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Consigli per chi scrive da poco e vuole migliorarsi

Ultimo Aggiornamento: 23/03/2015 17:30
30/09/2006 08:54
 
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Con questo scritto, composto da suggerimenti e regole usciti dalla saccoccia di penne esperte del web (che qui ho raccolto in unico scritto senza troppe pretese) dare il mio contributo per aiutare i nuovi arrivati alla poesia a migliorarsi, per non finire sommersi nella trincea della poesia via web. chiamo a contribuire i veterani del forum ovviamente!

Dopo la premessa, inoltriamoci dunque nella materia. Prima cosa da tenere sempre a mente è che i giudizi negativi alle poesie si riferiscono esclusivamente alla qualità dello scritto e non al sentimento, emozione, legame, soggetto ecc da cui le poesie traggono spunto... per cui se vedete segata in maniera feroce la vostra poesia d'amore con epiteti come "superata" "risaputa" "retorica", le critiche sono rivolte solamente allo scritto, e non alla qualità del vostro sentimento verso l'amato; sembra una cosa ovvia, ma questo fraintendimento a dato luogo a spiacevoli incidenti.

Il titolo: il titolo deve catturare l'attenzione del lettore, perciò evitare titoli troppo lunghi o insignificanti (tipo "amore" o "a te" ecc). il titolo deve sempre avere un chiaro riferimento al contenuto della poesia, spesso indica l'oggetto dello scritto o ne chiarisce il significato, ma non deve essere mai avulso o avere collegamenti troppo nascosti.

Strofe e dintorni: la divisione strofica di una poesia è fondamentale, per questioni logico/contenutistiche e ritmiche;
spezzare i versi in più strofe inoltre agevola la lettura e ben dispone il lettore. la quantità di versi per strofa è molto variabile, ma è consigliabile non mettere più di 6 versi in una singola strofa, soprattutto se lunghi (ad esempio se endecasillabi).

Verso: è consigliabile agli inizi darsi un numero massimo di versi da utilizzare, diciamo sui 30-40, in quanto l'errore più frequente è la prolissità e la dispersione del messaggio in passaggi a vuoto. la lunghezza del verso può notevolmente variare (solitamente sta tra la quartina e l'endecasillabo) ed è sempre consigliabile che scelta la lunghezza del verso, la si mantenga eguale per l'intera strofa, per ragioni ritmiche soprattutto. ricordate sempre di togliele le maiuscole da inizio verso (ovviamente se non ci sono punti in precedenza) in quanto disturbano la lettura e confondono, l'errore è molto frequente quando si scrivono le poesie su word e si fà il copia-incolla, visto che word mette la maiuscola in automatico andando a capo.

Rima: la rima nella poesia è stato un elemento strutturale fondamentale fino a inizi novecento, quando fu in larga parte abbandonata o occultata con l'utilizzo di rime interne. Ora, scrivere in rima in maniera gradevole è abbastanza complesso, in quanto si rischia di finire ad utilizzare rime agghiccianti come "amore-dolore" "cuore-sole", oppure rime campate per aria tipo "finestra-ginestra" (nella mia ultima ad esempio [SM=g27828] ). sarebbe meglio evitare di scrivere poesie in rima finchè non si ha mano esperta, ed utilizzare in poesie a verso libero magari rime interne, oppure sporadiche rime esterne, ma che siano originali, senno tanto vale!

Tronche: le tronche venivano ampliamente utilizzate nella poesia premoderna per questioni metriche, oggi non si usano quasi più, perchè obsolete. Spesso il novizio compie l'errore di farne amplio uso credendo che la tronca ("amor", "cuor", "udir") dia un'aria colta ed aulica allo scritto, in realtà dimostra solamente che il nostro di poesia moderna ha letto pochino pochino.

Ripetizione: la ripetizione in poesia si utilizza per enfatizzzare la parola/verso/strofa ripetuta, uno sbaglio frequente è utilizzarla a sproposito, cosa che indispittisce molto un poeta scafato. bisogna inoltre stare attenti a non utilizzare troppi "che" (errore che spesso si fa'in italiano, anche in prosa), e a non ripetere più di duo volte nella stessa strofa parole come "cuore", "dolore", "tristezza", "amore", ecc che per il loro contenuto pesante ed onniavvolgente nella poesia moderna sono state spesso abbandonate e sostituite con metafore e similitudini adeguate.

Parole desuete e gergali: quando si scrive in poesia è sempre meglio iniziare utilizzando parole d'uso comune, quotidiano evitando di ripescare ideomi ottocenteschi pre-manzoniani ("mortal", "franti", "foste", ecc) o al contrario buttarsi in dialettismi incomprensibili o parole gergali, come possono essere ad esempio "mista", "fattone" "compa" ecc... spesso queste parole hanno creato incomprensioni tragicomiche.

Il pericolo del romanticismo: chiamo così la tendenza tipica di ogni poeta novizio a prediligere parole enfatiche, rindondandi, onniavvolgenti come "amore", "dolore", "trionfo", "morte", "estasi", "abisso", ecc (la lista è lunghissima), che magari utilizzate tutte insieme, fanno capire immediatamente che lo scrittore che ne fa uso tiene in mano la penna da poco... meglio volare bassi finche non si ha la mano sicura e smorzare i toni.

Effetto elenco: spesso ci si trova insoddisfatti dell'unico aggettivo che ci viene in mente per definire un oggetto/situazione/persona ed allora ce ne mettiamo 3-4, pensando così di aver perfettamente descritto il nostro oggetto. In realtà stiamo semplicemente facendo l'elenco della spesa, e stiamo dimostrando al lettore che siamo talmente insicuri delle nostre capacità da dover arrapicarci sugli specchi per definire una semplice cosa. meglio utilizzare una metafora o similitudine se non ci viene alcun aggettivo soddisfacente in mente, oppure non mettercene alcuno, se non altro il lettore non s'indispettisce.

Il pericolo del simbolismo: a volte lasciandosi guidare dalla bellezza delle parole o dalle loro assonanze ritmiche si sfornano immagini incomprensibili, oscure, prive di senso.
ad esempio "sogni di versi riversi in serpi fra sterpi..." questo è un verso che scrissi qualche tempo fa, lasciandomi guidare dal suono e dall'accostamento di immagini antitetiche, ed è un verso assolutamente pessimo, perchè non significa nulla ed è un mero esercizio di fantasia che non tiene conto che dall'altra parte c'è un lettore, che vuole capire che accipicchia scrivo [SM=g27828] .

ecco questi sono solo alcuni piccoli accorgimenti; prossimamente metterò una piccola bibliografia dove chi vuole potrà trovare gli scritti degli artisti sul loro modo di trattare il verso. ave [SM=g27811]

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30/09/2006 17:31
 
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Premetto che secondo me la poesia nasce dal cuore ma è la mente che la scrive.
La lingua e la scrittura sono raffinati mezzi di comunicazione codificati (concordati) che usiamo per farci capire, per trasmettere ad altri i nostri pensieri e le nostre emozioni. Processi quindi doverosamente governati dalla mente.

Le emozioni nascono dal cuore, le sensazioni dalla sensibilità personale, i pensieri dalla mente ma senza la parola e la lingua non potrebbero diventare poesia o prosa per essere trasmessi ad altri.

Un po' di attenzione di chi vuole comunicare con gli altri mi sembra doveroso e rispettoso verso il lettore.

Ritornando all'argomento devo dire che sono quasi completamente d'accordo con i consigli riassunti dall'amico Leo e lo ringrazio per questa iniziativa.
Ovviamente ogni consiglio può nascondere qualche eccezione.

Qualche piccola riserva ce l'ho sulla lunghezza della strofa. Secondo me il limite lo deve impostare il pensiero. E' certamente brutto interrompere la lettura di un pensiero spezzandolo in due solo per non superare una lunghezza prefissata. Il consiglio, semmai, può diventare di fare le strofe corte, di condensare cioè il pensiero, che solitamente concilia anche con l'intensità delle emozioni.

Vorrei aggiungere anche qualcosa di personale

Ossimoro, ovvero quel "procedimento retorico che consiste nel riunire due termini contraddittori (es. un silenzio eloquente, corri piano)"*.
Secondo me non c'è niente di più brutto di una esagerazione di ossimori o peggio ancora di forzature senza senso tanto per stupire chi legge, per non parlare poi di quelli super usati ed abusati fino alla noia come quelli dell'esempio.
Un ossimoro è valido se è ben ponderato ed ha una sua bella logica. Quindi consiglierei di evitarli se non sono davvero un colpo di luce.

Naturalmente vale sempre il discorso sulle eccezioni.

Un saluto

Giancarlo cobite


* "ossimòro," (c) 1994 Zanichelli Editore spa.

[Modificato da Cobite 30/09/2006 17.31]


...

- Quando le parole hanno la musica dentro e la strofa è canto, allora il pensiero è diventato poesia.-
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11/11/2006 18:06
 
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Mi spiace compare ma secondo me, la vera poesia, è l'espressione del'anima. E le regole dell'anima sono a noi sconosciute.
Quindi nello scrivere una poesia meno regole seguiamo, e più risulterà essere spontanea e piacevole per chi scrive e per chi legge.
A meno che non si tratti di un obrobrio!!! Ovvio!

Se una poesia non mi piace, non è dovuto all'assenza delle regole sopracitat, ma può essere che non l'ho capita, non parla al mio cuore, affronta tematiche che non mi appartengono, uno stile che non apprezzo,ecc....


La mia filosofia è: LA POESIA PREMIA SE STESSA. SEMPRE


Anzi, dopo aver scritto poesie, dovremo leggerle e rileggerle 1, 10, 100 volte e poi...buttarle nel cestino!


Ti facevo più anarchico e meno professorino, Nichilista!
[SM=x142847]




Consigli per chi scrive da poco e vuole migliorarsi?
Uno solo. leggete tutto ciò che desiderate leggere, e scrivete tutto ciò che vi viene dettato dall'anima e dal cuore.
[SM=g27811]

[Modificato da elfo nero 11/11/2006 18.08]

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Re:
Ogni tanto mi metto a leggere anch'io queste cose, ma poi mi sembra che prima devo trovare un mio modo con l'istinto... un po' come scrive Elfo. Eppure ci sarebbe tanto da imparare [SM=g27811]

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Apprezzo molto anch'io l'iniziativa portata avanti da Leonardo, anche se per me risulterà impossibile seguire i tuoi suggerimenti...

Come ha già detto elfo nero, io evito di seguire le regole per raggiungere il massimo della spontaneità, e non so se faccio bene o male...

E poi rifacendomi a una tua poesia, ti dico questo:
"Non sono che un bambino che piange versi privi di senso" [SM=x142888]


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"Sii sempre come il mare che infrangendosi contro gli scogli, trova sempre la forza di riprovarci."
Oscar Wilde.
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io ..penso
che scrivere seguendo regole, possa servire per fare una poesia dotta e letterata...
sicuramente servono queste indicazioni..
ma io scrivo per istinto... e non amo le regole....
non mi reputo una grande poetessa. e manco voglio esserlo..
scrivo per descrivere i miei stati d'animo, in quel momento...
sono d'accordissimo con elfo....
e inoltre le poesie se non mi danno un brividino, non mi piacciono...
cmq... nichilista.... hai fatto bene a postare questo argomento.-...
serve come discussione..
un saluto fr@nk@


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IO il poco che scrivo lo scrivo come dice Elfo e Franka, trasportata dal momento e dalle sensazioni che vivo in quell'istante. Sono pero' convinta che anche in poesia ci vogliano delle regole che dovrebbero pero' non togliere nulla al contenuto che deve rimanere libera espressione dell'anima.


...

Giovanna
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12/11/2006 14:45
 
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Consigli per chi scrive da poco e vuole migliorarsi
.......

[SM=x142934]
Carissimi, molti di voi hanno la patente e guidano normalmente l'auto per strada, in mezzo al trafico e perfino con la neve. Ora, se chiedo a voi quante mani tenete sul volante quando guidate normalmente, già un terzo si mette a pensarci e un’altra parte dirà sicuramente una mano, mentre la guida corretta ne esigerebbe due.
Ma se chiedo: "Quando guidate per girare il volante tirate con le mani o spingete?" sono sicuro che quasi tutti non se lo ricordanno e proveranno la manovra con le mani.
Ve le ricordate le prime guide? Erano difficili, si pensava al freno, alla frizione, alle marce, alle precedenze, ai segnali stradali, al semaforo, allo specchietto... e alla fine si rischiava di sbagliare strada [SM=x142904] .
Poi con la pratica le cose sono diventate istintive, d'abitudine, e le cose si fanno senza tanto pensarci. La necessità e l’abitudine hanno chiaramente domato l’istinto e voi guidate tranquillamente facendo (quasi) tutte le cose giuste.
Lo stesso è con la scrittura e, volenti o nolenti, tutti noi quando scriviamo seguiamo le sue regole e questo perchè se non si seguissero non si comunicherebbe affatto.
Ora scusatemi se vi dico che mi pare strano quando qualcuno mi dice che non segue regole, che lui scrive con il cuore, con l’anima, con la carne, con il sangue, e via dicendo. Probabilmente dimentica che il cuore è analfabeta (infatti anche chi non sa scrivere ha un cuore che palpita emozioni), mentre è la mente che interpreta il tutto e lo converte in linguaggio o in scrittura o in canto o in pittura o in scultura o altro seguendo le regole della comunicazione prescelta.
Amici carissimi, voi tutti che avete risposto qui sopra non siete per nulla principianti, voi la machina della poesia la conoscete e la guidate da parecchio tempo e quindi non c’è di che meravigliarsi se scrivete benissimo d’istinto e d’istinto seguite le regole per viaggiare bene (salvo qualche infrazione che ogni tanto noto anche nei vostri dottissimi scritti [SM=x142839] ), ma non potete assolutamente pretendere che questa abilità sia anche per chi incomincia o che le regole che voi seguite d’istinto non esistano, o peggio che gli errori siano legge per tutti. [SM=x142859]
Io ricordo i mille dubbi di quando ho iniziato e francamente leggendomi capisco che ho ancora molto da imparare e da affinare [SM=x142935] .
Beato chi, invece, si sente sicuro e non vuole migliorarsi ma non pianga mai se il suo genio rimanesse incompreso... [SM=x142825]

A questo punto vi invito a leggere, o meglio a rileggere bene, il titolo di questa ottima discussione che evidentemente a qualcuno è sfuggito.

A presto [SM=x142872]

woommmmmm [SM=x142933] [SM=x142838] Giancarlo



[Modificato da Cobite 21/03/2008 01:23]


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- Quando le parole hanno la musica dentro e la strofa è canto, allora il pensiero è diventato poesia.-
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12/11/2006 21:12
 
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Mhhh, si, il tuo commento è comprensibile. :P
Ed ho sbagliato anche io a prendere troppo alla lettere il titolo del blog. Comunque, capit.
Ah, non credo di avere consigli per i novizi. Forse uno, ch'è un consiglio lampante per tutti, vecchi e nuovi: leggere, per aver un più ampio vocabolario.


...

[IMG]www.[/IMG]Suoi simboli sono la verga d'oro intrecciata con due serpenti, simbolo dell'astuzia e regalo di Apollo, e i sandali alati, simbolo della sua rapidità. E' il Dio delle invenzioni del commercio, degli inganni, dei ladri, delle strade, dei pascoli e dei sogni.
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12/11/2006 22:18
 
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Re: Consigli per chi scrive da poco e vuole migliorarsi

Scritto da: Cobite 12/11/2006 14.45
.......

[SM=x142934]
Carissimi, molti di voi hanno la patente e guidano normalmente l'auto per strada, in mezzo al trafico e perfino con la neve. Ora, se chiedo a voi quante mani tenete sul volante quando guidate normalmente, già un terzo si mette a pensarci e un’altra parte dirà sicuramente una mano, mentre la guida corretta ne esigerebbe due.
Ma se chiedo: "Quando guidate per girare il volante tirate con le mani o spingete?" sono sicuro che quasi tutti non se lo ricordanno e proveranno la manovra con le mani.
Ve le ricordate le prime guide? Erano difficili, si pensava al freno, alla frizione, alle marche, alle precedenze, ai segnali stradali, al semaforo, allo specchietto... e alla fine si rischiava di sbagliare strada [SM=x142904] .
Poi con la pratica le cose sono diventate istintive, d'abitudine, e le cose si fanno senza tanto pensarci. La necessità e l’abitudine hanno chiaramente domato l’istinto e voi guidate tranquillamente facendo (quasi) tutte le cose giuste.
Lo stesso è con la scrittura e, volenti o nolenti, tutti noi quando scriviamo seguiamo le sue regole e questo perchè se non si seguissero non si comunicherebbe affatto.
Ora scusatemi se vi dico che mi pare strano quando qualcuno mi dice che non segue regole, che lui scrive con il cuore, con l’anima, con la carne, con il sangue, e via dicendo. Probabilmente dimentica che il cuore è analfabeta (infatti anche chi non sa scrivere ha un cuore che palpita emozioni), mentre è la mente che interpreta il tutto e lo converte in linguaggio o in scrittura o in canto o in pittura o in scultura o altro seguendo le regole della comunicazione prescelta.
Amici carissimi, voi tutti che avete risposto qui sopra non siete per nulla principianti, voi la machina della poesia la conoscete e la guidate da parecchio tempo e quindi non c’è di che meravigliarsi se scrivete benissimo d’istinto e d’istinto seguite le regole per viaggiare bene (salvo qualche infrazione che ogni tanto noto anche nei vostri dottissimi scritti [SM=x142839] ), ma non potete assolutamente pretendere che questa abilità sia anche per chi incomincia o che le regole che voi seguite d’istinto non esistano, o peggio che gli errori siano legge per tutti. [SM=x142859]
Io ricordo i mille dubbi di quando ho iniziato e francamente leggendomi capisco che ho ancora molto da imparare e da affinare [SM=x142935] .
Beato chi, invece, si sente sicuro e non vuole migliorarsi ma non pianga mai se il suo genio rimanesse incompreso... [SM=x142825]

A questo punto vi invito a leggere, o meglio a rileggere bene, il titolo di questa ottima discussione che evidentemente a qualcuno è sfuggito.

A presto [SM=x142872]

woommmmmm [SM=x142933] [SM=x142838] Giancarlo









Ciò che affermi è senz'altro vero, verissimo.
Io stesso, ad esempio, ritengo di essere migliorato da quando riporto i miei scritti nei vari freeforumzone di poesia, grazie ai commenti e ai suggerimenti dei tanti amici poeti che frequentano questi forum.
Noto con piacere che siamo tutti quanti d'accordo su un punto: il miglior consiglio è LEGGERE! Poesie, romanzi, saggi, biografie, leggende, documenti, ecc. [SM=x142903]

Ad ogni, modo, per non dilungarmi troppo e volendo sintetizzare il mio pensiero dico questo: Se una persona ha l'intenzione e la giusta ispirazione per scrivere una poesia, non può permettersi di star li a leggere e attenersi alle sopracitate regole di Nichilista Errante! Non riuscirebbe mai a mettere insieme 2 parole!
[SM=x142935] [SM=x142819] [SM=x142935]

[Modificato da elfo nero 12/11/2006 22.20]

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Condivido il primo post dell'amico Elfo...

Ciò che penso è che un poeta in primis deve leggere ciò che alberga nel proprio cuore, conoscere e far comprendere il bianco e il nero che scorrrono dentro di esso, con sincerità...

Il seme della parola va piantato nel nostro universo interiore... con il tempo esso diverrà una piantina forte e resistente al susseguirsi delle stagioni ed infine porterà buon frutto per se stessa ma soprattutto per chi ne potrà gustare il suo sapore e sentire il suo odore...

Se poi aggiungiamo quanto detto dall'amico Nichi, ma non ossesionatamente, allora siamo divenuti ottimi contadini dell'anima...


Un caro saluto a tutti.
Gae

[Modificato da Geneshys 13/11/2006 4.18]

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Re: Re: Consigli per chi scrive da poco e vuole migliorarsi

Scritto da: elfo nero 12/11/2006 22.18


Ad ogni, modo, per non dilungarmi troppo e volendo sintetizzare il mio pensiero dico questo: Se una persona ha l'intenzione e la giusta ispirazione per scrivere una poesia, non può permettersi di star li a leggere e attenersi alle sopracitate regole di Nichilista Errante! Non riuscirebbe mai a mettere insieme 2 parole!
[SM=x142935] [SM=x142819] [SM=x142935]

[Modificato da elfo nero 12/11/2006 22.20]




Invece tu le metti bene in fila tutte quante [SM=x142891]

Evidentemente sai "guidare" bene. [SM=x142888]

[SM=x142843] Giancarlo

[Modificato da Cobite 13/11/2006 14.16]


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17/12/2006 20:39
 
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...mumble, mumble... leggo...
...mumble, mumble... imparo...
Naturalmente, come in tutte le cose, credo che il giusto sia nel mezzo... ma non credo di avere titoli per rispondere...
Sono semplicemente felice di avervi trovati...
E, dopo 25 anni, aver riassaporato il piacere di scrivere.

Abbraccio. [SM=x142903] [SM=x142876]


...

Filippo
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20/12/2006 19:00
 
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Secondo me non esistono le regole del "perfetto poeta"...
La poesia è qualcosa che va al di là delle figure retoriche o degli esercizi di metrica. Inutile suggerire consigli per migliorarsi quando chi scrive se è attento, sa migliorarsi da sè.

Se si seguono le regole ferree della metrica alla fine è come se si scive un espressione matematica e almeno per come intendo io la poesia, non va bene per niente.

In passato chi sceiveva poesia, (Dante, Petrarca...Foscolo, Leopardi...) era quasi obbligato ad usare gli artifici retorici per questioni di stile e perchè i destinatari delle loro opere erano gente colta, forse anche più di loro. Oggi bene o male tutti abbiamo una cultura e non si scrive per compicere re e principi o per innalzare gli animi al patriottismo (come nel Risorgimento) e non esistono, per fortuna, grandi correnti letterarie di rifrimento (Neoclassicismo, Romanticismo...).


...


Claudio
07/01/2007 18:57
 
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C'è sostanzialmente un errore di fondo nelle varie obbiezioni fattemi: che io sia un sostenitore dell'accademismo e del formalismo. Il contenuto lo trovo fondamentale in un opera d'arte, ma è talmente soggettivo ed individualmente interpretabile che è impossibile dare dei consigli sui contenuti, oltre che assurdo. Al contrario la forma è universale, una linea retta fa 90 gradi sia per un romantico che per un materialista, così come un endecasillabo sarà sempre 11 sillabe composte in maniera più o meno raffinata: ogni individuo ha dei contenuti unici da esprimere, che di certo non gli sfuggono mentre corregge gli errori grammaticali dei suoi scritti oppure cerca nel dizionario dei sinonimi e dei contrari (strumento che dovrebbe stare su ogni tavolo d'un vero poeta)un termire per non ripetere per la 100.000esima volta il binomio "amore-dolore". Non so poi se qualcuno se n'è accorto, ma di solito i poeti che hanno contenuti originali hanno anche una forma stilistica loro propria... provate con Leopardi: senza vederne il nome o leggere il contenuto solo con un colpo d'occhio riconoscerete il suo marchio nella disposizione dei versi nella pagina.
Per quanto riguarda i maestri: ho visto rispondere a critiche più o meno costruttive sulla banalità e futilità della poesia l'autore della stessa con la frase "è assolutamente unica e originale, io non ho mai letto nessun poeta" (!!!!!!!!!!). ora apparte il fatto che erigere la propria mancanza di curiosità ed immodestia a sistema è alquanto ridicolo, il fatto di aver letto poca o pochissima poesia non significa che essendo ignoranti si è originali, ma significa che invece di prendere spunto per trovare la propria via da cose che si conoscono bene, si tenta di evitare la fatica dello studio scopiazzando cose altrui non digerite, con risultati tragicomici (credendo di scrivere poesia quando si stanno copiando le canzonette di San Remo). Insomma poeti non si nasce ma si diventa, e se nessun maestro può inculcarti la poesia nell'animo se non ce l'hai è altrettanto vero che senza un maestro la poesia che hai nell'animo verrà sempre fuori per balbetii e mugolii. ave
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01/02/2007 10:20
 
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La mia opinione
Piccola premessa.. ho letto molta poesia fin da bambina,era il modo in cui mio zio amante della bellezza (anche dialettica) e dell'arte innaffiava il mio giardino,definendo la poesia il prolungamento della vista cosi' come la musica lo è per l'udito.
Nonostante ciò..non amo molto certa poesia. Quella mediata ricerca di rime che fa combaciare amore con cuore non esprime nulla di esaltante. Ripetitive, monotone, banali. Diffido dei poeti professionisti, tessono ragnatele di frasi usate ed abusate, spargono miele stucchevole incolonnando meccanicamente frasi strappate ad un vocabolario fin troppo commercializzato. Mi soffermo a leggerle e quando arrivo in fondo l’unica forte sensazione che avverto è quella di aver perso tempo. Ma in fondo il senso della libertà è anche questo, scrivere quel che si vuole, leggere quel che si vuole.
La poesia, almeno per me è un’altra cosa. E’ il risultato visibile di un’esperienza vissuta, di una riflessione sentita, il resoconto vivo e palpitante di un’emozione, di una passione, di un pensiero, di una fantasia. Chi scrive e chi legge deve vivere dentro quelle parole, deve perdersi, deve sentire una qualche reazione anche a livello fisico, un brivido, un nodo alla gola, un sorriso, rabbia, eccitazione; deve sentire lo smarrimento di un istante, deve piombare in un luogo, precipitare in un ricordo, sospingersi in una speranza. E non importa la rima, non serve la metrica. Amo chi scrive di getto, ignorando la grammatica, fregandosene di un ipotetico lettore. Amo chi scrive per necessità, per un’invadente desiderio di farlo, per un impulso irrefrenabile. Cosa importa quale che sia l’argomento? Anche nell’immoralità e nella perdizione c’è poesia. Ce lo hanno dimostrato i “poeti maledetti” come il rabbioso Cecco Angiolieri o raffinati pensatori come Fabrizio De Andrè. La poesia non è cercare consensi o dissensi, non è cuore-amore o pelle-stelle ma è la vita, tutta, nel bene e nel male.

[Modificato da finfilla 01/02/2007 10.29]

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Amo chi scrive di getto, ignorando la grammatica, fregandosene di un ipotetico lettore. Amo chi scrive per necessità, per un’invadente desiderio di farlo, per un impulso irrefrenabile. Cosa importa quale che sia l’argomento? Anche nell’immoralità e nella perdizione c’è poesia. Ce lo hanno dimostrato i “poeti maledetti” come il rabbioso Cecco Angiolieri o raffinati pensatori come Fabrizio De Andrè.



A mio parere per prima cosa non bisogna mai dimenticare che la poesia è comunicazione attraverso la parola elevata ad arte. A nulla valgono nitriti, muggiti, mugugni e cavolate varie scritte per se stessi se non comunicano niente a nessuno.

Sinceramente trovo che chi scrive "ignorando la grammatica, fregandosene di un ipotetico lettore" non cerchi di comunicare affatto e quindi il suo scritto può non essere prosa, pensiero o poesia e proporlo per tale può essere pure interpretato come un atto di grande maleducazione.

La poesia, ma anche la prosa, deve necessariamente seguire dei metodi (anche sperimentali o di richiami atavici, psicologici o semantici e chi ne ha più ne metta) tesi a comunicare qualcosa al lettore a cui è destinata.
Un esempio classico e lampante è scrivere in italiano per gli italiani, in francese per i francesi e così via. Poco più di inutile è scrivere in cinese per gli italiani, provocatorio (come minimo) scrivere senza regole con nessun richiamo per chi che sia.
Errare è umano, persistere è diabolico. La poesia “maledetta” non è quella che persiste nel combinare ogni errore o perseguire metodi d’impossibile ricezione.

Desidero anche far notare come la poesia si differenzi dalla prosa proprio per l'armonia ed il canto della parole (non musicate, ma intrinseche al verso stesso). La rima altro non è che una ricerca di tale armonia, ma non la sola. Un esempio di scempio della poesia per la perdita di armonia sono le traduzioni nelle quali molto spesso rimangono solo il pensiero ma perdono l'armonia ed il canto della parola originale. Vedi ad esempio i tanto decantati e mal tradotti poeti maledetti francesi (la traduzione, quella è la loro maledizione!)
Lo stile libero deve comunque seguire questa ricerca altrimenti rimane un bel pensiero (se bello è) in colona, come scritto in un giornale, ma non possiamo parlare di poesia. D’altra parte le canzoni spesso sono armoniche ma difettano di pensiero. D’Andrè è un vero poeta che sapeva musicare ed ha trovato spesso la giusta armonia di parola, pensiero e musica. A lui tutta la mia stima.
Il canto nel verso spesso è istintivo e allora ben vengano le poesia istintive, ma altre volte è cosciente ricerca e alla fine il prodotto non cambia.
Quindi ritengo un luogo comune da sfatare che le poesie siano scritte dal cuore o qualcuno dovrebbe dirmi in che lingua parla il cuore. Ritengo invece le poesie siano suggerite dal cuore ma scritte dalla mente nell'intento di comunicare il meglio possibile il tema trattato. Se questo è fatto in modo consapevole o meno, non è cosa che mi riguardi, io leggo il risultato, il resto appartiene all'autore.

Ciao

Giancarlo


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"fregandosene di un ipotetico lettore"

Trovo tale affermazione davvero poco rispettosa verso coloro che leggono le opere che posti, oltre che in se ha un gran controsenso! Perchè scrivere in forum se non vuoi comunicare e condividere?

La poesia a mio avviso è una delle forme di comunicazione più eccelse che esistono, se non dialoga con il cuore dell'uomo non ha senso... allora tenetele chiuse in cantina...

Saluti
Gae
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re

[SM=g27817] Mi spiace tu abbia mal interpretato la mia affermazione Gae,ma il "gioco" dei fraintendimenti è piuttosto diffuso nei forum,(lo scopo della comunicazione non sta nel pretendere la "ragione") quando scrivo "fregandosene di un'ipotetico lettore" certamente non intendevo gettare versi sgrammaticati imcomprensibili a chiunque se non a te stesso o addirittura in un'altra lingua (leggere quest'affermazione ha scaturito in me una certa ilarità,un buon modo per iniziare la giornata,grazie).Pensavo non fosse necessario specificare dettagliatamente (mi sbagliavo! ma del resto errare è umano),ma scrivere dando maggiore rilevanza alle tue emozioni e non al contenuto grammaticale o con l'intenzione di far "colpo" sull'eventuale lettore per dimostrare quanta padronanza del linguaggio abbiamo, poi se ci sono l'uno e l'altro,meglio.
Personalmente, dovendo scegliere,preferisco leggere uno scritto meno forbito, ma comunicativo dal punto di vista emozionale, che leggere un racconto , una poesia o quant'altro inattaccabili dal punto di vista grammaticale ,semantico,dialettico ma privo di spontaneità e passionalità.
Anzi, dirò di più, questo forum è frequentato da scrittori non professionisti, ma da semplici appassionati,da quel che ho potuto notare, ritengo sia offensivo sostenere implicitamente che chi non ha grandi capacità dialettiche o grammaticali non sia "degno" di pubblicare i suoi scritti, perchè questo potrebbe demotivare molti inconsapevoli talentuosi neo scrittori.La grammatica può essere aggiustata ,corretta, come avviene in molte case editrici,prima della pubblicazione di un libro, ma la capacità dei contenuti di coinvolgere emotivamente il lettore non s'impara.
Rispondendo a Cobite..lo invito a rileggere com maggiore accortezza le mie affermazioni,non ho mai sostenuto che le poesie siano suggerite dal cuore, anzi ho sotenuto il contrario,dicendo che.."Diffido dei poeti professionisti, tessono ragnatele di frasi usate ed abusate, spargono miele stucchevole incolonnando meccanicamente frasi strappate ad un vocabolario fin troppo commercializzato. Mi soffermo a leggerle e quando arrivo in fondo l’unica forte sensazione che avverto è quella di aver perso tempo" ma dev'essere il risultato di una riflessione,di un’emozione,di una passione, di un pensiero, di una fantasia e non qualcosa suggerito solo ed esclusivamente dal cuore.
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A volte è meglio illuminare con spiegazioni più dettagiate il proprio pensiero... per noi umili mortali.


Grazie
Gae
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"Rispondendo a Cobite..lo invito a rileggere com maggiore accortezza le mie affermazioni"



Le ho lette con molta attenzione, le ho quotate e le ho evidenziate.
Non per nulla ho chiarito il mio pensiero confrontandolo proprio che le tua affermazioni.


“Diffido dei poeti professionisti, tessono ragnatele di frasi usate ed abusate, spargono miele stucchevole incolonnando meccanicamente frasi strappate ad un vocabolario fin troppo commercializzato. Mi soffermo a leggerle e quando arrivo in fondo l’unica forte sensazione che avverto è quella di aver perso tempo"


In quanto alle tue affermazioni sui "poeti professionisti" faresti bene dire che sono tue e basta, senza generalizzare.
Non condivido il tuo modo approssimativo di catalogare e giudicare a priori, con sentenze talmente pesanti da diventare offensive verso chi pubblica e magari fa della cultura anche un sostentamento economico.
Questo è un forum di dilettanti ma non per questo sputiamo addosso ad altri scrittori gratuite affermazioni solo perchè sono dei professionisti, magari accreditando loro difetti presenti anche tra di noi.

Ti invito pertanto ad esprimerti con maggiore rispetto.

Giancarlo cobite

[Modificato da Cobite 02/02/2007 14.29]


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@finfilla

Io nelle tue parole leggo una contraddizione "in termini" (forse più di una)...

Tu dici:
"Diffido dei poeti professionisti, tessono ragnatele di frasi usate ed abusate, spargono miele stucchevole incolonnando meccanicamente frasi strappate ad un vocabolario fin troppo commercializzato"

Leggo che sei contrario/a ad ogni dettato stilistico, alla grammatica, al professionismo poetico e porti come esempio di bella poesia un autore come Cecco Angiolieri che predilige uno schema metrico come il sonetto dal quale non si può scappare nemmeno di una sillaba eccedente e su cui non si può improvvisare.
E anche nelle storie cantate da de Andrè (pure lui professionista) mi pare di riscontrare una certa costruzione metrico-stilistica per aumentare l'effetto armonico della canzone.

Non ti sembra eccessivo e fuori luogo definire così tutta la nostra tradizione poetica che da Dante a Montale ha conosciuto moltissimi eccellenti professionisti della poesia, alcuni dei quali non sapevano nemmeno cosa fosse un dizionario?

"La poesia non è cercare consensi o dissensi, non è cuore-amore o pelle-stelle ma è la vita, tutta, nel bene e nel male."

Su questo potremmo essere anche d'accordo ma ricordati che ogni autore o filone letterario è il riflesso e il prodotto della società in cui è maturato.
Nella società attuale, il problema non è chi scrive cuore-amore ma chi ti legittima questi "scrittori" attraverso libri inutili fatti solo per far guadagnare gli editori... Ma del resto oggi conta solo l'economia e il profitto e si sacrifica volentieri la qualità.

Riguardo alla comunicazione attraverso la poesia, sappi che il poeta con la P maiuscola, è una specie di tramite tra se stesso ed il mondo circostante, deve saper trasferire le sue emozioni e coinvolgere chi gli sta intorno ma con naturalezza e semplicità

Comunque è bene non mischiare osservazioni personali con la storia della letteratura soprattutto se non la si conosce abbastanza da poter formulare giudizi profondi e motivati.


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Claudio
05/02/2007 11:13
 
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Ho letto la polemica innestata da Finfilla e devo dire che Giancarlo con il suo primo reply di risposta ha già delineato bene il campo in cui la poesia si differenzia da un diario in versi. Secondo me però la questione continua ad essere affrontata in maniera adolescenziale: da una parte i paladini del contenuto, dell'emozione e della fantasia dall'altra i grigi sorcioni da biblioteca, che passano l'esistenza a studiare metrica medioevale e a scovare nel dizionario termini che già Dante considerava obsoleti. è evidente che così non si và da nessuna parte: per me scrivere un testo in 10 minuti zeppo di errori, di parole ripetute 4 volte in 4 versi, di immagini straabusate non è indice di sentimento ma solamente di fanfaronaggine... insomma, io non ho prodotto lo scritto oggetto del dibattito perchè amo la poesia omologata, erudita o passatista ma perchè credo che TUTTI inizino a scrivere poesia mettendo in colonna i propri pensieri al posto di scrivere per esteso come in prosa, ma se questo è il comune punto di partenza è giusto per orgoglio personale andare oltre, impadronirsi dei mezzi del mestiere che ci permettono di dispiegare appieno il nostro pensiero. Poi, per sola autostima e autosoddisfazione, mi chiedo quanta gratificazione possa provare un "poeta" a scrivere 100-200 poesie in un anno, mai ritoccate o incanalate in qualche modo verso uno scopo che non sia solo quello di sfogarsi su di un foglio, quando le legge una di fila all'altra e vede che gira e rigira ci sono sempre le stesse parole, le stesse immagini, la stessa disposizione dei versi. Io personalmente amo superarmi sempre, scrivere sempre cose più difficili, profonde, elaborate e ci sto anche un ora su un verso finchè non rende (per forma e contenuto) quello che voglio dire, e non si accorda in maniera adamantina con la poesia di cui fà parte... ma non mi sento assolutamente un formalista o uno che scrive poesie senza contenuto. ave [SM=g27811]
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28/02/2007 00:46
 
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Apprezzo l'idea di dare qualche consiglio sulla composizione poetica, d'altronde, per quanto possano essere preziosi ed intensi i sentimenti, non sempre lo stile e la forma sono adeguate... di poesia esteticamente poco piacevole ce n'è fin troppa...

Non sono d'accordo su alcune affermazioni, come quelle riguardanti la lunghezza delle strofe o il numero dei versi: ci sono poesie di carattere più descrittivo o celebrativo, che hanno bisogno di una certa estensione, altre che, invece, richiedono concisione. Io, ad esempio, ne scrivo di entrambi i tipi.
E' vero che la critica contemporanea predilige la brevità, ma ciò non significa che si tratti sempre di qualcosa di positivo.

Riguardo all'uso di parole come "abisso" o "dolore", mi sembra assurdo proibirle! Malgrado non debba farsene un uso spropositato, non bisogna certo mettersi col misurino a calcolarle! L'importante è non ottenere un risultato banale e melenso.

A volte anche l'uso di termini ricercati o di parole tronche ha un suo valore estetico. Come nei casi precedenti, l'importante è non eccedere. Dipende tutto dall'effetto che se ne ricava all'interno della composizione.

La poesia, a differenza del saggio accademico, è un'entità che non viene studiata a tavolino, ma si impone nella propria singolarità. Per quante modifiche un autore possa fare, essa dev'essere considerata nella propria interezza... è difficile da esprimere a parole, ma è come se si rimproverasse a Michelangelo di aver utilizzato tonalità di colore troppo intense o al Caravaggio di aver delineato atmosfere eccessivamente umbratili!
Ogni artista ha il proprio stile e i propri mezzi espressivi, che, naturalmente, modifica nel corso della propria vita e del proprio percorso evolutivo... è giusto muovere delle critiche, ma attenzione a non operare delle riduzioni!

Grazie, comunque, a Nichilistaerrante per aver tentato di dare consigli fruttuosi ai giovani compositori... ne abbiamo tutti bisogno, me compresa!

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I let fall flowers of blood
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A Nichilista con tutta la mia stima:
si nasce poeta, non lo diventa.
Laura [SM=g27811]
P.S. Non ho letto tutti i consigli e tutti gli altri interventi. Questa volta chiedo scusa a tutti indistintamente ma oggi, in particolare, riflettevo sulla mia formazione poetica troppo tecnica (nel senso che ho frequentato corsi su corsi sull'analisi del testo poetico) e la maledicevo. Perché ti impedisce di fare poesia. Il sapere come è strutturata una poesia ti impedisce di realizzarne una. Troppa tecnica fa male. Credimi. E ora che avrei maggiormente bisogno di sfogarmi mettendo nero su bianco...non so scrivere: eppure ti so dire tuto sul triangolo vocalico, sulle consonanti dure e quelle dolci, sui suoni aspri, sugli accenti, sugli accidenti metrici.
Sono arrabbiata. Con la tecnica e con me stessa.


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Laura______Raggio di Sole21.
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Re:
Raggio di Sole21., 26/02/2008 16.38:

A Nichilista con tutta la mia stima:
si nasce poeta, non lo diventa.
Laura [SM=g27811]
P.S. Non ho letto tutti i consigli e tutti gli altri interventi. Questa volta chiedo scusa a tutti indistintamente ma oggi, in particolare, riflettevo sulla mia formazione poetica troppo tecnica (nel senso che ho frequentato corsi su corsi sull'analisi del testo poetico) e la maledicevo. Perché ti impedisce di fare poesia. Il sapere come è strutturata una poesia ti impedisce di realizzarne una. Troppa tecnica fa male. Credimi. E ora che avrei maggiormente bisogno di sfogarmi mettendo nero su bianco...non so scrivere: eppure ti so dire tuto sul triangolo vocalico, sulle consonanti dure e quelle dolci, sui suoni aspri, sugli accenti, sugli accidenti metrici.
Sono arrabbiata. Con la tecnica e con me stessa.




Tutto quello che hai detto è giusto: ogni consonante ed ogni vocale è musica e la musica va praticata fino alla nausea e solo poi scritta in poesia come il cuore detta e la mente dispone...

Ma non essere arrabbiata, ma guarda quello che sai con la tolleranza che dimostri agli altri e cerca di applicarlo li dove ti viene e... lascia sempre qualcosina per chi vuole criticare [SM=x142834]

Ma dai, ché sei brava [SM=x142891]

[SM=x142892] Giancarlo


[Modificato da Cobite 26/02/2008 22:28]


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- Quando le parole hanno la musica dentro e la strofa è canto, allora il pensiero è diventato poesia.-
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Non è stato registrato il post (credo si chiami così).
Comunque grazie Cobite per la tua bontà, per la tua fiducia questa volta veramente a occhi chiusissimi, per la tua comprensione e per la tua GRANDEZZA. Criticatemi. Non sono una che se la prende...Ho voglia d' imparare qualcosa.
Grazie
Laura


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Laura______Raggio di Sole21.
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Anch'io, lo confesso, non ho letto tutti i commenti.... E come avrei potuto ? sono tanti, colti, sottili.... ed il tempo è sempre poco, arrivo a mezzanotte stanca, mi fuma quel poco di cervello che resta dopo una giornata dove è successo di tutto... Da una parte la tentazione irresistibile di rompere semplicemente gli argini e scatenare la piena di emozioni che si fanno sempre più urgenti .... dall'altra la voglia di imparare, di bere alla fonte della saggezza.... e quindi apro una "discussione" il cui titolo mi sembra dica tutto..... comincio a leggere e mi prende lo scoramento, penso che non ce la farò mai: troppe nozioni, troppe regole, per un essere istintivo che accetta solo le regole del cuore.... il primo pensiero è di chiedervi perdono, mi sono intrufolata nel posto sbagliato, forse non era ciò che cercavo.... o magari domani tornerò dopo aver riordinato i pensieri; oggi no, oggi è partita una reazione a catena .....
Come posso arginare le emozioni e addomesticarle alle regole... se non riesco a vedere un nesso fra le due cose.. ?
forse, con il vostro aiuto, domani potrò....

[SM=x142825]

Rosy

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A Rosy:
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Laura.


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Laura______Raggio di Sole21.
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