Sono d'accordo che nessuno deve essere ricordato come un numero.
I numeri alla fine servono solo per le statistiche che, tra le
altre cose, spesso non corrispondono alla realtà.
Passando alla giornalista io la vorrei ricordare come tutte le
altre vittime di questa assurdità chiamata guerra ma è un compito
immane per il mio piccolo cervello.
Di certo non la ricorderò come la numero Uno in quanto la sua
sola particolarità (come morte) è stata quella di essere la
prima giornalista italiana a morire in questo conflitto.
Ricordo che altri italiani sono morti nell'attentato alle torri.
E se la dovessi ricordare come vittima dovrei ricordare anche
Ilaria Alpi morta mi sembra in Africa (non sono molto bravo con
la memoria) e l'altro giornalista morto lo scorso anno in Cecenia.
Forse non sembro molto toccato dalla loro morte, ma lo sono.
Solo che cerco di ricordare non SOLO quelli che in qualche modo
conosciamo ma anche tutti gli illustri sconosciuti di cui non
sappiamo e non sapremo mai il nome.
Un vantaggio la giornalista lo ha avuto rispetto agli altri, lei
sapeva che poteva correre dei rischi mortali nel fare questo suo
lavoro tanto interessante.
Le altre migliaia di illustri sconosciuti , no.
Il frate