Andate a dire al prof che io non c'entro quindi con l'Italietta (attuale), son grande come Schiller, o Dino Campana amato dal Bene Carmelo in "La poesia dimenticata"; mi trovo ad uno stadio piuttosto avanzato: spero un distruttore di maschere della mia epoca (come disse quel tizio di Brixia in viale Bornata, sulla via che conduce al lago di Garda, a Desenzano per es. dove ora però si gode pogh al lag perché anche la visuale permane un po' tutta IMPACCHETTATA)...
Sguardo fulcro di piaghe, e chi le può nascondere?
Speranza che sul finire non risulti follia...
A mezzogiorno ricorderai neri cipressi di Van Gogh,
lo scontro dello scricciolo col vento, prima che cada.
Un tempo mi domandavo ingenuo (pensando a Jim Morrison):
"Perché morire? Giovani semidei!"
Eraclito decretò l'eterno ritorno (nicciano)
e Democrito lo pose a compimento nel meriggio
di purissime belve danzanti.
Ascolto il fischio doloroso dell'acqua nella ruggine,
schioppettìo insopportabile della ragione tormentata.
(by alberto nicola giulini; sul lago gli disse un certo Gino muratore: "Té man, n'è?" ovvero "Sei matto, è?", ma lui lo diceva per scherzare un po' a tutti i ragazzi, pur tenendo l'espressione della faccia seria).
[Modificato da albert314 04/07/2019 18:30]