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Dago a luci rosse

Ultimo Aggiornamento: 26/08/2016 11:43
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Re: Jeeg

Scritto da: Mort Cinder 24/08/2003 20.18
Non scorderò mai la (super)mini di Miwa!
[SM=g27800]
Imika era forte ma muore stupidamente per resuscitare l'Imperatore del Drago!
:ang35:




Ah, Imika, vittima del suo candore [SM=g27790]

Però i nomi giappi in "o" sono carini, era meglio lasciare Himiko.

Del resto, è sempre meglio lasciare l'originale, salvo eccezioni estreme.

V.



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Re: Re: Re: Imika!!!

Scritto da: Juan Galvez 25/08/2003 7.00


Io non ho dimenticato lei ;)

V.



come si fa a dimenticare una con i tentacoli gialli in testa? :d
sempre a proposito del cambiamento dei nomi: ricordate Rio di Mazinga z che diventa Alcor in Goldrake (grendizer) e che in realtà era Koji Kabuto?
misteri degli adattamenti :mad42:



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Scritto da: mahe 25/08/2003 9.01
(...)
misteri degli adattamenti :mad42:



Bè, io ho sempre pensato che l'Ape Magà fosse femmina, e solo recentemente ho scoperto che si trattava di un fuco! :: :mad42: :mad42: ::

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Re:
:mad40:

Scritto da: Juan Galvez 25/08/2003 9.57


Bè, io ho sempre pensato che l'Ape Magà fosse femmina, e solo recentemente ho scoperto che si trattava di un fuco! :: :mad42: :mad42: ::

V.


NO?
NO!
che mi dici????!!!!! :mad40: :mad40:



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Indagini minuziose

Scritto da: Juan Galvez 25/08/2003 9.57
Bè, io ho sempre pensato che l'Ape Magà fosse femmina, e solo recentemente ho scoperto che si trattava di un fuco! :: :mad42: :mad42: ::

DOVE e COSA tu abbia dovuto rovistare per scoprirlo è un mistero che preferisco non approfondire!



TAK-Saluti a tutti... (Fletto i muscoli e mi addormento)Reforma, Libertad, Justicia y Ley
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E io approfondisco lo stesso...
Un testo sugli anime giapponesi.

Ti vedo interessato, poi da casa ti do gli estremi del volume [SM=g27790][SM=g27790]

V.



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Re: E io approfondisco lo stesso...

Scritto da: Juan Galvez 25/08/2003 12.03
Un testo sugli anime giapponesi.

Ti vedo interessato, poi da casa ti do gli estremi del volume [SM=g27790][SM=g27790]

V.


:LOL:
però sembra carino e interessante!
cosa dice di Lady Oscar? :grin31:



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Re:

Scritto da: Carlos Gomez 10/08/2003 5.10
Estimado Mr. Kayak:
Con gusto te respondo a tu pregunta.
Un abrazo a todos



Anche se in ritardo …
Grazie a Carlos per la descrizione della genesi e della percezione delle tavole .
Da queste parole emerge davvero la sensazione di una grande passione per il suo lavoro.
E a volte la passione definisce e arricchisce un personaggio letterario ( e dei fumetti ) ancor più che la tecnica.
Se poi la tecnica è quella di Carlos …
Allora ci si spiega perché Dago resista a certi livelli.
Nel merito originario del topic dico che la sequenza a luci rosse a me è piaciuta, proprio perché l’atmosfera è quasi totalmente legata alla realizzazione grafica.
Perché la scena trasuda una sensualità quasi animalesca ma nello stesso tempo estetizzata.
Nella percezione incombente dell’oscurità densa squarciata da bagliori di carne.
Di corpi uniti selvaggiamente ma cesellati nella perfezione di particolari minuziosi.
Dal punto di vista narrativo potrebbe pure starci la regressione ad uno stato ormonale primordiale di un Dago ormai completamente immerso nella selvaggia Amazzonia, ma Wood ormai difficilmente riesce a sollevarsi dagli stereotipi.
Una volta l’eroe era costretto due episodi su tre a fare da giustiziere in qualsiasi luogo o situazione si trovasse.
Adesso, due episodi su tre, deve fare sesso.
Dovunque e comunque.
E’ cambiato solo Wood o è cambiato anche il pubblico ?
Se Dago tornasse alla sessualità spartana, un pò epica e un pò ingenua, degli esordi piacerebbe ancora ?




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Wood come Heinlein?
Il post di Paolo mi ha provocato un corto circuito (taci, fog!).

Wood come Heinlein.

Robert Heinlein, nato nel 1907, è stato uno dei maggiori autori di fantascienza, e nelle sue opere giovanili e della prima maturità ha caratterizzato quello che non può non descriversi che come "superuomo heinleiniano". L'esempio più riuscito è forse il D.D. Harriman de "L'uomo che vendette la una". Il superuomo heinleiniano è un protagonista forte e sicuro di sè (a volte maniacalmente), profondamente giusto (secondo le coordinate etiche di Heinlein), e pronto a sacrificare sè stesso e non solo) all'Ideale. Con i dovuti distinguo, Dago.

In seguito, a partire dal capolavoro "Straniero in terra straniera", scritto intorno ai 55 anni, ma soprattutto a partire da "Non temerò alcun male" della fine degli anni '60 e in modo eclatante in "Lazarus Long, l'immortale" (della metà dei '70, mi pare), Heinlein incentrò sempre più le sue opere sulle dinamiche sessuali, esplorando la natura del sesso anche come struttura di potere, ma soprattutto permeando sempre più i suoi scritti di una vera e propria "anarchia sensuale e sessuale". Come se il venir meno, con l'età, del vigore, facesse cadere gli schermi di sublimazione.

A parte il calo di ispirazione, evidente in entrambi, questa coincidenza fattami notare dal post del Bardo porta a tutta una serie di illazioni che forse è meglio sottacere [SM=g27790][SM=g27790]

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Psicopatologia della narrazione woodiana.
Robin Wood scrive in preda alla patologia tipica del Puer Aeternus.
In uno stato specifico di adolescenza prolungata, comune a molti facitori di letteratura epica.
Nella visione adolescenziale l’Eoe è una proiezione della volontà di potenza.
La trasfigurazione di tutte le qualità specifiche positive ( o ritenute tali ) dell’individuo.
L’Eroe è immortale e invincibile, detentore della verità e difensore della giustizia.
E in questo suo essere assoluto è anche puro.
Dove puro non vuol dire, nel caso delle figure eroiche maschili, vergine o casto.
Ma semplicemente che in questa fase la sua sessualità è appena abbozzata e ingenua.
Nell’approccio verso l’altro sesso l’eros è praticamente assente, nell’economia del rapporto sottinteso o accennato appena.
Prevale una forma idealizzata dell’amore che poi non matura o si trasforma ma si conclude in dramma.
Le donne dell’eroe sono destinate a scomparire più o meno tragicamente prima di assumere un ruolo paritario, sono figure transitorie e retoriche che servono semplicemente ad esaltare e sottolineare le caratteristiche del personaggio centrale.
La narrazione è essenzialmente monologica.e non fornisce elementi dialogici per problematizzare l’eroe e il suo mondo.
In assenza di margini di evoluzione e cambiamento lo stadio del Puer Aeternus spesso trova una naturale conclusione nella morte violenta dell’Eroe.
O, in subordine, con un più favolistica e rassicurante e visse felice e contento che altro non è che un escamotage per far scomparire il puer prima della transizione nella fase senex, in cui sarà marito, padre, persona responsabile,capace di organizzare la vita secondo un progetto e una meta.
Una passaggio che il buon Robin non ha mai attraversato , tant’è che non è quasi mai riuscito a dare una conclusione soddisfacente alle vicende dei suoi eroi .
Wood e i suoi personaggi sopravvissuti sono così entrati nella condizione adulta senza aver risolto quella adolescenziale.
Di fronte alla relatività dell’esistenza, l’eternità, l’invincibilità, la verità e la giustizia divengono illusioni.
L’assoluto si frammenta.
Nell’insicurezza problematica della nuova situazione la volontà di potenza si attenua e una generale situazione di inadeguatezza si fa strada.
L’antidoto all’impotenza può prendere la forma di una manifestazione intensa e alterata della sessualità, fino ad allora repressa o idealizzata.
Una specie di coito ergo sum.
In cui la reiterazione dell’atto sessuale deriva dalla necessità di ribadire la propria potenza, di fornire un appoggio alle proprie illusioni.
L’autorevolezza e l’ascendente dell’Eroe devono essere ribadite attraverso le sua capacità amatorie.

Non so se il discorso possa valere in toto anche per Heinlein, perché non conosco in maniera approfondita la parte sessuocentrica della sua opera.
Ma il ricordo di alcune delle sue cose più tarde, come Non temerò alcun male o Oltre il tramonto, potrebbe prefigurare quella che dovrebbe essere la prossima fase maniacale di Robin : l’accettazione della morte come fine dell’eternità .



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Re: Psicopatologia della narrazione woodiana.
Credo che paradossalmente la tua analisi sia più giusta per Heinlein che non per lo stesso Wood. Benché Heinlein sia uno scrittore migliore, Wood è stato più vario nella prima parte delle rispettive carriere. Egli ha inframezzato un po' di più i suoi cicli epici ed eroici con opere di diversa ispirazione o altre dove la componente sessuale è stata un po' meno rimossa e sublimata nella visione della volontà di potenza eroica che in Heinlein nei primi 20 anni circa della sua attività di scrittore. Penso in particolare alle due commedie disegnate da Vogt, alle parti più personali e sincere di Mojado.


Scritto da: Takfir 26/08/2003 12.48
Non so se il discorso possa valere in toto anche per Heinlein, perché non conosco in maniera approfondita la parte sessuocentrica della sua opera.
Ma il ricordo di alcune delle sue cose più tarde, come Non temerò alcun male o Oltre il tramonto, potrebbe prefigurare quella che dovrebbe essere la prossima fase maniacale di Robin : l’accettazione della morte come fine dell’eternità .



Trova e leggi "Lazarus Long, l'immortale", poi ne riparliamo ;)

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Ovviamente la mia è una generalizzazione, ma non credo che Pepe Sanchez e Lei e Io possano essere citati come eccezioni.
Essenzialmente diverse le coordinate narrative.
E comunque l’umorismo di Wood secondo me resta troppo stereotipato per trovarci dentro qualcosa di veramente profondo ( gioco, gioia, sarcasmo, satira, metafora )
Cercando variazioni sul tema penserei piuttosto a Kozachovic & Connors ( che resta la mia serie woodiana preferita ) per i tratti di umanità avventurosa dei due protagonisti.
Pensando a Heinlein invece la prima cosa fuori registro che mi viene in testa è La porta sull’estate.
Lazarus Long, l'immortale pensavo invece fosse la saga di uno dei Figli di Matusalemme composta da diversi ponderosi tomi ...



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Re:

Scritto da: Takfir 26/08/2003 13.43
Ovviamente la mia è una generalizzazione, ma non credo che Pepe Sanchez e Lei e Io possano essere citati come eccezioni.
Essenzialmente diverse le coordinate narrative.



Proprio per questo parlavo di una maggiore varietà. Mia dimenticanza l'omissione di Kozacovitch&Connors.

Io invece trovo che il miglior Wood sia proprio quello meno usuale, il Wood della commedia. L'umorismo di Wood non è da risate a crepapelle, è da labbra appena sollevate all'insù. Non è satira o sarcasmo - non vuole sicuramente esserlo - ma è gioco e gioia trasmessa, attraversa la rappresentazione bonariamente caricaturalizzata del quotidiano.


Scritto da: Takfir 26/08/2003 13.43
Pensando a Heinlein invece la prima cosa fuori registro che mi viene in testa è La porta sull’estate.



Ovviamente anche io generalizzavo; tuttavia trovo che RAH sia più concentrato su una coerente estetica superomistica (estremamente personale) nella prima parte della sua carriera.


Scritto da: Takfir 26/08/2003 13.43
Lazarus Long, l'immortale pensavo invece fosse la saga di uno dei Figli di Matusalemme composta da diversi ponderosi tomi ...



Il personaggio è già una delle figure principali de "I Figli di Matusalemme", ma è poi in "Lazarus Long, l'immortale" - tomo ponderosissimo - che la sua figura si sviluppa e precisa, assurgendo, IMO, a vera e propria summa dell'esplosione del sessuocentrismo del tardo Heinlein.

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03/10/2003 11:51
 
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Interessante alla luce di quanto detto
Primo romanzo di Heinlein

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Se vi dicessi se non sono riuscito a capire di che numero state parlando

Un po' tutti i dago sono "a luci rosse", ma voi sembra stiate parlando di un numero in particolare, quale ?XD
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luci rosse! wow!
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