia dello spazio e guardavo gli altri bambini con distacco, a volte improvvisamente dovevo allontanarmi da loro e isolarmi, per entrare in contatto con il cielo, ed una voce dentro mi diceva "non dimenticarlo mai"...cosa non ricordo ma la sensazione che provavo era che non dovevo dimenticare le mie origini e che io ero diversa dagli altri bambini.
Per anni ho creduto che tutta questa mia storia legata ad alieni e fenomeni paranormali fosse frutto del mio modo di essere e che se esistono quelle entità con cui mi relazionavo queste rappresentano la mia stessa origine, come se io provenissi da quello spazio e fossi nata in questa vita per portare a termine un compito prestabilito.
Da bambina sognavo i dischi volanti che la notte venivano a prendermi, mi aspettavano davanti la terrazza di casa mia, mi svegliavano mentre dormivo chiamandomi telepaticamente, ero io ad alzarmi nel sogno ed uscire con il mio pigiamino per andare con loro.
Andavamo in giro e vedevo le città dall'alto illuminate, loro mi parlavano, mi istruivano e mi dicevano quando sarebbero tornati....io mi divertivo, era normale, faceva parte della mia vita e poi erano gentili e familiari.
Mi dicevano anche che c'erano altri bambini come me e che un girono da grande ne avrei conosciuto qualcuno.
Erano miei amici e rispecchiavano la mia profonda natura, la loro dimensione era quella del mio stesso profondo essere, del mio IO, della mia mente.
Al mattino raccontavo alla mia sorellina appena un pò più grande che ero stata in giro con il disco volante e lei ridendo mi accusava alla mamma e mi diceva scema...scema...anche mia madre allora ci rideva sopra perchè non associava agli ufo le sue esperienze, che credeva nella sua cultura fossero di natura spiritica (che ovviamente non ci raccontava).
Ridevano...ma non mi arrabbiavo...non mi intaccava per niente la loro reazione, tanto sapevo che non avrebbero potuto capire e non mi importava, perchè io in fondo non appartenevo a loro e un giorno sarei andata lontano...lontano.
Loro non facevano parte del piano, lo sapevo e non dovevano necessariamente nè credere nè sapere, quella era solo la mia missione ed un giorno sarei arrivata alla meta.
Bè che dirvi...la mia infanzia con gli alieni è stata serena, e anche con gli umani perchè...non mi credevano!
L'impatto violento invece è scoppiato con la mia umanizzazione forzata, quando gli adulti nel corso della mia adolescenza hanno invece riconosciuto nelle mie storie un fenomeno reale classificandolo come negativo, interpretando quegli esseri attraverso credenze religiose.
Mia madre collegò improvvisamente la descrizione di un essere che avevo visto in casa (e che era uno degli alieni dei miei sogni)all' esperienza che lei stessa aveva vissuto quando era al terzo mese di gravidanza e aspettava proprio me.
Da lì...un gran casino!
Da una parte, nei sogni, gli alieni mi avvisavano di quello che mi avrebbero fatto gli uomini il giorno dopo e che mi avrebbe fatto stare male, mi dicevano che non avrei dovuto più raccontare niente e tenere segreto il nostro rapporto.
Dall'altra gli umani(cioè mia madre, alcuni suoi amici fidati e qualche esperto di paranormale)che mi istigavano a ribellarmi e a cacciare da me questi esseri perchè anche se non c'era effettivamente un'azione negativa (di fatto non avevano fatto niente di male) dovevo riconoscere in loro qualcosa di malefico...dovevo rinnegarli e aborrirli come demoni travestiti da angeli.
Ero ancora troppo giovane...mi hanno fatto soffrire molto...mi hanno spezzato l'anima, perchè nessuno pensava che comunque quella dimensione rispecchiva anche una parte della mia personalità, del mio IO profondo, del mio modo di essere. Mi hanno classificata come un soggetto strano che doveva guarire a tutti i costi, con le buone o con le cattive.
E' stato un attacco psicologicamente molto violento e mi ci sono persa perchè non sapevo più cosa era giusto e chi fosse veramente negativo se gli uomini o gli alieni.
E poi perchè dovevo sentirmi un caso da risolvere....?
In realtà non riuscivo ad identificarmi con gli altri, io non ero come loro, ero comunque e sempre diversa, pertanto i modelli propinati dagli adulti non mi rispecchiavano, io ero un soggetto normale ma diverso...e poi perchè dovevo sentirmi in colpa per quello che ero? E perchè dovevo sentirmi infetta, contaminata per il fatto di appartenere a dimensioni diverse in modo così esplicito...che c'era così di male?
O ero io a non sapere riconoscere il male dal bene?
Comunque a 15 anni ho tentato il suicidio...mi sono salvata e da quel giorno ho cominciato a risalire la china.
Vi ho raccontato questa storia soltanto perchè penso che i bambini e i ragazzini ...bisogna soltanto lasciarli in pace, tanto non avete proprio niente da dirgli, perchè nessuno ancora conosce la verità e tutto il divagare su certi fenomeni è soltanto caotico e confusionario e può soltanto fare danno a chi è troppo giovane.
PS.
Spesso mi sono anche chiesta se mi avessero lasciata in pace e avessi continuato il mio percorso senza inquinamenti mentali...chissà se oggi saprei la verità.
Gli alieni aspettavano che io crescessi, che diventassi adulta per accettare consapevolmente il nostro rapporto e passare a un livello superiore che comprendeva incontri coscienti e reali.
Quando ero al bivio e dovevo scegliere se continuare o rinnegare, loro volevano convincermi ad accettare e mi diedero anche una piccola prova: dovevo accettare dei simboli disegnandoli e promettere di mantenere il segreto....
La sera in cui disegnai quei simboli, pensando a quello che loro mi avavevano detto...senza dire niente a nessuno...proprio nell'attimo in cui ultimai l'ultimo tratto, mio fratello mi chiamò concitatamente dalla terrazza....e quella volta ...per la prima volta...vidi un ufo non più nei miei sogni...ma proprio lì nel cielo sopra la mia casa!