Notre Dame de Paris, fuori dallo spazio fuori dal tempo
Di Marika
“…è questo il tempo delle Cattedrali, la pietra si fa statua musica e poesia…” e tra musica e poesia, il viaggio nella maestosa Cattedrale gotica, incomincia. Allacciate le cinture, state per entrare in un mondo nuovo…e nei sentimenti che essa suscita!!
“Sono appena tornata dallo spettacolo di Notre Dame de Paris, davvero, non ho sonno, tutte le emozioni sono ancora tutte dentro di me e sono sicura che rimarranno sempre.
Le note iniziali, la presentazione degli artisti, i breakers, Clopin, Gringoire, Esmeralda, Fiordaliso, Febo, Quasimodo, il mio adorato Frollo…tutti a menadito li conosco. E’ come se conoscessi da sempre, i personaggi, la loro psicologia, eppure non ho mai letto il libro se non in versione semplificata in francese…
…ma pur variando qualcosa gli autori di questo splendido musical sono stati davvero fantastici…”
Erano le due di notte quando queste parole affioravano nella mia mente più lucida che mai.
Avevo ragione, le stesse emozioni che ho provato quella sera, quella notte, le sto provando ancora ora mentre scrivo, a distanza di poco meno di un mese, questo articolo su un musical che mi ha fatto ridere, piangere, mi ha reso partecipe e ha dato la forza per andare a comprare il libro originale di Hugo che prima avrei quasi scartato a priori.
Ancora rivedo lo stadio della Vittoria di Bari, ancora ho davanti agli occhi il sabato prima quando ero andata, subito dopo scuola, ad appostarmi vicino all’entrata artisti, nel vano tentativo di fermarne qualcuno, ancora mi pare di sentire le splendide voci che echeggiavano per tutto il luogo e la standing-ovation appena finita la rappresentazione.
Notre Dame de Paris, la musica non è mai stata così spettacolare.
E così con le musiche di Riccardo Cocciante, il libretto di Luc Plamondon –un francese di quelli particolari che appena li vedi esclami “è francese”, un tipo biondino, vestito sempre di nero con gli occhiali da sole anche quando si è presentato all’Arena di Verona- e la traduzione dei testi di Pasquale Panella e, ovviamente, un corpo di ballo selezionatissimo così come anche gli artisti, la cattedrale semovente di Notre Dame ha fatto e farà furore ogni sua tappa.
Ricordo che trovare i biglietti è stata un’impresa titanica…era come scontrarsi contro un muro di cemento armato, non riuscivo a trovare loro e…qualcuno che venisse con me.
Ma proprio grazie alla mia quotidiana navigata in internet ho trovato l’unica notizia che ancora mi poteva far sperare: avevano allungato la permanenza della Cattedrale ancora un giorno. Così mandai all’istante mia madre a prendere i biglietti, ma sfortunatamente trovai posto solo in tribuna bassa; ma non importa. Perché le note, quelle note che vibravano nel petto di ciascun personaggio, mi entravano comunque nel cuore, facendomi dimenticare ogni preoccupazione:
la scuola il giorno dopo, i compiti non fatti, il sonno, la fame, lo scoutismo, i regali da fare ai passanti…tutto era secondario, quasi svaniva all’apertura del sipario, tutto diventava un contorno marginale della nostra vita quando ti sentivi sul palco con gli Artisti.
L’aria dello Stadio che da tempo è ormai adattato ad Arena era fantastica, il pubblico era pronto in tutti i sensi:
elettrizzante, anche per me, l’idea di stare a guardare e di dover caricare gli artisti invece che essere caricata.
“plin, attenzione, lo spettacolo Notre Dame de Paris sta per cominciare”, diceva la voce registrata.Si spengono le luci, tutti si siedono, inizia a tradimento la musica, entra Gringoire e l’arena esplode in un fragoroso applauso di inizio.
Ricordo bene che avevo ancora il foglio di latino in mano…lo guardo,lo accartoccio e lo metto via: canta che ti passa, si dice..ebbene, cantavo, cantavo, cantavo e mi sentivo sempre più vicino al palco. Più cantavo e guardavo e più ero accanto agli artisti, quasi mi sembrava di vederli vicini, queste persone che sono come me, come noi, ma che con talento e determinazione hanno avuto –e spero continueranno ad avere- un posto nel cielo delle star!
Vi starete sicuramente chiedendo:
“ma cos’ha di tanto speciale questo musical di cui tanto parla?”.
E’ semplice ma allo stesso tempo complesso spiegarlo.
So di gente che ha visto anche più di dieci repliche dello stesso spettacolo; e se c’è gente che lo fa, lo spettacolo allora vale.
Ebbene, è tutto l’insieme…
Pensate solo alle musiche, dolci e romantiche nei momenti più delicati, ma anche forti e sostenute per i passaggi maggiormente duri e sofferti, tenui nei momenti della narrazione.
Il corpo di ballo fenomenale, sincronizzato, pronto e ben preparato.
E ovviamente tutti gli attori-cantanti, che hanno interpretato benissimo il proprio personaggio; un Gringoire poetico e quasi reale, inserito perfettamente nell’epoca del racconto, un Febo tanto passionale quanto traditore e vigliacco e per contro Fiordaliso, pura ma vendicativa e, possiamo dirlo, cattiva.
Frollo, l’arcidiacono di Notre Dame, cattivo, pazzo, ma innamorato follemente della bella gitana, pronto a tutto –e quindi uomo- pur di averla e il contro di Clopin, capo della corte dei miracoli, deciso ad uccidere Gringoire ma pronto ad accoglierlo quando la sorella acquisita decide di sposarlo per risparmiarlo.
Ed ovviamente lo splendido binomio Quasimodo-Esmeralda; lui salvato da Frollo, brutto, gobbo, deforme ma puro di cuore e realmente innamorato di una lei bellissima, volubile, inesperta ed ingenua, che non capisce che il suo capitano la sta solo usando.
Il tutto racchiuso nella Parigi del 1482, tra le mura di una cattedrale gotica, con scenografie da favola, musica mozzafiato e sorprese a non finire.
E’ questo il vero segreto di Notre Dame de Paris, del musical che ha affascinato e continuerà ad affascinare, un musical in Francese, Inglese, Italiano e Spagnolo.
E state pur sicuri che la trama, per quanto scontata ed antica vi possa sembrare, è quanto mai moderna e trascinatrice.
Fatevi rapire dalla magia della Cattedrale parigina, in un’epoca di caccia alle streghe, tradimenti, gelosie e violenza ed è assodato che dal turbine della storia, dell’Arte, dell’amore, nessuno riuscirà a tirarvi fuori fino a che le lacrime non sgorgheranno sulle note dell’ultima canzone.
…e sarà allora che vorrete tornare ancora ed ancora all’inizio…