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i miei sogni

Ultimo Aggiornamento: 24/03/2013 17:55
12/09/2004 22:50
 
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Giulia d'Ambrosio
[Non Registrato]
Re: sogno e...realtà

Scritto da: zaffiro 08/01/2004 22.48
Sabato 27 Dicembre 2003
ci accorgevamo che ci avevano sostituito la videocamera (con cui facciamo le riprese) e ci rammaricavamo del fatto che ce ne avessero data un’altra con prestazioni inferiori, pensavamo che non avremmo più potuto fare le riprese con la stessa qualità e forse non potevamo più neanche ricavare delle foto nitide.

- ti ricordi quel simbolo che tenevo qui esposto tra le merci?
- non fingere...tu sai a cosa mi riferisco...(si forse aveva ragione ma non riuscivo a concretizzare con la mente il ricordo di quel simbolo a cui lui si riferiva).
- Ecco vedi che non c’è più!
- Degli agenti...quando si sono accorti che l'avevo, sono venuti anche a casa a cercare, di sorpresa e da allora sono sorvegliato, controllato, non sono più libero
Ormai li teneva nascosti e voleva avvisarmi di non mostrare i simboli perché non mi capitasse quello che era successo a lui.
Però mi indicava dove guardare, nel caso volessi vedere quel simbolo, mi spiegava come trovarlo...era sempre li celato tra le merci ma bisognava sapere dove guardare...gli altri non si sarebbero accorti che li avevamo sempre...

Entro in un doppio stato, da un lato sveglia e cosciente...dall’altro in un livello diverso, come se i miei occhi si fossero sdoppiati, uno vede la realtà e l’altro vede attraverso il muro.






E’ agitata, ripete...ho paura aiutatemi, spostandosi di poco avanti e indietro guardandosi attorno...
Di cosa hai paura gli chiedo...non preoccuparti ci sono io con te...stiamo insieme non ti abbandono.
Alla mia domanda lui rimane silenzioso...io stessa posso vedere: con gli occhi aperti scruto la mia stanza...sento la Terra...penso il terremoto...c’è il terremoto, aspetto un attimo...sta arrivando il terremoto?....

c’è stato il terremoto in Iran, città rase al suolo, migliaia di morti, di feriti e di gente sepolta sotto le macerie.
Vorrei sedermi in una poltrona da sola e passare li tutta la mia giornata...a pensare...a chiedere a quell’ombra chi sei... dove sei...tu che mi hai chiamato, hai bisogno di me?



I primi pezzi parlano di una realtà conosicuta, filmata, vissuta, attimo per attimo, e della quale ora sfuggono i contorni, come se la telecamera di ripresa non fosse più buona, come se qualcosa fosse andato nascosto, come se un occhio potesse vedere e uno no. Anche se i filamti possonoessere ugualmente fatti, anche se, cercando, ciò che è nascosto non è sparito, basta saper cercare. Basta saper guardare.

L'ombra era probabilmente una delle vittime del terremoto. Improvvisamente trovatosi sul piano astrale, è rimasto terrorizzato. Eri nella condizione di percepire quel piano. Con un occhio. Con una telecamere sfasata. Come un simbolo nascosto.
(In alcuni passaggi dei libri del Cerchio Firenze 77 sono riportate le parole delle persone impressionate da una morte repentina, quando ancora non si rendono conto di essere morte.)

Ciao zaffiro, grazie. Giulia
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