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U2

Ultimo Aggiornamento: 21/03/2022 13:29
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19/02/2019 09:43
 
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Il fuoco indimenticabile.
All is quiet on New Year's Day (cit.)
Questa semplice strofa del lontano 1983 cambia per sempre il rapporto tra me e la musica.

Ma inizio dal principio... Per rovinarmi la reputazione comincio dal gruppo forse più noto degli anni ottanta e quindi devo retrodatare, rispetto alle conoscenze in "diretta" il racconto.

In piena rivoluzione punk, un ragazzetto irlandese posta sulla bacheca della scuola un avviso per formare una band. Lui è un aspirante batterista in erba e di nome fa Larry Mullen Jr.
Non siamo non nella cosmopolita Londra, né a New York. Siamo nella piccola Dublino, un po' ai margini del mondo che conta.
All'appello rispondono alcuni studenti più o meno coetanei. A detta delle cronache che ho letto, il più sgamato è un tipo che suona il basso, tale Adam Calyton, ed è convinto di avere doti da leader del gruppo.
Oltre ad altri che vengono scartati, sono scelti anche due fratelli, gli unici nativi della vicina Inghilterra, i fratelli Dick e Dave Evans che strimpellano la chitarra e un tipetto un po' particolare di nome Paul Hewson, che dimostra di avere una voce interessante.

I due ultimi citati presto sostituiscono il proprio nome anagrafico con un d'arte che si rivelerà azzeccatissimo. Pare che nella compagnia di giovani, che era ben più vasta, fosse la regola avere soprannomi. Evans diventa, sembra per la forma della sua testa, The Edge e Hewson, da un'insegna di un negozio, si trasforma in Bono Vox. Chissà se poteva, ai tempi, immaginare che quel Bono nella lingua di Dante suonasse ancor più "figo" che in inglese. Magari non lo sa neanche adesso…

I cinque incominciano a provare, si esibiscono nei primi concerti e strada facendo si fanno conoscere come una delle tante giovani band del luogo.

Apro una parentesi. Mi ha sempre incuriosito il fatto che esista una vera e propria selezione naturale, che bacia solo alcuni fortunati però dotati di talento o qualcosa che gli ci si avvicini. In un altro universo parallelo dove la storia è andata in maniera diversa, magari i quattro fanno il gelataio, il carrozziere, l'architetto e il sindaco di un'ignota cittadina irlandese. Ma nel nostro, per qualche imperscrutabile fato, invece di perdersi tra i tanti, cominciano a farsi notare.

E qui avviene un fatto fondamentale. Il più vecchio, di pochi anni, degli Evans viene estromesso dal gruppo. Proprio alla "prima" apparizione del marchio di fabbrica del quartetto. Dunque esce Dick, che entrerà a far parte dei Virgin Prunes, ed entra in scena il nome definitivo U2.

Quando lo sentii la prima volta non mi sembrava particolarmente azzeccato, ma un conto è pronunciarlo udue, un conto you too o you two. E al tempo neanche ero a conoscenza del famoso aereo spia. Oggi, col senno di poi e senza troffa fanatasia, sono convinto che fu proprio una buona idea!

Per farla breve, i giovinastri si impegnano suonando cover e mostrano che assieme sono molto più della somma dei singoli, si trovano un manager che li guida con saggezza, Paul McGuinnes e scrivono i primi singoli.
Fin dagli inizi capiscono che Adam deve lasciare la vetrina a Bono che pare essere nato per fare il frontman. Si rendono conto anche che il suono che esce dalla chitarra di The Edge è, a suo modo, speciale. Gli altri due si prendono il loro spazio, assecondandoli.

Il primo disco pubblicato U2 Three è il premio nella vittoria di un concorso musicale. Tre canzoni "giovanilistiche". Acerbe fin che si vuole, ma tra queste c’è Out of Controll che si dice scritta in occasione del 18° compleanno di Bono. Beh, se la si ascolta si capisce che c'è della stoffa.
Per qualche imperscrutabile motivo la CBS decide di non proseguire la collaborazione, sostituita dall'etichetta del grande Bob Marley, l'indipendente Island Record.
E con questa nuova casa discografica pubblicano il singolo 11 O'Clock Tick Tock. Io l'ho conosciuto solo tre di anni dopo, però ancora adesso è tra i miei preferiti. Da inesperto dico che è un gioiellino dark wave e che se il produttore Martin Hannett li avesse tenuti sotto la propria ala avremmo avuto un gruppo molto diverso.

Invece cambia tutto, e di questo non posso certo lamentarmi, e per il primo album viene chiamato Steve Lillywhite e sarà lui a seguirli nel periodo che definisco post-punk del gruppo.
Le canzoni che fanno parte di Boy sono, nella sostanza, l'evoluzione delle prime basi/primi testi. Siamo nel 1980.
E credetemi. Boy è davvero un gran bell'album per una band esordiente.
I Will Follow è un inizio che mostra di che pasta son fatti questi irlandesi. Non per niente credo che sia il singolo più suonato dagli U2 e avendolo sentito più volte dal vivo posso assicurare che resuscita i morti!
Che dire poi di The Electric Co. o Twilight. La prima una scarica adrenalinica, la seconda con quel suo suono cupo degna dei Cure.
E ci sono anche brani molto diversi da quello che in seguito produrranno i quattro. Shadows and Tall Trees per esempio. Sembra il racconto di vita quotidiana dublinese.
C'è anche spazio per un ricordo a Ian Curtis indimenticato leader dei Joy Division.

Un album che ho sentito tante di quelle volte che dovrebbe essermi andato a noia, invece è ancora strepitoso. Con seguito di primo tour. Beati i fortunati che hanno avuto la fortuna di assistere a queste prime esibizioni.

Quindi gli U2 hanno fatto il primo passo.
E qui avviene un fatto bizzarro per una rock band. Tre dei componenti si danno alla religione. Per poco tutto non finisce qui.
Invece se ne esce fuori con un nuovo albo. Nel 1981 è il turno infatti di October.
L'album dai fan non è così amato come gli altri di questo periodo, ma a me piace senza riserve.
Gloria, una specie di preghiera in formato rock, è indimenticabile. Con tanto di testo in latino. Funziona davvero tutto e dal vivo è una devastante come una bomba H. Il video, con i nostri su una chiatta, dà un'idea di quello di cui sono già capaci.
I pezzi che si devono assolutmante ascoltare sono la title track, due minuti di piano e voce che raccontanoi più di un'enciclopedia, e Tomorrow, dove per la prima volta troviamo la tragedia della morte della madre di Bono e l'Irlanda.
I Fall Down e le altre tracce, salvo un paio che trovo anonime, fanno da bella cornice al tutto.

Un attimo prima dello stop, temporaneo, nel racconto, che per lunghezza avverrà a tappe, c'è spazio per un singolo A Celebration. Se pochi si ricordano di questa canzone con tanto di video con gli U2 vestiti in modo assurdo che parla di bombe atomiche e altre amenità, molti di più rammentano quella incisa sul lato B ovvero Trash, Trampoline and the Party Girl. Non questa versione, ma quella presente sul primo disco live è uno di quei momenti imperdibili che hanno contribuito alla fama del gruppo.

Con questo termino il racconto di ciò che ho scoperto successivamente e con il prossimo post passo al discorso dal "vivo".
E' capodanno del 1983. Viene pubblicata la strofa che ho citato.

I pochi interessati sapranno il resto la prossima volta...



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Il fuoco indimenticabile. Parte II
Allora dicevo...
Il giorno di capodanno esce un nuovo singolo che anticipa di poco il nuovo album. New Year's Day è uno dei pezzi più belli mai scritti dal gruppo e una pietra miliare degli anni ottanta. Al basso di Adam che marchia indelebilmente la canzone, si sovrappongono tastiere e chitarra suonate "in contemporanea" da The Edge, che nell'assolo raggiunge vette altissime, accompagnate dal preciso lavoro del batterista.
Il testo è semplice, ma notevole, e la voce di Bono lo rende al meglio.
Anche qui, la magia dal vivo riesce addirittura a portarlo anche più in alto. Anche chi non li sopporta proprio, non può rimanere indifferente.
A supportare il pezzo un video da 10 e lode, con i nostri nel gelido nord che suonano, alternandosi ad immagini di guerra. Si parla di ciò che accadeva in quei giorni dalle parti di Varsavia, però per me è anche molto altro.

Non so se ho sentito prima il singolo alla radio, oppure il video su videomusic. Sta di fatto che mi è piaciuto subito e così ho conosciuto questo gruppo. Mi ricordo che andai alla ricerca di informazioni, ed era la prima volta che mi capitava per un gruppo che cantava in inglese.

L'album, War, poi è il meglio del meglio. La copertina riporta ancora il viso del fratello di un amico del gruppo, che già era stato immortalato in Boy, tuttavia stavolta il volto non è sereno. D'altronde con un titolo del genere.
La prima traccia già da sola vale la discografia di molti artisti, ovverosia Sunday Bloody Sunday.
Il ritmo di marcia che molti intesero come invito alla rivolta contro gli occupanti inglesi nel nord del Paese, è invece un inno universale di pace e la bandiera bianca già vista nel video di New Year's Day ne è la testimonianza.
Il testo è quasi poetico e il cantante lo interpreta con passione - ancor più in alcune esibizioni dal vivo - e l'assolo centrale di The Edge è da brividi. Mettiamoci anche il violino e la parte ritmica e si capisce perché molti, come me, siano diventati fan degli U2.

Se questi due sono i pezzi da novanta, il resto non è che sia robetta. In Seconds per la prima volta The Edge non si occupa solo di cori, ma è protagonista. In Like a Song... c'è la passione giovanile che vuole cambiare il mondo. E c'è 40. Addirittura un salmo della Bibbia in formato rock, con in più bassista e chitarrista ufficiali che si scambiano gli strumenti.

Un grande album e gli U2 cominciano a finire nelle classifiche inglesi.

La chicca finale è Under a Blood Red Sky, l'album dal vivo registrato durante una serata magica in Colorado. Ci sono dentro alcune canzoni tratte dai tre album precedenti e altri singoli.
E' stato il mio primo album degli U2 e mai acquisto è stato più felice.
Ho anche il filmato del concerto che ogni rockettaro dovrebbe vedere almeno una volta. Imho sono davvero strepitosi.

E così si conclude la prima fase di questo quartetto.
Esce Steve Lillywhite e arrivano Daniel Lanois e Brian Eno! Inutile dire chi sia quest’ultimo. E da gruppo culto, gli U2 si avviano a diventare una macchina da soldi. Però c’è ancora tempo per la poesia...

[Modificato da BertAdams 20/02/2019 14:42]
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Mi spiacerebbe assai se tu interrompessi questa narrazione, in quanto la trovo molto interessante e colpevolmente non te l'avevo detto!
[Modificato da Carlo Maria 08/03/2019 11:03]
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Il fuoco indimenticabile. Parte III
Grazie Carlo.
Riprendo il filo del discorso dal 1984.
Per chi non avesse avuto la (s)fortuna di viverli, gli ottanta sono stati una decade strana per la musica.
E' il decennio della nascita delle boyband fighe e di Madonna, che magari esistevano anche prima, ma non erano così pervasive. Anche chi come me non ha mai sopportato i Duran Duran e soci non poteva far a meno di sentirli ovunque.
Soprattutto la maggior parte delle ragazze che frequentavo non viveva senza sentire Carless Whisper e Do You Really Want to Hurt Me venti volte al giorno.
Io invece mi trasformavo, anche poer colpa dei miei amici, in un new-wave, in tutte le sue declinazioni.

E gli U2? Da band del genere si volta verso il rock classico. Perchè The Unforgettable Fire è un gran bel disco rock senza declinazioni.
Complice l'arrivo del duo Eno-Lanois (?), i quattro perdono qualcosa in freschezza, ma ampliano in ogni direzione le loro qualità.
La copertina del primo inedito del gruppo che ho comprato ha l'immagine di un castello irlandese e comincia proprio con una canzone che si intitola A Sort of Homecoming, non conosciuta dal grande pubblico eppure notevole.
Se la prima traccia mi mise di buon umore, la seconda fece subito il botto: Pride (In the Name of Love).
Come noto è dedicata, come la finale MLK, al revendo Luther King e si fa notare per l'epicità, che la proietta subito ai vertici della classifica inglese, e per la chitarra di The Edge. L'ho sentita in tutti i concerti degli U2 ed è una delle poche che perde qualcosa dal vivo. Non so perché ma mi è sempre sembrato manchi qualcosa, nonostante la partecipazione entusiasta del pubblico.
Fantastica, in tutti i sensi, la title track. Una delle canzoni più belle mai scritte da loro e non ho mai capito perché meno ricordata di altre. Con una storia simile c'è Bad che già straordinaria di suo invece dal vivo è imperdibile. A chi oggi "maltratta", con qualche ragione, i quattro irlandesi, consiglio di sentirla su un bootleg o in qualche video dell'epoca e poi sono sicuro che i giudizi saranno meno severi.
Il tour dell'album portò per la prima volta gli U2 in Italia e fu la prima volta che mi persi un concerto che volevo assolutamente vedere. Non sarebbe stato l'ultimo...

Un disco diverso dai precedenti che porta un po' di notorietà (meritata). Tanto che Bono e Adam partecipano alla canzoncina di Natale dell'anno Do They Know It's Christmas? e l'anno dopo al Live Aid.
Era la prima volta che potevo vederli in diretta. Cantarono nel pomeriggio e furono eccezionali.
In programma, ho saputo dopo, c'erano tre pezzi. Hanno tirato così a lungo il secondo pezzo, Bad, che non c'è stato il tempo di sentire Pride, ma ne è valsa la pena. La loro esibizione è la più apprezzata assieme a quella dei Queen. Solo che questi ultimi erano delle star affermate e infatti gli fu riservata la serata, mentre gli U2 si sono fatti notare tra tanti gruppi molto meno noti.

E questo è solo il preludio di quello che arriverà nel 1987. Anno fondamentale per me, nel bene o nel male. Ne riparlerò la prossima volta.
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20/03/2019 08:48
 
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Il fuoco indimenticabile. Parte IV
E siamo al clou. Nel 1987 lo capii subito. Anche se non sentii l'album il giorno dopo dell'uscita.
Allora senza l'ìperinformazione di internet e la notorietà non ancora planetaria del gruppo, non era poi così strano. Forse ascoltai per prima la celeberrima With or Without You, comunque sia nella primavera di quell'anno acquistai il disco.
Per la prima volta era passato un po' di tempo dal lavoro precedente e ammetto che c'era attesa. Sarebbero riusciti ad andare oltre il buono già fatto?
Non era scontato, anche perché molte ottime band del periodo dopo un esordio promettente si erano perse per la strada. Però ero fiducioso.

Comunque sia misi la musicassetta nello stereo e via. L'inizio di Where the Streets Have No Name mi convinse subito che avrebbero fatto il botto. Le tasterie che lasciano spazio all'assolo di The Edge è una delle cose che hanno fatto, giustamente, la fortuna del gruppo.
Il singolo è strepitoso e dal vivo funziona sempre, anche con gli U2 attuali.
C'è la passione "politica" del gruppo, non ancora posticcia. Questo luogo in qualche parte dell'Africa dove le vie non hanno nome pare proprio vederle.
Se non bastasse venne associata al video forse più famoso e bello. Sul tetto di un palazzo di Los Angeles improvvisano, novelli Beatles, un miniconcerto, fermando traffico e facendo impazzire gli agenti che per ripristinare l'ordine staccano la spina. Chi non l'ha visto può dare un'occhiata per capire di cosa parlo. Si sente in sottofondo anche la bellissima quarta traccia.
Passata la sbornia, invece di calare salta fuori quella specie di preghiera intitolata I Still Haven't Found What I'm Looking For.
Anche qui accompagnata da un simpatico video con i nostri che camminano per le strade di Las Vegas.
E alla seconda già pensavo che avevano trovato quello che da qualche anno cercavano.
Ma la canzone che lancia l'album è la terza.
Il pop-rock perfetto. Il basso di Adam introduce la chitarra di The Edge che praticamente per parte del singolo "stira" i suoni e li allunga all'infinito. E Bono ci canta sopra un testo che sembra una canzone d'amore. Ma è davvero questo di cui parla?
E per la prima volta si sente il falsetto che nel periodo discendente della loro storia finirà per diventare stucchevole, ma che qui invece non fa una piega.
Sentita With or Without You ero certo che stavolta sarebbero stati attaccati dalla critica, cosa che infatti successe.
Il video in bianco e nero con alcune immagini a colori incornicia il tutto.

E' una traccia che vanta, come la Settimana Enigmistica, un'enormità di tentativi di emulazione. Loro stessi c'hanno provato a "rifarla" con risultati di molto inferiori.
Forse è davvero sopravvalutata, tuttavia posso dire che dal vivo è sempre un piacere e in ogni caso ogni band deve avere un pezzo del genere nel repertorio.
Incredibile che nessuna di queste tre traccie famosissime sia riuscita ad arrivare al numero uno negli States, mentre molte di quelle degli album seguenti, non certo amate dai fans come queste, ci siano riuscite.

Se la conoscenza del disco per molti si ferma qui, il bello deve forse ancora arrivare.
Per esempio Bullet The Blue Sky è il singolo più hard-rock suonato dai quattro con The Edge al massimo. Si sentono proprio i bombardieri che planano sul Salvador.
Io però tra tutte stravedo per Exit. E' un capolavoro fatto e finito. L'unico rammarico è che in tanti concerti non l'ho mai sentita dal vivo, anche se la versione del film Rattle and Hum è il meglio del meglio.
Parla di un suicida? Non lo so. So solo che il finale con i tre musicisti che si prendono tutto lo spazio mentre Bono rifiata è incredibile.

Con il cactus simbolo del deserto gli U2 si prendono il primo posto nella classifica di mezzo mondo e soprattutto in quello d'Oltreoceano.
Il Time certificherà che sono entrati nell'elitè della musica rock.
Molti cominceranno a parlarne male, molti di più ingrosseranno le file dei fan.

Io so che ho dovuto comprare il cd qualche anno dopo avendo distrutto cassetta e lp per i troppi ascolti. Non è il mio disco preferito del gruppo, però almeno ogni tanto lo devo riascoltare. Con piacere immutato.

Da questo momento inizia un'altra fase, cui dedicherò il prossimo post.
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23/03/2019 08:52
 
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Sempre interessanti, i tuoi racconti, Bert! [SM=x74968]
Per quello che mi riguarda, gli U2 finiscono lì dove sei arrivato: The Joshua Tree è un album che apprezzo ancora molto, nonostante le differenze di suono rispetto ai primi. Rattle and Hum è a mio giudizio dimenticabile, mentre il celebrato Achtung Baby non mi piace (fa eccezione la famosissima One, sarei un ipocrita se negassi di averla ascoltata mille volte). Poi venne Zooropa e nonostante al tempo mi sia piaciuta un sacco Lemon, l'album (il primo loro che acquistai... mostrando di esser arrivato tardi) mi deluse parecchio.
Il fuoco iniziale si era spento e da lì in poi ho visto solo mestiere e senso commerciale, ma sono curioso di leggere il tuo punto di vista e gli aneddoti che riporterai!

Io li ho visti live una volta, allo stadio Olimpico di Roma nel 2005. Fu un concerto dimenticabile (tanti effetti speciali, ma brani eseguiti identici alle versioni studio... avrei fatto prima ad ascoltare un cd) all'interno di una due giorni fantastica! [SM=x74967]
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26/03/2019 08:24
 
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Il fuoco indimenticabile. Parte V
Grazie a te!

Allora il 1988 non avrebbe dovuto portare nessuna nuova. Invece...
C'è da dire che di graditi regali ce n'erano già stati non dichiarati. Intendo alcuni lati B dei singoli di The Joshua Tree, alcuni dei quali molto belli e migliori di quasi tutta la produzione post-Acthung Baby. E che non siano lavori minori lo dimostra il fatto che sono le ultime b-side non incluse in un album che verranno proposte ogni tanto nei concerti.
Tra tutte la mia preferita è Spanish Eyes.

Tornando all'88 mentre ero in altre faccende affaccendato, scopro che è uscito un nuovo album, metà in studio, metà live e addirittura un film.

I giudizi furono a dir poco feroci e ancora adesso non me ne spiego il perché, se non in parte. Era un tributo ai grandi del passato. Ci sono omaggi ai Beatles - fu la prima volta che sentii Helter Skelter e venni a conoscenza della tragedia della Tate - a Dylan, col quale scrivono anche una canzone, a B.B. King.
C'è Hendrix prima dell'inizio di Bullet The Blue Sky.
Forse il singolo di lancio, Desire, non è all'altezza, ma dice molto della nuova situazione in cui si trovano.

In compenso Angel of Harlem e Heartland sono di buon fattura. E tutto sommato lo ascolto con piacere. Dovevamo mettere un punto fermo a quel periodo magico e l'hanno fatto in maniera imho più che accettabile.

Il film poi contiene molto di più. Su tutto Exit, con il finale con dedica a Morrison e alla sua Gloria, Where The Streets Have No Name e l'ispirata Sunday Bloody Sunday cantata in onore delle vittime dell'attentato dell'I.R.A.
A me piace un sacco, anche se so che sono in netta minoranza.

Poi passano tre anni di silenzio. Quando vengo a sapere che esce un nuovo lavoro mi reco ad acquistarlo il giorno della pubblicazione.
Era stato preceduto dal singolo The Fly che avevo trovato strano. Molto bello come testi, ma il suono sembrava di un'altra band.
Comunque al primo ascolto, a parte One che suonava un evergreen da subito, sono rimasto un piuttosto sorpreso.

L'album berlinese alla fine mi ha convinto. Avevano svoltato e abbandonato i suoni che sanno di U2 e non è stata una pessima idea.
Ci sono ottimi pezzi rock come Until The End of The World e altri più pop, ci sono suoni che definirei più metropolitani e altro ancora.
Ed è un album molto "europeo" a differenza di The Joshua Tree che sembrava americano.

E in occasione dello Zoo Tour finalmente riuscii anche a vederli dal vivo. Forum di Assago. Biglietti introvabili e una collega me li regala (santa donna!). Doveva essere il secondo giorno, invece per un contrattempo diventa la prima. Una botta di culo indimenticabile.

Ricordo le Trabant appese e ricordo che presentarono il futuro. Un'anticipazione di quello che sarebbe venuto.
Spettacolo notevole e musica quasi perfetta. L'unico rammarico è che non suonarono nulla precedente a The Unfurgettable Fire.
Valeva la pena aspettare tanto.
Il gruppo emanava ancora passione ed erano maturati. Un giusto mix.
Nessun concerto successivo c'è andato vicino.
Si la parte spettacolare è anche migliorata, ma mancherà l'anima e francamente io li preferisco nei filmati d'antan acerbi e con solo la strumentazione, che sommersi di luci, come da Pop in poi, e diavolerie mirabolanti dove le canzoni sono solo uno degli elementi e non il succo.

Finisce qui il fuoco indimenticabile e inizia un'altra storia. A suo modo interessante anche questa, di cui parlerò la prossima volta.
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03/04/2019 10:08
 
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E siamo al dopo.
Non che il primo album post periodo migliore sia così malvagio.
Zooropa ha del buono al suo interno. Però per la prima volta un album non mi convinse del tutto.
Come per Ruttle and Hum, anche in questo caso non mi aspettavo nulla a distanza di così poco tempo.
Invece prima ti esce Numb, forse l'unico brano rap mai pubblicato dagli U2 e primo singolo di lancio cantato da The Edge (tutto sommato piacevole) e poi un intero lp.

Un album strano, con canzoni belle - come Stay (Faraway, So Close!) - e altre che proprio non mi piacevano come Lemon o Daddy's Gonna Pay for Your Crashed Car.
Un guazzabuglio abbastanza intonato con la situazione europea che sembrava prospettare un futuro migliore ed invece era presagio della prossima crisi.

Di buono che durante il tour, a Bologna, finalmente mi sono potuto gustare in tutta la sua bellezza New Year's Day e la straodinaria Love Is Blindness cantata nel finale.

Zooropa è stato il primo mezzo passo falso, anche se visto con gli occhi odierni, non posso dire che non ne valesse la pena.

E qui per la prima volta c'è un lungo stop senza nuovi lavori, caratteristica che diventerà una consuetudine.
Escono solo alcuni singoli, la bella Miss Sarayevo con Pavarotti, qualche traccia per film e un album strano come Passanger.

Ma è con il 1997 che per me finisce un'era. Adesso che è passato tanto tempo forse il giudizio su Pop è meno feroce di quello che ebbi al primo ascolto.
Già con Discothèque, il pezzo che lanciava il nuovo disco, avevo avuto molto da ridire. Sia sulla presentazione in stile Village People, sia sul suono molto lontano dal "classico" U2, poi sentendo il tutto, per la prima volta ero davvero contrariato.
Ci sono ancora un paio di pezzi validi, es. Staring at the Sun e Wake Up Dead Man, però sono anche presenti Mofo e The Playboy Mansion, due delle traccie più brutte di sempre.

Si, non ho mai amato Pop e non lo sento dal 1997, anno d'uscita. A boccie ferme devo dire che se non altro aveva ancora un valore positivo, ovvero gli U2 provavano a fare qualcosa di diverso. Purtroppo la novità non era all'altezza della loro fama e infatti non andai a vedere i concerti versione elefantica che proposero a corredo.

Con Pop finiscono i titoli "normali" dei dischi e comincia l'era di quelli anonimi lunghissimi e difficili da ricordare. Come difficili da ricordare sono le tracce che propongono.

Molti qui, giustamente, smisero di seguirli. Io che ho tanti difetti, ho il pregio della riconoscenza. Se qualcuno fa qualcosa di memorabile per me, me ne ricordo a distanza di millenni e perdono anche le cose discutibili successive.

E in fondo, mettendo assieme le poche cose buone seguenti, forse il materiale per un album si riesce anche a trovarlo.
Ne parlerò in una prossima occasione...
[Modificato da BertAdams 03/04/2019 10:14]
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11/04/2019 08:06
 
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Rieccomi qui.
Allora che con Pop si fosse rotto il giocattolo fu evidenziato dal fatto che per la prima volta un intero album non veniva più proposto nei tour dei lavori seguenti.
Ebbene si. Le tracce di Pop spariscono, o quasi, senza lascia tracce.
Tanto che per riportarsi su di una rotta più consona gli U2 pubblicano nel 1998 un best che raccoglie i singoli più famosi degli '80.

Ma il punto più basso, anche rispetto al seguito della loro carriera, lo toccano all'inizio del nuovo millenio pubblicando All That You Can't Leave Behind. A parte la difficoltà di tenere a mente un titolo così elaborato, questo lp è una delusione totale.
Al primo ascolto in effetti non mi fece un brutto effetto. Anche se si capisce subito che hanno perso la bussola e sono alla ricerca dell'ispirazione passata. Il primo singolo, Beautiful Day è anche passabile e la seconda traccia Stuck in a Moment You Can't Get Out Of non è malvagia.
Tuttavia sentendo e risentendo il disco mi divenne evidente che il meglio è rappresentato dal contorno. Ottimi collaboratori lo arricchiscono di sonorità fighe, arrangiamenti notevoli abbelliscono i suoni dei quattro.
Eppure tutto sembra "plastificato", per nulla ispirato, persino nei momenti che dovrebbero essere lirici come Peace on The Earth che cita i nomi di alcuni dei morti della domenica di sangue.
L'emblema è Elevation. Perfino i pezzi pacchiani di Pop suonano meno sbagliati. Nonostante questo Elevation ottiene il suo successo, entrando assieme al singolo di lancio nella scaletta dei futuri tour.

Vado ad una serata dell'Elevation Tour e per la prima volta sento Sunday Bloody Sunday e I Will Follow dal vivo ed è impressionante notare come questi pezzi datati siano di tutt'altra caratura. Manco parenti...

L'ottimo risultato commerciale purtroppo ha l'effetto di convincerli che sono sulla strada giusta. E quattro anni dopo pubblicano How to Dismantle an Atomic Bomb. Posto che di atomico non c'è purtroppo nulla, l'album di segnala per un singolo tamarrissimo (Vertigo) e per City of Blinding Lights uno dei pezzi che metterei nell'immaginario album di raccolta del buono fatto dopo i '90.
Bel pezzo che contrariamente al titolo illumina in mezzo all'accecante pochezza del resto.

Altro stop per raccogliere le idee sull'album seguente, che invece qualcosa di più valido lo presenta, ma inaugurerà la serie di lp che non lascierà ricordi appena terminato il tour promoziale.
[Modificato da BertAdams 11/04/2019 08:10]
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11/04/2019 13:02
 
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Sempre bello leggerti!
Noto però che vi è un sempre maggior distacco, nei tuoi racconti, e dalla partecipazione iniziale sei passato alla descrizione quasi di un'altra band, che non ti appartenga. [SM=x74931]
E di fatto così è, immagino, perché gli U2 di Pop o degli album successivi non sono neanche lontani parenti di quanto crearono prima.
Beautiful Day è in effetti forse il loro ultimo singolo che io ricordi (gradevole), ma il resto è divenuto ormai da troppo un carrozzone privo di passione.
[Modificato da Carlo Maria 11/04/2019 13:05]
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"Padrune" di Giuda
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11/04/2019 15:52
 
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E' giusto che sia così.

Condivido i gusti di Bert, soprattutto su Rattle and Hum (il disco, il film è orrendo) Achtung Baby e Zooropa.

Poi è finito tutto. Ed è anche normale che sia così.



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Fumettomane
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15/04/2019 08:44
 
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E io vi ringrazio per l'attenzione [SM=x74929]

La fine è ormai prossima e già mi sto preparando per la seconda band che come gli U2 mi ha distrutto i timpani, ma manca ancora qualcosa...

No Line on the Horizon è il ritorno del 2009.
Al netto di tutto è un album discreto e che ho apprezzato. Se è vero che la scelta della traccia iniziale mi aveva messo molto di malumore, Get on Your Boots che posso definire una brutta copia di Vertigo, mi faceva temere per qualcosa di disastroso.
Invece...

Moment of Surrender, Unknown Caller, Fez - Being Born e i due pezzi un po' rockettari (Breathe e Stand Up Comedy) fanno un mezzo album più che accabile. Soprattutto la seconda con un assolo lunghissimo di The Edge davvero notevole.
I pezzi orientaleggianti, mi pare che l'album sia stato registrato in nord-africa, mi hanno ricordato Promenade e 4th of July del lontanissimo, nel tempo e nello spazio, The Unforgettable Fire.

Purtroppo i quattro non furono soddisfatti di quanto fatto e invece d'esporare questa novità, ripiegano ancor più su se stessi.

E nasce il progetto Songs of Innocence & Songs of Experience.
C'è da dire che nel frattempo era accaduto un fatto nuovo McGuinness, loro manager da sempre, lasciava ed è come se finisse un'era.

Songs of Innocence è un album "pulitino" con qualche caduta di stile, come la canzone dedicata a Joey Ramone e Volcano e un bel pezzo, Raised by Wolves. Si può ascoltare, ma non ti rimane dentro.
La seconda parte è la migliore, compreso il pezzo in onore dei mitici Clash e la canzone finale, The Troubles, cui partecipa una cantante svedese.
Resterà agli annali per la stucchevole polemica sull'uscita forzata dell'album sui dispositivi Apple. Capisco che se non li si sopporta può scocciare, ma a me che per una volta mi vedo "regalato" un loro lavoro, dopo aver speso un sacco, non ci si pensa? [SM=x74970] Senza contare i bootleg e amenità simili...

Parte l'ennesimo tour, il primo che non ho visto da tempo, ma ad un certo punto si rendono conto che manca qualcosa.
Per fortuna siamo dalle parti del 30° anniversario di The Joshua Tree e vince l'amarcord (anche per me). Mi spiace non essere andato a Roma ad ascoltare Exit, One Tree Hill e compagnia bella. Forse non sarebbe stato come vederli quando uscì al tempo, però ne sarebbe valsa la pena.

Finite le celebrazioni pubblicano Songs of Experience, e siamo ai giorni nostri.
Ho letto le critiche all'acido prussico e francamente per una volta mi è sembrato tutto molto esagerato. Non perché l'album sia memorabile. Tutt'altro.
Ma prendersela con gli U2 perché non tirano fuori qualcosa di veramente nuovo alla soglia del sessanta è ridicolo. Oppure attaccarli, come ha fatto OndaRock, per il fatto l'album è impestato dalla parola amore, manco fosse il binomio italico cuore-amore, mi sembra davvero troppo.
Posto che in questo momento carico d'odio forse pronunciare continuamente Love non può che fare bene, direi che sarebbe il caso o di disinteressarsi del tutto del gruppo o in caso contrario sforzarsi di ascoltarli.

Io l'ho fatto. La cosa buffa è che alcuni singoli scelti sono le tracce peggiori, o quasi, del disco. Summer of Love, Red Flag Day e Landlady sono dei pezzi che li avesse proposte un altra band sarebbero stati forse giudicati apprezzabili.
Ok che siamo distanti dal meglio, ma le cose si devono giudicare nell'insieme e Light of Home, una canzone strana che sembra divisa in due parti, vale più di una risicata sufficienza.

E con questo sono arrivato in fondo.
Non ho parlato di fatti collaterali quali le battaglie di Bono (soprattutto) a favore di molte causa. Né dell'ipocrisia di voler combattere la fame del mondo e spostare la sede della premiata ditta in Olanda per risparmiare sulle tasse. Tutte cose interessanti di cui si potrebbe parlare per mesi.
Non ho neanche menzionato, e forse ne sarebbe valsa la pena, dell'enorme lascito musicale che ha creato loro cloni. Coldplay, Killers e molti altri sono debitori dei quattro dublinesi.
E per molti questo è un nuovo motivo per detestarli...

Io invece no... Io sono debitore tanto che se escirà un nuovo lavoro comprerò anche quello. La loro musica mi ha rivelato un mondo che conoscevo appena e mi ha cambiato. In meglio o in peggio non importa.
E ancora adesso ascoltare The Electric Co. vale sempre la pena. Per pochi altri gruppi è stato lo stesso...
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20/12/2019 11:29
 
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Riprendo il discorso.
Pochi giorni fa su Virgin Radio ho sentito un nuovo singolo, dal titolo improbabile.

Un pezzo inutile. Che toglie invece di aggiungere qualcosa, per la sensazione di plasticoso.
Non ho nulla contro la produzione recente. Ordinary Love p.e. è un brano più che onorevole, sebbene scritto in quella che potrei chiamare terza fase della carriera.

La prima, che citandoli potrei definire dell'innocenza, è quella post-punk dei primi tre album, la seconda, la maturità artistica, quella dei grandi classici (che non mancano neanche prima) che li renderanno famosi al grande pubblico e che finisce con Zooropa e la terza del reflusso.

Pur sapendo che non potrò più risentire in diretta l'emozionante voce dei bei tempi andati, né il marchio di fabbrica dato dal sound U2, non capisco perché pubblicare singoli così anonimi.
Alle soglie dei sessanta anni non posso chiedere miracoli. Tuttavia credo che lascerei perdere quelle che sembrano marchette.

Vorrei per loro un ultimo album dignitoso che chiuda una carriera straordinaria. Magari arricchito da un singolo degno di essere ricordato assieme ai loro classici immortali.
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20/12/2019 11:34
 
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Sei romantico. 😊
Un gruppo che ritengo bollito da un quarto di secolo e che live crea da troppo tempo solo roboanti baracconi non me lo vedo proprio a chiudere in bellezza, tanto più che non ci sono riusciti in tanti, in verità.
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20/12/2019 12:24
 
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Un po' si.
È lo stesso motivo che mi spinge a comprare Tez nonostante le delusioni.

Avendo avuto la fortuna di conoscerli quando erano al top, non posso credere che da qualche parte un briciolo dell'antica arte non sia rimasto.

Poi a differenza di te io sono stato un loro fan. È non è una differenza da poco.

Tanto per dire. I Guns & Roses mi sembrano persino più pomposi e inutili (ora) e non andrei a vederli, salvo mi pagassero per farlo. E imho hanno un solo loro album, indovina quale?, che ho apprezzato e riascolto ogni tanto. Un po' poco per una band tanto amata da altri.
[Modificato da BertAdams 20/12/2019 12:27]
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Re:
BertAdams, 20/12/2019 12.24:

Un po' si.
È lo stesso motivo che mi spinge a comprare Tez nonostante le delusioni.

Avendo avuto la fortuna di conoscerli quando erano al top, non posso credere che da qualche parte un briciolo dell'antica arte non sia rimasto.

Poi a differenza di te io sono stato un loro fan. È non è una differenza da poco.

Tanto per dire. I Guns & Roses mi sembrano persino più pomposi e inutili (ora) e non andrei a vederli, salvo mi pagassero per farlo. E imho hanno un solo loro album, indovina quale?, che ho apprezzato e riascolto ogni tanto. Un po' poco per una band tanto amata da altri.



Beh, i Guns sono palesemente bolliti da decenni, è indubbio. Ma non li ho mai visti e furono importanti nella mia crescita, quindi andrò a vedere un concerto che do per scontato mi deluderà.
Non mi sognerei mai di pensare che abbiano ancora qualcosa da dire perché obiettivamente misero tutte le loro energie nel primo, furioso disco e mostrarono già il fiato corto col secondo, di ballate. Ciò detto, da Patience fino a Civil War, infilarono qualche brano da repertorio principale anche nei dischi due, tre e quattro. Spaghetti Incident mostrò che erano finiti.
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09/02/2021 19:54
 
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Tra le tante cose che mi sfuggono, mi spiace non aver notato che a fine 2020 ricorreva l'anniversario di Boy.
Quarant'anni da un album ancora oggi bellissimo con le sue atmosfere new wave.
Molti oggi quando sentono parlare degli U2 pensano subito a rock star invecchiate. Forse anche male.
E questo fa sì che cancelli anche la parte migliore del loro lungo cammino. Fatto di passione sincera. Prendi Twilight oscuro post-punk che parla di ragazzi che stanno diventando uomini o Electric Co. rock potente e dura accusa contro l'elettroshock.
Ancora oggi un esordio memorabile e che dimostra che il successo di Bono & co. è stato strameritato, nonostante tutti i passi falsi fatti da Pop in poi.
Quindi in loro onore e per mio sommo piacere faccio partire per l'ennesima volta I will follow...
[Modificato da BertAdams 09/02/2021 19:54]
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Clone del Ratto
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19/03/2022 12:21
 
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Mi spiace, Andre

😁😁😁😁😁😁
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19/03/2022 12:55
 
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Carlo Maria, 19/03/2022 12:21:

Mi spiace, Andre

😁😁😁😁😁😁

Santa polenta. Gran brutta notizia. Tra le altre cose non capisco il senso di queste operazioni.
Mi farò del male, ma proverò a vederla, augurandomi che non sia un ulteriore caduta in basso per quella negli anni ottanta era una grande (imho grandissima) band.
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