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è possibile che Bush ordini di aggredire Cuba per fini elettorali

Ultimo Aggiornamento: 11/03/2006 02:28
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10/10/2004 02:25
 
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infatti, come hanno ampliamente discusso più e più volte i due signori della foto qui sotto, la futura invasione di cuba da parte del loro esercito potrà decidere chi sarà il prossimo presidente USA...:34: :34: :34:

è li che si giocherà tutta la campagna elettorale...:34: :34: :34:

la grande comunità latina darà il voto a bush (come già ha fatto nelle precedenti elezioni) che vuole attaccare anche cuba o darà il proprio voto al più moderato kerry???:34: :34: :34:

ja ja ja[SM=x82298]


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09/12/2004 01:29
 
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08 dic 07:23 Cuba: avvertimento agli Usa, "Non provate a invadere l'isola"


L'AVANA - Cuba lancia un monito agli Stati Uniti: "Non provate a invadere l'isola, ripetereste gli errori fatti in Vietnam e Iraq". Lo ha detto Raul Castro, ministro della Difesa di L'Avana e fratello minore di Fidel. Il ministro ha aggiunto che le esercitazioni congiunte di militari e civili, in programma dal 13 al 19 dicembre, saranno una prova delle capacita' difensive cubane. (Agr)

www.corriere.it/ultima_ora/agrnews.jsp?id=%7BAB4DE0C6-0501-48DF-914B-BA7C2C4...
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ma è vero che Raoul Castro è un maricon???[SM=x82305]

m'è giunta voce in questi giorni...[SM=x82311]
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16/12/2004 03:25
 
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13/12/2004 - 17:15


Cuba: manovre militari, Fidel mostra i muscoli a Bush






L'AVANA - Fidel Castro ha dato il via oggi ad una settimana di manovre militari, le maggiori mai realizzate nell'isola dal 1986, che prevedono anche la mobilitazione di quattro milioni di cittadini per mostrare agli Stati Uniti "la capacità difensiva dei cubani" in vista di una temuta invasione militare statunitense dell'isola.

"Queste manovre le facciamo affinché gli Stati Uniti le osservino bene", ha detto nei giorni scorsi Raul Castro, capo delle Forze armate rivoluzionarie cubane e fratello minore del lider maximo. L'inizio dell'operativo militare coincide con l'arrivo all'Avana del presidente venezuelano Hugo Chavez, il più stretto alleato di Castro in America latina.

Le manovre militari, denominate "Bastion 2004", dureranno fino al 19 dicembre prossimo e serviranno a dimostrare "l'unità, la capacità e la preparazione difensiva dei cubani", ha rivelato il generale Leonardo Andollo, vice capo di stato maggiore delle Forze armate cubane.

Nei primi cinque giorni di manovre saranno impegnati circa 100'000 militari di esercito, marina ed aeronautica, ai quali si aggiungeranno i 400'000 effettivi della riserva. "Circa 4 milioni di cittadini parteciperanno agli ultimi due giorni di esercitazioni", ha annunciato Andollo. Le manovre si richiamano alla strategia di Fidel Castro di "una guerra di tutto il popolo" nel timore di una invasione militare da parte di Washington.

Il Lider Maximo cubano ha messo in guardia il presidente statunitense George W. Bush dopo la sua rielezione alla Casa Bianca a non invadere Cuba, "pena una pesante ed umiliante sconfitta". Caccia Mig 29, batterie antiaeree con cannoni da 100 mm, squadre di tiratori scelti, mezzi blindati e diverse navi da guerra sono stati mobilitati da oggi in tutta l'isola. "Ogni patriota cubano, ogni rivoluzionario farà la sua parte", ha detto Andollo.

Il sistema di difesa preventiva cubano prevede che ad ogni cittadino corrisponda un posto di combattimento nelle 1400 zone prestabilite in caso di aggressione dell'isola. "Gli Stati Uniti non devono commettere l'errore di sottovalutare il nostro popolo, così come hanno fatto in Vietnam e in Iraq", ha detto Raul Castro.



www.tio.ch/common_includes/pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=190276&...
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16/12/2004 03:27
 
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WWW.CENTOMOVIMENTI.COM - 13 DICEMBRE 2004
Cuba simula l'invasione americana e avverte: "Siamo pronti a resistere"
REDAZIONE

Sono iniziate oggi a Cuba le più imponenti manovre militari (nome in codice "Bastion 2004") mai realizzate nell'isola dalla fine della guerra fredda. Il regime di Fidel Castro sente il fiato dell'amministrazione americana sul collo ed ha pertanto deciso di mostrare alla Casa Bianca le capacità militari del suo esercito e soprattutto della sua popolazione. La grande simulazione non riguarda infatti solo le forze armate, ma anche la popolazione civile, che in caso di attacco statunitense, assicura L'Avana, reagirà compatta e respingerà l'invasione.

"Queste manovre le facciamo affinché gli Stati Uniti le osservino bene. Serviranno a dimostrare l'unità, la capacità e la preparazione difensiva dei cubani - ha affermato recentemente Raul Castro, ministro della Difesa dell'isola nonché fratello minore del dittatore - gli Stati Uniti non devono commettere l'errore di sottovalutare il nostro popolo, così come hanno fatto in Vietnam e in Iraq".
Ha ovviamente commentato le operazioni anche il presidente Fidel Castro, che ha promesso agli americani "una pesante ed umiliante sconfitta" se proveranno ad invadere l'isola.
"Circa quattro milioni di cittadini parteciperanno agli ultimi due giorni di esercitazioni (che dureranno fino al 19 dicembre, ndr) - ha spiegato il generale Leonardo Andollo, vice capo di stato maggiore delle Forze armate cubane - ogni patriota cubano, ogni rivoluzionario farà la sua parte".

Nel frattempo, la Casa Bianca starà certamente studiando la situazione. Il Governo di George W. Bush non ha mai nascosto il desiderio di sfrattare Castro dall'isola.
Lo scorso 3 dicembre il capo dell'ufficio Affari latino-americani del dipartimento di Stato americano Roger Noriega aveva assicurato che il presidente degli Stati Uniti d'America George W. Bush ha deciso di liberare Cuba dalla tirannia entro lo scadere del suo secondo mandato.
"Io credo fortemente che il popolo di Cuba debba essere libero dal tiranno - aveva affermato lo stesso Bush lo scorso 1 novembre, a poche ore dal voto che lo avrebbe riconfermato presidente - noi non ci daremo riposo fino a quando il popolo cubano non godrà all'Avana delle stesse libertà che ha conosciuto qui in America".
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16/12/2004 03:28
 
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ma con tutti i problemi che ci sono a cuba questo barbuto va a sperperare i quattrini e far perdere tempo al proprio popolo in questo modo!!![SM=x82290] [SM=x82290] [SM=x82290]

ma dimmi tu!!![SM=x82288] [SM=x82288] [SM=x82288]
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17/12/2004 05:30
 
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E’ INIZIATO ‘BASTION 2004’
“Cuba si trasformerà in un
enorme vespaio che metterà in fuga
ogni aggressore”

Compatrioti:

A partire da questo momento e per i prossimi sette giorni, si svilupperà l’Esercitazione Strategica ‘Bastion 2004’.

Decine di migliaia di combattenti, ai quali sabato e domenica si uniranno milioni di cubani durante lo svolgimento delle Giornate Nazionali della Difesa, parteciperanno alla preparazione complessiva del paese per affrontare un’aggressione militare. Verrà sperimentata l’efficacia delle misure previste per adattare l’economia ad una situazione di guerra e si perfezionerà la coesione degli organi di direzione e comando ai differenti livelli.

La qualità del lavoro preparatorio svolto permette di affermare che sono state poste le basi affinché questa importante esercitazione si sviluppi con successo. Adesso è indispensabile lavorare con il massimo dell’efficienza e della creatività.

E’ da molti anni che il nostro scopo principale è stato quello di evitare la guerra, coscienti che l’unica forma di impedire l’aggressione è rendere chiaro che Cuba, se invasa, si convertirebbe da un estremo all’altro in un enorme vespaio che metterà in fuga ogni aggressore, per quanto potente questo sia. Alla fine il nemico dovrà ritirarsi dissanguato e sconfitto, perché questa sarebbe la Guerra di Tutto il Popolo.

Come disse circa trent’anni fa il compagno Fidel: “Fino a quando esisteranno l’imperialismo, il Partito, lo Stato ed il popolo le esigenze della difesa verranno curate al massimo. Non abbasseremo mai la guardia rivoluzionaria. La storia insegna in modo fin troppo eloquente che coloro che dimenticano questo principio non sopravvivono all’errore”.

In ottemperanza a quantro espresso, in difesa della vita e dell’opera del nostro popolo, nel nome del nostro Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, ordino l’inizio dell’Esercitazione Strategica ‘Bastion 2004’.


www.granma.cu/italiano/2004/diciembre/mier15/raul-it.html
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13/06/2005 03:03
 
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CUBA: NASCE TRIBUNALE CONTRO IL TERRORISMO, VUOLE PROCESSARE I BUSH
L'Avana, 11 giu. - (Adnkronos) - Nasce a Cuba il Tribunale emisferico contro il Terrorismo e per la Difesa dei diritti umani, dinanzi al quale verranno giudicati i responsabili di ''atti terroristici'' in America Latina e nel Caribe. Ad annunciarlo e' stata la televisione dell'Avana, secondo cui i primi a essere chiamati sul banco degli imputati saranno l'ex presidente degli Stati Uniti George Bush e i suoi due figli, George W. Bush, e Jeb Bush, governatore della Florida, coinvolti nei tentativi di rovesciare alcuni regimi latinoamericani che hanno condotto ad assassini politici, esecuzioni extragiudiziali e sparizioni.

www.adnkronos.com/3Level.php?cat=Esteri&loid=1.0.50848809
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03/08/2005 03:46
 
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Quando i falchi volano basso
di Fabrizio Casari
02 Aug 2005
Un falco. Un estremista. Uomo incapace di mediare e di parlare. Comunque lo si sia voluto definire, da oggi Roger Noriega, sottosegretario Usa per l'America latina, è soprattutto un "ex". Le dimissioni del funzionario oltranzista, che ha dedicato la sua missione a minacciare Cuba, Venezuela e Nicaragua, sono arrivate sulla scrivania della signora Condoleeza Rice, di lui grande supporter. Il portavoce Sean Mc Cormak non ha indicato quale sarà il successore, la cui nomina dipende esclusivamente da Gorge W. Bush. Come già qualche tempo addietro con Otto Reich, compare d'avventura di Noriega, la Casa Bianca pare intenzionata a ridipingere la facciata (non certo le fondamenta) della sua politica verso l'America latina utilizzando personaggi meno abituati a raccogliere delusioni e sconfitte.
Originario del Kansas e nipote di messicani, prima di essere designato al Dipartimento di Stato, Noriega era stato ambasciatore Usa nella OEA (l'Organizzazione degli Stati americani) e funzionario della Commissione Internazionale di Congresso e Senato, dove svolse il ruolo di assistente del Senatore Jesse Helms, per il quale scrisse la legge Helms-Burton, vero e proprio concentrato di pirateria internazionale contro Cuba. Noriega era non a caso appoggiato dal gruppo più reazionario di deputati e senatori di origini cubane, che hanno duramente lottato perché restasse al suo posto. Sono invece stati battuti da altri congressman che auspicano (inutilmente) una politica meno aggressiva nei confronti di Cuba e Venezuela.

Per la successione di parla di Thomas Shannon, diplomatico di carriera fedelissimo della Rice, con la quale ha lavorato nel Consiglio di Sicurezza della Casa Bianca.
L'uscita di scena di Noriega, come già dichiarato dal portavoce Mc Cormak "non cambierà la politica Usa in America latina" e a conferma di ciò, va registrata la nomina di Caleb Mc Carry come coordinatore del programma per la transizione cubana, struttura incaricata di aumentare la pressione su Cuba attraverso azioni diplomatiche, finanziarie e militari.

Da Settembre, dunque, Noriega si darà al business, passione mai del tutto abbandonata anche durante lo svolgimento del suo mandato. Mandato del quale si ricordano sostanzialmente, oltre le reiterate minacce ed ingerenze, una fila di fallimenti che deve aver fatto riflettere seriamente l'entourage di Bush circa l'utilità di mantenere al suo posto l'ex portaborse di Jesse Helms.

Con Otto Reich, Noriega ha infatti collezionato sconfitte che hanno seriamente indebolito le politiche aggressive degli Usa verso il centro-sud America, a cominciare dal fallito colpo di Stato in Venezuela, per passare al mancato accordo del centro-destra nicaraguese in funzione antisandinista e culminate con la sonora sconfitta dell'ex Presidente salvadoregno Francisco Flores quale candidato della Casa Bianca a Segretario Generale dell'OEA cui venne preferito il cileno José Insulza.
La notizia delle dimissioni di Noriega è stata commentata anche a Cuba, per bocca del Presidente del Parlamento Ricardo Alarcon: "Mi mancheranno le idiozie di Noriega, davvero era un personaggio comico" ha detto l'alto dirigente cubano, certo più diplomatico del vicepresidente venezuelano Josè Rangel che, riferendosi alle ultime dichiarazioni di Noriega sul Venezuela, lo ha apostrofato come "cadavere che dice idiozie".

La fine della carriera politica di Noriega, come già di Otto Reich, pur rappresentando una buona notizia per gli appassionati del diritto internazionale, potrebbe poi essere seguita da un'altra che vede, sempre a Settembre, le dimissioni di James Cason da "ambasciatore" statunitense all'Avana. L'ineffabile Cason, il cui comportamento grottesco e provocatorio ha già suscitato aspre critiche nella Camera e nel Senato Usa, sarebbe infatti in procinto di lasciare il suo incarico dopo aver collezionato, anch'egli, una robusta dose di figuracce. Lo smantellamento della triade reazionaria potrebbe però un contenzioso con la comunità cubanoamericana associata alla famiglia Bush, che da Noriega, Reich e Cason si sentiva pienamente rappresentata e che ora, pur in presenza della nomina di Caleb Mc Carry, prontamente intervenuta proprio per evitare frizioni eccessive tra la Casa Bianca e la lobby cubanoamericana, potrebbe non risultare sufficiente.

Ma Bush ha dovuto scegliere una relazione diversa con Congresso e Senato in vista dell'ultima tappa del suo secondo mandato. I segnali arrivati sulla vicenda Bolton sono stati chiari. Il presidente petroliere, impantanato in Irak, con una situazione economica ogni giorno più preoccupante e l'America latina che si sposta sempre più a sinistra, ha bisogno di una politica estera condivisa dai due rami del Parlamento. Qualcosa di più che l'appoggio di fuoriusciti cubani ammalati di nostalgia e assetati di sangue.


Fabrizio Casari
f.casari@reporterassociati.org

www.reporterassociati.org/index.php?option=news&task=viewarticle&...
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03/08/2005 11:02
 
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Un’altro servitore contro Cuba
nella Corte di Bush: Il consulente Caleb

NICANOR LEÓN COTAYO

Bush si è nuovamente immischiato in modo grossolano negli affari interni di Cuba nominando uno dei suoi uomini per coordinare pubblicamente azioni sovversive contro l’Isola.

Si tratta del consulente Caleb Mc Carry, che ha lavorato 8 anni nel Comitato degli Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti e adesso diventa gladiatore per la democrazia a Cuba.

La creazione della carica e la nomination del Coordinatore sono stati anticipati in un documento che ha fatto conoscere Bush il 6 maggio dell’anno scorso, scritto dall’allora segretario di Stato Colin Powell e da altri funzionari del suo Governo.

Quel gruppo ha ricevuto il cinico nome di Commissione per l’Assistenza a una Cuba Libera e in poco più di 450 pagine ha particolareggiato il modo in cui concepisce prima assassinare la Rivoluzione cubana e poi imporre qui una società prefabbricata nella Casa Bianca.

Anche in Iraq hanno nominato un coordinatore statunitense, una specie di capo-pastore della grande fattoria, ma per farlo hanno prima dovuto invadere quella nazione e poi occuparla militarmente.

Nel caso di Cuba è stato nominato senza aver fatto né una cosa né l’altra. Perfino sapendo benissimo che se aggredissero questa nazione si imbatterebbero in una resistenza molto superiore a quella conosciuta in Iraq.

È stato presentato giovedì nel Dipartimento di Stato dal suo capo Condoleezza Rice, davanti a un pubblico composto da funzionari nordamericani e da gente dell’estrema destra di origine cubana residente a Miami.

Secondo la Rice in questo caso la nomina "agevolerà e accelererà la transizione finale a un Governo democratico a Cuba".

Caleb ha affermato nella cerimonia che "è responsabilita del mondo civilizzato agire per fare in modo che la famiglia cubana si riunisca sotto la libertà politica ed economica".

Il congressista repubblicano di origine cubana Lincoln Díaz-Balart ha riassunto il parere dei suoi dichiarando che Mc Carry "è altamente qualificato per essere il coordinatore principale della politica di Bush verso Cuba".

Questo avviene quando The New York Times ha appena informato che perfino rilevanti avvocati delle Forze Armate degli USA hanno protestato per scritto contro i tormenti subiti dai prigionieri del Pentagono nella base nordamericana di Guantánamo.

Cosa succederebbe se Cuba nominasse una figura del suo Parlamento allo scopo di spingere per una transizione negli USA capace di frenare la vendita in massa di cocaina, marijuana e altre droghe illegali che ha luogo in molte vie di quel paese?

Cosa succederebbe se a Cuba fosse designato un funzionario per accelerare una transizione negli USA che applicasse a fondo il bisturi fino a giungere all’accaduto nella frode elettorale del 2000 nella Florida che portò Bush alla Presidenza?

Cosa accaderebbe se dall’Avana si stimolasse una transizione che riuscisse a risolvere il caso dei 44 milioni di nordamericani senza assicurazione medica, o la vergognosa crisi che colpisce molte delle loro scuole pubbliche?

Lo scandalo della Casa Bianca scuoterebbe il pianeta e metterebbe in allarme i suoi più intimi alleati nella sacrosanta missione di disseminare la loro democrazia per il mondo.

Ma esibiscono Caleb Mc Carry come importante servitore di un comportamento che eleva la condotta di gangster alla categoria di politica ufficiale di Washington.

Con questo passo sono stati crocifissi i "dissidenti" partoriti qui dal Governo statunitense. Li hanno lasciati totalmente nudi e senza un piccolo ramo dove sostenersi.

Come vedranno nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU tutto quanto detto?

L’Organizzazione degli Stati Americani dirà la sua o continuerà a mantenere un rispettoso silenzio? Dimostrerà di esserne a conoscenza l’UE? Aspettiamo.

www.granma.cu/italiano/2005/agosto/mar2/caleb-it.html


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03/08/2005 11:09
 
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Le truppe nordamericane destano sospetti in Paraguay
• Una sede permanente del Buró Federale d’Investigazioni
(FBI) in Paraguay

Asunción, (PL) - Il progressivo ingresso di militari nordamericani in Paraguay e l’annuncio dell’installazione d’una sede permanente del FBI ad Asunción sono state le notizie al centro dell’attenzione degli abitanti del paese.

Negli ultimi giorni i soldati stranieri hanno addestrato 65 agenti nazionali nella lotta contro il terrorismo urbano, nel salto con i paracadute e nelle zone di scontro, oltre che nella formazione come franco tiratori.

45 militari con medici, dentisti, veterinari e farmacisti, hanno sviluppato un’operazione d’assistenza sociale nel dipartimento di Canindeyú, vicino alla frontiera con il Brasile.

Ora inizierà un terzo operativo con le forze miliari del Paraguay, stando al cronogramma che si svolgerà sino alla fine di dicembre del 2006.

Le truppe degli USA hanno immunità diplomatica in Paraguay e questo fatto ha destato le proteste di differenti organizzazioni sociali e politiche che sostengono che questa misura militare interventista vuole frenare il movimento politico nella zona.

La scorsa settimana la Tavola Coordinatrice Nazionale delle Organizzazioni Contadine - MCNOC - ha denunciato che l’accordo tra Asunción e Washington è contrario ai principi di sovranità e auto determinazione dei popoli.

In un comunicato il Fronte sostiene che da un decennio gli USA svolgono una campagna destinata a definire la Tripla Frontiera come zona di terrorismo islamico, per giustificare l’installazione di una base militare.

Questo è il vero obiettivo della missione che è giunta in Paraguay, anche se si dice che presterà assistenza medica, come quelle che arriveranno in un periodo d’un anno e mezzo, sostiene la Tavola, che riunisce ben 33 sindacati di contadini del paese che sostengono che i militari degli Stati Uniti sono entrati nella nazione come lo hanno fatto un giorno a Panama con il Plan Puebla per il controllo del Centro America e dei Caraibi e in Colombia per il controllo del Pacifico e della regione andina.

Di fronte alle pressioni dei sindacati sociali, l’ambasciatore degli USA in Paraguay, John F. Keane, ha negato nuovamente che esistano piani per installare una base militare.

Dichiarazioni simili sono state emesse questa settimana dal governo del Paraguay e i ministri degli esteri Reinaldo Gargano del Paraguay e Celso Amorim del Brasile hanno assicurato di aver ricevuto una comunicazione dell’esecutivo di Asunción.

Comunque 500 militari brasiliani hanno realizzato un esercizio di combattimento a pochi chilometri da dove si trova un contingente dell’esercito degli USA, alla frontiera con il Paraguay.

L’operativo ha unito per la prima volta i membri d’una brigata di fanteria di paracadutisti e d’una motorizzata per conquistare un villaggio che si "trovava in mano nemica" (solo per l’esercitazione).

In quest’ambito i rappresentanti delle organizzazioni sociali e politiche hanno deciso di chiedere spiegazioni al governo sull’annunciata installazione nel prossimo anno d’una sede permanente del Burò Federale d’Investigazioni, FBI, in Paraguay.

www.granma.cu/italiano/2005/agosto/mar2/eeuu-it.html
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03/08/2005 11:11
 
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SE NE VA NORIEGA E ARRIVA SHANNON
Falsi, bugiardi, illusi
• E anche ridicoli

WASHINGTON- Il governo statunitense del presidente George W. Bush ha compiuto nuovo passo avanti per fare pressione sul governo di Fidel Castro, designando il funzionario del congresso Caleb McCarry come "Coordinatore per la transizione cubana", un anno dopo aver rafforzato il blocco contro l’Isola.

"L’obiettivo è accelerare la scomparsa della tirannia di Castro" ha dichiarato la Segretaria di Stato Condoleezza Rice, dopo aver nominato Mc Carry che avrà il compito di svolgere un ruolo guida nella "Commissione di assistenza per una Cuba libera", tanto raccomandata dalla Rice un anno fa e presieduta anche dal suo predecessore Colin Powell e dall’attuale senatore Mel Martínez.

Il designato coordinatore, che lavorerà nell’ufficio per l’emisfero occidentale del Dipartimento di Stato, ha terminato la riunione gridando con voce squillante: "Viva Cuba libre!"

In precedenza, parlando a Radio Mambí di Miami egli aveva avvisato che: " la dittatura sta formulando i suoi piani per perpetuarsi nel potere, ma lo sta facendo dall’oscurità!"

La Rice ha dichiarato a sua volta che: "Per circa 50 anni il regime di Castro ha condannato la gente di Cuba a un destino tragico di repressione e povertà!", durante una riunione di funzionari degli USA e di detti dissidenti cubani, nel Dipartimento di Stato.

"Stiamo dando un impulso alla società civile cubana per far sì che si organizzi meglio" ha aggiunto la responsabile della diplomazia degli Stati Uniti. "Stiamo lavorando per negare le risorse al regime di Castro e trasmettere la verità su un periodo deplorabile per il popolo cubano".

Un funzionario del Dipartimento di Stato che non ha voluto dire il nome, ha detto che la nomina non è un’ingerenza negli affari interni dell’Isola. "Noi rispettiamo le elezioni in un percorso democratico", ha spiegato.

"La nostra politica è essenzialmente far sì che Cuba fosse Cuba e Cuba dovrebbe essere guidata da cubani eletti liberamente dai compatrioti..." ha detto e ha dichiarato di essere convinto che la transizione è in cammino nell’Isola.

Per evitare che il regime sopravviva dopo Castro dobbiamo convincere la comunità internazionale che non è positivo per la pace e la sicurezza che il popolo cubano continui ad essere oppresso da una nuova generazione di dittatori" ha spiegato.

La Rice ha elogiato l’esperienza di McCarry e ha detto di lui che: "Ha alle spalle una vita piena d’esperienza e d’analisi negli affari latino-americani". Il designato ha lavorato otto anni come assessore in una Commissione della Camera dei Rappresentanti per le relazioni internazionali. Inoltre è stato vice presidente del programma americano del centro per la democrazia.

Il congressista nemico della Rivoluzione Lincoln Díaz-Balart, ha assicurato che McCarry "è molto preparato per compiere la sua missione e crede profondamente nel diritto del popolo cubano di vivere in libertà e lavorerà ogni giorno per assistere i cubani e ottenere una transizione democratica rapidamente", ha dichiarato.

Il 10 ottobre del 2003 Bush aveva annunciato la creazione della Commissione per pianificare la transizione a Cuba; dopo aver ricevuto una relazione nel mezzo della campagna elettorale per le elezioni presidenziali di novembre, egli optò per il rafforzamento del blocco dal 30 giugno dell’anno scorso.

Il presidente ha ordinato di limitare le visite familiari a Cuba da una volta ogni anno a una ogni tre anni e i viaggi si possono fare solo per vedere familiari molto stretti (nonni figli, fratelli, genitori e coniugi) ed possibile inviare somme di denaro personale solo a questi parenti. (AFP)

ROGER NORIEGA LASCIA IL SUO INCARICO

Il Vicesegretario di Stato per gli affari dell’emisfero occidentale Roger Noriega, uno dei più severi critici dei regimi popolari nell’attuale amministrazione di Bush, lascerà il suo incarico tra poco tempo, hanno detto i portavoce del governo.

Noriega, confermato dal Congresso nel luglio del 2003, verrà sostituito da Thomas Shannon, un diplomatico di carriera che ha collaborato nelle questioni inter americane con l’attuale Segretaria di Stato Condoleezza Rice nel Consiglio di Sicurezza Nazionale.

Shannon era assessore del presidente Bush e della Rice per tutti gli aspetti della apolitica estera verso l’America Latina e i Caraibi.

Noriega, nipote d’emigranti messicani, è stato ambasciatore degli USA preso l’OEA prima di svolgere le attuali funzioni.

Il presidente argentino Néstor Kirchner nei primi mesi del suo governo, ebbe una vivace reazione quando Noriega insinuò che Kichner si stava piegando a sinistra...

L’animosità con il presidente del Venezuela è permanente e solo pochi giorni fa egli ha reiterato che Chávez e il presidente di Cuba avevano elaborato un piano di destabilizzazione regionale che inizierà in Bolivia.

Nell’ultimo decennio il funzionario che sostituirà Noriega ha passato momenti difficili per la sua conferma nel Senato e per le sue idee su Cuba in particolare, un paese con il quale i democratici vogliono aperture commerciali e di viaggi sempre più decise.

Otto Reich, il primo selezionato da Bush per l’incarico non è mai riuscito ad avere un incontro per la sua conferma con il comitato delle relazioni estere del Senato, per via della sua posizione radicale sul governo di Cuba ed è rimasto in un limbo per due anni.

Shannon non è nuovo per gli affari interamericani, poichè è stato rappresentante alterno degli USA all’OEA con Bush e poi vice segretario di stato aggiunto nell’ufficio di Noriega, prima di passare al consiglio di sicurezza nazionale.

Poi fu inviato a Caracas da Bush per parlare con le autorità del governo di Chávez sui rifornimenti di petrolio al mercato degli USA, quando gli Stati Uniti stavano per sferrare la guerra contro l’Iraq nel 2003. (Nestos Ikeda di AP)

www.granma.cu/italiano/2005/agosto/lun1/noriega-it.html
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L'Avana. 9 Marzo 2006



8 MARZO NELLA TRIBUNA ANTIIMPERIALISTA JOSÉ MARTÍ
Alarcón ha definito genocida il detto Piano Bush

(PL) Il presidente del Parlamento cubano, Ricardo Alarcón, ha condannato e definito annessionista e genocida il programma dell’amministrazione degli USA, noto come Piano Bush, che organizza una presunta transizione a Cuba

Questo paese non tornerà mai al passato, nè tornerà a quel regime di obbrobrio e discriminazione che hanno pronosticato, ha indicato il presidente del Parlamento di Cuba parlando alle centinaia di donne cubane riunite nella Tribuna Antimperialista José Martí, per festeggiare l’8 marzo.

Alarcón ha spiegato i veri propositi della Casa Bianca con questo piano nel quale si annuncia il destino di Cuba, una volta eliminata la Rivoluzione, azione non solo molto difficile da attuare, ma decisamente impossibile.

Alarcón ha segnalato che il presidente Bush ha minacciato di recente di attualizzare con nuove misure il documento che fu presentato nel 2004 da una commissione guidata dall’allora segretario di stato Colin Powell.

Oggi, ha detto Alarcón nel Bosco delle Bandiere che si eleva davanti all’ufficio d’interesse degli USA, la Sina dell’Avana, siamo qui nel luogo più appropriato per ricordare che questa nazione sta facendo una guerra basandosi sulle menzogne, ingannando la ONU e il proprio parlamento e inventando falsità che erano false sin dal principio. L’attuale gruppo di dirigenti nordamericani non si occupa, perchè non gli interessa, della morte di giovani come il figlio di Cindy Sheenan, nota come Madre Coraggio e tanto meno di quella degli iracheni.

La sorte dell’Iraq è stata pianificata anche per l’Isola dal governo di Bush, ma sarà molto difficile da realizzare perchè la volontà dei cubani, sin dal primo giorno è stata ispirata dall’esempio degli Eroi delle gesta indipendentiste.

Le donne cubane sono molto degne e combattive nella loro Patria e portano il loro spirito rivoluzionario e le proprie convinzioni in ogni paese del mondo [SM=x82348] e alzano queste bandiere con la stessa fermezza che tutto il popolo manterrà per sempre.

In un altro punto del discorso Alarcón ha segnalato che le donne e gli uomini di Cuba hanno ottenuto da tempo uguaglianza di diritti e continueranno la battaglia per conquistare tutta la giustizia del mondo e riaffermare la loro dignità e la completa libertà.

Per i veri rivoluzionari la felicità sarà sempre questo combattimento che fanno i cubani, che sono felici per le loro vittorie, soprattutto le donne, presenti in ogni battaglia in posti d’onore.

Alarcón ha ricordato il simbolismo del Bosco delle Bandiere, 138, poste davanti alla SINA degli USA, che rappresentano la volontà fermissima dell’Isola a non lasciarsi togliere quanto è stato conquistato e a non rinunciare mai più al sogno d’una società sempre più giusta e perfetta.

Egli ha condannato gli Stati Uniti perchè sequestrano in una prigione i Cinque antiterroristi di Cuba che nel settembre di quest’anno avranno già passato otto anni rinchiusi nelle carceri, nonostante l’annullamento dello scorso anno da parte del Tribunale di Atlanta delle loro condanne e del processo di Miami.

Il governo nordamericano, impegnato a far soffrire questi uomini e le loro famiglie, maneggia la causa con le arguzie legali che il sistema legale permette, per cui il processo ora è sottoposto a una revisione dei 12 giudici della corte d’appello.

In questo senso Alarcón ha chiamato a levare alte le voci della solidarietà e il reclamo della libertà per i Cinque: Gerardo Hernández, Ramón Labañino, René González, Antonio Guerrero y Fernando González, che hanno difeso la Patria contro il terrorismo.

Tutti questi fatti ricordano molto chiaramente che il popolo cubano è sempre sottoposto alle minacce di uno Stato aggressivo che non rinuncia mai alle proprie pretese egemoniche, ha concluso Alarcón.

MIGLIAIA DI DONNE HANNO MARCIATO NEL MONDO

CARACAS, 8 marzo. – Migliaia di donne venezuelane hanno dato vita mercoledì ad un’impressionante corteo, conclusosi con un concentramento di fronte all’Ambasciata USA della capitale, dove hanno consegnato un documento firmato da più di due milioni di persone che si oppongono alla politica guerrafondaia nordamericana.

I manifestanti, arrivati da tutti gli stati del paese, hanno sfilato con bandiere, foto del presidente Hugo Chávez e striscioni nei quali si poteva leggere parole d’ordine come: Fuori l’imperialismo dall’Iraq e Noi donne esigiamo la pace. (Mariela Pérez Valenzuela, inviata speciale).


www.granma.cu/italiano/2006/marzo/juev9/alarcon.html
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