Il MERAVIGLIOSO cialtrone

Omaggio di Leo alla Carrà... che non tutti qui gradiranno.

Eh, tra UD e TS è una lotta secolare.

LucaL@, 07/07/2021 12:39:

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Eh, tra UD e TS è una lotta secolare.

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Non credo sia quello il riferimento della battuta!
Ho visto che Leo ne ha pubblicata anche un'altra, con Rat-Man mi pare.

Io le ho trovate divertenti!

Per quanto riguarda la Carrà comunque stiamo assistendo a un processo di santificazione che mi pae un tantinello esagerato.

Sashimi, 4/7/2021 11:54 PM:

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Sarà solo una classica parodia, o qualcosa di più?
Alcune vignette mi fanno propendere per il di più, ma è troppo presto per dirlo.

Ma aspetta... primo numero di 6?! Bimestrale!?! Argh, ci vorrà un anno per leggerlo tutto!

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E invece si è concluso in 6 mesi, ma per arcani motivi editoriali hanno voluto o dovuto lasciare l'indicazione "bimestrale" alla testata

Comunque, alla fine nulla di che: molto ben disegnata, ma una parodia come tante altre, con gag non sempre brillanti.

Non essenziale anche Rango, parodia di Rambo e del filone militar-avventuroso che dominava gli anni '80: è un altro juvenilia rifatto trent'anni dopo, come già "il cercatore" uscito mesi fa. Il tratto di Leo oggi è ovviamente a varie leghe di distanza rispetto a quando era ancora un dilettante, però la mano su regia e inquadrature indubbiamente c'era già. E' che gag e personaggi, pur con qualche ritocco moderno, rimangono abbastanza fiacchi.
Solo per completisti.

Sash

Matana un poco deludente, secondo me. Possiede qualche buon momento, ma il numero 1 è stato l'unico che ho trovato abbastanza divertente.
Alcuni passaggi proprio noiosetti, invece.
Quanto a costruzione della tavola, nulla da dire, invece: Leo è maestro.

Di buono c'erano... Clint Eastwood, Lee Van Cleef, Klaus Kinsky, Danny Trejo e Fernando Sancho

Ma il cattivo era sostanzialmente il solito non-morto cadavere-vivente consumato-dall'oscurità già visto molte volte in Rat-Man e nelle parodie: ormai anche lui si può considerare parte del cast di personaggi/attori di Leo.

E Piccettino, come generale messicano, funzionicchia ma non troppo.

Sash

Terzo incontro tra Ortolani e l'Agenzia Spaziale Italiana e terza storia orbitale per il Ratto, o per il protagonista-che-gli-assomiglia-come-un-gemello-omozigoto: dopo la luna stavolta si va su Marte, ultima frontiera dei rilanciati (rilanciandi, rilanciaturi) voli interplanetari dell'umanità.

A tratti Ortolani rifà un po' se stesso, è vero, ma riesce a farlo con grazia e poesia tali da offire comunque una lettura coinvolgente. E per una volta si concede e ci concede un finale

megaspoiler

che sembra quanto di più vicino al Lieto Fine io abbia mai letto in suo fumetto.

Come atmosfere (rarefatte) e iconografia (desertica) siamo dalla parti di alcuni classici vecchi e nuovi del cinema di fantascienza: "Silent running" (aka 2002-la seconda odissea) di Douglas Trumbull, la prima parte di "Wall-E" di Andrew Stanton e, soprattutto, "Moon" di Duncan Jones.

Alcune gag sono un po' legnose, ma il personaggio del Nicholas Cage immaginario l'ho trovato indovinato. Le parti didascaliche non sono eccessive e introducono anzi degli efficaci cambi di ritmo in una storia dall'andamento introspettivo e intimista.

Giudizio sintetico: buono, non indispensabile ma buono.

Sash