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Tre libri, il sesso, la fame e l'avana.

Ultimo Aggiornamento: 15/04/2005 10:26
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11/12/2004 10:09
 
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Dovete sapere che ho due amici che hanno i denti d'oro in bocca. Proprio cosi': hanno delle coperture d'oro sui denti, come si usava tanto tempo fa anche da noi, ricordate?

La cosa mi ha incuriosito ed ho chiesto la ragione di questa originale (perche' lo e' no?) trovata. Loro, ormai, vivono a Cuba 7/8 mesi all'anno, qui hanno delle attivita' stagionali turistiche ed estive. Mi hanno risposto che a Cuba e' l'unico modo per farsi fare credito e farsi considerare "solvibili" senza per questo rischiare di venire derubati o peggio ammazzati. Devo dire che consideravo questa risposta una facezia, uno scherzo per ridere un po', un modo per prendersi amichevolmente gioco di me.

Ebbene: mi sono dovuto ricredere perche' cio' che dicono e' la verita'. Lo deduco non solo dai loro racconti, ma anche da quelli di amici e amiche havaneri, dai racconti di viaggio di tante persone che hanno avuto modo di vivere li' lunghi periodi non solo da turisti ma da "residenti".

E inoltre ho letto dei libri. I libri servono (a volte) anche a mostrare degli aspetti, delle angolazioni, delle vite diverse, e nuove (a volte). Come ad esempio le vite disegnate da Pedro Juan Gutiérrez in alcuni dei suoi romanzi che voglio raccomandarvi e raccontarvi:

"Trilogia sporca dell'Avana. Senza un caz-zo da fare", 1998
"Il re dell'Avana", 1999
"Carne di cane", 2003, (di cui ho visto avete già discusso)

tutti editi in italia dalla casa editrice E/O

Lui, l'autore, abita in calle San Lorenzo, un quartiere di Avana centro, in un edificio che cade a pezzi, come molti altri della citta' del resto. Per la precisione vive all'ultimo e ottavo piano con l'ascensore che non funziona mai. Le scale, oscure e fatiscenti, sono maleodoranti, con gente strana e pericolosa che ne fa teatro di amori, risse, pianti, sesso, gioia.

Mentre dalle case intorno è un'esplosione di risate, urla e musica (e non solo salsa).

Gutierrez era un giornalista, perlomeno fin che gli hanno concesso di esserlo. Ora scrive, libri e poesie, e scolpisce. Ma questa e' la sua vita reale, mentre invece io voglio parlare dei suoi libri. Sono tre libri, certamente, ma legati assieme da un filo conduttore (o piu' fili).

Uno di questi fili e' sicuramente la miseria. Ma proprio quella nera, buia, terribile. Quella che ti fa venire i crampi per la fame, quella che ti fa rubare o incarcerare, come il protagonista poco piu' che adolescente de "il re dell'avana", che si sente tale per le "perlinas" infilate nel membro.

Pratica questa (pare) abbastanza diffusa. O la miseria dell'anima che produce l'inedia e la durezza d'animo quasi criminale del protagonista di "Trilogia dell'Avana", che non ha progetti, che non sente piu' nulla ed anzi e' alla continua ricerca di come fare per indurire sempre piu' il suo cuore.

Per non parlare della miseria havanera che vede (e sfrutta molto) il protagonista di "carne de perro-carne di cane", da una posizione pero' privilegiata di scrittore di successo immerso, un po' per snobismo, nel peggior barrio di Avana citta'.
La miseria che produce violenza, accoltellamenti per una catenina d'oro, per rubarsi le statue dei "santi" necessarie per chiedere l'elemosina, risse all'ultimo sangue per la fila se danno la birra gratis durante il discorso del politico di turno o durante il concerto del grande gruppo.

Il secondo filo che lega i 3 libri e' sicuramente il grande scontro razziale esistente a Cuba. Ed e' sicuramente l'incubazione di qualcosa di violento che prima o poi scoppiera' alla luce del sole. E' stato per me un aspetto nuovo, ma ho trovato conferme e ulteriori spiegazioni dai tanti amici cubani e non. Si arriva quasi all'odio razziale, taciuto e controllato dal regime ma esistente e forte. Si distinguono le "caste" sulla base della tonalita' del colore della pelle: dal negro (cosi' si fanno chiamare quando la pelle
e' d'ebano) che si distingue dal mulatto (dalla pelle color cannella) che si distingue dal bianco.

I bianchi sono perlopiu' la classe dirigente e considerano i "negri" inaffidabili e volgari e tendono a non frequentare gli stessi posti, non hanno quasi mai le stesse necessita' e possibilita'. Cio' si ripercuote anche nella musica, che ballano e ascoltano in maniera diversa e in luoghi diversi. Anche i quartieri dei romanzi sono abitati (per la maggioranza) da uomini e donne che tendono ad avvicinarsi sulla base del colore della pelle.

Il terzo filo e' il sesso. Tanto, molto, pulito, sporco, bello brutto, fatto d'amore, per soldi, per solitudine, per allegria, immensamente presente ovunque nei racconti dell'autore naturalmente (chissa' nella realta' di Cuba...). Culetti sodi e maliziosi, seni maturi e straripanti, membri enormi in erezione perpetua, accoppiamenti ovunque.

Dal romantico (ma mica tanto di notte!) Malecon con contorno di voyeurs (onnipresenti) a giacigli sordidi e sporchi, oppure le scale senza illuminazione dei palazzi decadenti fino agli angoli splendenti di pulizia dell'appartamento di un travestito. Le donne si offrono per poco, giovani (o giovanissime) vecchie o nel pieno della maturita': sono "carne de perro", carne di cane, come ricorda al protagonista la madre.

Le jineteras invece sono miraggi, splendide femmine irraggiungibili, che non degnano di uno sguardo i morti di fame: sono riservate ai turisti. Nel quadro triste e desolante di una Cuba messa in ginocchio da embargo e periodo speciale, dove la fame e la fatica di inventare la sopravvivenza sono i veri protagonisti del quotidiano, il sesso rappresenta, forse, l'unica valvola di scarico, la sola via d'uscita dalla tristezza.

Gli scrittori non sono cronisti, non sono tenuti a raccontare la realta' il piu' obiettivamente possibile. Anzi. Ci mostrano cio' che loro "sentono" essere per se' stessi una delle tanti possibili realta' o una delle tanti verosimili (e quindi non vere) realta'.

Non possiamo pretendere di piu', ne' a dir la verita', dobbiamo farlo. E' un sorso di ron buono cio' che ci offre Gutierrez e possiamo berlo, senza tante domande, se lo vogliamo.

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11/12/2004 13:06
 
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benvenuto, bel post

si trovano questi libri in lingua originale? dove si possono comprare? nel senso, sono distribuiti da note case editrici o sono difficili da trovare.

A parte questo, apprezzo molto ciò che ho letto. e non hai idea di quanto lo senta vicino.

Mi ricordo molto bene il mio primo viaggio a Cuba, lo shock. L'inaspettato incontro con un razzismo strisciante.. E il ricordo più vivo e più violento. Il mio amico italocubano (ma direi italiano, avendo vssuto a cuba solo i suoi primi 4 anni, ed essendoci tornato allora solo 2 volte) aveva incontrato 2 ragazze, e aveva iniziato a frequentarne una. io tendevo a non uscire la notte.. lo so è strano, ma trovavo le donne cubane fin troppo aggressive, e non mi piace neanche troppo ballare. La Habana me la godevo solo fino a verso le 7. Poi vinceva la mia timidezza, e, perché non dirlo, la mia paura. Avevo paura. per le strade avevo paura. Paura della miseria nera che vedevo, delle case che visitavo. Il primo giorno ho fatto 14 km a piedi in giro per La Habana. La casa particular dove alloggiavo era all'inizio del Malecon, nell'Habana Vieja. Giravo per quei cunicoli, un pò per curiosità, un pò per assaporare per bene il posto, un pò accompaganre il mio amico a visitare vecchi amici e parenti del padre. Mai viste case così. Sono quasi architetto, è un miracolo che stiano in piedi. è un miracolo che la gente ci resista. le mura marce, i vetri rotti, gli spazi angusti, bui e maleodoranti.. immagino fossi strano agli occhi della gente: sandali, pantaloncini, maglietta, capelli lunghi fino alle spalle, barba: "jesus cristo en chancleta!" mi ha chiamato qualcuno. e col mio fare un pò ingenuo, inutile nasconderlo, aiutato da un embrione di spagnolo, cercavo di ascoltare quelli che mi fermavano per strada, chiacchierando, spesso per cercare di spillarmi un dollaro. e io, come un coglione, a tentare di spiegargli, anima candida, che se avessi dato un dollaro ad uno, avrei dovuto darli a tutti.. e l'imbarazzo dei "dame un beso!" delle ragazze.
dicevo di quest'amico, che aveva incontrato queste due ragazze. una molto bella, l'altra meno. si prese l'amica bruttina, una ragazza molto interessante, fin troppo sveglia, e insistette perché partecipassi ad una uscita a 4.
Siamo andati a prenderle. Non so quanti vicoli abbiamo svoltato. Ad un grande portone sempre aperto, di un edificio quasi rudere, c'era un tizio, sulla 40ina, scuro di pelle, anche se non proprio nero, capelli rasta, barbone, con un grande sorriso, dovuto probabilmente alla bottiglia che aveva in mano.. eravamo arrivati, era la casa di una delle due. entriamo in un racconto di Dickens. quello che una volta doveva essere un patio, ora era un accatastarsi di stanze. su ogni stanza (senza luce naturale, essendo stato occupato il patio centrale) c'era l'adesivo del censimento: ognuna era un'abitazione. vari tizi nel corridoio, a ridere e scherzare. uno mi ha offerto un bicchierino: non so che fosse, però picchiava duro! La puzza di gas inquietava un po, per i recenti lavori che stavano portando il gas a tutte le case. un tubo passava ad altezza d'uomo nel corridoio, probabilmente per risparmiare materiale. ci abbassiamo, passiamo, giriamo a destra. la stanzacasa di Jacinta (la ragazza) era un 2 metri per 3, senza finestre, con all'interno un angolo per il cesso, un escaparate, un letto a soppalco (praticamente attaccato al soffitto, un tavolino, una sedia. anche l'altra ragazza era lì. per cambiarsi si sono chiuse nell'escaparate tirando una tenda.
non nascondo, seppure con un pò di vergogna, che uscire di lì è stato un sollievo. Non sono più tornato all'Habana dopo il mio primo viaggio. poi mi sono sciolto un pò, ho visitato qualche locale notturno, la paura è un pò scemata. ma non è mai scomparsa. Era la paura non del luogo, non della gente. era la paura di vedere la realtà di quella situazione. la televisione non può un millesimo di quello che è la presenza fisica in una situazione. essere spettatore, essere la scena, 2 cose ben diverse.
Il giorno che sono tornato in Italia, sono andato a pranzo da mia nonna. Lei ha vissuto la guerra, la fame: quando arrivano i suoi nipoti non ce la fa proprio: prepara 10 portate. Non ho quasi toccato cibo quel giorno. Non ce l'ho fatta.
E mi dico che se avessi le palle davvero, magari ora starei aiutando la gente meno fortunata di me. e invece sto qui, a scrivere al computer..

Con quella ragazza, se a qualcuno interessa, poi non ho combinato niente. Non erano passate 2 ore che ha cominciato a chiedermi di portarla in una casa particular per.. e io l'ho piantata lì!
4 giorni dopo ero innamorato. ma questa è un'altra storia!
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11/12/2004 19:07
 
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Re:

Scritto da: Baoren 11/12/2004 13.06
benvenuto, bel post

si trovano questi libri in lingua originale? dove si possono comprare? nel senso, sono distribuiti da note case editrici o sono difficili da trovare.

A parte questo, apprezzo molto ciò che ho letto. e non hai idea di quanto lo senta vicino.

Mi ricordo molto bene il mio primo viaggio a Cuba, lo shock. L'inaspettato incontro con un razzismo strisciante.. E il ricordo più vivo e più violento. Il mio amico italocubano (ma direi italiano, avendo vssuto a cuba solo i suoi primi 4 anni, ed essendoci tornato allora solo 2 volte) aveva incontrato 2 ragazze, e aveva iniziato a frequentarne una. io tendevo a non uscire la notte.. lo so è strano, ma trovavo le donne cubane fin troppo aggressive, e non mi piace neanche troppo ballare. La Habana me la godevo solo fino a verso le 7. Poi vinceva la mia timidezza, e, perché non dirlo, la mia paura. Avevo paura. per le strade avevo paura. Paura della miseria nera che vedevo, delle case che visitavo. Il primo giorno ho fatto 14 km a piedi in giro per La Habana. La casa particular dove alloggiavo era all'inizio del Malecon, nell'Habana Vieja. Giravo per quei cunicoli, un pò per curiosità, un pò per assaporare per bene il posto, un pò accompaganre il mio amico a visitare vecchi amici e parenti del padre. Mai viste case così. Sono quasi architetto, è un miracolo che stiano in piedi. è un miracolo che la gente ci resista. le mura marce, i vetri rotti, gli spazi angusti, bui e maleodoranti.. immagino fossi strano agli occhi della gente: sandali, pantaloncini, maglietta, capelli lunghi fino alle spalle, barba: "jesus cristo en chancleta!" mi ha chiamato qualcuno. e col mio fare un pò ingenuo, inutile nasconderlo, aiutato da un embrione di spagnolo, cercavo di ascoltare quelli che mi fermavano per strada, chiacchierando, spesso per cercare di spillarmi un dollaro. e io, come un coglione, a tentare di spiegargli, anima candida, che se avessi dato un dollaro ad uno, avrei dovuto darli a tutti.. e l'imbarazzo dei "dame un beso!" delle ragazze.
dicevo di quest'amico, che aveva incontrato queste due ragazze. una molto bella, l'altra meno. si prese l'amica bruttina, una ragazza molto interessante, fin troppo sveglia, e insistette perché partecipassi ad una uscita a 4.
Siamo andati a prenderle. Non so quanti vicoli abbiamo svoltato. Ad un grande portone sempre aperto, di un edificio quasi rudere, c'era un tizio, sulla 40ina, scuro di pelle, anche se non proprio nero, capelli rasta, barbone, con un grande sorriso, dovuto probabilmente alla bottiglia che aveva in mano.. eravamo arrivati, era la casa di una delle due. entriamo in un racconto di Dickens. quello che una volta doveva essere un patio, ora era un accatastarsi di stanze. su ogni stanza (senza luce naturale, essendo stato occupato il patio centrale) c'era l'adesivo del censimento: ognuna era un'abitazione. vari tizi nel corridoio, a ridere e scherzare. uno mi ha offerto un bicchierino: non so che fosse, però picchiava duro! La puzza di gas inquietava un po, per i recenti lavori che stavano portando il gas a tutte le case. un tubo passava ad altezza d'uomo nel corridoio, probabilmente per risparmiare materiale. ci abbassiamo, passiamo, giriamo a destra. la stanzacasa di Jacinta (la ragazza) era un 2 metri per 3, senza finestre, con all'interno un angolo per il cesso, un escaparate, un letto a soppalco (praticamente attaccato al soffitto, un tavolino, una sedia. anche l'altra ragazza era lì. per cambiarsi si sono chiuse nell'escaparate tirando una tenda.
non nascondo, seppure con un pò di vergogna, che uscire di lì è stato un sollievo. Non sono più tornato all'Habana dopo il mio primo viaggio. poi mi sono sciolto un pò, ho visitato qualche locale notturno, la paura è un pò scemata. ma non è mai scomparsa. Era la paura non del luogo, non della gente. era la paura di vedere la realtà di quella situazione. la televisione non può un millesimo di quello che è la presenza fisica in una situazione. essere spettatore, essere la scena, 2 cose ben diverse.
Il giorno che sono tornato in Italia, sono andato a pranzo da mia nonna. Lei ha vissuto la guerra, la fame: quando arrivano i suoi nipoti non ce la fa proprio: prepara 10 portate. Non ho quasi toccato cibo quel giorno. Non ce l'ho fatta.
E mi dico che se avessi le palle davvero, magari ora starei aiutando la gente meno fortunata di me. e invece sto qui, a scrivere al computer..

Con quella ragazza, se a qualcuno interessa, poi non ho combinato niente. Non erano passate 2 ore che ha cominciato a chiedermi di portarla in una casa particular per.. e io l'ho piantata lì!
4 giorni dopo ero innamorato. ma questa è un'altra storia!


io i primi 2 ce li ho (mi pare che si trovino anche in lingua orginale)
al Festival Latino Americano a Milano normalmente c'e' una libreria
fornita. Non so se tu ci vai mai o se sei vicino a un altra
citta' dove fanno il Festival (dove pero' non so se ci sono
stand analoghi)
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11/12/2004 19:19
 
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vivo vicinissimo a roma, ci vado quotidianamente. se sai la casa editrice dei libri in lingua originale forse posso ordinarli a feltrinelli international
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11/12/2004 20:16
 
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Re:

Scritto da: Baoren 11/12/2004 19.19
vivo vicinissimo a roma, ci vado quotidianamente. se sai la casa editrice dei libri in lingua originale forse posso ordinarli a feltrinelli international


a Fiesta penso che sia molto. Me ne hanno parlato bene,
anche se non ci sono mai stato.

Comunque quando vado a casa provo a guardare sui libri
che ho se ci sono i riferimenti

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11/12/2004 22:25
 
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Re:

Scritto da: Baoren 11/12/2004 19.19
vivo vicinissimo a roma, ci vado quotidianamente. se sai la casa editrice dei libri in lingua originale forse posso ordinarli a feltrinelli international


sorry:

ho guardato sui libri e non c'e' il riferimento all'edizione
originale.

Ti allego solo i titoli originali:

"Trilogia sporca dell'Avana" --> "Nada que hacer y otros relatos"
"Il re dell'Avana" --> "El Rey de La Habana" (piu' ovvio)

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12/12/2004 13:03
 
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Re:

Scritto da: Baoren 11/12/2004 13.06

A parte questo, apprezzo molto ciò che ho letto. e non hai idea di quanto lo senta vicino.

(...cut...)




Anche ciò che hai scritto tu lo sento molto vicino, e leggo grande sensibilità e intelligenza in ciò che scrivi.

Il ritratto che fai, derivato dai ricordi del tuo viaggio, ha una sua poesia interna e mi sa tanto che non ti sei innamorato solo di una bella ragazza ma anche di Cuba...
[SM=g27823]
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12/12/2004 20:05
 
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I libri di gutierrez li ho tutti (sono 5) in versione originale 'anagrama', vai in sito internet di libri in spagnolo e fattelo spedire in italia. se no vai da una libreria e ordinali dalla spagna se hanno contatto, cosa a roma molto probabile, o passa a madrid e li trovi.

E' uno dei miei autori preferiti anche se in alcune cose rispecchia una realtá un pó allucinata.(sembra una visione di straniero buon conoscitore piú che di un residente)
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12/12/2004 20:36
 
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Re:

Scritto da: matanegras 12/12/2004 20.05
I libri di gutierrez li ho tutti (sono 5) in versione originale 'anagrama', vai in sito internet di libri in spagnolo e fattelo spedire in italia. se no vai da una libreria e ordinali dalla spagna se hanno contatto, cosa a roma molto probabile, o passa a madrid e li trovi.

E' uno dei miei autori preferiti anche se in alcune cose rispecchia una realtá un pó allucinata.(sembra una visione di straniero buon conoscitore piú che di un residente)



grazie a tutti, ora vedo sul sito. in ogni caso.. un salto a madrid... mica è proprio un salto! [SM=g27827] [SM=g27827]
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12/12/2004 20:46
 
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come non detto... su amazon ci sono tutti, trilogia e gli altri due..

[Modificato da Baoren 12/12/2004 21.28]

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13/12/2004 08:34
 
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Trilogia di Gutierrz
Per Matanegras ti dispiacerebbe dirmi il sito in spagnolo per l'acquisto dei libri di Gutierrez?grazie ciao Arturo
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13/12/2004 09:12
 
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Re: Trilogia di Gutierrz

Scritto da: arsciacc 13/12/2004 8.34
Per Matanegras ti dispiacerebbe dirmi il sito in spagnolo per l'acquisto dei libri di Gutierrez?grazie ciao Arturo



Prova qui:

www.amazon.com/exec/obidos/search-handle-form/ref=s_sf_b_as/102-6788403...

ci sono tutti, in inglese e spagnolo. uno pure in francese. ciao!

P.S. ora che guardo meglio mi sa che manca "carne de perro"

[Modificato da Baoren 13/12/2004 9.13]

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13/12/2004 09:15
 
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in advanced search c'è di tutto e di più:

http://www.amazon.com/

si acquista in dollari, mi sa che conviene qui rispetto a siti spagnoli.

[Modificato da AiRe 13/12/2004 14.21]

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13/12/2004 13:16
 
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Baoren,

Per questa volta vedo che hai risolto. In Piazza Navona c'è una libreria spagnola, i libri in originale li ho comprati sempre lì.
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13/12/2004 13:29
 
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c'è anche feltrinelli international, ma pensi abbiano anche questo autore? non so la libreria di p.zza navona, però da feltrinelli non è che abbiano moltissimo... comunque ancora non li ho acquistati,farò un salto mercoledì. ciao!
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13/12/2004 13:30
 
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x antisalsa
arguisco che tu viva da queste parti! sei a Roma?

ciao!
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13/12/2004 15:11
 
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x baoren
Ho vissuto a Roma per 4 anni, adesso vado ogni tanto. Lavoravo in una libraria vicino a Piazza Venezia. A me che piaciono i libri era il massimo.
Questo Gutierrez non lo ho letto, e non credo che lo farò. Ogni volta che vado a La Habana mi viene la depressione a vederla crollare, figurate pure a leggere sul tema.
Comunque vedo con piacere che molti italiani si interessano su altri argomenti che non siano soltanto le solite ragazze.
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13/12/2004 16:19
 
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Re: x baoren

Scritto da: Antisalsa 13/12/2004 15.11
Ho vissuto a Roma per 4 anni, adesso vado ogni tanto. Lavoravo in una libraria vicino a Piazza Venezia. A me che piaciono i libri era il massimo.
Questo Gutierrez non lo ho letto, e non credo che lo farò. Ogni volta che vado a La Habana mi viene la depressione a vederla crollare, figurate pure a leggere sul tema.
Comunque vedo con piacere che molti italiani si interessano su altri argomenti che non siano soltanto le solite ragazze.




...e ti sbagli in quanto Gutierrez parla molto di sesso, anche molto diretto, nei suoi racconti. [SM=x82316]


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14/12/2004 10:46
 
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Re: Re: x baoren

Scritto da: Delirio Habanero 13/12/2004 16.19

...e ti sbagli in quanto Gutierrez parla molto di sesso, anche molto diretto, nei suoi racconti. [SM=x82316]




E' vero, ne parla molto.
Tanto è vero che lo indico come uno dei fili conduttori tra i tre libri di cui parlo nel post iniziale.

Ma non ne parla in modo gratuito o destinato al solo scopo di solleticare la "pruderie" del lettore.
Il suo è, a mio parere, un scrivere del sesso come di un urlo di gioia alla vita in una serie di situazioni dove il degrado e la miseria non lasciano molto d'altro ai protagonisti.

Ancora: è il sesso fatto per necessità: per mangiare, per trovare una casa, per avere chi si occupa di te, per il bisogno di avere qualcuno accanto, per il bisogno fisico di esprimere l'ultima residua parte di mascolinità di fronte a donne che portano a casa il pane (e sempre attraverso il sesso).

Forse per questo è così presente, così crudo, così denso... forse. Di sicuro però non è un qualcosa di "estraneo", di forzato, di non pertinente: io credo sia parte integrante del racconto stesso nei vari libri della trilogia.


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14/12/2004 12:48
 
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x Delirio habanero
I libri parlano molto di sesso, ma sempre nel contesto della Cuba attuale e come dicevo su i problemi di Cuba non mi va di leggere, per problemi miei, niente a che vedere con l'autore di questi libri o qualsiasi altro.
Vedi che Sbandao segnala il perchè il sesso è cosi presente nei libri di Gutierrez.
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