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Funzionari cubani espulsi da un albergo a Città del Messico

Ultimo Aggiornamento: 12/02/2006 05:11
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07/02/2006 02:59
 
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La meschinità e l’odio contro Cuba e il disprezzo per il Governo del Messico inondano lo Sheraton

• Vari funzionari cubani sono stati espulsi senza motivi per ordine del Dipartimento del Tesoro degli USA da un albergo a Città del Messico

MARINA MENÉNDEZ QUINTER

Quelli del nord sono, con ragione, molto preoccupati, come hanno affermato Chávez e Fidel nella bellissima cerimonia di Plaza de la Revolución di venerdì 3 febbraio, ma sono anche furibondi, per non usare un linguaggio più crudo che darebbe più colore, mettendo bene in rilievo la qualità della loro rabbia.

Ci si può arrabbiare con ragione, ma quando l’ira è presente perchè sta facendo acqua una politica di prepotenza per impedire il benessere degli altri, per mantenerli muti, sottomessi e, se possibile inermi, e parliamo di popoli interi, la rabbia ha una faccia veramente schifosa.

Il gesto di prepotenza più recente e meschino dell’Impero ricorda quello che si riassume in una breve frase tipicamente cubana: ci hanno voluto tagliare l’acqua e la luce!

Dato che non sono riusciti a farlo con un assedio di 47 anni, la Casa Bianca ha ordinato di espellere da un hotel alcuni funzionari cubani riuniti con imprenditori degli Stati Uniti in un albergo di Città del Messico.
L’ordine d’espulsione dei cubani dall’Hotel Sheraton Maria Isabel della capitale messicana è stato dettato espressamente dal Dipartimento del Tesoro e fa pensare a intenzioni che vanno al di là del gesto prepotente. Fa pensare il fatto che la misura ha interrotto, costringendo al trasferimento in un’altra città, un appuntamento con alcuni uomini d’affari statunitensi che si informavano sulle possibilità del mercato petrolifero cubano e sulle sue potenzialità. Erano rappresentate le grandi corporazioni come Exxon Mobile, Caterpillar e Valero Energy, hanno scritto vari giornali messicani ed altri mezzi di comunicazione.

Il presidente dell’associazione del commercio cubano-statunitense, Kirby Jones, abbastanza stupito – è lui che aveva organizzato l’incontro - ha spiegato ad AP che: “Il Dipartimento del Tesoro era a conoscenza della riunione che non è certo la prima realizzata tra i due paesi! Se ci si pensa bene nessun cubano potrà mai stare in nessun hotel di proprietà nordamericana nel mondo e nessun cubano potrà comprare un hamburger da McDonald da nessuna parte!” ha commentato.

Nonostante la distanza, i super vigilanti uomini del super temerario Impero comandato da George W. Bush, hanno ordinato da Washington al gerente dell’albergo che si trova in territorio messicano, d’espellere gli ospiti cubani e di non servire sino alla loro partenza nè acqua nè cibo e di non lasciarli nemmeno camminare per l’hotel.

Coperti dal fatto che l’appuntamento si realizzava proprio in un albergo che appartiene a una catena degli Stati Uniti, i caporioni del mondo hanno ordinato anche di non rendere il denaro già pagato anticipatamente e per tutto il soggiorno nell’albergo.
In ogni caso l’ambasciata nordamericana in Messico ha ricordato che persone ed entità del suo paese non possono offrire servizi a persone e ad entità cubane e dato che il Sheraton Santa Isabel è di proprietà della Starwood Hotels Resorts World, un’impresa sussidiaria di una compagnia degli USA, non ci sono dubbi. La portavoce dell’ambasciata ha detto che si devono far rispettare le leggi degli Stati Uniti!

È evidente che la nuova amministrazione Bush è andata avanti di un’altro passo con questa nuova provocazione contro Cuba. Tecnicamente è difficile definire in che malvagio precetto di legge ostile e contro Cuba si legge la penitenza che ha fatto divenire l’albergo un “confiscatore illegale di denaro altrui”, cioè dei funzionari cubani. Si tratta forse di un’altra voce del blocco a carattere extraterritoriale inserita nella legge Helms-Burton? Se fosse questa legge il sito legale della volgare e irrispettosa misura, molti governi dovranno adattarsi o altrimenti dovranno subire l’umiliazione di essere buttati fuori.

Forse i funzionari cubani, come ha detto Kirby Jones, dovranno fare attenzione d’ora in poi alla nazionalità dei proprietari degli alberghi prima di prenotare... di fatto le organizzazioni sociali messicane hanno espresso la loro condanna di fronte a una misura che pone in dubbio la sovranità del loro stesso paese.

Non sono mancati congressisti che hanno ricordato l’illegalità dell’azione di fronte alle leggi messicane, poichè una risoluzione approvata nel 1996 proibisce alle compagnie che si trovano in territorio messicano di realizzare atti che danneggino il commercio o limitino gli investimenti, se sono il risultato di applicazioni extraterritoriali di leggi straniere.

Che Cuba si mantenga incolume nonostante le aggressioni è un vero dilemma per l’Impero, per i carri armati pesanti e anche per quelli che non pensano.

Se il Venezuela Bolivariano resiste sempre e anzi, anche di più, è un pessimo segno per quelli del nord e se addirittura si sommano altre nazioni all’ondata rivoluzionaria della quale ha parlato Hugo Chávez, è anche peggio, è troppo.

Per questo le accuse rinverdiscono anche contro Chávez, a undici mesi dalle elezioni che si spera daranno a questo leader una rielezione popolare; per questo si accrescono le provocazioni contro l’Isola, proprio quando la sua economia va sempre meglio e il PIL è cresciuto del 11.8% mentre nel settore sociale non si può calcolare in numeri il forte miglioramento.

In qualche modo si tratta di aggressioni che ci confortano.

Aveva ragione Chávez quando ha citato il Don Chisciotte nella bella cerimonia all’Avana: “Se i cani abbaiano è perchè stiamo cavalcando...e lasciamoli latrare!”

FORZE SPECIALI DEGLI USA OPERANO IN VENEZUELA

CARACAS, 5 feb. (PL) – L’avvocatessa statunitense Eva Golinger ha denunciato che forze speciali degli USA si trovano segretamente in Venezuela per destabilizzare il governo del Presidente Chávez.

“Ho le prove”, ha detto. “Sono contingenti di forze speciali clandestine e segrete”, ha assicurati in un’intervista concessa al quotidiano Ultimas Noticias.

L’avvocatessa e investigatrice, che nel suo libro “Il codice Chávez”, ha rivelato l’appoggio finanziario dato dagli Stati Uniti all’opposizione venezuelana, ha informato che si tratta di militari addestrati per operazioni speciali, operazioni psicologiche.

Interrogata sugli obiettivi concreti di queste forze, la Golinger ha detto che potrebbe trattarsi dell’omicidio del presidente Chávez, di un violento sabotaggio, di un nuovo colpo di stato o di infiltrazioni in settori che sostengono il governo, perchè i finanziamenti per ti settori dell’opposizione sono raddoppiati.

“Si tratta di un commando con poche persone che realizzano un’operazione psicologica con strategie militari calcolate, per influire nella percezione dell’opinione pubblica in Venezuela”.

L’avvocatessa ha assicurato che gli agenti si sono infiltrati in vari settori: “Ci sono forze speciali che stanno operando con i paramilitari colombiani contrattati per svolgere operazioni in Venezuela”, ha ricordato.

Inoltre ha spiegato che la pubblicazione de “Il Codice Chávez” le ha facilitato il contatto con molte fonti diverse da quelle del governo degli USA e le ha aperto porte per poter ottenere le prove di queste accuse.

Oltre al diplomatico nordamericano John Correa, recentemente espulso per spionaggio, ci sono altri rappresentanti degli USA che spiano cercando di reclutare traditori tra le Forze Armate Nazionali venezuelane.

La Golinger ha allarmato sulla possibilità della rottura delle relazioni tra Washington e Caracas, come parte dell’aggressività delle autorità statunitensi che si stanno rendendo conto che Chávez ha davvero il sostegno della maggioranza della popolazione del paese.

Secondo l’avvocatessa Golinger, il governo degli Stati Uniti è giunto alla conclusione che la sola maniera di eliminare il governo bolivariano di Chávez è l’uso della violenza e dell’infiltrazione, per la sua distruzione.

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12/02/2006 04:51
 
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Stati Uniti: "le nostre leggi sono universali"

E’ la notizia con la quale aprono da tre giorni tutti i media messicani ed è tra le notizie di apertura in tutto il continente. L'antefatto è la cacciata dall'Hotel Sheraton di Città del Messico di alcuni funzionari cubani che si stavano incontrando con una delegazione di imprenditori statunitensi. Il Messico è da sempre il campo neutro dove alcune imprese statunitensi possono trattare con funzionari cubani. Fin'adesso ciò era stato tollerato dai governi statunitensi, anche per l'effettiva impossibilità di limitare tali incontri [Gennaro Carotenuto].

Il fatto è la giustificazione statunitense all'ottenuta cacciata degli
ospiti. Il portavoce del Dipartimento di Stato, riferendosi alla legge
Helms di embargo contro Cuba, ha dichiarato: "Le nostre leggi sono
universali e si applicano in qualunque parte del mondo".

Non si tratta né di Cuba né dell'embargo. E' massima aspirazione di ogni impero d'imporre le proprie leggi anche nelle province remote. È la stessa aspirazione di Carlo V d’Asburgo, quella di possedere un impero sul quale non tramonta mai il sole che tradotto nel linguaggio del XXI secolo significa un braccio coercitivo armato che permetta alle multinazionali di quel paese di operare in condizioni di favore ovunque vogliano. Del resto, George W. Bush definí l’Iraq un angolo oscuro del pianeta. Negli ultimi decenni, dal trattato multilaterale d’investimenti (MAI o AMI), al NAFTA, all’ALCA a tutti i TLC, non erano altro che il desiderio di vedere applicata la legislazione statunitense in tutto il pianeta.

Come prevedibile l’Hotel Sheraton ha abbassato la testa ed ha espulso i propri clienti, sequestrando perfino i loro depositi. Ma l’episodio testimonia il livello di estremismo raggiunto dall’Amministrazione Bush che minaccia guerra dall’Iran al Venezuela, da Cuba alla Corea alla Bolivia, e prepara già quella a lungo termine contro la Cina. Ma è un impero sempre più debole politicamente quello dell’ultimo discorso sullo stato dell’Unione. Le sinergie che si sviluppano tra i grandi emergenti, la Cina, l’India, il Brasile, la nascita della borsa petrolifera di Teheran, e mille altri segnali rendono irto di ostacoli il cammino imperiale. L’incubo che le leggi statunitensi siano universali resterà tale.
gc

www.gennarocarotenuto.it
www.criticamente.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=2419&MDPROSID=3775b94776ce4e6f2d069752...
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Utente Junior
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12/02/2006 05:11
 
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" Vari funzionari cubani sono stati espulsi senza motivi per ordine del Dipartimento del Tesoro degli USA da un albergo a Città del Messico "



E la colpa di chi sarebbe? Degli Stati Uniti che hanno chiesto l'spulsione o delle autorità messicane che hanno provveduto? Se non erro Città del Messico é appunto in Messico, stato indipendente che non fà parte degli USA, o no?






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